Kubrick doveva aver notato che nel precedente LOLITA la bravura di Peter Sellers aveva oscurato la misurata interpretazione di James Mason, così eccolo regalare all'ottimo Sellers quasi tutta la scena, inventando per lui addirittura tre personaggi diversi: il presidente degli Stati Uniti (in cui l'attore recita davvero alla grande), il dottor Stranamore (un ex nazista in sedia a rotelle cui scappa spesso il braccio in un veemente saluto romano) e il capitano Lionel Mandrake (alle prese con un superiore guerrafondaio che ha ordinato di cominciare la guerra atomica). Il film è diviso in tre set diversi (che si alternano fino all'epilogo):...Leggi tutto sul B-52 pronto a sganciare l'atomica, nella sala comandi del Pentagono e nella caserma del generale (Sterling Hayden) che ha incautamente ordinato l'attacco. E' a causa di questo che il film è molto altalenante (e pur avendo ricevuto molte nominations agli Oscar vinse solo il nostro Nastro d'Argento come miglior film straniero): entusiasmante quando si sposta sull'enorme tavolo circolare nella buia sala del Pentagono, piuttosto noioso (con qualche picco notevole) nelle altre parti: i lunghi dialoghi tra Mandrake e il suo generale sono spesso troppo palesemente moralisti (anche se nell'accezione più intelligente del termine), gli imprevisti a bordo del B-52 invece perdono di mordente quasi subito riducendosi a lunghe inquadrature dell'aereo in volo e a pedanti fasi di preparazione allo sgancio della bomba (che finirà cavalcata in aria dal comandante nell'immagine-simbolo del film). Ma come dimenticare invece le telefonate del Presidente al primo ministro russo Dimitri? Summa di umorismo fine e divertentissimo, con un Sellers sugli scudi e un George C. Scott anticomunista straordinario!
Uno dei film più celebrati di Stanley Kubrick che non mi ha mai convinto pienamente. Negli anni ho provato varie volte a rivederlo, ma non sono riuscito a cogliere la genialità che gli è sempre stata attribuita. Nello stesso anno è uscito un film, altamente drammatico e non virato in commedia come questo, girato da Sidney Lumet A prova d'errore che trattava gli stessi scottanti temi ma con risultati, a mio parere, decisamente superiori. Sicuramente è un mio limite, ma non mi pare un capolavoro.
Opera rotonda, racchiusa in una cornice di immagini musicali in stile Kubrick. La guerra nucleare che rischia di scatenarsi a causa di un cervello lavato e stirato in piena Guerra Fredda (il film esce due anni dopo la crisi dei missili di Cuba); assurdi impedimenti burocratici e non che impediscono di fermare il macello. Un'ottima satira costruita attorno a un bel set di personaggi sopra le righe (escluso l'ottimo George C. Scott, tre sono di Sellers, che doveva fare anche la parte del capitano del B-52), pur con qualche calo di ritmo.
Non un capolavoro alla 2001 o all'Arancia, ma un gran film sì. Grandi Sellers, Scott e Hayden. Ho trovato appassionante l'avanzare dell'aereo nel territorio d'oltrecortina, con la marcetta da film western che accompagna il suo vertiginoso sorvolare. Da non perdere, anche in quanto esempio della follìa e della stupidità umana. Clamorosamente plagiato dal coevo A prova di errore di Lumet, a sua volta film da non perdere assolutamente.
Mirabile, scatenato apologo, ossimorica agghiacciante vetta della comicità, non solo grazie all'infaticabile Sellers (impagabile il suo Stranamore nazisteggiante fisicamente modellato su Kissinger), cui anzi il ciclonico Scott (Turgidson!) ruba la ribalta nelle scene al Pentagono. Ma tutto (dalla paranoica tesi sull'avvelenamento idrico di Ripper all'ineffabile telefonata fra presidenti USA-URSS) è superlativo. Occhio, nei ruoli secondari, alle vecchie glorie western Slim Pickens - che cavalca la bomba con lo Stetson sul capo - e Keenan Wynn.
Feroce e divertentissima satira sulla guerra e sulle strutture politiche e militari. Dialoghi surreali e personaggi grotteschi si inseriscono in un contesto di incredibile autenticità (splendide le riprese dell’attacco militare in stile documentaristico con la camera a mano): l’ effetto è disarmante. Peter Sellers, qui alle prese con 3 ruoli, è grandioso, in compenso George C. Scott è assolutamente pazzesco.
Kubrick affronta il problema dell'olocausto nucleare con irriverente umorismo e cinismo. Lo affronta attraverso la crudeltà, la cecità e la follia delle persone che anche davanti al fatto compiuto continuano a perseverare. Messaggio pessimistico quello del regista, che non crede che l'uomo possa imparare dai propri errori, anzi. Non viene fatta distinzione tra est e occidente: tutti appena possono cercano di "fregare" il nemico perché "ci si crede i più furbi". Il finale mostrerà, con disarmante semplicità, quanto è stolto l'uomo.
È gia da antologia il titolo, ma poi la messa in scena e il ricco cast sono altrettanto sublimi. Peter Sellers nella sua prova più entusiasmante. Si divide in tre ruoli, tutti altrettanto azzeccati anche se quelli che restano davvero nella memoria sono quelli del Presidente Usa e quello del Dottor Stranamore. Magnifiche anche le prove di George C. Scott e Sterling Hayden. Tante le scene memorabili del film. Su tutte: il grande Slim Pickens a cavallo della bomba. Regia inarrivabile di un Kubrick sublime.
Le armi atomiche in mano a pazzi e guerrafondai? Così Kubrick descrive la guerra fredda vista dalla parte americana in un film che è una delle più beffarde e incisive satire antimilitariste. Istrionico Peter Sellers uno (attore) e trino (personaggi interpretati): memorabile la gag del tic del braccio che scatta sempre nel saluto nazista. Eccellente George C. Scott. Kubrick è scatenato, ma forse gli è sfuggito di mano il controllo sull’equilibrio generale del film, che risulta parecchio ondivago. Film esplosivo, ma non come ci si aspetterebbe.
Ottimo. Nella sua ironia è quasi angosciante (l'inquadratura finale negli Anni Sessanta in piena guerra fredda avrà fatto provare qualche brivido allo spettatore senza dubbio). Ottimi Sellers (nei suoi vari ruoli), Scott e Wynn. Scenografie scarne, ma essenziali. Da vedere.
Film irripetibile che affascina dall'inizio alla fine. Scenografie straordinarie e bianco e nero perfetto. Un bombardiere USA armato con atomiche viene inviato per rappresaglia a sganciare il suo carico sull'Unione Sovietica. Ma è un errore indotto dal folle generale Ripper. Cast irresistibile, Sellers multiruolo superlativo (il nazi su tutti). Satira impietosa dello spettro che aleggia sull'umanità dagli Anni Cinquanta. Surreale, ma spaventosamente efficace nella denuncia della follia atomica e del sistema MAD (Mutual Assured Destruction). Memorabile.
Esempio raro e mirabile di lucida satira sulla Guerra Fredda e sulla strategia del terrore, girato in ambienti geometrici e claustrofobici (ad eccezione delle riprese aeree) e ricco di personaggi incredibili, fra cui svetta il sadico dottore di Sellers (un'inquietante amalgama fra Josef Mengele e Henry Kissinger). Tante scene da antologia. Il mio preferito tra i film di Kubrick.
MEMORABILE: "Mein Fuehrer! Io cammino!" e il finale sulle note di "We'll meet again".
Esilarante satira sulla guerra fredda diretta con gusto come solo Kubrick sa fare. Coraggioso per l'epoca. Ottimo Peter Sellers nei tre ruoli determinanti dell'improbabile presidente, del pazzoide Dr. Stranamore e del buffo Mandrake. Buona anche la prova di Sterling Hayden nel ruolo del generale guerrafondaio Jack Ripper, il cui nome rimanda a Jack the Ripper (Jack lo Squartatore). Un film che dà diversi spunti riflessivi.
MEMORABILE: Le telefonate del presidente a Dimitri!
I punti forti del film sono i dialoghi improntati ad una beffarda ironia, gli attori tra cui primeggiano Sellers e Scott e la magnifica cornice scenografica allestita per il Pentagono. Perde quota, come il B52, nel finale. Il momento migliore nei dialoghi della prima parte: la pazzia di Ripper, gli aviatori increduli, le spiegazioni imbarazzate dei generali al presidente, le segretarie invadenti, le telefonate con "Dimitri".
MEMORABILE: Le pin-up nella cassaforte dell'aereo, la telefonata della segretaria, l'ufficiale inglese nella cabina telefonica.
A tutto c'è rimedio, anche agli effetti di una guerra nucleare. Il miracolato dottor Stranamore ha la ricetta per salvare la specie umana: nelle miniere più profonde la vita sarà assicurata per robusti giovanotti che dovranno "lavorare" a ritmo sostenuto con 10 sane ragazzotte a testa per ripopolare il mondo di una nuova generazione post atomica. Pur ben interpretato da sicuri professionisti e da un Peter Seller in gran forma, il film, a parte alcune divertenti trovate, è noioso e non riesce mai a coinvolgere come Kubrick sapeva già fare.
Una satira pungente e cattiva che mette alla berlina e ridicolizza il potere militare e politico e allo stesso tempo mette in guardia dai terribili rischi della guerra atomica. Uscito in clima di guerra fredda e affidato all'estro di un istrionico Peter Sellers che si cimenta in ben tre ruoli diversi, questo film veicola un messaggio di forte pessimismo nei confronti dell'uomo: quando si ha il potere siamo come dei bambini capricciosi (e stupidi) e le armi sono soltanto dei giocattoli di cui vantarsi. Molte le scene memorabili.
MEMORABILE: Sicuramente lo sgancio della bomba cavalcata dal pilota del B-52 che indossa, programmaticamente, un cappello da cowboy.
Probabilmente il film di Kubrick che amo di più, secondo solo a Orizzonti di gloria. È nel confronto con i temi della pace e della guerra che il regista dà il meglio di sè, non a caso si riaffaccia spesso nella sua filmografia (Spartacus, Full Metal Jacket), forse perché è un grande scenario in cui vedere dimenarsi la fragilità umana, quella stessa fragilità che negli ultimi anni prenderà sempre più piede nella mente del regista, fino all'epitaffio di Eyes Wide Shut.
Ero un bambino negli anni ’70 e vedere in tv un film così (o il più diretto e drammatico A prova di errore) provocava più di una sottile inquietudine. Oggi probabilmente funziona meno da questo punto di vista: abbiamo ormai paura delle “bombe”, molto meno della “Bomba”. Resta però la grande galleria di personaggi di Sellers (su tutti il presidente) ed uno straordinario Scott. Bellissima la sala operativa che mantiene intatto tutto il suo fascino, molto meno gli scenari della base poco realistici.
MEMORABILE: Inevitabilmente Slim Pickens che cavalca la bomba come in un rodeo.
Splendida pellicola, a tratti geniale, sulla follia bellica e più in generale su quella umana, incarnate perfettamente da alcuni personaggi e da certe situazioni: il finale “atomico” vale più di mille parole. Diverte e fa riflettere grazie alla solida regia di Kubrick, ad una bella sceneggiatura (notevoli le telefonate tra il presidente americano e quello russo) ed alle memorabili interpretazioni di Peter Sellers (ex nazista col vizietto del saluto romano) e George C. Scott (anticomunista di ferro).
MEMORABILE: Le telefonate. “Gli si è girato il boccino”. Il saluto romano. Il finale.
Fortuna che la didascalia iniziale rassicura lo spettatore!!! Il film è divertentissimo e per me non è Sellers il piatto forte dell'opera, ma i due generali, sia il Capo di Stato Maggiore (Scott), che quel pazzo guerrafondaio fissato coi fluidi vitali. Eccellente pure la scena dello sgancio dell'atomica e quella finale, ma l'opera è più di intrattenimento che di arricchimento...
Film a prova di bomba! Ironico, divertente, appare come "parodia" della guerra fredda; in realtà si limita ad interpretare, non troppo liberamente, un'ipotetica situazione mondiale autodistruttiva. Memorabile Peter Sellers in vesti di triplice personaggio! Filmone di Kubrick, da annoverare tra i migliori del suo genere. Vedere per credere.
L'errore nucleare era un classico tema della Guerra Fredda: il bottone rosso premuto per sbaglio. Kubrick ci costruisce una folle commedia nera, cambiando continuamente ritmo e toni per rappresentare il fallimento del sistema di sicurezza perfetto. Perfetto, dice il regista, finché non si considera il fattore umano. Cast clamoroso, con Hayden e Scott perfetti militari folli e Sellers incontenibile (e tassativamente da godersi in lingua originale), autore tra l'altro di molte gag del tutto improvvisate. Se non fosse un Kubrick, varrebbe mezzo punto in più.
Terrificante commedia grottosca firmata Stanley Kubrick, passata alla storia per i tre ruoli interpretati da Peter Sellers. "Grazie" al doppiaggio italiano si perde un po' del trasformismo di Sellers (perché noi abbiamo usato tre attori diversi per adattare lo stesso interpretete in più guise), ma questo non toglie nulla al graffiante humour nero del film. Oltre all'attore inglese ricordo con piacere anche George C. Scott e Slim Pickens in ruoli perfettamente azzeccati per i due. Un film che è ancora oggi un vero pugno nello stomaco.
In piena guerra fredda Kubrick con ironia ed intelligenza mostra come poteva essere fallace l'istituto della deterrenza e come un'azione sbagliata dell'uomo poteva generare un olocausto nucleare. Impossibile non rimanere stupefatti dalla prova di Sellers, che regala due ore di estasi e nirvana allo spettatore. Tutto è calibrato magnificamente, e dopo l'ennesima visione mi è impossibile trovare un difetto. Capolavoro assoluto e super-cult personale. Divino.
Correva l'anno domini 1963: Kubrick alla regia, magnifica come al solito, Sellers un attore che vale per tre. Dimensione reale ed erotica sin dalla prima scena. Un lungometraggio bianco e nero pregiato che per comprenderlo a fondo bisognerebbe studiare i dinamismi politici fra URSS e USA. Satira sempre presente, americani e comunisti, vodka e sesso.
MEMORABILE: "Goldy, io mi sono fatto per lo meno quattro campagne elettorali, ma questa è la fesseria più grossa che abbia mai sentito".
Kubrick fa satira sulle forze politiche e militari in piena guerra fredda grazie ad interpreti azzeccatissimi. Il film vive infatti dei dialoghi, delle deliranti teorie e decisioni del generale Ripper, delle telefonate tra presidenti, dell'anticomunista generale Turgidson, del fanatico e folle Dottor Stranamore. Spettacolare critica alla guerra fredda dove ogni personaggio è perfetto nel rappresentare il proprio iperbolico delirio d'onnipotenza: generali, ambasciatori, presidenti, scienziati... Kubrick non risparmia nessuno!
Geniale commedia satirica puramente kubrickiana rappresentata sullo sfondo di un'ipotetico svolgimento della Guerra Fredda, che scherza sulla sorte di Russia e Stati Uniti. Sellers è un grande attore e le sue diverse interpretazioni non possono che confermarlo, da presidente a dottore. Stranamore. Fascistoide infiltrato nella Stanza della Guerra. Il bianco e nero è, come da standard per un fotografo come Kubrick, assolutamente amabile e caratterizzante. Ottime musiche.
Strabiliante, acutissima satira che Kubrick adopera per un film coraggiosissimo prendendo in causa i rapporti non proprio idilliaci tra USA e Unione sovietica. Ovviamente spiccata l’anima antimilitarista dell’assunto apologante, sempre costellato da punte di ironia al vetriolo di irriverente efficacia attaccando a spada tratta ambo le fazioni e i terzi incomodi (mitico il Dt. Stranamore nazistoide). Di commovente, superlativa presenza scenica il generale Turgidson e il presidente Muffley e le sue timide telefonate al compare Dimitri. Superbo.
MEMORABILE: Le prime spiegazioni del generale Turgidson al presidente Muffley, a dir poco impietrito.
Al di là dei meriti prettamente tecnici (bellissimo il bianco e nero di Gilbert Taylor) e del talento registico di Kubrick, il tanto acclamato pamphlet antimilitarista kubrickiano annoia a morte e il suo humor raffinato propende più alla narcolessia che al sogghigno. Pure Seller è odioso, quasi da Bagaglino ante-litteram, con il suo colonello Mandrake che è una pessima copia del Lionel Atwill del Figlio di Frankenstein. Dialoghi da sbadiglio perenne, personaggi detestabili e coinvolgimento prossimo allo zero. Sopravvalutatissimo e leggero come il marmo.
MEMORABILE: Slim Pickens che cavalca la bomba nel finale.
Kubrick dice la sua riguardo alla guerra fredda: contrapporre fanatici esaltati da una parte e inaffidabili beoni di Vodka dall'altra porta al disastro nucleare. Il tutto alleggerito da dialoghi divertenti e situazioni surreali. Sellers domina la scena, ma anche Scott se la cava egregiamente. Ottimo film ma non mi ha mai conquistato del tutto, forse per la presenza di qualche momento di empasse che lo rende poco lineare. Ineccepibile la fotografia: ogni inquadratura può essere un quadro a se stante.
MEMORABILE: Il comandante a cavalcioni sulla bomba; Le telefonate tra i due presidenti.
Grottesca tragicommedia dell'assurdo in cui, tra ufficiali inetti e generali guerrafondai, prende lentamente forma l'incubo postbellico. Rimane impressa grazie all'uno e trino Sellers (che gigioneggia con intelligenza) e alla surreale e disarmante ironia di cui è corroborata tutta la sceneggiatura (da antologia le telefonate col presidente russo). Certo è che si tratta pur sempre di un film di Kubrick e non manca quindi qualche lungaggine di troppo. Si ride a denti stretti e si riflette molto. Meritevole!
MEMORABILE: Le telefonate col presidente Dimitri; Il comandante che cavalca la bomba.
Mezzo secolo fa, in piena guerra fredda, Kubrick presentava questo capolavoro satirico non solo trattando grottescamente e con disinvoltura la più grande paura di quel periodo, ma persino mostrando come essa potesse divenire realtà e quanto fragile fosse l'equilibrio responsabile del destino dell'umanità. Ancora oggi a pensarci mi vengono i brividi per il terrore. Tutto ciò è accompagnato da una innovativa e impeccabile regia, una mirabile sceneggiatura che rende la pellicola molto coinvolgente e un formidabile e "trino" Sellers.
MEMORABILE: "Gentlemen, you can't fight in here! This is the War Room!"
Gustosissima commedia bellica che denuncia l'assurdità della guerra e soprattutto dimostra (in maniera esagerata sì, ma neanche tanto lontana dalla realtà) come per la pazzia di una sola persona può essere messa in gioco l'umanità intera. Eccezionali le performances di Sellers (alle prese con ben tre personaggi riuscitissimi) e di Scott. Dialoghi geniali, spesso improvvisati. Uno dei migliori film di Kubrick in assoluto.
MEMORABILE: L'ordine di sparare al distributore di coca-cola; I tic nervosi del Dr. Stranamore; La cavalcata della bomba; George Scott in tutte le sue mimiche.
Stupendo: Kubrick, come in tutti i suoi film, non si ferma alla storia ma è capace di far rielaborare pensieri e sentimenti in parallelo con la pellicola come un secondo film e come ogni suo film non lascia indifferente qualunque tipo di spettatore. Un Peter Sellers grandioso nella sua tripla figura. Da vedere e amare.
Strepitosa pellicola sulla minaccia della guerra nucleare ma anche (e soprattutto) sull'assoluta stupidità dei potenti, qui raffigurati alternativamente come folli privi di ragione e completi incompetenti con idee fuori dal mondo. Kubrick sceglie la strada della satira sottile e centra in pieno il bersaglio, quasi come fosse la bomba atomica del film. Memorabile la prova d'attore di Peter Sellers, impegnato in tre parti completamente diverse da loro. D'annata, ma ancora attualissimo.
MEMORABILE: Le conversazioni telefoniche tra il presidente americano e quello russo; Il braccio indipendente di Stranamore.
In ogni videoteca che si rispetti non può mancare il Dottor Stranamore, gioiello "leggero" del primo Kubrick, chiaramente ispirato alle vicende della guerra fredda. Peter Sellers è un protagonista perfetto e si immedesima alla perfezione nei tre diversi ruoli (il migliore, a mio parere, resta quello del Dottore del titolo), consegnandoci un prodotto non perfetto ma recitato ottimamente e diretto in modo impeccabile da Kubrick, abile a non far calare il ritmo. Memorabili i discorsi al Pentagono per un grande esempio di cinema.
Noioso fino alla morte, il film di Kubrick racconta con intellettuale ironia una ipotesi di guerra nucleare Usa - Urss facendo muovere sullo scacchiere supremo i personaggi chiave di un conflitto mondiale improvvisato: presidenti, generali, premier, colonnelli. Beffardo e sarcastico, fa riflettere come pochi, regalandoci un cocktail raffinato ma troppo poco amabile.
Un Kubrick di oltre mezzo secolo fa che affronta la guerra fredda con ironico cinismo. Da un lato non si può non restare ammaliati dalla sagacia delle singole battute, dall'altro si subiscono momenti estremamenti lenti, che in altre sue opere sono avvalorati e superati da trovate mirabolanti, mentre qui si fatica. Stranamore ruba la scena a tutto il resto dei personaggi ma a sua volta è un'efficace pezzo della scacchiera e nulla più. Kubrick umilia le grandi potenze ma esce senza tripudi dalla tenzone.
Il mio Kubrick preferito. Certo non ha la regia visionaria di 2001, Arancia meccanica o Full metal jacket, ma riesce a far ridere come la migliore delle commedie e allo stesso tempo a fare una critica politica spietata come un film di Costa-Gavras. Memorabili le scene dell'aereo che vola sotto al motivetto di "When Johnny comes marching home", con il pilota che scatena la fine del mondo entusiasta come se stesse partecipando a un rodeo. Il finale è a sé stante, una danza macabra di una poesia infinita, tragicomica e squisitamente apocalittica.
MEMORABILE: King Kong che scende con la bomba; Le telefonate; Il dottor Stranamore negli istanti finali.
Kubrick mette in scena una farsa memorabile, i cui attori sono psicopatici o prigionieri di paranoie, false credenze e ottusità da burocrazia militare. La Guerra Fredda è un riferimento temporale solo occasionale: gli uomini sono strutturalmente dominati solo da egoismo e pulsioni animalesche tanto da progettare un nuovo sterminio futuro mentre assistono (inerti) a quello presente. Va da sé che ogni nazionalismo è una finzione buona per sublimare tale realtà. Grande Scott, grandioso Sellers.
Kubrick esprime il suo pessimismo sull’umanità e il suo scetticismo sulla deterrenza armata, sistema tutt’altro che a prova d’idiota, attraverso una satira esilarante (fin dai nomi dei personaggi) e spesso geniale ma nerissima, con dialoghi e situazioni surreali che, oltre a far ridere, suscitano riflessioni pesanti. Grande prova per Peter Sellers, protagonista assoluto impegnato in ben tre ruoli e per i solidi Scott, Hayden e Wynn.
MEMORABILE: Il tic al braccio del Dottor Stranamore; Il distributore di Coca Cola; “King Kong” a cavallo della bomba; “Mein Fuehrer, io cammino!”
Stranamore dimostra come il Maestro fosse in grado di realizzare film che, pur restando su temi, tutto sommato, seri e gravi, riuscissero a divertire; merito anche della strepitosa prova di Peter Sellers, nei panni del folle scienziato (ex) nazista, del compassato Presidente USA e del razionale colonnello inglese. Ma non vanno dimenticate nemmeno le performance di Scott e Hayden. Nonostante il trascorrere degli anni, la pellicola mantiene la sua carica di ironia e, purtroppo, di attualità. Imperdibile.
MEMORABILE: I dialoghi surreali tra il Presidente USA e quello dell'URSS; Il delirio sui fluidi di Ripper; L'illustrazione del folle piano di Stranamore.
Una commedia nera sul tema della paura nucleare girata in piena guerra fredda. Quasi una parodia di film come A prova di errore e Sette giorni a maggio (usciti tutti e tre lo stesso anno). Kubrick è uno di quei registi poco affini alla comicità e il film affonda in un grottesco humour di stampo british, il che significa troppi dialoghi e poche risate. L’ambientazione claustrofobica penalizza le visionarietà del regista. Le doti mimetiche di Sellers sono fuori discussione ma la sua triplice interpretazione non va oltre la macchietta e non vale certo quella di Quilty in Lolita.
MEMORABILE: La triplice interpretazione di Sellers; Pickens a cavallo della bomba.
Satira politica eccezionale, commedia pungente in cui Kubrick appare più slanciato del solito regalandoci una perla del genere. In più un cast davvero perfetto, nel quale spicca un meraviglioso Sellers che, al massimo delle sue potenzialità, interpreta tre personaggi differenti cruciali nell'opera. Iconiche le scene nel Pentagono e quella del dottore tedesco con i suoi strascichi nazisti. Notevoli le scene in aereo, che regalano al film anche qualche buon momento di tensione. Perla del cinema che tratta del conflitto USA-Russia.
Folgorante commedia bellica che scopre una volta per tutte la totale assurdità, la patetica follia e la tragica ironia che hanno definito gli anni della guerra fredda. L'umorismo di Kubrick, finissimo e caustico, trova la via più agevole nella demolizione delle figure di rilievo della politica internazionale e delle istituzioni militari, ridotte a paradossali caricature bambinesche e protagoniste di sketch sinceramente esilaranti (le telefonate fra il presidente e il premier sovietico). Cast da applausi con la triplice performance di Sellers, ma soprattutto un grande George C. Scott.
MEMORABILE: Le teorie del complotto "idriche" di Jack Ripper; L'inviolabile distributore di Coca Cola; La cavalcata della bomba; L'autostrangolamento del dottore.
Si può ridere della bomba atomica? A quasi sessant'anni dalla sua uscita, la visione di questo capolavoro può essere un buon test per la sua capacità di essere allo stesso tempo angoscioso e divertente. Merito di una sceneggiatura di ferro e dell'incontro tra il genio registico di Kubrick e il talento trasformista di Sellers, qui impegnato in una travolgente interpretazione multipla ben sostenuta dal resto del cast. Epilogo straordinario, ferocemente folle.
MEMORABILE: Il braccio che scatta in automato; La cavacata verso l'epilogo; La colonna sonora delle scene finali.
Forse il film più sopravvalutato di Stanley Kubrick. Attenzione, questo non vuol dire che manchino tante note di interesse e che non vi siano intuizioni geniali nel criticare la follia dell'esercito e dell'arte militare in generale. Ma tra una genialata e l'altra bisogna passare spesso attraverso minuti di grande noia, poco interessanti o in cui il tutto si ripete stancamente. Peter Sellers ai suoi massimi nelle sue tre parti, si conferma straordinario attore comico (e attore in generale), ma il suo carisma avrebbe meritato altra sceneggiatura. Kubrick ha fatto nettamente di meglio.
Ancora attuale, ahinoi, a distanza di sessant'anni. Basterebbe questo per descrivere la grandezza del film, impreziosito da una dissacrante ironia sul mondo bellico e dalle prove di Sellers, Scott e Hayden (quest'ultimo impagabile nei suoi deliri complottisti). Peccato però per un ritmo calante nel finale e per una certa difficoltà nel legare le varie parti del film, tra le quali spicca quella ambientata al Pentagono, abbastanza tragicomica. Contenuto ma delizioso il contributo di Stranamore.
MEMORABILE: I sigari del generale Ripper; Il dottor Stranamore e il suo "tic" al braccio destro.
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Il nome della base sovietica obiettivo del bombardiere americano è "Laputa", lo stesso nome che Jonathan Swift usa per designare l'isola della sapienza ne I viaggi di Gulliver (Invito al cinema di Kubrick, R. Eugeni).
HomevideoGestarsh99 • 11/12/11 00:53 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Sony Pictures:
DATI TECNICI
* Formato video 1,66:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio Dolby TrueHD 5.1: Italiano Inglese Tedesco
* Sottotitoli Italiano Inglese Tedesco Turco
* Extra Documentari
Interviste
Peter Sellers e il Dottor Stranamore
La guerra fredda - Modalità interattiva Picture in Picture con fatti e curiosità
DiscussioneAlex75 • 27/04/18 17:25 Call center Davinotti - 710 interventi
Zender ebbe a dire: Pigro ebbe a dire: Caesars ebbe a dire: "A prova di errore" di Sidney Lumet (stesso anno e stesso argomento trattato, film che io, forse unico al mondo, preferisco nettamente a questo di Kubrick)
Sbagliato! Ci sono anch'io: 3 pallini e mezzo al Dottor Stranamore e 4 pallini a A prova di errore. Qui Kubrick è notevolmente estroso, ma là Lumet è davvero grandioso! Pure io preferisco A prova di errore (ottimo pure il remake, per quanto mi riguarda) eh (pur stimando molto pure Stranamore). Sei in buona compagnia, Caesars :)
Considero questo film uno dei capolavori assoluti di Kubrick, che qui dimostra la rara dote di saper trattare argomenti tragici (o potenzialmente tali) attraverso registri comici senza far scadere il tutto in farsa. Il film di Lumet non lo conoscevo prima di aver letto i commenti su questa pagina; lo metto senza indugi nella mia lista di prossime visioni, sia per l'argomento che per il nome del regista, che stimo molto.
Alex75 ebbe a dire: Il film di Lumet non lo conoscevo prima di aver letto i commenti su questa pagina; lo metto senza indugi nella mia lista di prossime visioni, sia per l'argomento che per il nome del regista, che stimo molto. Non te ne pentirai, forse meno virtuosistico rispetto a Stranamore ma con più ritmo.
Capannelle ebbe a dire: Alex75 ebbe a dire: Il film di Lumet non lo conoscevo prima di aver letto i commenti su questa pagina; lo metto senza indugi nella mia lista di prossime visioni, sia per l'argomento che per il nome del regista, che stimo molto. Non te ne pentirai, forse meno virtuosistico rispetto a Stranamore ma con più ritmo.
e anche più angosciante...
DiscussioneRaremirko • 30/04/18 21:56 Call center Davinotti - 3863 interventi
Si, A prova di errore di Frears è davvero un ottimo film remake, pure di matrice televisiva, udite udite.
HomevideoRocchiola • 24/09/19 12:28 Call center Davinotti - 1281 interventi
Ottimo prodotto adeguatamente rimesso a nuovo sotto il profilo dell'immagine proposta in un esaltante bianco-nero d'annata. Audio italiano discreto chiaro ma un po' bassino.