Last days - Film (2005)

Last days
Locandina Last days - Film (2005)
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2005
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Last days

Note: ispirato alla vicenda di Kurt Cobain, leader dei Nirvana.

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La nostra recensione di Last days

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si chiama Bruce, ha la faccia di Michael Pitt, ma è chiaro che l'intento è quello di raccontare gli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain (storico leader dei Nirvana morto suicida). Alla maniera di Van Sant naturalmente, che per arrivare a toccare i sentimenti dello spettatore ha bisogno di metterne a dura prova la resistenza attraverso una fissità e una lentezza che sono la cifra di uno stile ormai riconoscibile e sempre uguale a se stesso. Si sa a cosa si va incontro insomma, nel bene e nel male, e sta a noi decidere se accettare o rigettare il cinema di questo singolare autore. Di certo, pur se con colpevole infrequenza, il ritratto di Cobain traspare in tutta la sua drammaticità,...Leggi tutto e abile è Michael Pitt a renderne lo straniamento, l'incapacità di relazionarsi col prossimo. Bruce vaga per i boschi che circondano la grande casa in cui vive, compone alla chitarra (notevoli le scelte d'inquadratura che ce lo mostrano quasi sempre di lontano, quando non da fuori della finestra), balbetta da sotto la zazzera bionda mentre Van Sant si diverte a riportare avanti e indietro la linea temporale contribuendo a condurci in una dimensione "altra". Poi però, a fronte di scene che colpiscono nel segno, troppe sono quelle in cui davvero si ha la sensazione che non accada nulla, e si resta in attesa di un qualcosa che non avviene mai. Privo di pathos, freddo, il finale.

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Tutti i commenti e le recensioni di Last days

TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/02/07 DAL BENEMERITO MAGNETTI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 29/12/12
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Magnetti 13/02/07 18:22 - 1103 commenti

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Il film è ispirato alla vita di Kurt Kobain (nel film Blake), leader dei Nirvana. Lo spunto sono gli ultimi giorni della sua vita, raccontati non in modo giornalistico ma piuttosto riproponendo (e ha successo in questo) i vari stati mentali del protagonista nei momenti prima della decisione di suicidarsi. Il film è un pò lento e inevitabilmente "amaro". Alla fine Kurt Kobain, nonostante il successo planetario, è una persona irrimediabilmente sola. La scena finale è toccante.

Lele Emo 22/03/07 12:01 - 184 commenti

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Grande interpretazione di Micheal Pitt nel ruolo di Blake/Cobain, ottima pellicola densa di un intimismo straziante, descrivente il tormento esistenziale di uno degli ultimi eroi maledetti, la lentezza con cui si dipana la storia sembra essere un riflesso della turpitudine interiore e dell'abuso di eroina. La sofferenza in questo film è descritta con tragica e spietata dolcezza, gli ultimi giorni ovattati di un giovane e talentuoso genio, tormentato dallo spettro del suicidio poi commesso.

Homesick 15/06/07 18:38 - 5737 commenti

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Ispirato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, un racconto scarno, documentaristico con tarantiniani flashbacks sincronici/diacronici che si sofferma sulle sue nuove composizioni, il suo isolamento fisico e mentale le sue fisime fino al suicidio finale. A tratti, Michael Pitt sembra davvero il leader dei Nirvana. Cameo di Kim Gordon dei Sonic Youth.

Schramm 20/11/07 20:48 - 4066 commenti

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Premesso che: cinematograficamente è un'opera molto valida, che l'aderenza attoriale è sopraffina, che non ho mai sopportato i Nirvana e che altrettanto posso dire di Van Sant, qualcuno sa spiegarmi perché quando si tratta di personaggi controversi o di ribelli senza causa li si taglia drasticamente con l'accetta riducendoli sempre a svalvolatissimi senza speranza, a depressi ipercronici incapaci di mezzo sorriso o a poveri pagliacci (si veda come Stone ha tagliato male Morrison)? Tremo al pensiero della biografia di Curtis... Occasione mancata.

Fele 21/12/07 23:51 - 43 commenti

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Lunghi piani-sequenza ed interminabili silenzi fanno intuire a tratti la presunta atmosfera degli ultimi giorni di vita di un presunto genio della musica, ma oltrepassano spesso il limite del fastidio e della noia. Per non parlare delle inquadrature completamente statiche, anche di scenari inanimati, che durano inutilmente troppo. Conoscendo la vicenda di fondo e chi è l'autore, si riesce ad arrivare - benché a stento - alla fine del film; ci si dice: Van Sant è genialoide… prima o poi esce la genialata… macché... Aberrante.
MEMORABILE: Il piano-sequenza d'una canzoncina acustica; la scena finale col cadavere (essenzialità superba); l'intravisto culone di Asia Argento.

Herrkinski 19/06/08 21:23 - 8823 commenti

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Scivolone di Van Sant, che dopo il lento ma convincente Elephant ci propina questa mattonata soporifera che dovrebbe raccontare gli ultimi giorni di vita di un musicista (chiaramente ispirato a Kurt Cobain dei Nirvana) prima del suicidio. Statico quasi come un film di Morrissey o di Warhol, con pochissimi dialoghi, una quasi totale assenza di musica (se non le canzoncine strimpellate dal protagonista) e una recitazione di Pitt sicuramente sentita ma che fa apparire il personaggio un demente delirante. Asia Argento parla poco, per fortuna.

Brainiac 5/01/09 17:58 - 1083 commenti

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Film riuscito perché elabora in maniera personale il lutto. Niente sensazionalismi alla The Doors di Stone, niente fronzoli registici, niente orpelli di sceneggiatura. Solo tanta sofferenza, lunghi piani sequenza che mi hanno trasmesso il rispetto e l'amore che Van Sant doveva provare per la triste vicenda del geniale Cobain. Struggente la scena in cui su una televisione musicale passano uno strappalacrime pezzo R'n'B, mentre l'esistenza del leader dei prodigiosi Nirvana sfuma tristemente. Pitt è strepitoso. Mi sento di ringraziare Gus Van Sant.
MEMORABILE: Cobain borbotta qualcosa mentre fa una lunga camminata nel suo giardino.

Pinhead80 27/11/10 11:45 - 5552 commenti

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Inerosabilmente lento e fine a se stesso, questo film di Van Sant vorrebbe farci capire lo stato d'animo e il lento consumarsi del leader dei Nirvana, Kurt Cobain. Dico dovrebbe perché in realtà rimane una pellicola pretenziosa che vuole analizzare con lunghi piani sequenza ed inquadrature di una staticità assoluta, sentimenti ed emozioni di un Cobain che sembra uscito da un'anestesia. Pessimo.

Galbo 29/11/10 07:24 - 12706 commenti

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Ispirato alla figura di Cobain, leader dei Nirvana (con il protagonista che lo richiama molto anche fisicamente) questo film di Gus Van Sant è una sorta di cronaca più che di eventi, di stati d'animo e di pensieri che sono per definizione difficilmente filmabili. Si tratta pertanto di un'opera riuscita a metà esageratamente lenta e troppo ricca di pausa nonostante ben fatta tecnicamente.

Didda23 10/06/11 16:41 - 2472 commenti

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Opera molto personale ed estremamente emozionante, Last Days è sicuramente uno dei lavori più riusciti dell'ottimo Van Sant. La prima visione mi aveva lasciato abbastanza interdetto e a tratti mi aveva pure annoiato, ma durante la seconda sono riuscito a calarmi perfettamente nel meccanismo e ho trovato la pellicola illuminante. Rimane il fatto che è di difficile digeribilità e la visione non è assolutamente per tutti. Michael Pitt è all'altezza del genio che rappresenta. Sottovalutato.

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Cotola 7/08/11 20:17 - 9623 commenti

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Ispirandosi agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain (ma non c’è nulla di “storico”, come precisato dalla didascalia finale), Van Sant gira un film personale e secondo il suo stile: non concede nulla alle mode e non cerca o quasi alcuna ruffianeria per accattivarsi la simpatia dello spettatore. Molto bravo Michael Pitt. Elephant al cubo e quindi solo per persone molto pazienti: per alcuni, forse una minoranza, lo sforzo sarà ripagato; per altri decisamente no. La degna chiusura di una trilogia (comprendente Gerry ed Elephant) di alto livello.

Rebis 15/08/12 17:15 - 2508 commenti

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Iconoclasta. Perché disattende lo spettacolo, annulla la narrazione, scompone il linguaggio cinema. Un film "contro", innanzitutto alle aspettative dei fan, del pubblico, della morbosità mediatica. Quasi un esercizio zen che mette in campo uno svuotamento semantico, linguistico, attraverso un cortocircuito temporale che è misura di una voragine esistenziale. Dice Van Sant: in quello che non ci interessa vedere c'è tutto quello che dovremmo sapere. Più radicale di Elephant - quindi ancora più passibile di biasimo e idiosincrasie - rimane un'accorata ricerca dell'imparzialità di fronte al dolore.

Saintgifts 6/07/13 10:00 - 4098 commenti

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Non dico niente di nuovo se affermo che un film è un'opera composta da tanti elementi che devono interagire bene, direi perfettamente, tra loro. Se questo avviene allora la cosa è riuscita e tutte le scelte fatte non potranno essere discusse. Se invece un autore, di indiscussa capacità, non riesce a far interagire bene tutte le componenti, allora l'opera diventerà insopportabile e questo è il caso di Last Days. L'intento è chiaro ma non riuscito. Salverei alcune inquadrature.
MEMORABILE: Il protagonista sullo sfondo, al di là di una finestra, che scava in giardino; In primo piano due teste su un cuscino e una TV con immagini di karate.

Paulaster 7/12/16 10:02 - 4982 commenti

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La solitudine e la deriva di Cobain viene rappresentata attraverso spezzoni dell'ultima vita vissuta, tenendo le distanze nelle inquadrature: rispetto di Van Sant oppure voglia di sottolineare l’ormai stanchezza di sbarcare la giornata del rocker? A Pitt basta caracollare sotto la zazzera bionda per essere credibile (buona la performance alla chitarra) mentre tutte le vicende del corredo amicale fan pensare a un gruppo di nerd liceali. Conclusione senza orpelli, in cui la trasparenza è gratuita al limite del ridicolo.
MEMORABILE: "Mi volete convertire?".

Mattatore 14/09/23 17:17 - 87 commenti

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Sublime e silente reinterpretazione degli ultimi alienanti, sconnessi e atrocemente puri segmenti vitali di Kurt Cobain, arcangelo dannato e deformato dagli abbagli del successo, dagli abusi, dalle più nude lacerazioni mentali. Van Sant appare immensamente rispettoso e sensibilmente curioso nel tentare la rappresentazione di tali sprazzi, nobilitando l'elephantiana morte dello spettacolo, i funerei ritmi immobili e gli onirici piani sequenza in un'identificazione registica con il silenzio, il cespuglio, l'accordo, la casa degli attrezzi/Nirvana stesso. Dolorosamente metafisico.
MEMORABILE: L'agente pubblicitario e Blake; I due mormoni; I dolorosi piani sequenza di Blake; Le improvvisazioni musicali; Il furto di Luke; Morte nella casetta.

Diamond 26/04/24 07:35 - 786 commenti

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Van Sant prende spunto dalla figura di Kurt Cobain e dai suoi ultimi giorni per fare questo viaggio nella solitudine e nell'amarezza di una rockstar tossicodipendente. Ci prova con il suo inconfondibile stile ma, malgrado un'impronta weird e un'ottima direzione, non riesce a rendere completamente partecipe lo spettatore al dramma di quest'uomo che lo sta portando all'autodistruzione, perdendosi tra scene inutili o ripetute e un po' di sana noia. Riuscito però il finale. Bravissimo Pitt, intenso e calato perfettamente nella parte.
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