La passeggera - Film (1963)

La passeggera
Locandina La passeggera - Film (1963)
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Titolo originale: Pasazerka
Anno: 1963
Genere: drammatico (bianco e nero)

Cast completo di La passeggera

Note: Il film,rimasto incompiuto per la morte di Munk in un incidente d'auto, fu ripreso e "ricostruito" da un ristretto gruppo di colaboratori del regista, coadiuvati da Lesiewicz, i quali alternarono al girato immagini fisse e foto di scena.

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Tutti i commenti e le recensioni di La passeggera

TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/03/16 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 30/03/16 11:06 - 4946 commenti

I gusti di Giùan

Mentre è in crociera col marito, Lisa, ex kapò di Auschwitz, crede di riconoscer l'ebrea Marta, sua "protetta". Riflessione di lucida angoscia sull'Olocausto e disamina agghiacciantemente controversa dei rapporti di potere vittima/carnefice, il film di Munk fa impallidire di decadentismo manicheo qualsiasi Portiere di notte. La sua stessa incompiutezza gli dona un fascino sinistro, così se le immagini del lager ne restituiscono l'inumana brutalità senza filtri emotivi, i fermi fotogramma immortalano col loro inquietante didascalismo l'inferno della Shoah.
MEMORABILE: Marta che legge la poesia d'amore; La mdp che si muove quasi inavvertitamente tra i corpi massacrati nelle pozze; I bambini che marcian verso i forni.

Paulaster 28/10/21 10:07 - 4908 commenti

I gusti di Paulaster

Ex carceriera di Auschwitz incontra su una nave una sua prigioniera. Il rapporto tra superiore e inferiore è visto in chiave originale sia perché si tratta di una situazione tra donne, poi per la piega di umanità (anche se lievemente morbosa). La ricostruzione del lager è decisamente realistica e le immagini volutamente scarne, per restituire il senso di oppressione della detenzione. Anche se il film non si è potuto completare per la morte del regista, le foto di scena utilizzate nelle sequenze mancanti restituiscono lo stesso una certa profondità.
MEMORABILE: Lo sguardo nell’incontro; La baracca della morte; La banda dei prigionieri; Il veleno nel camino.

Hart crane 6/05/25 13:58 - 65 commenti

I gusti di Hart crane

Se la Shoah fu un buco nero talmente profondo da renderne impossibile un'adeguata rappresentazione artistica, Munk riesce a costituire un’eccezione girando mirabili sequenze, forse le più alte in assoluto sul tema nella storia del cinema. Rapporto tra prigioniera e aguzzina marcato da una passione sottaciuta di quest’ultima per la prima. Purtroppo la morte precoce di Munk priva quest'opera della parte già tracciata relativa all'incontro casuale tra le due donne su una nave a guerra conclusa. Manca quindi l’altra gamba, che avrebbe reso ancora più intenso e compiuto questo capolavoro.
MEMORABILE: Il braccio che spunta dal contenitore di cadaveri; La bambina che accarezza il cane al guinzaglio del soldato nazista; La "lettura" del biglietto.

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