Cul-de-sac - Film (1966)

Cul-de-sac
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Cul-de-sac
Anno: 1966
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: e non "Cul de sac" o "Culdesac" o "Un delitto in fondo alla strada"

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Davvero sfibrante, come la gran parte dei primi film di Roman Polanski. Molto simile, come tipo di personaggi, all’esordio del regista IL COLTELLO NELL’ACQUA (dal quale eredita l’ossessivo soffiare del vento, unico rumore a riempire i lunghi silenzi), è il tipico lavoro nato per sviluppare l'originale stile di Polanski, che fonde un surrealismo personale anche apprezzabile a una totale assenza di ritmo narrativo. E’ ciò che entusiasma la critica, non v’è dubbio (Orso d’oro al Festival di Berlino), ma che fatica a coinvolgere. Sembra un film che non sa dove andare (lo si capisce solo alla fine, quando ormai l’interesse...Leggi tutto è scemato da un pezzo), sorretto solo dalla bravura degli attori (Lionel Stander è perfetto, più del troppo istrionico Donald Pleasence e dell’algida Francoise Dorleac). Per carità, il talento registico di Polanski non si discute, la qualità di molte inquadrature lo testimonia ampiamente, ma la mancanza di una sceneggiatura capace di rivitalizzare un soggetto troppo povero si fa sentire fin da subito. Peccato, perché le prime scene promettevano bene: l'arrivo dei due gangster al castello (con Stander che lascia il socio moribondo in macchina quando sta per salire la marea che isolerà il luogo teatro dell'intera vicenda) non è priva di fascino e l'atmosfera che Polanski era riuscito a creare con un intelligente uso del bianco e nero suggeriva uno sviluppo più interessante. Invece è la stessa, medesima situazione che si trascina stancamente per l'intero film, con duetti che danno spesso la sensazione di essere improvvisati. Per vedere il vero Polanski, quello capace di trovare soggetto giusto per un film “forte”, bisognerà attendere ROSEMARY’S BABY. Poi ci sarà la ricaduta nel surreale vacuo di CHE?, ma è un altro discorso.

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G.Godardi 5/04/07 20:47 - 950 commenti

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Spiazzante film del primo periodo di Polanski, terza parte di un'ideale trilogia che comprende Il coltello nell'acqua e Repulsion. Inizia come un noir, poi si trasforma in un dramma borghese per dissolversi in una commedia dell'assurdo ed esplodere infine in tragedia nel finale. Il castello dove si svolge la vicenda è un vero e proprio teatro dell'aussurdo dentro al quale ogni personaggio che vi entra perde il lume della ragione. Bel cast su cui si staglia un magnifico Pleasance con un personaggio nevrotico che anticipa quello di Cane di paglia.

Il Gobbo 6/04/07 09:29 - 3015 commenti

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Capolavoro polanskiano, superbamente orchestrato (e fotografato) esempio di grand guignol psicologico. Cast perfetto, humour nero e beffardo, angoscia palpabile, commentato dalle funzionali, sghembe musiche del grande Krysztof Komeda. Un senso di sgradevolezza quasi palpabile, una tensione costante, scene che non si dimenticano. Come la sorellina della Deneuve, che, poveretta, avrebbe meritato maggior fortuna. Indispensabile.

Enricottta 24/06/09 19:46 - 506 commenti

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Uscito nel circuito d'essai. Quando l'ho visto per la prima volta, mi ha incantato per varie ragioni: l'uso della macchina da presa, (superbo), il cast indovinato con un Lionel Stander da paura (in tutti i sensi), fotografia molto essenziale, location unica. Il genio inquietante di Roman Polansky fa capolino qua e là senza essere mai invadente. Misurato.

Matalo! 5/02/10 12:46 - 1378 commenti

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Straordinario! Rinchiusi in un castello già di propietà dell'autore di Rob Roy, un eccentrico in odore di omosessualità e una bella e frustrata moglie vengono assediati da un gangster in fuga. L'ambiente concentrazionario permette a Polanski di creare un gioco di parti dove i nodi di tutti vengono al pettine graz< ie all'arrivo dello straniero, che tutto mette in gioco. Grandi attori, specie Stander e Pleasence, ironia e grottesco come chiavi di riflessione sulla condizione umana e la scoperta tardiva dei valori. Tra i maggiori del regista.
MEMORABILE: Il finale; stander e McGowrnan, gangsters vecchio stampo. Pleasence truccato da donna. La visita dei parenti con pentola a pressione.

Pigro 28/10/10 09:40 - 9673 commenti

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Due criminali in fuga e due sposi in un castello isolato: Polanski ambienta qui l'ennesimo gioco al massacro psicologico tra vittime e carnefici, stavolta in una condizione di forte teatralità dove aleggiano i mondi cupi di Pinter e Beckett. Nonostante qualche impasse narrativa nella seconda parte, il film riesce a immergerci in questa allusiva finis terrae che replica i rituali vuoti delle relazioni borghesi, prima fra tutte il matrimonio. Senza dimenticare il grottesco che si fa farsa e distrugge nello scherno l'ultimo barlume di tragedia.

Pinhead80 1/12/10 23:31 - 4767 commenti

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Due malviventi in fuga, dopo un colpo andato decisamente male, finiscono per trovare rifugio in un'insolita casa abitata da una coppia alquanto strana. Il divertimento è assicurato in questo film che considerare grottesco risulta essere eufemistico. La grande interpretazione di un Pleasence completamente stralunato e preda dell'ulcera, nonchè tutte le situazioni paradossali che si vengono a creare, rendono il film una piccola chicca da vedere assolutamente.
MEMORABILE: Il bambinetto che combina mille dispetti.

Cotola 18/04/11 19:36 - 9055 commenti

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Magnifico film teatrale di Polanski le cui vicende sono magistralmente orchestrate dal regista polacco (che qui era appena al suo terzo film). Colpisce oltre che per la tecnica e la confezione, soprattutto per la grande maturità con cui vengono dipinti i personaggi ed i fatti che li riguardano. La progressione drammaturgica è notevolissima così come la capacità di mescolare toni e registri diversi, sfociando infine in modo riuscito nell'assurdo e nel grottesco. Molto più complesso di quel che sembra all'inizio. Grande il terzetto attoriale.

Mickes2 19/02/12 19:16 - 1670 commenti

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Grandissimo esempio di cinema caustico, vagamente distopico e permeato da grottesca ironia, scanzonato surrealismo, atmosfere angosciose e macabre addizionate a toni da commedia nera. Nel tratteggio dei personaggi e nella messinscena claustrofobica e opprimente è presente tutta l’anima di un film con forti influenze teatrali, che sonda gli strani rapporti tra un marito e una moglie alquanto eccentrici e due sgangherati criminali profondamente diversi nel carattere. Squisitamente picaresco e assurdamente bizzarro. ****
MEMORABILE: La marea che avanza...

Luchi78 21/01/14 14:52 - 1521 commenti

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Thriller psicologico mozzafiato, con orchestrazione perfetta dei personaggi e situazioni al limite dell'assurdo. Un sequestro "in casa" che si mostrerà mortale per la strana coppia di sposi protagonisti: provocante la Dorleac, istrionico Pleasence. Finale assolutamente incontrollato. Regia di alto livello e tensione costante per tutto il film. Una piccola perla d'altri tempi.

Fauno 7/02/14 21:44 - 2212 commenti

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La pecca è la prevedibilità, che è disarmante; e sì che il telefono nel film è fuori uso; inoltre Polanski, qui come in molte altre sue opere, è spudoratamente femminista: si avvale di un'attrice molto bella, che sembra quasi un angelo (per quanto sia invece nel film una mezza bagascia), in mezzo a un Pleasence inconcludente, pigro mentalmente e a uno Stander crapulone, rozzo, triviale e antiestetico. Cul-de-sac uguale vicolo cieco e aggiunto al Coltello nell'acqua fa proprio un buco nell'acqua, anche se nel vicolo cieco si hanno più gag...
MEMORABILE: La sclerata di Pleasance agli amici invadenti; La reazione di Stander al focherello e il suo modo di portare i bicchieri, da vero sommelier...

Roman Polanski HA DIRETTO ANCHE...

Spazio vuotoLocandina Il coltello nell'acquaSpazio vuotoLocandina RepulsioneSpazio vuotoLocandina Per favore, non mordermi sul collo!Spazio vuotoLocandina Rosemary's baby - Nastro rosso a New York

Orson 5/12/15 18:01 - 122 commenti

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Rivisto oggi è ancora un film modernissimo e originale. Terzo film per Polanski, terzo kammerspiel e terzo capolavoro, un autore che a inizio carriera non ha sbagliato nessun colpo. Qui il filone gangsteristico con ostaggi alla Ore disperate si mescola con il teatro dell'assurdo e il grottesco dei primi corti del regista. Il risultato è un film pieno di caratterizzazioni e atmosfere memorabili, con caustica irrisione dei codici del genere noir. Stupenda la Dorleac (del resto Polanski ha sempre scelto e avuto le attrici più belle di sempre).

Paulaster 9/01/18 11:01 - 4427 commenti

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Gangster in fuga da un colpo andato a male prende in ostaggio una coppia in un castello. Vengono trattati temi come l’isolamento che porta alla noia, la convivenza forzata che squassa i rapporti, il tradimento... il tutto in chiave noir. La tensione è palpabile per elementi incontrollati (la marea, il bambino) e Polanski punta a sottolineare le reazioni umane. Stander il migliore, brava la Dorléac, Pleasence è teatrale. Conclusione in chiave psicanalitica. Buona fotografia in un ambiente esterno difficile.
MEMORABILE: Il bambino che cerca di scavare dove c’è seppellito il corpo del complice; Pleasence in camicia da notte; La Dorléac che s’inventa il cameriere.

Rambo90 27/08/20 15:58 - 7702 commenti

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Un Polanski particolarmente ibrido, che miscela dramma, commedia grottesca e thriller come se niente fosse, dedicandosi molto all'approfondimento psicologico dei protagonisti. Sembra spesso di assistere a un lavoro teatrale, anche per la recitazione degli attori, tutti perfettamente a loro agio nelle parti e che risollevano a volte un ritmo che si appallottola su sè stesso (specie nella seconda parte). Accattivante in fin dei conti, un po' irrisolto per alcuni versi, ma che rispecchia il suo autore nei primi anni di carriera.

Minitina80 14/12/20 19:54 - 2986 commenti

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Si ritorna al gioco psicologico delle parti, con la medesima impostazione de Il coltello nell’acqua. Impeccabile sotto questo punto di vista, riesce a far brillare le molteplici sfaccettature dei singoli personaggi all’interno di una sceneggiatura i cui pezzi si incastrano al millimetro. Alla voce pregi si aggiungono, inoltre, le interpretazioni eccellenti e una magnifica fotografia dal bianco e nero sinuoso. Pecca, invece, in concisione, dimenticando di estendere le complesse relazioni umane in qualcosa di concreto capace di andare oltre la caratterizzazione fine a sé stessa.

Noodles 7/11/22 16:45 - 2233 commenti

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Un Roman Polanski ancora acerbo, che però non manca di infondere tanta curiosità nello spettatore con una vicenda bizzarra. Il film parte come un dramma psicologico e si pensa facilmente che arrivi al thriller. Invece il tutto vira velocemente in commedia, specialmente con l'arrivo degli ospiti al castello, espediente che porta a una situazione al limite dell'assurdo, con dialoghi particolari e una certa critica sociale di fondo. Il cast principale fa a gara in bravura, ma il nevrotico Donald Pleasence vince su tutti. Un film particolare e da capire, lontano ancora da certi lavori futuri.

Apoffaldin 7/04/24 11:31 - 47 commenti

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Northumberland. Due scalcinati criminali s'impantanano con l'auto in una zona soggetta ad alte maree. Il cul-de-sac diventa presto esistenziale. Nella prima inquadratura c'è già il senso del film: un lento avvicinamento all'obiettivo di una macchina (poi si scoprirà che va a spinta), metafora di una storia che farà fatica a stare in moto. I due criminali in un castello aspettano come Vladimiro e Astragone un Godot-Kattleback che non arriverà. Morto il primo il secondo resterà a (non) comprendersi con una coppia (non) affiatata. Ottima regia, con omaggi all'Espressionismo e Cocteau.
MEMORABILE: La regia in generale; L'inquadratura iniziale; "L'orsa minore: ora non riesco più a trovarla"; "È finita!" "Che cosa? ".
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  • Curiosità Columbo • 2/11/10 14:24
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Orso d'Oro al Festival di Berlino.

    Particina d'esordio per la Bisset.
  • Homevideo Didda23 • 12/07/12 12:40
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Dvd/Blu-ray della Pulp Video disponibile dal 25/09/2012
    Ultima modifica: 12/07/12 12:47 da Didda23
  • Curiosità Buiomega71 • 14/09/16 23:45
    Consigliere - 26015 interventi
    * Polanski trovò le location per il film a Holy Island, uno specchio di terra a tre miglia dalla costa del Northumberland. Lo avevano scoperto Gerard Brach (amico e fido sceneggiatore di Polanski) e Polanski stesso girando a bordo di un aereo lungo i confini della terra d'Albione. Per fissare qualla particolare luce d'Agosto, Polanski e il direttore della fotografia Gil Taylor furono costretti a girare poche scene al giorno. Un'esperienza simile a quella che Polanski ebbe nel suo lungometraggio d'esordio, Il coltello nell'acqua.

    * Il titolo iniziale del film era Kattelbach?, che indicava l'entità senza volto cui il gangster Dick e il suo socio Albie si rivolgono invano perché venga a trarli in salvo.

    * I grattacapi, però, Polanski, li ebbe con gli attori sul set. Pleasence era furbo ed egocentrico e tendeva ad impossessarsi di ogni scena e a imporre, sia pure con sottile intelligenza, il proprio punto di vista sul suo personaggio a dispetto di ogni discussione con Polanski. Stander era incontrollabile, fingeva malori sul set, strabordava e faceva improvvise scenate minacciando di piantare in asso Polanski. Inoltre i suoi problemi cardiaci si aggravavano, tanto da consigliare una visita di controllo a Newcastle. La Dorleac si presentò sul set con venti valigie e un insopportabile cagnolino chihuahua. Subito vennero fuori le sue nevrosi e le sue angosce. Incapace, da buona cittadina francese, di adattarsi al clima da "pub" che alleggiava sul set, si inimicò tutta la troupe e il cast per il suo carattere diffidente e snob. In più fu obbligata dal copione a girare seminuda durante le riprese ed ebbe un malore tale da destare timori e preoccupazioni.

    Fonte: Cul-de-sac. Cult movie, Ciak, maggio 1996
  • Curiosità Buiomega71 • 27/02/20 12:39
    Consigliere - 26015 interventi
    Le riprese sulla sperduta isola di Holy Island furono massacranti, snervanti e zeppe di imprevisti (non basterebbe un libro a contenerle tutte) tra il malumore dell'intera troupe, il cibo cattivo, gli scherzi atroci (non mancarano pure le risse), i mezzi di fortuna come giaciglio (lo stesso Polanski alloggiava in una roulette invasa dalle formiche che scacciava, inutilmente, a suon di DDT) e Polanski dovette barcamenarsi tra l'istrionismo eccessivo di Lionel Stander, i capricci di Francoise Dorleac (che rischiò l'ipotermia), la subdola prevaricazione di Donald Pleasence e il tempo che cambiava continuamente, facendo impazzire il direttore della fotografia Gilbert Taylor.

    Gli unici a non perdere le staffe furono Jacqueline Bisset (che ebbe anche un breve flirt con Polanski) e Jack MacGowan, che Polanski prese subito in simpatia, tanto che, insieme a Gerard Brach, ideò, su di lui, nei ritagli di tempo, una parodia sui vampiri (che diventerà Per favore, non mordermi sul collo).

    Come era prevedibile il budget e i tempi di lavorazione sforarono e Polanski era disposto a rinunciare a gran parte del suo compenso per Repulsion (i produttori erano gli stessi) per poter fare di testa sua e tenere la produzione "fuori dalle scatole".

    A riprese ultimate Polanski subì una specie di esaurimento (poi risolto con la cura all'LSD).

    Tanto era il suo entusiasmo iniziale, quando era logorante la lavorazione, che fece balenare al regista polacco l'idea di smetterla con il cinema.

    Da Roman by Polanski, autobiografia di Roman Polanski, Bompiani (1984).
  • Discussione Poppo • 27/02/20 21:43
    Galoppino - 466 interventi
    Preso qualche tempo fa il cofanetto Roman Polanski Collection (3 dvd) contenente i primi tre film capolavoro del regista...

    Non credo che edizioni in BD aggiungano altro a dei film in bianco e nero...
    Ultima modifica: 27/02/20 21:44 da Poppo
  • Discussione Zender • 28/02/20 08:13
    Capo scrivano - 47805 interventi
    Poppo, se non capisci come un film in bluray in b/n possa guadagnarci rispetto ad altre edizioni non hai mai visto un bluray fatto come si deve. La definizione non ha niente a che vedere col colore...
  • Discussione Poppo • 28/02/20 15:56
    Galoppino - 466 interventi
    non credo sia molto differente se le basi di partenza sono le stesse...

    se poi per il bd fai un restauro ok
  • Discussione Zender • 28/02/20 16:51
    Capo scrivano - 47805 interventi
    Ma non c'entra nulla il bianco e nero intendo. Se un bianco e nero viene trattato come si deve il bluray gli dà eccome più definizione e qualità rispetto al dvd. Ti assicuro che molti bluray in bianco e nero si vedon molto meglio dei dvd.
  • Discussione Schramm • 20/10/23 15:53
    Scrivano - 7694 interventi
    dal Corriere della sera di fine giugno, la riedizione estiva del 1981:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images66/delitin.jpg[/img]
    Ultima modifica: 20/10/23 17:01 da Zender