Se vi piacciono i fotoromanzi e le fiction televisive allora siete serviti. Si narrano le gesta di un allievo dell'accademia di Livorno che si scontra con un guardiamarina per le grazie di Rosita Celentano. A complicare le cose c'è il fatto che l'uno è il timoniere e l'altro lo skipper della barca della scuola che partecipa a un'importante regata. Riuscirà a vincerla? Chi otterrà l'amore di Rosita? Peccato, anzi peccatissimo, vedere la firma di Bido in questo film coprodotto da Claudia Mori (ecco il perché della scelta della protagonista).
Inguardabile commedia giovanilistica che vede coinvolti la figlia del Molleggiato nel ruolo della bella di turno e Claudia Mori in quelli della produttrice. Il risultato era prevedibile: scarsa lei, penoso il film (?). Sceneggiatura priva di idee, piatta come una tavola da surf, diretta senza un briciolo di iniziativa da Bido. E il resto del cast è altrettanto inguardabile. Evitare.
Dopo i buoni risultati di Il gatto dagli occhi di giada e Solamente nero, torna Antonio Bido con un film che mischia sentimento ed un pizzico di avventura. Protagonisti sono Rosita Celentano (la mamma Claudia Mori era la produttrice) e Christophe Bouquin. Interessante l'ambientazione a Livorno (e Castiglioncello), molto meno il filo logico del film, sviluppato in maniera superficiale e facilona. Resta tuttavia un film da inserire nel filone giovanilistico italiano degli anni 80 insieme alla serie sportiva di Stefania Casini.
Micidiale. La mescolanza fra "militarello", commedia sentimentale e momenti di lacrima-movie produce un ibrido ai limiti dell'inguardabile. Attori scadenti, trama con momenti prevedibili e/o involontariamente esilaranti (compreso il ricordo ferale, reso surreale dal contatto, svelato poi, fra lo scomparso e il personaggio di Lovelock). Unica cosa decente sono le scene militaresche, che hanno un che di documentaristico: ne avessero fatto un documentario sull'Accademia non lo avrebbe visto nessuno, il che è, peraltro, successo col prodotto finale...
Un cadetto dell'Accademia Navale di Livorno cerca di conquistare la bella Claudia, già fidanzata. Amalgama mal riuscita fra musicarello militare (decisamente fuori tempo massimo), commedia sentimentale fiacca e dramma lagnoso. Protagonisti senza verve, tant'è che per Bouquin questa sarà la prima e ultima apparizione sul grande schermo. Da salvare giusto qualche buona ripresa delle regate.
Autore di due ottimi gialli negli anni Settata, nel decennio successivo Bido si rilassa con un fotoromanzo militaresco tra donne contese, gelosie, amicizia e rivalità virili. Come si può intuire, la storia è frivola e gli attori incapaci di uscire dalla monoespressività, ma il regista se la cava con la sicurezza del mestiere - ravvisabile soprattutto nelle scene della regata, avventurose e spettacolari - e i limiti impostigli dalle scarse pretese del genere giovanilistico.
MEMORABILE: La regata e il regolamento di conti finale tra Roberto e Paolo.
Di cinematografico questo film ha solo la regia di Bido, che da spettacolarità alle scene finali della regata e alla vita quotidiana all'Accademia; per il resto lo si può pure considerare - per dialoghi e sceneggiatura - una puntata qualsiasi di una fiction anni ’80. Il target è quello giovanile, intrattenuto con una storiella d'amore infarcita dal dramma familiare del protagonista. La Celentano è più bella che brava mentre Bouqin, faccia anonima e monoespressiva, al cinema non si è mai più visto. Beh, almeno adesso so cos'è 'sto Mak pigreco 100.
Se non fosse per l'ambientazione medio-borghese e la mancanza di musica e canzoni, lo si potrebbe tranquillamente scambiare per un film di Nino D'Angelo (e non certo uno dei migliori...). La trama è quanto di più prevedibile si possa immaginare, le battute sono degne di un fotoromanzo e per di più sono recitate in modo inespressivo da tutto il cast. Da salvare solo qualche scena d'azione in mare, in cui Bido dimostra di saperci fare con la macchina da presa. Nel complesso comunque un film tranquillamente dimenticabile...
Esordio per Claudia Mori come produttrice, ma anche per la graziosa figlia Rosita Celentano come attrice (il belloccio di turno è Christophe Bouquin, un fotomodello di Armani) per un film para-televisivo di scarso valore artistico che ha il solo merito di far conoscere al grande pubblico qualche dietrologia sugli italici "marines". La regia di Antonio Bido, piegata ai voleri della famiglia Celentano e alla sceneggiatura di Berto Pelosso, abbraccia il filone giovanilistico Anni '80. Flop al cinema e mancata rivalutazione in chiave trash.
Bido si fece notare negli anni 70 con due pellicole di stampo argentiano che si mostrarono discret, virò poi nel documentarismo militare per approdare infine a questa pellicola-fotoromanzo in cui si mescola il mondo dei cadetti con regate e amori giovanili. Il risultato è patinato e scadente, con interpreti poco noti (a parte un'erede Celentano e il solito Lovelock). Pellicola di cui non si sentiva il bisogno e in cui tutto appare telefonato.
Film leggero e divertente, tipicamente anni Ottanta. La prima parte introduce l'ambiente e i protagonisti principali, la seconda è più centrata sulla storia d'amore tra i protagonisti, nella terza ci sarà l'epilogo dopo una regata. Il cast è giovane e inesperto, se si fa eccezione per Ray Lovelock e pochi altri. Vedibile e non annoia, molto belle le scene della regata.
MEMORABILE: Il rapporto tra Paolo e Roberto, all'inizio quasi di amicizia che poi si deteriora; Paolo nascosto nell'auto a fari spenti.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 22 novembre 1990) di Mak pigreco 100 :
CuriositàZender • 23/12/21 18:11 Capo scrivano - 47698 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
La canzone che sentiamo nei titoli di coda è "Dal tuo sguardo in poi", che uscì anche in vinile nel 1988 (la canzone è però del 1987) ed è cantata da Rosita Celentano in coppia con un giovane Marco Masini.