Note: E non "Suspence" o "Suspanse" o "Suspance". Con un prequel: "Improvvisamente un uomo nella notte". Soggetto dal racconto "Il giro di vite" dello scrittore americano Henry James, pubblicato nel 1898.
(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Tratto dal celebre "Giro di vite" dello scrittore Henry James. Un'istitutrice (Deborah Kerr) viene assunta per occuparsi di due bimbi alquanto strani in un'enorme villa inglese, semi disabitata. La storia potrà forse annoiare, gli eccessivi istrionismi teatrali della Kerr anche (per quanto non si possa negare la loro efficacia), ma ciò che invece stupirà è l'atmosfera di sottile perversione di cui è intrisa ogni sequenza, sottolineata dalla magistrale fotografia in bianco e nero di Freddie Francis e da un montaggio atipico per l’epoca, piuttosto veloce. Inquadrature di facce atterrite nella penombra, sguardi...Leggi tutto assassini (particolarmente inquietanti quelli dei due bravissimi bambini), apparizioni ectoplasmiche di grande effetto... il tutto nel tentativo (riuscito) di insinuare nello spettatore una precisa sensazione di terrore nascosto. Al di là di un finale che a qualcuno potrà lasciare l'amaro in bocca (ma che invece è stato attentamente studiato per non darci scampo con i soliti facili momenti di "liberazione interiore" e catturarci fino alla fine senza attenuare mai la tensione) THE INNOCENTS è opera interessantissima, ricca di spunti meditativi, psicologicamente attendibile e che Wise, due anni dopo, cercherà quasi di imitare con l'ottimo GLI INVASATI (stesse atmosfere di terrore suggerito e angosciante). Forse imperfetto per la lungaggine di alcuni dialoghi, ma comunque denso anche di invenzioni registiche discrete ma notevolissime.
Grandissimo e sottovalutatissimo horror, per niente invecchiato nonostante gli oltre 45 anni di età. Coinvolgente ed angosciante, con un'atmosfera unica di inquietudine e mistero. Bravissima Deborah Kerr, bravi i bambini. Regia e fotografia ad altissimi livelli. Bellissima e azzeccatissima la colonna sonora. Un capolavoro.
Ispirandosi al "Giro di vite" di James, Clayton gira magistralmente uno stupendo film di fantasmi che pur avendo quasi mezzo secolo sulle spalle, mantiene tutta la sua bellezza ed efficacia. Merito di una regia sobria e di una sceneggiatura riuscita che preferiscono, giustamente, puntare tutto su un'atmosfera morbosa e claustrofobica piuttosto che su facili e stupidi effettacci. A contribuire allo splendido risultato della pellicola contribuiscono una colonna sonora funzionale alla trama ed un'eccezionale interpretazione della Kerr. Gioiello.
Alzi la mano chi preferisce The Changeling: provvederemo subito a rimandarlo a settembre. Signori, qui ci troviamo davanti alla ghost-story per antonomasia e non solo in quanto tratta dal racconto di Sir Henry James. Dalla fotografia tecnicamente perfetta e allo stesso tempo estremamente comunicativa, allo stile con cui la tensione viene distribuita e gestita lungo l'intera durata del film. Paesaggi protagonisti, ritmo felpato e atmosfere inquietanti. Perfezione.
Notevole opera di Clayton che disegna attorno ad una superlativa Deborah Kerr una storia ricca di tensione, virtuosismi fotografici, riflessioni anche scabrose, con il giusto accompagnamento sonoro. Bravo il regista a plasmare un climax da brividi ma lineare (qualche eccesso solo nella seconda parte) e a rendere diabolici i volti dei due ragazzini, Flora e Miles, ossessivamente in bilico tra innocenza e malvagità.
MEMORABILE: Il primo incontro con Flora, l'abbraccio e il bacio di Miles.
Da uno stupendo racconto di James, una delle storie di fantasmi più eleganti e suggestive mai portate sulle schermo, grazie soprattutto alla perfetta incarnazione di Deborah Kerr nel personaggio della governante, di cui riesce a mantenere tutto il carattere ambiguo: i fantasmi degli amanti perversi esistono davvero o sono solo frutto della sua sessualità repressa dietro una maschera di perbenismo? La presenza dei due bambini, angeli diabolici, accresce il senso di mistero. L'epilogo giustamente non chiude i conti. Grandissimo film.
MEMORABILE: Lo spettacolo in maschera, l'apparizione ai bordi del lago, la scena finale nel parco della villa.
Una pellicola coraggiosissima nel mettere a nudo dall'interno le angosce bigotte dell'istitutrice, che spesso sembrano sfociare in un attaccamento quasi morboso nei confronti dei bambini "innocenti" (sulla soglia della pedofilia). Allo stesso tempo finissima caratterizzazione dei bambini, da un lato povere pecorelle smarrite e dall'altro ipocriti, calcolatori e ambigui (e caratterizzazioni così, al giorno d'oggi, tra bambini barilla, carini, piccini e ingenuotti, ce le sognamo).
MEMORABILE: I campi lunghissimi di Freddie Francis.
Tra i vari adattatori del romanzo breve "Il giro di vite" risulta esserci quel Truman Capote, genio e sregolatezza della drammaturgia statunitense. Ecco spiegata, in parte, quella sottile dose di sinistra perversione che permea, dall'inizio alla fine, questo raffinato gotico di Clayton (sicuramente il suo miglior film). Una storia di spavento in cui l'orrore del non detto e la nebulosità degli accenni incestuosi e sadomasochistici vengono sapientemente plasmati dalla fotografia onirica del maestro Francis. La Kerr si dimostra tormentosamente multiforme.
MEMORABILE: Il pianto straziante e gli strepiti rabbiosi della bambina.
È un formidabile stimolatore di pelle d'oca questo film tratto dal "Giro di vite" di James, tutto tenuto sulla logorante corda di violino di un mistero che induce un'atmosfera elettrica in cui si mescolano fantasmi e inaudite morbosità. Senza effettacci, Clayton orchestra una partitura visiva (in un bel b/n incline a suggestive penombre) e sonora da brividi, giocando tutto sulle attese di una qualche rivelazione o catastrofe e su "naturali" apparizioni che fanno pendant con i diabolici infanti accuditi dall'atterrita governante. Magistrale.
Un film perfetto, senza una stecca, un eccesso o un difetto. Per tutta la sua durata si percepisce l'eco di un'atmosfera malata, malsana che viene estremizzata dalle interpretazioni memorabili di Deborah Kerr (incredibili le repentine alternanze di apparente isterismo e quieta dolcezza) e dei piccoli bambini. Un film così non poteva che avere i lividi toni di un bianco e nero meravigliosamente fotografato, in grado di rendere meglio di qualsiasi technicolor le macabre atmosfere di una enorme villa abitata da inquietanti presenze.
MEMORABILE: La gara a nascondino fra l'istitutrice ed i bambini.
Ho visto prima il film e poi letto "Il giro di vite": trovo la trasposizione perfettamente allineata. Fotografia accuratissima, dialoghi azzeccati che rivelano come un meccanismo a orologeria la psicologia dei personaggi. La Kerr è superlativa e il resto del cast scoppiettante. Anche avendolo rivisto parecchie volte in certi tratti mi viene sempre la pelle d'oca. Chi ama le storie che raccontano di fantasmi o della paura dei fantasmi deve assolutamente vedere questo film.
MEMORABILE: Il canto della bambina sulla riva del lago
Ricco nella tessitura d'immagini cupe e fatiscenti - del veterano Freddie Francis - nella scrittura dei testi – da Henry James con l'apporto di Truman Capote - nelle implicazioni psicologiche, il film s'immerge in un clima incubotico tanto più saturo di morbosità quanto meno scioglie la prepotente ambiguità che lo sostanzia. Sottile e coerente la simbolizzazione ambientale (il disfacimento delle rose, le implicazioni sessuali e medianiche dell'acqua, le statue, il buio). Aberrazioni e repressioni in odore di pedofilia. Diabolici i pargoli; monumentale Deborah Kerr. Mette i brividi ancora oggi.
Grande esempio di cinemhorror che, ancora oggi, mantiene intatto il suo fascino sinistro grazie all'ambientazione, ai protagonisti e al bianco e nero che aiuta a creare la giusta atmosfera. Un po' di effetto datazione si sente, ma la tensione sale minuto dopo minuto e il bambino è inquietante al punto giusto (parla e nel riflesso del vetro...). Anche la protagonista se la cava egregiamente, soprattutto quando è in preda a panico e terrore (ottima espressività). Mente, subconscio e paranormale si fondono in un piacevole e malato cocktail. Da vedere.
MEMORABILE: "Cos'era?" domanda l'istitutrice. E la bambina: "Bisogna far finta di non sentire...altrimenti poi uno ci ripensa"; La filastrocca; Le apparizioni.
Una nuova badante viene inviata ad accudire dei diabolici bambini in un castello da sogno. Simbologie, atmosfera, grandi caratterizzazioni dei personaggi e un certo senso di angoscia che aleggia su tutto. L'ambiguità la fa da padrona. Trattasi di immaginazione? E cosa è accaduto in passato in quel castello? Magistrale la messa in scena (i campi larghi ricordano lo stile di Kubrick). Capolavoro di regia e di suspence. Inquietante.
Rasenta la perfezione, questo classico del brivido. Colpiscono la fotografia, le luci, l'ambientazione, la recitazione. È quasi impossibile non farsi prendere nonostante il mezzo secolo trascorso e considerando l'epoca dalla sua realizzazione il film appare davvero "forte", tanto è carico di una strana e perversa atmosfera di crescente perdizione.
Precursore degli horror-thriller moderni stile The others, riesce perfettamente nell'intento d'incutere nello spettatore un terrore crescente trasmesso dalla bravissima coppia di bambini attori e dalla strepitosa interpretazione della Kerr. Un gioiellino nel suo genere, con un bianco e nero ed ambientazioni molto gotiche, ritmo serrato e grande "suspense", in tutti i sensi.
Jack Clayton firma un gotico dalla bellezza unica, squisitamente girato con attenzione per i particolari senza che la struttura portante coli a picco. Ottime regia e fotografia, adeguata la musica. Ritmo non lento ma "denso" come se ci si stesse muovendo attraverso la gelatina, un crescendo coinvolgente che raggiunge l'apoteosi nello straordinario finale. Eccellente la Kerr che, con le sue espressioni, le sue movenze e il suo sguardo, riesce a farci vivere pienamente il clima malsano della pellicola. Da vedere assolutamente. ****
MEMORABILE: Le inquietanti urla nella notte della bambina.
Film di fantasmi del 1961 e quindi basato in special modo sull'atmosfera, sulle tende mosse dal vento, sui candelabri e sui costumi ottocenteschi nell'enorme ambientazione di una tenuta inglese con una grande casa-castello e giardini. Buona la fotografia in bianco e nero, che deve dar vita al paesaggio dove si muovono i pochi attori, tra cui i protagonisti (due bambini e la loro governante) in un crescendo di inquietudine. Ottime le apparizioni dei fantasmi.
Uno degli horror migliori di sempre, precursore di molti altri film che affronteranno l'argomento spiritico. Il punto di forza di questa pellicola sta nel fatto che oltre alle inquietanti presenze, create in maniera magistrale da Jack Clayton, si nascondono molti altri aspetti terrificanti, a partire dall'attrazione sessuale neanche troppo celata che il piccolo Miles prova per l'istruttrice Miss Giddens e che quest'ultima sembra quasi ricambiare, ma al tempo stesso anche i due fratellini sembrano troppo teneri tra loro. Film da pelle d'oca.
Onorevole trasposizione in immagini della celeberrima ghost-story di Henry James. Dopo l’improvvisa epifania dello spettro del bieco Quint, i brividi dell’attesa si fanno sempre più radi, ma il valore dell’opera risiede piuttosto nelle riprese fluide ed eleganti degli interni e del giardino della villa e nella vis dramatica delle dialettiche tra la Kerr e i due strani bambini, che raggiunge l’acme nel “giro di vite” finale. Sull’intera vicenda grava una cappa di paranoia e sessuofobia e l’epilogo lascia ancora oggi allibiti per coraggio e crudeltà. Cosceneggia Truman Capote.
MEMORABILE: Il volto di Quint alla finestra; il solaio con le bambole e il carillon.
L'innocenza corrotta e interrotta dei bambini (the innocents) si manifesta attraverso i fantasmi del passato. Fantastico horror che tratta l'argomento spiritico in maniera estremamente efficace, quasi didattica. Eccezionale Deborah Kerr e due tre scene da brividi veri... Indimenticabile, maturo e perverso.
MEMORABILE: La prima visione in giardino: lo scarafaggio che fuoriesce dalla statua; Il sole accecante; L'uomo sulla torre.
Un’infanzia ignorata, innocenti braccati da una maledizione; il passato che si rimaterializza nelle forme spettrali e angosciose di un’aberrante ambiguità mai sanata e insanabile. Magniloquente ghost-story, di mirabile raffinatezza scenografica e impreziosita da un b/n umido e acceso, espone l’orrore inconscio e suggerisce risvolti incestuosi laddove la sessuofobia si palesa su piani isterici e gestuali. Una suspense sempre vivida, infuocata, in cui il mistero si compenetra nelle psicologie. Terrificanti i bambini, monumentale la Kerr.
MEMORABILE: L’ipnotico motivetto; Le prime funebri apparizioni nel corridoio e dietro la finestra.
Da un celebre racconto di Henry James un horror che punta tutto sull'atmosfera (e non potrebbe essere altrimenti, visto il periodo) e lo fa piuttosto bene, imponendosi come fonte di ispirazione e pietra di paragone spesso scomoda per ogni ghost story degli anni successivi (vedi lo splendido The others). Il peso degli anni comincia a farsi sentire, ma i risvolti morbosi, nemmeno troppo celati, lo rendono audacemente in anticipo sui tempi. Sul piano tecnico è un film ineccepibile, ottimamente interpretato dalla Kerr e dai due bambini.
La migliore trasposizione al cinema della celebre ghost-story di Henry James. La Kerr è perfetta come istitutrice e bravi i due banbini "invasati". Il film è un classico nel suo genere e ha ispirato altre pellicole come The others. La regia di Jack Clayton mette i brividi ancora oggi, con un'atmosfera carica di mistero.
MEMORABILE: La cantilena; Le apparizioni; Il finale.
Classico fra i classici, anticipa le tematiche demoniache successive, pur su una intelaiatura gotica robusta, da romanzo ottocentesco con tanto di "visioni" e spettri. A ben guardare il film slitta su una duplice ambiguità interpretativa fra i disturbi dei piccoli protagonisti e, viceversa, della loro nuova solerte governante. Ambientazione perfetta e un'interpretazione da oscar per Deborah Kerr. Solo il titolo è diminutivo.
MEMORABILE: Le sinistre apparizioni della donna vestita di nero fra la vegetazione del lago; Il finale "esorcizzante".
Elegante pellicola dalle atmosfere inquietanti in cui è l'eleganza tetra a comandare. Il fatto che a essere misteriosi siano due bambini rende il tutto ancora più ambiguo. Il calore dell'oscura casa, illuminata nel salotto da un bel camino acceso, fa da contraltare alla pioggia fredda del grande parco. Ottimi gli attori, soprattutto i due piccoli. Nota di merito per il finale, per fortuna senza il solito lieto fine. Non ci sono sequenze sconvolgenti (alla Psyco) ma è tutto l'insieme a essere di gran classe. Da rilanciare al grande pubblico.
Tra agghiaccianti morbosità e paure Miss Giddens, governante devota e responsabile, si ritrova presto trasportata in una situazione ingestibile e incontrollabile. A casa la chiamerebbero sporca perché quando guarda Peter le sue barriere cadono. Lui, angelo e diavolo, la colpisce proprio sul punto più delicato. Sa come attrarla, come ammaliarla. Ed è quel bacio infantile a svelare il mistero. Un film straordinario.
Deborah Kerr, imprigionata nel suo severo abito scuro e circondata dall'oblio di bambini equivoci, fugge dalle minacciose ombre della villa/prigione, mentre candide e bianche farfalle volano leggiadre in quei giardini dominati da "innocenti" urla. Tensione emotiva insostenibile e un gioco al massacro psichico da cardiopalma. Suspense, infatti, si presenta come uno dei più spaventosi, onirici e ambigui thriller di tutto il cinema inglese sessantiano. Splendida la fotografia di Freddie Francis.
Soggetto di primissimo ordine e ottima resa. Il film mostra (se ben ricordo il testo) un po' di più di quello che il libro narra, ma gli è fedele. Il racconto di James sorprende, perché riesce a tenere desta l'attenzione anche quando non succede nulla: pure il film (circa 100') riesce nell'impresa, grazie ad un'interpretazione celebre e celebrata (quella della Kerr), senza che gli altri le siano da meno. Contribuiscono una fotografia (Francis) che carezza lo sguardo (a proposito: non saprei immaginare la vicenda, a colori) e una regìa sicura. Titolo italiano pessimo.
Cupo e tetro come pochi; con passaggi raggelanti, di rara e molto coinvolgente intensità sia emotiva che plastica. Mirabilmente interpreta il bellissimo racconto dell'orrore (una originale storia di fantasmi) di Henry James con immagini esatte nella forza evocativa, ambigue nei rimandi allusivi, concettualmente enigmatiche, otticamente inquietanti - immerse in una vaga tintura erotica straniante; e votate all'irrazionale, al mistero indicibile. Un film da vedere abbandonandosi alla magia di quel cinema non suscettibile di disincanto.
MEMORABILE: La casa; I bambini; Le apparizioni; Il finale.
Dal "Giro di vite" di Henry James, un'elegante trasposizione diretta da Clayton. Le scenografie e le musiche (di Freddie Francis) sono quasi personaggi tangibili per quanto significative e funzionali allo svolgimento della narrazione. La Kerr sorprende per la capacità di celare dietro una parvenza raffinata un intimo misterioso, non arretrando nemmeno innanzi a suggestioni tabù. I fantasmi diventano così un quid pluris, quasi innecessari in un contesto che si alimenta da sé. Di rilievo anche la prova dei due giovani interpreti. Immarcescibile.
MEMORABILE: Il bacio della buonanotte tra Miles e Miss Giddens; La crisi di pianto della piccola Flora.
Tratto da uno dei racconti brevi più illuminanti e spaventosi del gotico americano primo novecentesco. Il sottotesto sessuale implicato dagli snodi narrativi della trama, sviscerato in centinaia se non migliaia di pubblicazioni, rimane ugualmente così denso e fitto da non poter essere abbracciato in un solo movimento. L'orrore vero è dato dall'ambientazione: una soffocante villa piantata nel mezzo di una campagna scoperchiata dal sole, dove l'assenza di zone d'ombra è essa stessa una zona d'ombra. Incarna al meglio il concetto di perturbante.
Affascinante horror psicologico nel quale si intrecciano motivi morbosi e autentica paura, con contorno di fantasmi (ma ci saranno poi davvero?) e ambientazioni tetre, perfettamente rese dal bianco e nero di Freddie Francis. Oggi il film, grazie anche alla regia, non sembra quasi invecchiato, mette angoscia e lascia con il dubbio. Straordinaria interpretazione della Kerr, ambigui al punto giusto i due pargoli.
Interessante l'inizio, ma con l'andare ci si accorge che il film rimane sempre lì. La statica sceneggiatura buttata giù senza dargli una direzione precisa deficita di un costrutto che porti la storia a risolversi verso un razionale epilogo. Proprio per questo il finale da "né carne né pesce" lascia un senso di incompiutezza non aggiungendo o togliendo nulla a quanto visto. Considerando questo l'ora e mezzo di durata si fa sentire un pochetto. Per il resto, bravi gli attori le musiche ecc. ecc. Un po' piatto ma comunque un bel film.
Amorevole dama di compagnia si prende cura di due fratellini vivaci e sensibili, ma la realtà si rivela molto diversa. La suspense cui si riferisce il titolo italiano in effetti non manca, ma si protrae in maniera eccessiva, tanto che il film sembra più lungo di quanto non sia in realtà, sebbene si risollevi nella seconda parte. Belli i costumi, le location e la fotografia, ottimo il cast (soprattutto gli attori bambini), inquietante la nenia canticchiata continuamente da Flora, colpo di scena finale raggelante.
MEMORABILE: I bisbigli nella notte ricordano L'aldilà di Fulci, gli usci inspiegabilmente serrati Suspiria di Argento.
L'impianto e l'atmosfera gotica sono rese senz'altro in modo notevole, anche se la grandiosa villa, tra interni ed esterni, non accende le aspettative a cui allude la storia (a parte qualche sorpresa ben studiata, i fantasmi). Tuttavia, continuando ad alludere senza spiegare (o arrivare a una conclusione) si resta sì con qualche brivido (merito anche del b/n) ma in preda a congetture o ipotesi più o meno morbose. Deborah Kerr certamente brava in un personaggio che le si addice (anche troppo), più convincenti forse i due fratellini nella loro "perfida" innocenza.
Tra i film della rinascita del cinema gotico che recuperano suggestioni del filone in questione direttamente dagli anni '30-'40. Ripropone in maniera piuttosto fedele le linee del celebre romanzo "Giro di vite", senza però riuscire a trasporre le sensazioni più intime ed inquietanti dell'opera letteraria; lo fa in maniera piuttosto formale, e nonostante l'atmosfera gotica della ghost story riesca ad avere notevole fascino, anche grazie all'eccellente fotografia b/n e alle scenografie, il risultato è inferiore ad opere italiane subito precedenti (La maschera del demonio, I vampiri).
Di buon grado il riconosciuto capolavoro di tensione d'inizio Sessanta, sviluppa (adatta Capote) la sua orrorifica trama tra le algide stanze di una tenuta da principesca, rinunciando al qualsivoglia artifizio del genere. Fatto di sfumature di luce e sguardi impercettibili - oltre che calibrati movimenti di macchina - riesce a calamitare l'attenzione grazie ad una partitura minimalista che proietta sentimenti d'angoscia impalpabili in bilico tra echi fantastici e pulsioni infantili (e non). Gran crescendo nel finale. Bravissimi i due ragazzini Flora e Miles.
MEMORABILE: Gli sguardi di Flora; Le location; Il finale.
Istitutrice viene assoldata per badare a due fratellini. Horror che utilizza poco gli stilemi classici salvo un carillon e le presenze nascoste. Il clima è reso continuamente angoscioso grazie all'ambiguità dei rapporti (soprattutto col piccolo), ai riferimenti sessuomani e a un fondo di follia da parte della Kerr. Quest'ultima recita solo con gli sguardi e si mantiene senza mai salire sopra le righe. Ottima la fotografia. La risoluzione lascia aperta però diverse interpretazioni.
MEMORABILE: Le lacrime sulla cattedra; Il bambino che evita i discorsi sul collegio; Il bacio in bocca.
Parziale delusione in quanto, dopo una prima parte che fa crescere abilmente il climax, la sceneggiatura s'inceppa un poco, limitandosi a far girare la Kerr con candelabri in mano e con strabuzzamento di occhi. Certamente il lavoro merita la visione, ma l'eccellenza del racconto di James risulta ben distante. Ottima comunque la fotografia in bianco e nero del grande Freddie Francis, cosi come buone sono le interpretazioni (bravissimi i bambini), ma la regia di Clayton risulta un po' troppo statica. Un buon lavoro che pare parecchio invecchiato (e non bene), se visto al giorno d'oggi.
Sì prenda un gran romanzo dai meccanismi ancora moderni, se ne studi l'adattamento teatrale, poi si metta il tutto nelle mani di Truman Capote e difficilmente si potrà sbagliare. Clayton poi dirige con tempi perfetti, facendo crescere la tensione in modo lento ma inarrestabile, gli attori sono tutti ambigui, inquietanti (soprattutto il bambino) e Debora Kerr è impeccabile come punto di vista dello spettatore. Intensa, genuina. Abiti e location contribuiscono al clima oscuro e inafferrabile, soprattutto la casa (quasi un'altra attrice) e il lago. Cinema altissimo.
Ghost-movie che pretende spessore proveniente da un racconto di Henry James di fine '800, con largo uso di dissolvenze e chiaroscuri che vanno a braccetto col bianco e nero di Clayton. La Kerr leggermente sopra le righe, un po' da luna park dell'orrore la scena in vestaglia con candelabro accompagnata da rumori e versi che ricordano la Banda del Torchio. I bambini malefici, o più semplicemente sventurati, sono bravi, ma rivisti oggi sembrano angioletti con qualche prurito in più, tra l'altro pure ricambiato. Buono lo spettro in riva al lago, per il resto citofonare The others.
Un unicum difficilmente replicabile nell’ambito delle pellicole horror a cui le etichette di genere vanno strette. I tempi della narrazione vengono scanditi adagio, lasciando alle espressioni dei volti, ai sussurri e alle voci il filo connettivo per risalire a un dramma psichico le cui radici sono appena percettibili. Una morbosa perversione serpeggia latente ad alimentare il dubbio su segreti appena accennati ed è proprio in questo che si cela l’argento vivo che conferisce solidità e spessore. Strabiliante la fotografia di Francis, parte integrante della riuscita dell’opera.
Dosando con equilibrio il detto e il non detto, ciò che viene mostrato e ciò che rimane celato, questo adattamento di un celebre racconto di Henry James mantiene fino alla fine l'ambiguità sullo stato mentale della protagonista (contrapposta all'anima semplice della governante), con un graduale scivolamento verso un'atmosfera opprimente di orrore puro, ben evocata dalla fotografia dello specialista Francis. Di grande impatto la recitazione di Deborah Kerr, fatta soprattutto di sguardi e dei giovanissimi coprotagonisti, che mescolano innocenza e repulsiva perversione.
MEMORABILE: "Più di ogni cosa amo i bambini..."; Le lacrime sulla lavagna; L'incubo di Miss Giddens; Il confronto finale tra Miss Giddens e Miles.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Onestamente ho poche speranze che esca. La studio 4K
sta rinviando da mesi alcuni titoli. Questo invece doveva uscire il 29 gennaio e per ora lo hanno rimandato di qualche giorno. Speriamo esca poiché lo
considero un grandissimo film.
Rivisto ieri sera per inaugurare l'acquisto del videoproiettore... Un'esperienza magica! Il film è un ca-po-la-vo-ro senza se e senza ma, un prodigio di illuminotecnica e regia, uno spettacolo da lacrime agli occhi, un diorama di complessità e ambiguità psicologica che mette veramente i brividi... Come averlo visto per la prima volta.
Grazie Didda :) non immaginavo neanche lontanamente un'esperienza del genere, non riesco a pensare ad altro... ora voglio rivedere tutti i miei grandi classici su piccolo grande schermo :)
DiscussioneZender • 29/11/15 08:07 Capo scrivano - 48848 interventi
Questo meriterebbe quanto prima il bluray infatti.
Il 19/07/2019, dovrebbe uscire nuova edizione A e R Production (fonte DvdStore).
Mi pare che le precedenti edizioni siano o fuori catalogo o reperibili a prezzi decisamente alti.
Il produttore e regista Jack Clayton non voleva che i bambini fossero esposti ai temi più oscuri della storia, quindi essi non hanno mai visto la sceneggiatura nella sua interezza, ricevendo il copione da imparare solo il giorno prima di essere filmati.