Uno dei primi film interpretati da Mel Gibson (non ancora divo) giunti in Italia. E' una feroce critica contro la guerra, tema non certo nuovo ma sempre nobile, diretta con grande abilità da un Peter Weir non ancora in odore di Hollywood. Buona l'interpretazione dei due protagonisti ma anche quella dei validi comprimari e veramente efficace la splendida fotografia di Russell Boyd. L'adagio di Albinoni, abbinato a certe scene, fa venire la pelle d'oca. Consigliato.
Ispirato ad un evento bellico accaduto nel 1915, non molto conosciuto ma di vitale importanza per la storia e l'orgoglio del popolo australiano, è una delle opere più personali di Peter Weir (nonché uno dei primi film di Gibson). Nonostante l'ispirazione militare, il film ha poco del genere bellico. Il suo tema principale è quello dell'amicizia e della perdita dell'innocenza giovanile. Film emotivamente molto coinvolgente, si avvale di una fotografia bella e solare.
Nell'ecatombe della Grande Guerra quello di Gallipoli è stato un massacro agghiacciante e inutile: 150.000 morti tra cui parecchie migliaia di australiani. Il film racconta proprio l'epopea dolorosa di questi ultimi attraverso la storia di due volontari, che diventa esemplare della gioventù immolata per gli interessi dei potenti. Buona l'idea di descrivere a lungo, prima della battaglia, le aspettative quasi ludiche dei ragazzi soldati, che si infrangono nella carneficina finale, da brividi. Potente e commovente.
Di solito mi tengo lontano dai film con guerra e dintorni, ma questo mi capitò per caso e fu un'ottima sorpresa. Il film fa morale contro la guerra, basandosi sulla vita di due giovani. C'è parecchio sentimento e il film ha avuto la giusta considerazione. Uno dei primi film di Mel Gibson.
Bellissimo film che fa percepire sia la sua intensità compositiva che quella emotiva. La prima parte ironica fa capire meglio l'inutilità della guerra e i profondi legami che si instaurano tra chi deve sostenerla. Weir si conferma un regista notevole per il modo in cui dà rilievo visivo alle scene di massa. Belle le scene nella valle delle piramidi. I momenti più tristi sono sottolineati dall'Adagio di Albinoni. ****
Solido film quasi biografico di Weir, racconta la guerra senza cadere nel bellico tout court, incentrandosi invece sul particolare rapporto tra i giovani e un evento cruciale come l'arruolamento. Solido cast e splendida fotografia; originali anche le sequenze egiziane dove i soldati australiani imperversano e i nativi fanno da "vucumprà". Il film pecca sono nella scarsa caratterizzazione dei due protagonisti. I riferimenti al contemporaneo Momenti di gloria non son casuali forse, a partire da una soundtrack elettronica a tratti fuori luogo.
MEMORABILE: La moglie del maggiore gli dona una bottiglia di champagne da bere per il loro anniversario; la disperata corsa finale.
Bellissimo film, splendida fotografia. Una profonda vena antimilitarista permea l'intera pellicola (con un Gibson agli esordi ma in pieno stato di grazia), la quale ricorda il classico, premiato con l'Oscar (miglior film e regia), Niente di nuovo sul Fronte occidentale. Da vedere e da riflettervi, soprattutto per chi ha simpatie militariste.
Weir si mantiene distante dall'epopea per concentrarsi più sui caratteri e sentimenti dei giovani protagonisti e la scelta lo premia dando un certo carattere all'opera. Forse un po' lunghetta e squilibrata nella scelta delle musiche. Si muovono bene gli attori, la regia è discreta. Complessivamente non è un film straordinario ma fa pensare il contrasto dei ragazzi che vogliono partire per la guerra (inizio del film) con gli stessi di fronte al massacro finale.
In cima alla piramide i due giovani trovano lettere incise che ricordano la campagna napoleonica di fine 1700 e lì accanto incidono i loro nomi. La battaglia per loro non è ancora cominciata ma questo gesto da turisti fa ricordare come le guerre siano sciaguratamente ricorrenti e facciano parte (una parte importante) della storia dell'uomo. Il lungo preludio che descrive la nascita di un'amicizia, gli entusiasmi e la vitalità dei giovani rende volutamente più amaro un chiaro epilogo che non ha bisogno di commenti. Discutibili le musiche.
Un buon film che secondo me è stato probabilmente troppo sopravvalutato dalla critica. Colonna sonora che definire discutibile è poco, soprattutto per la scelta (poco opportuna e molto disinvolta) di abbinare Albinoni alle musiche di Jean Michel Jarre. Per il resto prove attoriali più che sufficienti e ottima direzione della fotografia. Comunque da vedere.
Film molto ben fatto che racconta l'amicizia di due ragazzi australiani partiti assieme per la Grande Guerra. Weir indugia sui sentimenti più che sul lato bellico vero e proprio, spiegando come un'amicizia si rafforzi in circostanze penose. Le intenzioni sembrano soffermarsi sul sentimentale, ma senza finire nel lacrimevole. Ne esce fuori un film che miscela dramma e giovialità e nel quale la guerra è vista con gli occhi ingenui di due ragazzini, costretti a crescere in fretta, che lasciano trasparire paure e spirito di sacrificio.
Archy e Frank sono due amici corridori che decidono di arruolarsi con l'impero australiano per combattere i turchi nei Dardanelli, ma la situazione si rivelerà più tragica di quanto si creda. Un altro film sulla guerra che mette in mostra la ferocità e l'inumanità dell'atto bellico, la facilità con cui vengono "spezzate" delle vite meravigliose. Il messaggio è accompagnato dalla stupenda regia di Weir – corrobata dalla particolare fotografia eccessivamente contrastata – capace di regalarci inquadrature poetiche. Non straordinario, ma notevole.
Ottimo film anti militarista che espone una battaglia a noi poco conosciuta della prima guerra mondiale. Ben realizzato sia dal punto di vista delle location che dei costumi. Un dramma ottimamente raccontato senza false velleità. Ottimo Mel Gibson in un "presagio" di Braveheart. A tratti commovente. Ricorda un po' Orizzonti di gloria per come descrive il dramma della vita di trincea.
MEMORABILE: Il momento in cui i soldati escono dalla trincea: scioccante!
La turca Gallipoli fu teatro di una delle più sanguinose battaglie della prima guerra mondiale, in cui morirono anche molti soldati australiani arruolati sotto la bandiera dell'Impero britannico. Weir la mostra come momento culminante di una storia di formazione e amicizia fra due giovani che, fino all'epilogo tragico, ha mantenuto un tono più leggero, quasi spensierato: forti dell'incoscienza dell'età, i ragazzi vivono la guerra come un'avventura, senza sapere che li aspetta un destino come carne da macello. Film forse squilibrato ma con complesso bello e con un epilogo commovente.
Due giovani atleti dilettanti decidono di arruolarsi. Ignari delle ciniche regole della guerra si troveranno coinvolti in un’assurda carneficina sul fronte turco. Il film è soprattutto un avventuroso e toccante racconto di amicizie spezzate che parte dall’outback australiano per terminare tragicamente nella penisola di Gallipoli, teatro di una sanguinosa battaglia che è un pò l’Alamo del popolo australe. Weir abbandona i toni fanta-surreali degli esordi a favore di un cinema più concreto e spettacolare pronto per il salto nel cinema americano.
MEMORABILE: Lo stop-frame finale citazione della celebre foto di Capa; La corsa a piedi nudi contro l'uomo a cavallo; L’esercitazione all’ombra delle piramidi.
Due amici australiani si arruolano per combattere i turchi. La storia iniziale è centrata sui valori dello sport e dell'amicizia, poi si passa al nazionalismo e all'etica. Clima fin troppo scanzonato per chi comunque va alla guerra e romanzato nel tragico epilogo. Weir descrive bene le differenze ambientali e propone begli scorci desertici e con le piramidi. La perdita dell'innocenza di giovani ragazzi si è vista diverse volte, specie associata alla guerra del Vietnam. Musiche non all'altezza, rispetto alle immagini.
MEMORABILE: La truffa al mercato; Il messaggio arrivato troppo tardi alla prima linea; La medaglia appesa al grilletto.
Bellissimo film australiano diretto magistralmente da Peter Weir, che oltre a ritrarre gli orrori della guerra che ha posto fine ai sogni di tanti giovani, riesce molto bene nell'intento di farci partecipi della goliardia dei due protagonisti principali, prima che la tragedia li inghiotta. La musica di accompagnamento, molto eterogenea - da Albinoni a Jarre! - è particolarmente efficace. Del resto anche il film non è classificabile in un unico genere, un po' drammatico, un po' commedia, un po' bellico e un po' storico (Gallipoli). Consigliatissimo, da recuperare.
MEMORABILE: L'inizio; Il comico (per noi) tentativo di Lee di superare la prova di equitazione per poter essere arruolato in cavalleria con Gibson; Il finale.
Monumentale, soprattutto perché drammaturgicamente ineccepibile, costruito come lenta preparazione al tragico finale in cui si concentra tutta l'enfasi di Weir contro l'assurdità delle scelte di chi chi ci comanda, ci guida, sta sopra di noi. Non è perciò soltanto un film contro la guerra, ma la rappresentazione di un sistema ideologico che prima ti indottrina e poi ti scarica come carne da macello. Nessuno voleva produrre il film, poi arrivarono Murdoch e Stigwood in una joint venture. Orgoglio ancora oggi del cinema australiano, tuttora maldigerito in Gran Bretagna
Un ottimo film sino a che la guerra, per buona parte del film solo sfiorata, diventa teatro principale. Con essa ecco i classici stereotipi del genere (la preghierina prima della battaglia, il generale buono e il generale cattivo, eccetera eccetera). Prima di allora è un bel film, con ottima fotografia, tanta amicizia e un sano antimilitarismo, veicolato dall'entusiasmo dei giovani soldati destinato a scontrarsi con la realtà. Ottimo il cast, ma Mel Gibson piacione a tutti i costi è spesso irritante. Bello il finale, seppur telefonato. Nel complesso un bel film, sprecato alla fine.
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CuriositàColumbo • 10/05/11 12:02 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Sul massacro di Gallipoli, il cantautore scozzese-australiano Eric Bogle scrisse nel 1971 la sua drammatica "And The Band Played Waltzing Matilda" (qui cantata dal grande songwriter irlandese Liam Clancy):
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (domenica 16 novembre 1986) di Gli anni spezzati:
HomevideoRocchiola • 15/04/20 14:40 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il DVD della Paramount ormai risalente al 2002 è un prodotto datato ma dalla qualità più che discreta ed anche se ormai fuori catalogo cercando sul web o nei mercatini dell'usato si rischia di trovarlo ancora a prezzi non troppo elevati. C'è anche una special editino del 2010 che a parte la differente copertina, non so cosa abbia di speciale, visto che il master utilizzato è il medesimo per entrambe le edizioni. Il video panoramico 2.35 è discretamente pulito malgrado qualche spuntinatura di troppo ed offre una definizione decente. Audio italiano mono 1.0 di media potenza e piuttosto chiaro, ma se lo confrontiamo con l’inglese 5.1 ne esce sconfitto. Il film per quanto interessante è stato dimenticato dall'alta definizione, ed a parte un’edizione australiana di qualità ignota, non esistono sul mercato estero versioni in bluray.