La morte avrà i suoi occhi - Film (1987)

La morte avrà i suoi occhi
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The caller
Anno: 1987
Genere: thriller (colore)
Papiro: elettronico

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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L'IMPRESSIONE DI MMJ

Clamoroso il primo quarto d’ora, totalmente sprecato nella descrizione del nulla (una donna arriva a casa, prepara la tavola, telefona...): è solo l’antipasto di un film tremendamente stiracchiato, costruito su una sceneggiatura macchinosissima che prevede botta e risposta interminabili, un gioco a due (Malcolm McDowell e Madolyn Smith, doppiati rispettivamente da Pino Colizzi e Roberta Paladini, in scena non c’è nessun altro!) prolungato all’eccesso. Perché se è vero che inizialmente l’istrionismo di McDowell e la curiosità di capire il motivo per il quale entrambi si comportano in modo apparentemente anomalo reggono il film, già dopo mezz’ora ci si è piuttosto stancati di seguire...Leggi tutto i continui ribaltamenti di situazione. Quasi completamente girato in un unico appartamento (negli stabilimenti di Dinocittà a Roma), THE CALLER è una vera e propria sfida all’attenzione dello spettatore, che nella mezz’ora finale - quando cioè tutti i nodi vengono al pettine - si trova spiazzato da una conclusione destinata a suscitare sonore risate, qualora non venisse capita. E siccome per capirla completamente è necessario essere arrivati fin lì nel pieno delle proprie facoltà mentali, non saranno in molti in grado di apprezzarla. Probabilmente, sintetizzando meglio i concetti-base, si sarebbe potuto ottenere un buon cortometraggio. Così invece ci si ritrova di fronte a un lungo duello verbale a colpi di sotterfugi e astuzie varie, con abbondanza di sorrisini complici e furberie assortite. Lei aspetta qualcuno ma si presenta lui che dice di aver rotto l’auto e di dover telefonare. L’azione finisce qui e comincia la sfida. Mah.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Schramm 23/11/07 20:50 - 3144 commenti

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Personal stracult. Godurioso kammerspiel a deux macchinoso, involuto e tutto cerebro, utilizzabile quasi come gioco di società per testare i conoscenti che vedono il telefonato ovunque, con un finale che fa saltare tutto per aria e un Mcdowell gigione e in stato di grazia come non accadeva dai tempi di Caligola (ottimamente doppiato dal buon Locchi).

Cotola 20/03/08 18:02 - 8625 commenti

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Ottimo thriller che pur fondandosi su un plot di origine chiaramente teatrale, si dimostra un ottimo kammerspiel che riesce a creare una notevole tensione dall'inizio fino all'inaspettato e beffardo finale che riapre tutto. Merito di una sceneggiatura semplice ma efficace e di un duo di attori in splendida forma che giocano al gatto e al topo e che reggono meravigliosamente da soli tutta la durata della pellicola. Un gioiellino poco conosciuto che va sicuramente riscoperto.

Tomastich 9/06/09 10:11 - 1250 commenti

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Strutturato come una piece teatrale (cosa che in Italia fu anticipata, nel giallo, da Carlo Lizzani), questo film si snoda tra dialoghi infiniti e suggestioni orwelliane. Non si capisce dove il film voglia colpire, non si sa mai se succederà qualcosa o finirà senza spiegazione. Una pellicola di cui ho sempre parlato bene.

Corinne 29/06/12 19:07 - 414 commenti

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Strano, lento e curioso filmetto, che parte da una premessa comune a molti altri (uno sconosciuto si presenta alla porta di una donna che vive in un cottage isolato apparentemente perché ha l'auto in panne ma dando l'impressione di non essere lì per caso) per poi virare decisamente, nel finale, verso tutt'altro genere, sorprendendo ma non convincendo troppo. Che ci sia qualcosa di anomalo rispetto a trame similari lo si percepisce presto, ma non è facile intuire dove voglia andare a parare.
MEMORABILE: "un punto per te"; Il contenuto della cappelliera; L'identità di McDowell.

Giùan 19/07/12 16:52 - 4039 commenti

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Quantomeno curioso e misteriosamente intrigante gioco al massacro condotto in punta di fioretto, salvo poi sbandare in un proditorio viraggio finale che mescola trascendenza e high-tech. Per lunghi tratti questa sorta di vulgata de Gli insospettabili tiene la scena, pur essendo il buon Seidelman (noto peraltro per aver portato a New York l'Ercole Schwarzy) lontanissimo dalle finezze psicologiche e dalle sottigliezze registiche di Mankiewicz. Intense prove invece del redivivo Mc Dowell e della sorprendente Smith, destinati a non scender nel gorgo muti.
MEMORABILE: "Un punto a te".

Daidae 28/01/20 12:30 - 3035 commenti

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Film molto strano e particolare. A tratti può sembrare confuso, ma segue una sua logica. Molto atipico nel suo genere, ben recitato dall'ottimo quanto esiguo cast (due persone!), belle musiche. Un misto di thriller con elementi "di fantascienza", nonostante sia in alcune parti un po' lento e le location siano esigue quanto il cast, è un film sicuramente da riscoprire.

Herrkinski 25/08/20 14:52 - 7340 commenti

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Curiosissimo titolo della Empire che vede un cast ridotto ai soli due protagonisti (McDowell in una delle sue migliori prove e la brava Smith) in una sorta di kammerspiel d'impostazione teatrale che si diverte a rimescolare le carte in tavola in continuazione, giocando con lo spettatore; fino all'ultima parte - che va ben oltre il thriller psicologico a cui si pensava d'assistere - non si capisce bene quale sia la verità e il lavoro intriga non poco, complici anche dialoghi pungenti e una buona atmosfera. Richiede attenzione ma è un piccolo cult che merita senz'altro una riscoperta.

Lucius 24/02/21 08:57 - 3007 commenti

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Una partita a scacchi dall'inimmaginabile finale. Nel lontano 1987, una scommessa vinta (per gli effetti speciali dell'epoca) tra due interpreti ispirati, che danno vita a un gioco al massacro fatto di colpi di spada attoriali e inaspettati risvolti dello script. L'ambientazione: un cottage, abitato da una signora, al quale un giorno qualunque bussa uno sconosciuto che afferma di essere rimasto in panne con l'auto. I dialoghi tra i due assumono caratteri inquisitori, mentre l'ignoto è dietro la porta. All'apparenza un dramma psicologico, ma solo all'apparenza...

Myvincent 3/04/21 07:48 - 3463 commenti

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Lo sguardo inconfondibile e la presenza scenica di McDowell non bastano a dare senso a questo inusuale thriller giocato unicamente su un continuo dialogo, botta e risposta, fra i due protagonisti. Se per buona parte del film il mistero si basa sul continuo scivolamento dei classici ruoli vittima e carnefice, tenendo alta la tensione, verso la fine si trasforma assurdamente in tutt'altra cosa. Bizzarrie registiche per riempire un vuoto che permane.

Pumpkh75 23/09/22 14:41 - 1604 commenti

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Leggi che lo hanno prodotto Charles Band e la sua Empire sfoggiando un carosello di due soli attori, un bosco e un pugno di interni, dialoghi criptici e sciarade verbali (con un'aura da cubo di Rubik giocato in coppia dentro un teatro vuoto...) per almeno settanta minuti e ti chiedi come sia possibile. La svolta è l’ingegnoso svelamento: ormeggia la singolar tenzone laddove inimmaginabile, giustifica tutto e il suo contrario e ottiene gloria e applausi maggiori di quanto, forse, pianificato. Bravi, visto l’ambito, McDowell e la Smith. Una seconda visione? Incuriosisce e attira.

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Buiomega71 6/02/23 00:34 - 2755 commenti

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Bizzarro prodotto Empire (tra i più originali di casa Band) che comincia come un thriller psicologico del tipico gioco del gatto col topo (chi è davvero la vittima e chi il carnefice?) tra bambole rotte, armadi da non aprire, torte di compleanno, accette, balestre e una sinistra parvenza di post-apocalisse. I dialoghi spesso intontiscono, si rischia di perdere il filo e di venire destabilizzati. Poi ti arriva un finale delirante ma, a suo modo, geniale in cui il kammerspiel della crudeltà lascia il posto alla fantascienza dispotica. Parchi ma deliziosi gli SFX di John Carl Buechler.
MEMORABILE: La mano mozzata nascosta nel frigo come la testa di Bava jr; La bamboletta impiccata nell'armadio; Acqua bollente e devastante scossa elettrica.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.


  • Discussione Caesars • 30/01/20 09:50
    Scrivano - 16541 interventi
    Film che vidi decenni fa su VHS noleggiata. Lo ricordo "strano" ma intrigante. Lo rivedrei volentieri, ma direi quasi introvabile in italiano.
  • Discussione Schramm • 30/01/20 13:19
    Scrivano - 7512 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Film che vidi decenni fa su VHS noleggiata. Lo ricordo "strano" ma intrigante. Lo rivedrei volentieri, ma direi quasi introvabile in italiano.

    visto per la prima volta al cinema. una volta riacquistato in vhs, sottoposto a non so quanti amici e conoscenti sfidandoli, a tot minuti dalla fine, a indovinare l'alambicco. non uno che ce l'abbia mai fatta nemmeno di straforo.

    per me supercultissimo. prima di riavere un mcdowell così iridescente, occorrerà aspettare evilenko.
  • Homevideo Lucius • 5/02/21 12:26
    Scrivano - 9196 interventi
    Direttamente dalla collezione privata Lucius, la vhs della Skorpion:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images55/lamorteavra.jpg[/img]
    Ultima modifica: 6/02/21 12:23 da Lucius
  • Homevideo Buiomega71 • 6/02/23 00:19
    Pianificazione e progetti - 24791 interventi
    La vhs della Skorpion ha un ottimo master e un immagine nitida, della durata effettiva di 1h, 32m e 02s

    A parte gli errori scritti sulla cover (fotografia di Armando Nannuzzi al posto di Daniele Nannuzzi,  mentre indica come regista il produttore Frank Yablans invece che Arthur Allan Seidelman) , la cosa più grave è che sulla tramina, nel retro cover, ti mette uno spoiler grande come un supermercato.
    Ultima modifica: 6/02/23 09:03 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 6/02/23 10:15
    Pianificazione e progetti - 24791 interventi
    Aveva ragione Loris Curci a far sorgere il quesito, che nella sua recensione sul tomo 35mm di terrore chiudeva il commento con "...per cui viene spontaneo chiedersi cosa abbia spinto il buon Charles Band a finanziare l'opera"

    E si, perchè questo bizzarro The Caller rifugge da ogni tipo di produzione Empire (ma c'è dietro anche il produttore del primo Halloween) risultando tra i parti più ambiziosi e anomali di casa Band.

    La regia di Siedelman è giustamente anonima, lasciando ampio spazio a un istrionico e luciferino McDowell dagli occhi azzurrissimi e , stranamente, più controllato del solito. Le fa da contraltare la Smith, non bellissima, ma dotata di una risolutezza femminea che le tiene spago fino alla fine.

    Comincia come uno psychothriiler (notevoli i pedinamenti voyeuristici depalmiani iniziali), poi vira nei meandri del gioco psicologico del gatto col topo (chi è davvero la vittima e chi il carnefice?) tra bambole rotte o impiccate negli armadi, accette, balestre, torte di compleanno, diapositive, corse in auto scavezzacollo, incendi, tagliole, mani amputate messe nel frigo come la testa di Macabro, botta e risposta e punteggio a ogni sgamata (vince la Smith su McDowell, ma deve arrivare a 50 e poi bingo!).

    Dialoghi su dialoghi, continui, frastornanti, che intontiscono. Quasi si perde il filo, non ci si raccapezza più, e ci si domanda dove voglia andare a parare lo script di Michael Sloan (presunti omicidi, forse la Smith è un uxoricida , che ha pure fatto a pezzi la figlia sparpagliando i suoi resti nel bosco, ma sarà davvero così?)

    Il punto di non ritorno tra accuse e incriminazioni (che fa sembrare il tutto un episodio di Colombo andato in acido), il gioco si fa pesante, e la Smith pazza oppure McDowell è un "fratello di un'altro pianeta" che sembra sapere molte cose?

    Insomma, il teatro dell'assurdo gioca a rimpiattino, sottolineato , poi, da una sinistra atmosfera post-apocalittica (non c'è anima viva nei paraggi, nemmeno in città, c'è stata una guerra a quanto pare, e i due sembrano gli unici sopravvissuti ad un ipotetica catastrofe) e la fotografia di Daniele Nannuzzi ne sottolinea i contorni da fiaba nera.

    Poi, tutto ad un tratto, dal kammerspiel della crudeltà si passa, In un attimo, alla fantascienza dispotica, in un finale delirante ma, a suo modo, geniale dove, a farla da padrone, sono i gustosi SFX di John Carl Buechler.

    SPOILER

    Lo Skynet profetizzato da James Cameron ha dato i suoi frutti.

    FINE SPOILER

    Se si riesce a resistere al nonsense della storia (all'apparenza) e ai monologhi a volte asfissianti, se ne esce ripagati da un fanalino di coda che sarà difficile dimenticare per il suo scriteriato (e inaspettato) cambio di rotta. Poi, il gioco, ricomincia, così, per sempre, all'infinito...

    I fan puristi dei prodotti Empire potrebbero storcere la bocca, ma è la produzione più coraggiosa (e antispettacolare) affrontata da Charles Band (quando ancora era sinonimo di creatività artistica) e , come scrive ancora Loris Curci "deve più a TRAPPOLA MORTALE che nemmeno a RE-ANIMATOR".

    Però se Malcolm McDowell mi bussa alla porta di un casa isolata nella foresta, dicendo che ha l'auto in panne e deve fare una telefonata, io, sinceramente, tentennerei.

    Ultima modifica: 6/02/23 18:30 da Buiomega71
  • Homevideo Digital • 24/02/23 22:27
    Portaborse - 3767 interventi
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