Seconda variazione sul tema della old dark house firmata William Castle (che qui co-produce con la Hammer). Il tocco di Castle si vede e riesce a creare un ottimo film, molto ironico, con interpreti molto in parte. Spicca su tutti Robert Morley. Ogni personaggio è ben caratterizzato e il finale fa sorridere. Un'ottima black-comedy insomma.
MEMORABILE: Quando il protagonista sale e la ninfomane dice: "dove si va?". Lui: "Nelle nostre stanze". Lei: "oh che bello!!!"
Rifacimento del film di Whale su cui però il regista Castle innesta una componente comica e farsesca tipica del regista e di certe pellicole dell'epoca. Peccato che in questo modo la tensione presente a piene mani nell'originale vada a farsi benedire nonostante ci sia un meccanismo giallo che si rivela però abbastanza loffio. Tra l'altro il tipo di comicità è di quelli che ad alcuni spettatori non strappano una risata che sia una. Non male il cast. Personalmente l'ho trovato quasi inguardabile.
Non memorabile ma tuttavia digeribile tentativo di horror buffo della one-man factory di William Castle, del quale continuo a preferire la produzione più prettamente thrilling. Qui infatti il gioco troppo scoperto del remake parodistico alla lunga sfilaccia la trama, allungando la brodaglia a scapito di un gusto dell'understatement altrove meno esibito ma più ficcante. Gli stessi interpreti pur discreti (Morley su tutti) sembran usciti da un qualche seriale prodotto televisivo, "sporcando" la bella plasticità cinematografica della pellicola. Tirato!
Remake molto differente dall'opera di Whale in quanto, oltre al colore, la componente ironica predomina sul testo horror fagocitandolo. Castle ha però uno spiccato senso del grottesco, riesce a dirigere un piccolo gioiellino reso tale da scenografie curate e attori strepitosi, sui quali predomina l'irresistibile Tom Poston, interprete principale dotato di notevole vis comica. Da manuale la presenza nel maniero di personalità eccentriche con punte di geniale sarcasmo nella figura del costruttore dell'arca. Pioggia e sottili risate ad abundantiam.
MEMORABILE: I continui danni all'auto provocati dalla troppa attenzione di Tom, culminanti nella caduta della statua di fianco al cancello.
Assassinii a eliminazione dentro le spesse mura di un vetusto castello, dove regnano la polvere e il disordine. Castle si riappropria di un vecchio film di trent'anni prima costruendo una storia comica, con tanto di situazioni e battute che fanno ridere. L'elemento horror rimane così inascoltato, nonostante le lugubri componenti scenografiche utilizzate: candelabri, mannaie, lance, bare e quant'altro.
L'incontro tra William Castle e la Hammer non dà certamente i risultati eccezionali sperati. Aggiungiamoci anche che nella sigla iniziale si possono ammirare i disegni di Charles Addams (creatore della celebre famiglia Addams) e la delusione è ancora di più accentuata. E' comunque un discreto film, dalla trama che oltre a essere il remake di un film di James Whale è ispirata anche a “Dieci piccoli indiani”. Tra gli attori spicca Robert Morley.
Remake per modo di dire dell'omonimo film di Whale (in realtà l'introduzione di un intreccio da murder mystery, fra eredità e omicidi in sequenza, lo rende più simile a una rimasticatura de Il castello degli spettri), probabilmente invecchiato peggio dell'originale. Nonostante la cooperazione della Hammer, il buon Castle fallisce nel cogliere fascinose atmosfere gotiche, limitandosi a inscenare una banale commediola gialla che neanche riesce a far ridere: più che a vere gag si assiste agli strani comportamenti dei personaggi, in una sequela di scenette che stanca presto. Evitabile.
MEMORABILE: La ciotola con l'acido; Il cadavere sorridente con i ferri da maglia infilzati nel collo; L'arca di Noè con tanto di animali (!); Orologi e dinamite.
Una mano pelosa verga il nome del celebre fumettista Charles Addams, autore del cartoon d'apertura; è l'indizio del tono farsesco di questa commedia macabra. L'indole caciarona americana della Columbia, si amalgama al contegno british della Hammer, un po' come ne "Il fantasma di Canterville" di Oscar Wilde; ne nasce un curioso giallo d'impronta funerea, ben confezionato, a tratti divertente ma troppo composto nella sua causticità; prevale un sottile humor nero non troppo cattivo. L'apertura faceva pensare a uno sviluppo più brillante, originale e incisivo.
MEMORABILE: L'abito puntuto di Miss Morgana; La bandiera che cala automaticamente a mezz'asta ad ogni omicidio; Il sorriso post-mortem di Zia Agata.
Povero sventurato viene invitato in un castello dove rischia di fare una brutta fine. Di manieri zeppi di trappole, individui sinistri e morti surreali (nel caso specifico la trovata più riuscita, insieme al simpatico epilogo movimentato) ne abbiamo visti altrove e di meglio, per cui l'esito complessivo di questa pellicola (che fa il verso agli horror dedicati alle case maledette) non può che essere mediocre; peccato, perché alcuni dialoghi sono riusciti e il cast è convincente (un po' meno il protagonista, Tom Poston, il quale ha qui una mimica facciale ripetitiva e monotona).
È una black-story e una commedia degli equivoci, un esercizio di stile scenografico e un trionfo di esagerate psicologie: è costruito su nette dicotomie, questo remake, che vede una parata di personaggi duplici e meravigliosamente sovraesposti dimenarsi in un pied-à-terre di decadente bellezza. L’accoppiata Hammer/Castle non poteva partorire “ibrido” migliore. Perfetti gli interpreti, Robert Morley e Mervyn Johns su tutti. Atmosferico.
Più che l'omonimo film di Whale, quest'operina di Castle ricorda per certi aspetti uno dei primi film di Pupi Avati, ma resta un filmetto né carne né pesce che, a dispetto delle apparenze e della tetra location goticheggiante, è lontanissimo dal classico filone imperniato sulle case maledette. Nonostante l'intento dichiaratamente parodistico e al di là di qualche trovatina abbastanza simpatica, non fa mai ridere ed è ovviamente nullo sul piano della tensione. Discreta la prova degli interpreti ma su un copione che gira a vuoto.
MEMORABILE: L'arca di Noè allestita da uno degli abitanti del castello.
Innocua commedia giallo/rosa, spensierata e divertente, in cui l'ironia è ovunque. Azzeccata la location del maniero "tenebroso" e apprezzabile l’atmosfera leggera e disinvolta nella quale avvengono i “terribili” delitti. Il colpevole salterà fuori alla fine, ma è l’aspetto che forse meno interesserà lo spettatore. Film vecchia maniera, magari non irresistibile ma con il suo buon ritmo e alla fine con il suo marcato perché. Scacciapensieri per tutti e per tutti i gusti.
MEMORABILE: Lei lo "tampina" e lui fugge; La cravatta nell'acido; Il padre "apprensivo".
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Il film andò in onda il 26 giugno 1976 alle ore 22 su Tv Svizzera, come segnalato su TV Sorrisi e canzoni n.25/1976.
Fonte Prestigiosa Collezione Cartacea Markus.