Il coltello nell'acqua - Film (1962)

Il coltello nell'acqua
Locandina Il coltello nell'acqua - Film (1962)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Noz w wodzie
Anno: 1962
Genere: drammatico (bianco e nero)

Cast completo di Il coltello nell'acqua

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La nostra recensione di Il coltello nell'acqua

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E l'esordio di Roman Polanski, un bianco e nero livido e crudo, una storia semplice ma dalle molteplici sfumature: uno scrittore e sua moglie raccolgono per strada un autostoppista e lo invitano con loro per un giro in barca a vela sul lago di Masuria. I caratteri dei due uomini si scontrano in continuazione, prima bonariamente, poi sempre più pericolosamente, generando una tensione destinata inevitabilmente ad esplodere. Lo scrittore vorrebbe imporsi e comandare in virtù della propria esperienza, ma il ragazzo si rifiuta di obbedire e lancia continue sfide psicologiche. La barca è come una gabbia dalla quale non si può uscire, che intrappola i due (la donna è...Leggi tutto un elemento di secondaria importanza e comincia a interagire veramente solo verso la fine). L'ambiente cupo, il cielo scuro velato da nubi minacciose, il silenzio della barca a vela, il lieve infrangersi delle onde, creano l'atmosfera adatto a questo dramma psicologico in cui i dialoghi del futuro regista Jerzy Skolimowski restano la componente forse più importante, anche se non va sottovalutata la già ottima padronanza registica di Polanski. Eppure il film è lento, datato, e decolla solo dopo circa un'ora, quando i rapporti in barca cominciano a scaldarsi. L'operazione psicologica è valida, i caratteri sono disegnati con precisione, gli spunti sono complessivamente buoni; manca tuttavia quella componente quasi hitchcockiana che avrebbe potuto trasformare il film in un thriller di stampo teatrale. Troppi silenzi, troppo smaccati i tentativi di creare un'atmosfera esterna inquietante prescindendo dal valore della sceneggiatura. Gli attori poi sono discreti, ma niente più. NÓZ W WODZIE è il tipico esempio di film d'autore destinato mediamente a incantare la critica e annoiare lo spettatore medio.

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Tutti i commenti e le recensioni di Il coltello nell'acqua

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Il Gobbo 10/01/08 09:20 - 3015 commenti

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Primo felicissimo lungometraggio di Polanski, subito a suo agio nel costruire uno di quei microcosmi concentrazionari che saranno una sua specialità degli inizi e non solo. Bianco e nero raggelato, tensione sottile e via via crescente, macchina da presa inesorabile: non ancora un capolavoro, per lo scarso carisma dei protagonisti, e il ritmo altalenante, ma la qualità è alta. Precursore fondamentale di tutt'un micro-filone di film su barca che avrà un'effimera ma proficua stagione in Italia, negli anni della contestazione. Da vedere.

B. Legnani 21/01/08 01:27 - 5661 commenti

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Ci sono due assi polanskiani (lo spazio chiuso, la percezione dell'inevitabile), mentre è ai primordi lo sviluppo del "magico" che esce dalla normalità. L'iter Coltello-> Repulsion-> Rosemary-> Inquilino è lineare e trova nell'ultimo la massima espressione dei caratteri polanskiani. Qui colpiscono l'antipatìa dei due uomini (il giovane - lo si capisce - diventerà simile all'adulto) e la calcolata abilità di non saper resistere alle occasioni, o per dominare, o per sfruttare l'altrui dissidio, o per scegliere la via meno vera, ma più comoda.

Cotola 8/08/08 13:31 - 9530 commenti

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Eccezionale esordio di Polanski all'interno del quale una gita in barca si trasforma ben presto in un crudele e feroce gioco al massacro. Interessantissimo e complesso studio di caratteri che, grazie alla sua intensità, risulta estremamente coinvolgente. Alla sceneggiatura ha partecipato il futuro regista Skolimowsky che qui è anche montatore. Da segnalare anche la notevole colonna sonora di Komeda. Una perla (purtroppo misconosciuta) di rara bellezza che va assolutamente recuperata, rivalutata per poterla così vedere e rivedere più e più volte, per poterla apprezzare appieno come merita.

Daniela 9/01/09 13:39 - 13278 commenti

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Quando lo vidi per la prima volta tanti anni fa, in un cinemino d'essai, ne rimasi folgorata ed anche a distanza di molti anni ha conservato intatto il suo fascino ipnotico: opera dall'andamento circolare (la storia termina come è iniziata) dove apparentemente "non succede nulla", in cui il giovane e l'uomo maturo, impegnati in uno scontro da galli nel pollaio, possono essere visti l'uno la proiezione dell'altro. La donna li osserva dall'esterno, impassibile come una sfinge, misteriosa ed opaca come l'acqua del lago. Il primo straordinario lungometraggio di un maestro del cinema.

Pigro 2/02/10 09:01 - 10111 commenti

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Lui, lei e un giovanotto in barca a vela per 24 ore: film tanto minimalista (3 soli attori, trama inconsistente) quanto potente e complesso, per l'eccellente esordio di Polanski. Il triangolo emotivo verte su una sfida di potere con intensi riverberi psicanalitici (il coltello come oggetto-chiave della sfida tra i maschi) e di analisi sociale dello scontro generazionale (il ragazzo e l'adulto hanno lo stesso profilo caratteriale). Splendida la tensione nonostante accada poco o nulla, fino al fotogramma finale sospesissimo.

Myvincent 14/09/10 16:04 - 3992 commenti

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Film d'esordio del regista polacco con atmosfere sommerse e dialoghi più immaginativi che altro. Contrasto tra nuovo e vecchio, fra borghesia e forze nuove, ma senza soluzioni di uscite rivoluzionarie, solo conferma della solita staticità. Molto più che una storia quindi, un paradigma (il lago, le secche) della società polacca dell'epoca.

Pinhead80 25/11/10 17:22 - 5425 commenti

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Una coppia di ricchi borghesi decide di passare una tranquilla giornata in barca a vela. Sulla loro strada incontreranno un giovanotto immaturo e ribelle... Polanski riesce a girare un intero film con un'unica idea, poche inquadrature e tre personaggi. La sfida continua dei due uomini va in crescendo e si percepisce di scena in scena sino al particolarissimo finale che lascia dubbi e un senso di incertezza. Ben fatto.

Belfagor 4/03/11 13:12 - 2708 commenti

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Allegorico sin dal titolo e dal nome del protagonista maschile, è un film sull'impotenza personale e sociale. Polanski non risparmia critiche a nessuno, né alla società polacca dell'epoca incapace di rinnovarsi, né alle nuove generazioni velleitarie ed egocentriche. Sotto la superficie di quotidianità, calma e impassibile come il volto della donna o le acque del lago, si agita un tumulto tetro ed angosciante. Nella sua prima opera, Polanski espone già i tratti distintivi del suo cinema "opprimente".

Giùan 10/10/11 15:27 - 4940 commenti

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Primo lungometraggio di Polanski, l'unico girato nella terra natia, Il coltello è un graffio che lascia il segno, pur non incidendo ancora profondamente nella carne cinema. Scritto, insieme a Skolimowki, forse fin troppo "brillantemente", denuncia comunque già tutti i temi del Roman più maturo: un clima che si fa vieppiù rarefatto e teso, gli oggetti (qui appunto il coltello) che acquistano una dmensione significante, gli impulsi primari che muovono i maschi contrapposti alla ambigua complessità femminile. Incisiva musica di Komeda, indelebile b/n di Lipman.

Homesick 19/03/12 18:23 - 5737 commenti

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Due uomini, una donna, una barca, un coltello, un lago. Con questi pochi elementi Polanski esordisce nel lungometraggio, applicando all’osservazione di ipocrisie e tensioni psico-sociali – la coppia ormai in crisi silenziosa; le scaramucce tra l’uomo maturo, autoritario e borghese e quello giovane e anarcoide per la conquista della femmina e del prestigio maschile – il medesimo schema dell’apologo antropologico adottato nei suoi corti. La padronanza del mezzo registico è già su alti livelli: massima la valorizzazione a scopi drammatici ed emozionali dell’unità di luogo/azione e del paesaggio.
MEMORABILE: La partita a Shangai con i pegni; l’uomo e il giovanotto in crescente competizione; il giovanotto che “cammina” sull’acqua.

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Capannelle 17/01/13 14:36 - 4566 commenti

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Polanski agli esordi: certe inquadrature, le interazioni tra i personaggi e la costruzione dell'atmosfera preannunciano quello che sarà il suo stile. Una storia lineare anche se un po' forzata dove si innesta un sottile gioco di sfide teso a deflagrare nel secondo tempo, da vedere anche come metafora degli eventi sociali in atto. Bene gli attori, specie il marito.

Fauno 29/08/13 10:00 - 2250 commenti

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Inquadrature a parte, è inutile psicanalizzare o allegorizzare o lambiccarsi il cervello: è un filmaccio, ed è pesantissimo! I maschioni son due galli nello stesso pollaio; se il più vecchio è un cretino, il galletto lo batte alla grande. 27 a 12 in fatto di scemenze a favore di quest'ultimo, che perdipiù giocava in trasferta. La femmina funziona finché sta zitta, perché appena apre bocca svela la sua radicata insulsaggine. Fortuna che Roman era agli albori, visti gli eccellenti film che farà molto dopo...
MEMORABILE: "È un salice anche se è una quercia"; "Lo shan-gai è un corpo organico"; "Ha dimenticato i fanali accesi"...

Mickes2 31/12/13 19:21 - 1672 commenti

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Esordio folgorante di colui che diverrà uno dei più grandi maestri della Settima Arte. Kammerspiel spruzzato di metafisico (lo sfondo sterminato del lago e gli spazi strettissimi della barca) dove l’incontro/scontro fra caratteri e persone (il ricco annoiato, privo di ideali e sentimenti; il giovane anarchico, orgoglioso e rampante) deflagra in una tragica e sottile lotta per la sopravvivenza. In mezzo alla contesa, un’erotica Umecka come oggetto, ago della bilancia e spartiacque tra follia e riflessione, potere e impotenza. Raffinato.

Panza 26/04/14 22:59 - 1930 commenti

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Il microcosmo barca si presta benissimo a questo dramma psicologico in cui lo spazio ristretto diventa l'arena in cui si sfidano due lottatori. Quello più giovane viene subito messo alla prova dal marito che sottomette le moglie (siamo prima del 1968, tanto per inquadrare il momento storico). Polanski sa con cosa ha a che fare e decide di costruire una narrazione lenta, fatta di piccoli momenti apparentemente quotidiani che invece hanno il loro senso. Purtroppo il film soffre di una lentezza generale che lo rende un po' pesantuccio, ma resta appetibile.

Didda23 25/08/14 09:36 - 2465 commenti

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Nonostante si avverta una notevole genialità ed eccletticità nell'uso del mezzo cinematografico e una ricerca elegante della tensione narrattiva, l'esordio di Polanski ha indubbiamente più luci che ombre: "l'oscurità" è data da una sceneggiatura ancora acerba che si fa solo esplosiva nella parte conclusiva e da una prova del cast solo mediocre. Interessante l'ambientazione e godurioso il b/n di Jerzy Lipman. In questo caso, visto ciò che produrrà in seguito il polacco, le aspettative erano troppo elevate e la delusione era proprio dietro l'angolo.

Lythops 23/09/14 13:12 - 1019 commenti

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Come opera prima non c'è male, con lo studio attento dei personaggi, anche se mediocri. Ma non è forse nella gente comune che ci si identifica, con le loro meschinità che più o meno ci appartengono e che spesso nascondiamo anche a noi stessi? Un bellissimo bianco e nero, la circolarità del racconto e della banalità della vita per un film che, volendo, può anche essere un documentario, o la favola di un modernissimo Esopo. Non eccellente il ritmo, ma è un "difetto" che ben si sopporta.

Luras 30/04/18 14:36 - 147 commenti

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Ottima la scelta di affidare la storia ai soli tre protagonisti senza alcuna comparsa: c'è così tutto il tempo per approfondire la psicologia di ognuno di loro caratterizzandoli al meglio. Peccato però che dal titolo si lasciasse intuire una maggior tensione, nella pellicola; sì, il coltello in effetti c'è, così come appunto ci sono i tre protagonisti dispersi nel nulla. Potrebbe accadere di tutto e invece niente, lasciando un senso di celata e mai raggiunta angoscia.

Paulaster 17/12/18 10:31 - 4886 commenti

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Marito e moglie passeranno una giornata in barca con un ragazzo. Trio esistenziale e convivenza forzata sulle acque dove i galletti maschi si sfidano in un duello caratteriale: l’esperienza adulta fa comportare da duri mentre la gioventù è annoiata e saccente. Tensione che si sprigiona a sprazzi e non raggiunge alcun pathos. Regia comunque notevole per gli spazi ravvicinati e aiuto dalle calme atmosfere, dal brillante b/n e da musiche crepuscolari.
MEMORABILE: L’inquadratura dall’albero di maestra; La camminata sull’acqua; La barca incagliata di traverso.

Bubobubo 20/03/20 18:42 - 1847 commenti

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Lui, fumantino cronista sportivo; lei, moglie passiva aggressiva che dalla sua silente posizione tutto osserva; l'altro, straniero misterioso che chiede un passaggio in macchina e rimedia una (tesissima) gita in barca a vela. Tenzone psicologica a tratti sfibrante tra i due maschi alfa, che si esibiscono in un torneo di provocazioni verbali e fisiche sempre meno raffinate: l'oggetto del contendere, un coltello di quasi nessuna utilità in mezzo al mare, è solo un pretesto cechoviano. Costruito su sfumature sottili, può indisporre l'impaziente.
MEMORABILE: Gli insulti di Andrzej alla moglie Krzysztyna.

Deepred89 27/03/20 00:00 - 3868 commenti

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Inevitabile delusione per i giallofili accorsi in seguito all'accostamento con taluni boat-thriller nostrani, con i quali l'esordio di Polanski condivide, a ben vedere, solo l'ambientazione in barca a vela (che là diventava talvolta uno yacht). Qui non ci sono intrighi criminosi o colpi di scena, ma uno scontro psicologico morboso senza mai eccedere, teso senza mai esplodere, messo in scena con classe, sebbene il ritmo tenda spesso a latitare e il soggetto, a ben vedere, non abbia un granché da offrire. Buon cast.

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Minitina80 5/07/20 18:53 - 3212 commenti

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Apprezzabile l’intenzione di riporre nella sceneggiatura sfumature e simboli che utilizzano il linguaggio e le forme prossime al cinema d'essai. L’ambizione, però, si rinchiude all’interno di una scatola dialogica che si traduce sovente in una lentezza quasi asfittica e una mancanza di mordente che tocca il parossismo. È venuta meno quella scaltrezza, probabilmente non ancora maturata, necessaria a fornire la scintilla in grado di adattarlo ai tempi cinematografici. Per apprezzarlo è indispensabile saper tradurre lo stile espressivo di cui l’autore si avvale.

Anthonyvm 3/07/21 02:56 - 6520 commenti

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Esordio che mette in evidenza le doti del grande regista. Kammerspiel barcaiolo con una coppia di borghesi e un giovane autostoppista, scontro generazionale a sfondo virile (non a caso l'elemento-cardine della contesa fra i due maschi alfa è un grosso coltello), fra snobismo e strafottenza, mentre la bella Krystyna, erotico motore immobile dell'azione, assiste in disparte con sguardo ammonitore. Il ritmo è lentissimo, ma la tensione, pur dipanandosi in silenzio, è una presenza costante, fino al terzo atto in cui l'attesa svolta drammatica sfuma in un finale aperto a suo modo ironico.
MEMORABILE: La sfida mano-coltello; La gara a shanghai; Lo scontro fisico con caduta in acqua; La ricerca intorno alla boa; Il dialogo finale in auto fra coniugi.

Bartleby 17/11/23 01:04 - 14 commenti

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Tra l'uomo maturo esperto e il giovane sfrontato è un crescendo di tensione e di attrazione ma, a ben vedere, sono tutte bagatelle, che terminano al molo dove la gita in barca era iniziata. Il personaggio di Christine è il fulcro, il riferimento, senza il quale la vicenda avrebbe tutt'altro corso. L'esordio di Polanski mostra subito uno dei marchi del regista: lo spazio chiuso inevitabile; difatti il film è circolare, termina dove inizia. Le atmosfere inquietanti - in attesa dell'inevitabile - dei seguenti film, ci sono già tutte.

Noodles 10/02/24 13:15 - 2668 commenti

I gusti di Noodles

Gran bell'esordio per Roman Polanski in un film minimale (praticamente una sola location e tre soli attori che compaiono) carico di significato e di allusioni metaforiche. Il regista anticipa certi temi poi spesso sfruttati nei film dello stesso decennio come la crisi della coppia borghese, la barca a vela come status symbol e via discorrendo. Tutto molto bello, compreso la tecnica e la regia, già interessantissima, anche se va detto che il tutto è un po' troppo verboso e in certe parti il film langue un po' in alcuni dialoghi forzati. Nel complesso un bel lavoro, con un buon cast.

Reeves 12/02/24 00:24 - 2978 commenti

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Polanski esordisce in modo strepitoso, con un piccolo capolavoro montato dal suo amico Skolimovski, un bianco e nero eccellente che racconta di un ménage a tre che si svolge su una barca e che vede gli uomini molto meno intelligenti della donna contesa. Atmosfere perfette, non una sola inquadratura superflua: un film che ti lascia inchiodato alla poltrona per tutto il suo svolgimento.
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  • Discussione Buiomega71 • 30/08/13 12:47
    Consigliere - 27126 interventi
    Visto anni fà (ho una registrazione da Raitre per Fuori Orario, risalente a metà anni 90)

    Francamente non ricordo il "cretinismo" dei protagonisti. Ma ricordo che lo trovai un piccolo gioiellino, dove Roman già aveva in nuce il suo unico talento e già aveva ben definite le sue tematiche poi sviluppate nei suoi capolavori a venire

    Di più non saprei dire, anche perchè ricordo ben poco...
    Ultima modifica: 30/08/13 12:48 da Buiomega71
  • Discussione Fauno • 30/08/13 16:30
    Formatore stagisti - 2758 interventi
    Ti dico Buio che come inizio e come impostazione prometteva molto bene, ma quasi da subito hanno iniziato a dar dei botta-risposta talmente patetici da farlo andare a picco. E dire che i dialoghi son di Skolimowskji...francamente era da una vita che l'avevo registrato e non ero mai riuscito a vederlo bene. La seconda volta mi ha schifato un po'meno della prima, ma mezzo pallino in più non son riuscito a darglielo. Comunque vedilo, sarei curioso di un tuo giudizio. Ciao. FAUNO
  • Discussione Zender • 31/08/13 09:59
    Capo scrivano - 48899 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Lo dico in discussione: i due protagoniosti son due minchioni e in fatto di michiate vince chi gioca in trasferta. Dire cretino è poco. FAUNO.
    Ok, però dare del cretino a un film è da evitare a prescindere, Fauno, lo sai.
    Ultima modifica: 31/08/13 23:54 da Zender
  • Discussione Fauno • 31/08/13 18:49
    Formatore stagisti - 2758 interventi
    Ma no Zender, ho dato dei minchioni ai due protagonisti maschili, al film ho dato del filmaccio. E certo che lo so, dopo un'infinità di discussioni. FAUNO.
    Ultima modifica: 21/01/14 12:09 da Fauno
  • Discussione Zender • 1/09/13 08:03
    Capo scrivano - 48899 interventi
    Minchioni è plurale, cretino è singolare. A leggere il post non sembrava. Meglio così.
  • Discussione Caesars • 14/10/15 16:47
    Scrivano - 16995 interventi
    Tra questo film e "Repulsione", Polanski gira un episodio del film a più mani "Le più belle truffe del mondo". Il suo episodio, ambientato ad Amsterdam s'intitola "La collana di diamanti". Questo è l'unico brano del film che ho visto e quindi commento solo lui, qui per non creare una scheda di un film che forse rimarrebbe sempre in stand by (perché il commento comunque lo metterei in discussione generali, non potendo parlare della pellicola intera).

    Polanski affronta il lavoro con spirito ironico, come già aveva fatto in alcuni dei suoi primi cortometraggi, divertendosi a sovvertire le regole del classico film dedicato alle truffe. Il colpo di scena finale è totalmente imprevedibile e altrettanto spiazzante per lo spettatore. Non certo un capolavoro ma comunque un film che merita almeno la visione. Con questo lavoro inizia la lunga e proficua collaborazione tra il regista e lo sceneggiatore Gérard Brach.
    Ultima modifica: 14/10/15 19:05 da Zender
  • Discussione Zender • 14/10/15 19:05
    Capo scrivano - 48899 interventi
    Coime mai hai visto solo quello, Caesars? Perché non hai il film intero o semplicemetne non ti andava?
  • Discussione Caesars • 15/10/15 12:59
    Scrivano - 16995 interventi
    Su rai5 hanno trasmesso solo quell'episodio. Se avessi avuto la possibilità avrei visto anche gli altri episodi. Non mi piace avere un'idea solo parziale dei film.
  • Discussione Zender • 15/10/15 17:45
    Capo scrivano - 48899 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Su rai5 hanno trasmesso solo quell'episodio. Se avessi avuto la possibilità avrei visto anche gli altri episodi. Non mi piace avere un'idea solo parziale dei film.
    Condivido. per quello mi sembrava strano.
  • Curiosità Buiomega71 • 21/02/20 19:44
    Consigliere - 27126 interventi
    Riprese assai difficoltose al limite della crisi di nervi, con Polanski che non riusciva a far recitare Jolanta Umecka, bulimica e totalmente incapace di qualsiasi emozione, in qui il giovane (e inesperto) regista la spronava a suon di insulti e di scherzi atroci.

    L'opera prima polanskiana non portò fortuna inizialmente al novello regista: piantato dalla moglie Barbara Lass nel bel mezzo delle riprese, che se la spassava con Gillo Pontecorvo in Austria, un suo caro amico perì in un'incidente automobilistico e , a fine riprese, per poco, Polanski non ci lasciò le penne andando a sbattere con la macchina contro un albero, procurandosi un grave trauma cranico.

    Firmò la sua dimissione ospedaliera contro il parere dei medici, il suo cruccio era lavorare al montaggio della pellicola, che si dovette ridoppiare perchè l'audio originario andò a farsi benedire.

    Non meglio andò a film finito, distrutto all'unanimità dalla critica di regime polacca dell'epoca che bollò il film come "inutile" e "sensa alcun senso" che non rispecchiava le idee comuniste del partito (inaccettabile che un cittadino polacco avesse una Mercedes e una barca a vela tutta sua, puzzava di capitalismo).

    Polanski, affranto, deluso, ferito e frustrato abbandonò su due piedi la natia Polonia per recarsi a Parigi, dove, forse, il suo destino crudele sarebbe cambiato.

    Da Roman by Polanski, autobiografia di Roman Polanski, edito da Bompiani (1984).