Non c'è più religione - Film (2016)

Non c'è più religione
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Esaurito il filone nord/sud a Miniero tocca espandere il concetto a tematiche che coinvolgano anche ciò che sta al di fuori dei confini patri. Ecco allora che si immagina come gli abitanti di un'isoletta del nostro meridione siano costretti - causa mancanza di un Gesù bambino da utilizzare per il loro celebre presepe vivente - a prendere contatti con la comunità musulmana ivi residente, molto più prolifica e a capo della quale sta l'italianissimo Marchetto (Gassmann), convertitosi per amore e vecchio amico del sindaco (Bisio) nonché di suor Marta (Finocchiaro), le due persone più "in vista" del paese. E' il primo, nello specifico, a condurre la trattativa, perché Marchetto (che ora si fa chiamare...Leggi tutto Bilal), per "concedere" il bimbo esige che il presepe sia a tema musulmano, che il fornaio locale (Cacioppo) venda anche pane arabo e che addirittura si pratichi il Ramadan (il mese di digiuno). Il classico scontro tra culture insomma (prima ancora che tra diverse religioni), con conseguente caricatura dei luoghi comuni relativi all'islamismo in attesa (nell'ultima parte) di coinvolgere pure il buddismo attraverso la nuova fede abbracciata dalla figlia del sindaco di ritorno (incinta) da Londra. Sulla carta - per quanto con molta fantasia - l'operazione poteva persino funzionare, ma la realizzazione - in pieno stile Miniero - proprio non convince; e questo a discapito di un Bisio piuttosto in palla, di un Gassmann ormai commediante di rango, di una Finocchiaro che il ruolo lo recita a memoria e di un Cacioppo valida mina comica vagante (cui spettano, nonostante una presenza di secondo piano, i pochi interventi spassosi del film). Il problema è che tutto suona falso, artefatto, di un umorismo puerile che a lungo andare sfianca, con i tre protagonisti che quando rivangano i tempi passati variano dall'imbarazzo al non credibile con scambi patetici, al limite del teleromanzo. Gli amanti delle location possono consolarsi con begli scenari isolani, spiagge e scorci da caratteristico borgo del sud, ma agli altri tocca sorbirsi un concentrato di gag di scarso livello appena risollevate dalla professionalità del cast e dalla rinuncia a facili volgarità; perché in fondo la direzione scelta è quella del film per famiglie, un concentrato di buoni sentimenti destinati a dare il peggio nel finale con parto in barca; ma già fin lì Miniero aveva dimostrato di saper maneggiare con dubbio gusto e superficialità non sempre scusabile il tema della contrapposizione culturale, incappando in un film che pare davvero la riproposizione maldestra, arrabattata, della solita formula nord vs sud (desunta in origine da un modello francese, non dimentichiamolo). Cacioppo escluso, deboli le figure secondarie così come certe gag protratte oltre il limite (gli allenamenti per far dimagrire il bimbo grasso prima scelta per il ruolo di Gesù) o trattate con deprecabile faciloneria (l'arrivo del vescovo con relativo "controllo" della regolarità del presepe).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/12/16 DAL DAVINOTTI
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Saintgifts 11/12/16 12:47 - 4098 commenti

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A partire dal titolo, modo di dire generalizzato quando succedono cose fuori da ogni regola, ma qui da prendere alla lettera e addirittura auspicabile, Miniero affronta con una falsa leggerezza i temi: prima della denatalità italica ormai endemica, poi delle diverse religioni che "dovrebbero" convivere pacificamente. Se la leggerezza è solo apparente, il divertimento è assicurato da un cast dove persino Alessandro Gassman centra il suo personaggio. A differenza dei successi precedenti, di altra ispirazione, qui ci sono originalità e impegno sociale.
MEMORABILE: Il finale ripreso dal drone.

Markus 8/12/16 10:50 - 3682 commenti

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Il cinema di Miniero continua a non convincere: il tema a lui caro dello scontro tra culture diverse che tentano goffamente di convivere non riesce mai ad andare a segno. Stavolta il classico incontro-scontro Nord e Sud si espande alla moderna - e quasi sempre forzata - multietnicità tra religioni diverse. Situazioni che dovrebbero generare un divertimento non volgare con una vena tra il nostalgico e il pretenzioso, ma il problema è che nessuna di queste promesse è poi mantenuta. Il film regge per la sola verve di alcuni attori.

Gabrius79 15/12/16 00:30 - 1420 commenti

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Luca Miniero questa volta cerca di imbastire un film su etnie e religioni, ma il risultato è piuttosto incolore e la sceneggiatura non così eccezionale. Il trio Bisio-Finocchiaro-Gassmann non riesce a convincere più di tanto ed è un vero peccato, perché avremmo potuto assistere sicuramente a dei bei momenti. Se nella prima parte qualcosa di simpatico c'è, nella seconda viceversa il film si appiattisce e il ritmo ne risente. Due o tre battute di Cacioppo e un bel paesaggio gli fanno risalire a fatica la china.

Parsifal68 18/12/16 19:25 - 607 commenti

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Luca Miniero questa volta fa un clamoroso autogol. Nonostante un non disprezzabile spunto (l'integrazione fra due gruppi di diverse religioni), la trama esile unita a una comicità inesistente ne decretano il fallimento. Male, molto male sia Bisio che il finto musulmano Gassman, terribilmente odiosa la Finocchiaro, per non parlare della sboccatissima Adriani. Insomma, un film che appena usciti dal cinema viene già dimenticato.

Galbo 17/04/17 07:15 - 12380 commenti

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E’ ormai assodato che il cinema di Luca Miniero si basi sui contrasti. In questo film lo spunto è dato dalle (ovvie) differenze tra due comunità con diverso credo religioso in contrasto a causa di un presepe vivente. Purtroppo lo sviluppo è scadente, causa una sceneggiatura povera e un gruppo di attori mal diretti. Se Bisio raramente convince al cinema, la sorpresa negativa è data da Alessandro Gassman altrove in grande crescita come attore ma qui palesemente imbarazzato in un ruolo che non gli calza. Meno che mediocre.

Pigro 3/03/18 10:07 - 9635 commenti

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La comicità sui pregiudizi è un campo minato, non solo perché si rischia di esaltare i luoghi comuni, ma anche perché banalità e forzature sono in agguato, e se alla fine manca la classe si rischia il tonfo. Questo film vuole irridere i sospetti interreligiosi ma galleggia a malapena tra gag e battute sciocche. Idea carina (un Gesù Bambino arabo per un presepe), ma svolgimento rabberciato e senza fantasia, mal scritto e realizzato, intriso di goliardate anti-islamiche, anti-buddiste e bonariamente anti-cattoliche senza vera critica. Evitabile.

Herrkinski 9/01/20 15:18 - 8072 commenti

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Dopo Benvenuti al Sud e al Nord, si cerca di riproporre lo stesso canovaccio con alcune modifiche "tattiche"; esaurite le gag tra meridione e settentrione, infatti, qui si aggiungono i temi del "melting pot", dell'integrazione, della convivenza tra culture e religioni diverse ma tutto è fatto con una superficialità e un abuso di cliché irritanti. La vicenda non risulta mai credibile, vive di personaggi difficili da immaginare nella realtà e di un buonismo di fondo che risulta posticcio; non si ride quasi mai e il cast fa quel che può. Velleitario.

Redeyes 27/04/20 07:45 - 2443 commenti

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Benvenuti nel nuovo luogo comune, nel caso di specie un paesino metà cattolico metà musulmano, dove poter sguazzare nei cliché. Se c'eravamo divertiti coi trasferimenti vari di Bisio, qui il nostro, questa volta un politico trombato, non trova mai la quadra risultando più fastidioso che altro. A cornice una pletora di attori mal sfruttati, ma soprattutto un piano ben riuscito per "offendere" qualsiasi credo religioso essendo completamente assente ogni parvenza di ironia. Le sole note positive sono la soundtrack con Lucio Dalla e la breve durata.

Nick franc 8/08/21 23:14 - 509 commenti

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Banale commediola che cerca di trattare tematiche importanti ma fallisce l'obiettivo, poiché le affronta in modo scontato e superficiale. Il cast, che sulla carta poteva sembrare ben assortito, non funziona: Bisio è poco convincente, la Finocchiaro e Cacioppo antipatici, Gassman terribile nella sua caratterizzazione, Herlitzka non si sa come sia finito qui (anche se è protagonista di uno dei momenti più piacevoli). Non si ride praticamente mai e la vicenda si snoda pigramente fino alla conclusione. Un'occasione sprecata.

Rambo90 8/12/22 01:29 - 7679 commenti

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Miniero aumenta il divario culturale della sua filmografia, ampliandolo da quello regionale al più ampio discorso religioso. Se la prima parte funziona benino e fa ridere più volte (merito soprattutto di Bisio e Cacioppo), nella seconda si naufraga in momenti malriusciti (la visita del vescovo) e un generale senso che qualcosa manchi alla storia per prendere la giusta direzione, fino a un finale che sa di irrisolto. La coppia Bisio-Gassmann non funziona granché e il secondo appare impacciato.

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