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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo un incipit clamorosamente kafkiano che sembra quasi volerci avvicinare a una sorta di "Processo" in chiave romana, protratto per un bel pezzo senza che ben si capiscano i motivi per cui l'antiquario interpretato da Mastroianni venga convocato in centrale dall'enigmatico commissario Palumbo (Salvo Randone), finalmente capiamo qual è il delitto di cui è accusato: è stata uccisa una ricca signora (Micheline Presle), da tempo amante del nostro, e l'ultimo ad averla vista viva è proprio lui, la notte prima. L'intero film vive sul rapporto tra commissario e indiziato, con quest'ultimo al centro di una sorta di interrogatorio itinerante continuamente spezzato da flashback che oltre alla storia distruggono...Leggi tutto pure il ritmo, appesantito dalla regia di un Elio Petri già abile rimasticatore di stili altrui (soprattutto i francesi, alla fonte) quanto scarso nella gestione dei ritmi. Se non fosse per il solito, magistrale Mastroianni, il film faticherebbe davvero a procedere, frenato com'è da mille divagazioni che ne frammentano la narrazione. Parentesi come quella al museo delle navi romane, utili indubbiamente a chiarire l'insolito rapporto che lega la vittima al suo presunto assassino, vengono diluite più del dovuto finendo col far scemare l'attenzione, distogliendoci dall'inchiesta vera e propria. Petri trova saltuariamente la scena ficcante, il dialogo che sa avvincere, dosa bene l'ironia e anche in questo trova in Mastoianni l'interprete ideale, ma il meccanismo giallo si adagia su cliché logori, senza mai riuscire a intrigare come dovrebbe. La splendida fotografia in bianco e nero di Carlo Di Palma rende un bel servizio al film, ammantandolo di una patina scintillante che ne valorizza le location ma nello stesso tempo ne sancisce la freddezza, confermando l'impressione di un esercizio di stile cui manca la scintilla capace di regalargli una vera anima. Meglio la prima parte, quando l'attesa e lo smarrimento di Mastroianni coinvolgono ancora; diverranno poi maniera, colorati solo dalla grande spontaneità di un attore che sa essere molto spesso superiore ai film cui partecipa. Paolo Panelli piuttosto sprecato come compagno di cella. Musiche jazzeggianti di Piero Piccioni.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/03/08 DAL BENEMERITO HOMESICK POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/06/12
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Homesick 2/03/08 18:11 - 5737 commenti

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Inizio quasi kafkiano per questo pseudo-giallo sui metodi inquisitori e gli abusi di potere della polizia. La narrazione cede spesso alla lentezza, ma è resa scorrevole dalla brillante interpretazione di Mastroianni – borghese furbetto e spregiudicato, ma ingiustamente accusato di omicidio – e per lo stile particolare e ironico con cui Petri si cimenta nella commedia di costume all’italiana. Musiche di Piccioni, dal sapore jazz.
MEMORABILE: L’incidente con l’ubriaco.

Cotola 7/08/08 15:56 - 8998 commenti

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Discreta sorta di "giallo" che pur non possedendo ritmi intensi e vertiginosi (come invece dovrebbe un film di questo genere) si lascia comunque seguire piacevolmente e riesce ad interessare, oltre che per la bella prova di Mastroianni, soprattutto per le riuscite notazioni di costume di cui Petri, qui all'esordio, infarcisce il film, dimostrando così sin dall'inizio di non essere certo un regista dozzinale. Interessante a patto di non aspettarsi troppo.

Il Gobbo 2/12/08 23:03 - 3015 commenti

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Interessante incrocio fra giallo e commedia di costume (il primo impalcatura e pretesto per la seconda), che costruisce efficacemente un azzeccato ritratto di un personaggio tipicissimo del nostro cinema anni '60 - e perfettamente nelle corde di Mastroianni - sempre in bilico fra cinismo, disgusto e arte di arrangiarsi. Petri infarcisce il film di momenti grotteschi sperimentando un registro nel quale, com'è noto, raggiungerà vertici sublimi nella sua fase più impegnata. Curioso, da vedere.

Rickblaine 15/07/09 10:25 - 635 commenti

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Buona prestazione di Elio Petri. In quest'opera non ci nasconde il suo cinema più introspettivo guardando nella situazione abbastanza stramba in cui si trova il signor Alfredo Martelli (ovvero Mastroianni), accusato di omicidio. Ma come si sa spesso non si è assassini solo quando si compie un delitto, bensì anche compiendo brevi e semplici azioni. Ottimo il protagonista e ottimo Randone.
MEMORABILE: Non esistono più i sentimenti di una volta...

Enzus79 15/07/09 10:43 - 2864 commenti

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Noir girato da un grande regista italiano, Elio Petri, che qui però si limita moltissimo (anche per via della censura) nel denunciare l'operato della polizia. Randone e Mastroianni sono sullo stesso livello, mentre il resto del cast non regge il paragone. Comunque da vedere e se anche non c'è un finale che lascia a bocca aperta, comunque Petri non delude.

Brainiac 9/08/09 16:06 - 1083 commenti

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L'antiquario (Mastroianni) mette su un disco e comicia a tenere il ritmo con la testa. Un particolare minimo, ma che mostra il tentativo di portare un elemento che nei film anni 60 era solo di contorno (la musica) all'interno di un gesto realistico. Nei film di oggi è prassi comune (si vedano i tragitti in macchina di Tarantino). Belli i flashback: riusciti quelli di costume (il ricettatore, il nonno antifascista), pesanti quelli emotivi (la fidanzata). Personaggi descritti con le azioni che compiono (il subdolo ispettore Palumbo): se ne colgono vizi e virtù.
MEMORABILE: Roma all'alba, la passegiata fuori dal carcere fotografata in maniera splendida e sorprendentemente realistica.

Il Dandi 22/01/10 02:42 - 1917 commenti

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Più che sulla soluzione del giallo, il film crea un meccanismo stritolante puntando piuttosto sulla vicenda kafkiana dell protagonista, nel quale il sistema poliziesco riesce ad instillare il senso di colpa pur essendo innocente. Riuscita la struttura a flashback. Piacevoli le musiche jazzate di Piero Piccioni. Finale cattivo e memorabile.
MEMORABILE: Il flashback in concomitanza col sopralluogo del commissario, in cui le due scene alternate sono realizzate su un unico piano sequenza.

Ghostship 26/03/10 21:11 - 394 commenti

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Lucidissimo giallo che ci mostra l'arrivista di turno, interpretato da Maistroianni, implicato in una vicenda dai contorni kafkiani. Le penne alle spalle di questo film sono note e di sicuro valore, ed infatti la pellicola parte da una sceneggiatura solidissima, che usa l'intreccio giallo come pretesto per la critica sociale che in essa abbonda e che a conti fatti risulta essere il vero target. Forse Petri non è ancora sicuro di sè e gira un po' frenato dal carisma del protagonista che domina la scena.

Graf 9/09/11 05:10 - 708 commenti

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Fenomenologia della procedura d’indagine poliziesca al tempo del rito penale accusatorio. Petri, nel suo film d’esordio, ha già ben chiari i temi che saranno una costante maniacale del suo cinema: l’angoscia esistenziale dell’uomo e il potere. Attraverso un’indagine poliziesca egli esplora, con asciutta ma dolente lucidità, la crisi umana di un antiquario che, accusato di un delitto che non ha commesso, perde ogni cognizione spazio temporale e mette, temporaneamente in discussione il senso della propria vita. Linguaggio asciutto, tecniche da Nouvelle Vague.

Ellerre 21/02/12 09:33 - 89 commenti

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Eccellente e originale esordio di Petri, che mette in campo fin da subito le tematiche psicologiche e sociologiche a lui care e che svilupperà nei successivi lavori. La fase inquisitoria iniziale nei confronti dell'antiquario Martelli (Mastroianni) è volutamente surreale e misteriosa (mi viene in mente Una pura formalità di Tornatore, che baserà l'intero film su questa stessa linea) e diventa l'asse attorno al quale si dipana il rebus. Non rari i virtuosismi con la mdp di Petri, che azzecca anche il commento musicale scegliendo il jazz di Piccioni.

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Stefania 4/01/12 03:40 - 1599 commenti

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Un giorno e una notte da presunto assassino, tra interrogatori, sopralluoghi e scomoda promiscuità con i compagni di cella; una disavventura giudiziaria costringe l'antiquario Martelli ad una puntuale anamnesi dei piccoli delitti senza castigo dei quali è effettivamente colpevole: l'arrivismo, il cinismo, l'ipocrisia, la viltà. Ma l'alba, che lo vede liberato dall'ingiusto sospetto non è l'inizio di una nuova vita, la forza d'inerzia dell'opportunismo soffoca la volontà necessaria al riscatto, al cambiamento. Spietato e amaro ritratto di un italiano medio, di un uomo mediocre.
MEMORABILE: Il flash back della visita della madre. La visita del finto medico alla cameriera.

Pigro 16/03/12 09:19 - 9624 commenti

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Un noir che sfuma verso il grigio della vita meschina di un furbetto da quattro soldi, accusato dell’omicidio della sua ricca amante. Dalle atmosfere poliziesche dello scontro tra commissario e indagato (notevoli Randone e Mastroianni) ci si inoltra nella coscienza di quest’ultimo, colpevole soprattutto di condurre una vita di squallide astuzie. Così, dal classico giallo si arriva al romanzo psicologico, in una rarefazione della realtà che approda presto a un livello quasi onirico (kafkiano all’inizio) di autoanalisi psicologica.

Ronax 9/06/12 01:40 - 1244 commenti

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Esordio di Elio Petri con un film non certo privo di difetti ma che già lascia trasparire un'incontestabile personalità d'autore. Aiutato da un Marcello Mastroianni all'apice del carisma dopo il successo della Dolce vita, dal crepuscolare b/n di Carlo Di Palma e dal jazz malinconico di Piero Piccioni, Petri getta uno sguardo tagliente e polemico sulla società italiana dei primi anni '60 facendo passare in secondo piano varie incertezze e più di un'inutile digressione. Carismatica e sensualissima la Presle, nonostante la non più giovane età.
MEMORABILE: L'incontro di Mastroianni con l'anziana madre, quasi una citazione dall'analogo episodio col padre nel capolavoro felliniano.

Jdelarge 18/08/13 18:09 - 1000 commenti

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Il primo lungometraggio di Petri è un bel connubio tra generi e atmosfere. La storia propende verso il noir, ma lo sviluppo della trama è a tratti da commedia grottesca: il risultato è senza dubbio curioso e Petri riesce, grazie all'aiuto di un formidabile Mastroianni, a delineare perfettamente la classica figura dell'uomo italiano opportunista e individualista. La musica jazz conferisce ancora più eleganza a un film riuscito e decisamente interessante.

Daniela 23/11/13 14:13 - 12606 commenti

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Ha molte colpe l'antiquario interpretato dal bravo Mastroianni: truffatore di mezza tacca, millantatore, mantenuto, cinico, indifferente. E'anche l'assassino della sua ex amante? Non ci crediamo noi e non sembra crederci molto neppure Randone, commissario falsamente bonario. Del resto a Petri l'intreccio giallo interessa poco: dopo il bel prologo dal sapore kafkiano, il film tenta la strada del ritratto psicologico di un mediocre, costruito mediante accumulo di fashback. Intento lodevole, risultato non del tutto riuscito, nonostante cast e apporti tecnici (fotografia Di Palma, musica Piccioni)

Giùan 23/11/13 07:13 - 4528 commenti

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Emblematico del percorso cinematografico di Petri, con un esordio che pur tra titubanze e indugi dà già conto di un autore alla ricerca di una cifra stilistica originale tra neorealismo (contesto ambientale, riferimenti alla commedia di costume) e influssi culturali più dinamici ed europei (Kafka, grottesco ioneschiano, destrutturazione del racconto, i salti temporali). L’esito complessivo manca di fluidità e la parabola del piacione cinico e infame avrebbe avuto forse più profondità con un attore eccessivo e patologico (Sordi?), ma vale tutta la visione
MEMORABILE: Le allusioni sornione di Salvo Randone; La bellezza di Micheline Presle; Il saluto alla madre sull’autobus.

Lythops 29/05/14 19:30 - 1019 commenti

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Intelligente giallo "sui generis", opera prima di Petri che lascia trasparire un talento registico non comune con inquadrature memorabili quali a esempio la sovrapposizione dei volti al finto specchio o il salto temporale con Randone, il vero grande interprete di tutto il film, che passa per la porta della stanza prima del delitto. Un'opera coraggiosa, lontana anni luce dal consueto thriller cui potrebbe alludere il titolo, che per fortuna approda magnificamente al concettuale. Bello, con più livelli di lettura.

B. Legnani 13/10/14 16:22 - 5519 commenti

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Notevole esordio di Elio Petri, che si avvale di interpretazioni perfette nei quattro ruoli principali (Mastroianni, Randone, la Presle, la Gajoni), sfornando un film senza il minimo calo di interesse, benché il finale sia per certi versi prevedibile (il che, peraltro, rafforza il quadro della personalità del personaggio principale). Forse un po' sforzati i personaggi di Panelli e di Ucci. Un buon film: ***

Minitina80 16/04/16 08:44 - 2976 commenti

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L’omicidio e la ricerca dell’assassino assumono un valore relativo e la sua scoperta finisce per incuriosire solo per una pura formalità. L’attenzione si concentra sull’analisi dell’uomo che, vivendo un’improvvisa situazione kafkiana, si scopre per quello che realmente è. Un lavoro ambizioso e complesso per un esordio sicuramente buono che vanta un Mastroianni eccezionale, una Roma in bianco e nero davvero fascinosa e dove il potenziale ancora inespresso di Petri è chiaramente percepibile.

Ultimo 9/11/16 09:35 - 1652 commenti

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L'esordio dietro la macchina da presa di Elio Petri dà vita a un film a metà tra giallo e drammatico: oggetto di indagine è il protagonista (Mastroianni) accusato di omicidio dell'amante. Pur mantenendo sempre sullo sfondo l'indagine, Petri si concentra sopratutto sull'indagine psicologica del protagonista, reo di condurre una vita alquanto meschina e priva di grandi valori. I momenti migliori sono quelli degli scambi tra Mastroianni e Randone. Nel suo genere riuscito.

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Rocchiola 11/01/17 15:15 - 952 commenti

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L'esordio di Petri si segnala soprattutto per l'innovativo sviluppo della vicenda poliziesca, divisa tra interrogatori kafkiani e flashback che svelano la vera natura del protagonista innocente rispetto alle accuse mosse dalla polizia, ma colpevole di meschinità e ipocrisie di ogni sorta nella vita comune. Bello anche il contrasto tra gli angusti interni e le scene in esterno ottimamente fotografate da Carlo Di Palma. Innovativo anche nelle musiche jazzate di Piccioni, ha come unico difetto un ritmo altalenante che non coinvolge pienamente.
MEMORABILE: L'acquisto della antichità dal vecchio malato poi rivendute a prezzi esorbitanti; La scarcerazione all'alba.

Vitgar 16/04/17 08:41 - 586 commenti

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Esordio di ottimo livello per Petri che già fa vedere le sue qualità. Sceneggiatura, cui collabora Tonino Guerra, agile e ben congegnata, ritmo narrativo senza cadute. Fotografia di buon livello. Mastroianni incarna bene il suo ruolo anche se talvolta è troppo lamentoso. Randone sempre molto apprezzato da Petri dà il suo. Colonna sonora di buon livello. Da vedere.

Faggi 16/12/18 20:09 - 1548 commenti

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Un carattere-pianeta (Mastroianni) intorno al quale orbitano gli altri caratteri-satellite. Interrogatori di polizia, nel presente; flashback come spot sulla vita del protagonista; mine kafkiane in giro; ambiguità, dubbi e vicoli ciechi. Si scrutano con la lente i movimenti interiori, le azioni e i pensieri dell'iquisito. Emblematici i metodi del commissario; ostentata la cinica nonchalance del presunto assassino; incursioni striscianti di figure ancillari. La regia procede con segno pulito. L'insieme non esalta ma nemmeno delude.

Nergal 19/02/19 15:46 - 6 commenti

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Ottimo esordio di Petri, che si dimostra fin da subito regista esperto e attento osservatore della realtà italiana. L'ambiguo personaggio dell'antiquario Alfredo Martelli viene elegantemente tratteggiato con l'uso di flashback che aprono squarci su alcuni eventi chiave della sua vita. C'è anche un primo abbozzo di riflessione sul rapporto tra privato cittadino e rappresentante della legge, che Petri svilupperà compiutamente nel suo capolavoro Indagine. Ottime performance di Mastorianni e Randone.

Buiomega71 31/08/20 00:52 - 2899 commenti

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C'è già tutto il cinema del Petri che verrà (sembra quasi un Indagine in embrione, ma senza le grottesche forzature di Volontè, perché qui Mastroianni è straordinario), e che farà proseliti (le scene nella squallida cella le terrà a mente Damiani per L'istruttoria è chiusa: dimentichi). Ficcanti i flashback che si incastrano alla perfezione, notevolissime le scelte di regia, un'atmosfera pre-polanskiana inquietante e angosciosa e momenti da antologia (l'umiliazione sessuale a due verso la Gagliardo, il suicida, il tacco della scarpa). Chiaroscuri nerissimi di grande suggestione.
MEMORABILE: L'orologio paccottiglia comprato a 5.000 lire e venduto a 150.000; La beffarda prova con il cane; La cameriera che si autoaccusa; Le interviste.

Myvincent 21/04/21 08:08 - 3722 commenti

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Un uomo viene accusato dell'assassinio della sua ricca amante, ma il vero delitto sembra essere quello perpetrato dalla sua meschinità, dal suo essere disinteressato al resto del mondo, su cui pare galleggiare senza vita. Il film, naturalmente, è tutt'altro che un thriller e Petri insiste meticolosamente a scavare dentro ai personaggi, primo fra tutti il protagonista, un Marcello Mastroianni al solito nei panni dell' Italiano maschio vile. Purtroppo il risultato delude le intenzioni e affoga in una  palude di noia e lungaggini.

Anthonyvm 7/06/21 16:07 - 5615 commenti

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Premesse kafkiane, con Mastroianni prelevato dal proprio appartamento e trascinato in centrale di polizia senza spiegazioni. Si procede nella miglior tradizione noir: attraverso una sequela di flashback gli antefatti vengono svelati e, insieme agli elementi utili alla soluzione del caso, emergono segreti e ombre morali del protagonista. In effetti Petri, al suo primo lungometraggio, tratta il giallo come mero pretesto narrativo per dare risalto alle meschinità e all'opportunismo del suo "eroe", offrendogli così una chance per migliorarsi come essere umano. Amari sogghigni nel finale.
MEMORABILE: La prova empirica per accertarsi che il cane non possa abbaiare in presenza di Mastroianni; In cella coi criminali; Il triste incontro con la madre.

Bubobubo 30/07/21 11:49 - 1847 commenti

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È stretto parente dei Cortona e dei Visonà l'antiquario trafficone Alfredo Martelli (Mastroianni), classico esempio di giovane illecitamente arricchitosi negli anni del boom economico che, un giorno, viene fermato per l'omicidio della facoltosa amante (Presle). Se sia davvero lui il colpevole è faccenda che interessa marginalmente l'esordiente Petri, preoccupato piuttosto di disegnare un carattere di paese attraverso il prisma del carattere di un suo mediocre esponente: azzardo riuscito nonostante qualche lungaggine, anche grazie alla scoppiettante colonna sonora jazz di Piccioni.
MEMORABILE: Rivendite truffaldine di orologi; Ricostruzione ambientale del delitto con il cane.

Gottardi 14/01/22 13:08 - 394 commenti

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Antiquario viene condotto in Questura senza spiegazioni, poi pian piano dall’interrogatorio e dai ricordi dell’uomo condotti per rapidi flashback si dipana la storia dell’assassinio. Il giallo costituisce un pretesto, per quanto ben orchestrato e condotto, per ricostruire la personalità di un uomo vacuo e meschino dietro un’apparenza gentile e disponibile. Mastroianni muove a perfezione il suo pupazzo, bene anche la Priesle, troppo accademico Randone. Petri gira pungente e in qualche punto gli sfugge il suo tipico gusto del paradosso. Suggestive le riprese in esterni di Roma.

Magi94 11/08/22 15:58 - 944 commenti

I gusti di Magi94

Straordinario esordio di Petri che mette già in luce l'intramontabile talento registico e lo spessore del suo pensiero. Un film ibrido tra il giallo, il dramma e la commedia, che vuole ritrarre due grandi temi sociali: i meccanismi kafkiani dei processi investigativi polizieschi (un preludio a Indagine) e la figura dell'arrivista nell'Italia del boom, abituato ad usare le persone per il proprio tornaconto. Forse ci sono un paio di cali di ritmo e la narrazione ha perso parte della sua freschezza, ma per il resto un film magistrale che colpisce. Grandi Mastroianni e Randone.
MEMORABILE: I primi minuti kafkiani fino al colloquio con Randone; Le "interviste" ai conoscenti dell'assassino; Il finale: "Ma lo sai con chi stai parlando?"

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Nicola81 19/09/22 11:36 - 2831 commenti

I gusti di Nicola81

Malgrado il ritmo in calando è un buon esordio registico quello di Petri, che utilizza il giallo come pretesto per raccontare, attraverso la figura di un arrampicatore sociale senza scrupoli, l'altra faccia del miracolo economico, e accenna già alla tematica (che esploderà nel suo capolavoro) della sottomissione del cittadino al cospetto dell'autorità. Mastroianni tratteggia impeccabilmente il personaggio più negativo della sua carriera, bravissimi anche la Presle e soprattutto Randone, commissario cordiale solo in apparenza. Splendido b/n di Di Palma, buone musiche di Piccioni.

Alex75 11/11/22 19:14 - 876 commenti

I gusti di Alex75

Opera prima di Elio Petri che appare già come una corposa anteprima della sua filmografia successiva, con l’innesto di scavi psicologici sempre più profondi su una trama gialla nella quale trova spazio anche la riflessione sull’autorità e sui metodi della polizia. Mastroianni, che riesce a esprimere con misura le sfaccettature di un irredimibile arrivista, è il fulcro attorno al quale si muovono la fascinosa Presle e un attore che non lascia mai indifferenti come Salvo Randone, presenza quasi fissa nel cinema di Petri. Il jazz di Piccioni valorizza le atmosfere del film.
MEMORABILE: La rivendita dell’orologio; La prova col cane; Il finto medico e la cameriera; L’incidente con l’ubriaco; La visita della madre; La battuta finale.
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Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Curiosità Il Dandi • 10/03/10 23:20
    Segretario - 1488 interventi
    Cameo amichevole (n.c.) per Enrico Maria Salerno e Giuliano Montaldo (qui anche aiuto regista) tra gli uomini affacciati al ponte nel flashback del barbone suicida.
  • Homevideo Edo • 18/07/11 22:30
    Galoppino - 679 interventi
    Disponibile in dvd dal 31/08/2011
    Produttore : 01 Home Entertainment
    Distributore: Rai Cinema

  • Discussione Lodger • 16/03/15 19:23
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    Da "Stampa Sera" del 15/16 Aprile 1961:

    Da oggi a Torino il film di Petri.
    L'assassino è incappato nelle maglie della censura.


    Il film in bianco e nero L'assassino, che va in proiezione oggi, è l'« opera prima » d'un regista, il trentenne Elio Petri, dotato di singolari capacità narrative, maturo e sicuro, lucido e comunicativo. La vicenda narra d'un giovane antiquario, al quale la morte violenta di una non più giovanissima amica procura il grosso fastidio di essere sospettato come il responsabile del delitto. Ma il crimine è non solo l'avvio per lo sviluppo d'un « giallo », teso ed enigmatico secondo le regole sino alla soluzione che beneficia della puntuale sorpresa, e che corona quella sorta di duello fra il gatto e il topo che viene fuori ogni qual volta la polizia ferma un indiziato restio a confessare; il crimine, diciamo, è anche il punto di partenza per lo studio, dall'interno, di un individuo, finito in un crudele labirinto di situazioni che sembrano collegato in modo tale da portare l'uomo sul banco degli accusati. Egoista, ricattatore, cinico, tutt'altro che raccomandabile sotto certi aspetti, il sospettato come se la cavera! Questo lo vedrete voi: la regola del gioco è di non mormorare nemmeno una sillaba in proposito. Accenneremo invece al neoregista: Elio Petri viene, come usa dire, dalla gavetta: da sceneggiatore aiuto regista, poi realizzatore di documentari. Le varie progressive convergenti esperienze sono state accortamente messe a frutto in questo suo film di esordio, del quale, oltre che la regia, egli ha firmato, sia pure con altri, il soggetto e la sceneggiatura. Secondo un'abitudine purtroppo, oggi, frequente quanto deprecabile, L'assassino è passato non senza qualche modifica marginale sotto le forche caudine della censura. Certe parti del dialogo vennero rifatte: lo spiccato accento calabrese d'un commissario di pollaio suscitò perplessità nella commissione, la quale « suggerì » anche di basare sull'uso dei « lei », anziché su quello del « tu », i rapporti tra questurini e detenuti, Educatissimi servitori della legge! Marcello Mastroianni è il protagonista, ben caratterizzato al pari della vittima, una splendida Michelino Preste. Balvo Bandone è il commissario.

    N. V.
    Ultima modifica: 17/03/15 08:15 da Zender
  • Homevideo Xtron • 8/10/16 11:25
    Servizio caffè - 2147 interventi
    Ho preso il BD+DVD Arrow Academy

    Audio italiano
    Sottotitoli in inglese (si tolgono senza problemi)
    Formato video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h34m13s (dvd) , 1h38m15s (bluray)
    Extra: Trailer, introduzione di Pasquale Iannone, intervista a Tonino Guerra

    DVD immagine a 24:07



    BLURAY

    Ultima modifica: 8/10/16 17:17 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 11/01/17 15:20
    Call center Davinotti - 1236 interventi
    Confermo la validità del BD+DVD Regione 2 della Arrow che utilizza la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna in 2K. Gran bel bianco/nero nel corretto formato panoramico ed audio italiano senza sottotitoli (opzionabili) di ottimo livello. Accompagnato da ampio libretto in inglese con ottime immagini e fotografie.
    Credo che per questo tiolo non si trovi di meglio.
    Altamente consigliato!!!!
  • Homevideo Nergal • 19/02/19 18:35
    Galoppino - 13 interventi
    Consiglio il bluray della francese Carlotta Films. Il master è lo stesso dell'edizione Arrow ma il prezzo è molto più contenuto. I sottotitoli sono escludibili, inoltre sono presenti due extra in lingua francese.

    Ultima modifica: 19/02/19 19:25 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 31/08/20 10:20
    Consigliere - 25896 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Ficcante e angosciante "noir" dalle venature pre-polanskiane, dove c'è già in nuce tutto il cinema del Petri che verrà (sembra un Indagine in fase embrionale, senza i vezzi grotteschi e eccessivi di Volontè, perchè quì Mastroianni è semplicemente straordinario, in uno dei suoi ruoli migliori), un un abile rimescolanza tra poliziesco, giallo-fino all'ultimo la tensione e il sospetto su "chi è veramente l'assassino" non molla la presa-, grottesco e commedia (amarissima) di costume di quegli anni.

    Dai bellissimi e suggestivi chiaroscuri della fotografia di Di Palma (la sequenza di Mastroianni che lascia il commissariato, in una Roma deserta al fiorir dell'alba), ai flashback perfettamente incastonati nella narrazione, a momenti che saranno seminali per certo cinema a venire (nella squallida celletta in compagnia degli sciroccati e tormentosi Panelli e Tucci, che verrà poi ripresa dal Damiano Damiano di  L'istruttoria è chiusa: dimentichi), agli strani e particolareggianti rapporti di coppia (la tresca con la ragazzina sciocca della Gaioni su accettazione della Presle, la Presle che se la fa con i ragazzi più giovani-il cameriere-) fino a momenti disturbanti e torbidi per l'epoca (l'umiliazione sessuale a due nella svestizione della "servetta" della Gagliardo con il libidinoso e lascivo finto medico), alla meschina "ruberia" di Mastroianni, che compra una patacca di orologio a 5 mila lire, per rivenderlo poi a 150 mila.

    Fosco, oppressivo, sullo sfondo di una Roma grigia, algida e plumbea, trattato sulla paranoia, sulla colpa, sullo stato di coscienza, sul potere arrogante delle istituzioni, sulle gretezze mediopiccolo borghesi delle relazioni interpersonali, sulle paure che ha ognuno di finire invischiato nei magli burocratici della giustizia senza avere nè colpa nè peccato (ne farà tesoro Nanni Loy per Detenuto in attesa di giudizio).

    Petri dimostra, poi, di essere un regista "scafato" fin dal suo primo film (l'intuitiva e mirabile scelta di regia nella seuenza dell'interrogatorio nell'appartamento con serra del motel dove abitava la Presle, dove il racconto a flashback si mischia con il presente, riprendendo Mastroianni e la Presle che discutono, per poi tornare sul commissario di Randone in tempo reale, l'inversione di marcia dell'auto di Mastroianni in galleria, vista attraverso il lunotto), regalando pezzi di gran cinema (il racconto a ritroso del suicida in galleria, l'incontro con la madre-di gran bellezza visiva l'attimo sulla spiaggia al crepuscolo con sottofondo Come sinfonia cantata da Mina- il flashback con il nonno antifascista, dal rigattiere, le interviste con chi ha avuto a che fare con Mastroianni "l'assassino", la Gagliardo che si autoaccusa dell'omicidio, il tacco della scarpa della Presle, l'arrivo al Motel con la polizia, la beffarda prova con il cane che abbaia) fino al cinico finale con la telefonata di Mastroianni al rivenditore di automobili.

    Pescando un pò dal polar francofono, un pò dal nero americano, un pò dal solco tracciato da Pietro Germi, Petri realizza un film personalissimo, ancor oggi seducente e intrippante, modernissimo per quanto riguarda stile e narrazione.

    Immensi Randone e Mastroianni, da segnalare la Gagliardo nel ruolo della cameriera  ingnorante e ingenua e gran cura dei dialoghi che sfiorano la perfezione. (quelli tra l'accusatore di Randone e l'accusato di Mastroianni sono formidabili, intrisi di cinismo e humor nero).

    Gran cinema in nero che nulla ha da invidiare ai prodotti d'oltreoceano, e che darà la stura al "poliziottesco" a venire.

    Insieme a Un maledetto imbroglio e al Rossetto, il punto più alto del "crime movie" italiano dell'epoca.


    Ultima modifica: 31/08/20 18:23 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 31/08/20 10:25
    Consigliere - 25896 interventi
    Ottimo anche il blu ray spagnolo della Layons (con il titolo El asesino)

    Formato: 1.33:1
    Audio: italiano, spagnolo.
    Sottotitoli (REMOVIBILI): spagnolo, inglese.
    Nessun extra se non il menù con i capitoli.
    Durata effettiva: 1h, 36m e 58s
    Ultima modifica: 31/08/20 14:41 da Zender
  • Musiche Alex75 • 29/07/23 12:29
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Commento musicale ai titoli di testa, di Piero Piccioni: https://www.youtube.com/watch?v=fd88Z9PvW3s
    Mina: Come Sinfonia (scritta da Pino Donaggio, che la presentò a Sanremo nel 1961)
    https://www.youtube.com/watch?v=ETGjL3hm1Bc