Cupissimo e senza speranza. Un ottimo Hitchock prima maniera, che può avvalersi dell'eccellente performance di Oscar Homolka nei panni di un terrorista che non ha scrupoli nel sacrificare il figlio di un'amica per raggiungiere il proprio scopo. Bellissimo e ricco di tensione.
Tra le prime prove di Hitchcock è forse la più geniale per il taglio sperimentale della narrazione. Il film manda all’aria il galateo del buon film di successo (perciò il regista stesso non lo amò, a posteriori) con una morte poco accettabile da parte del pubblico normale. Pubblico che si ritrova, nella scena-madre, grazie al paradosso narrativo, a sperare ardentemente che avvenga una strage di innocenti e alla fine che la verità venga nascosta: Hitchcock sperimenta il ribaltamento dei sentimenti degli spettatori, mostrandosi già gigantesco.
Nel periodo inglese del grande regista è una delle prove migliori, dalla trama lineare ma sapientemente orchestrata con alcune sequenze di grandissima tensione. Tutto il percorso del ragazzino con il pacco bomba in mano è magistrale e sfrutta il meccanismo dell'attesa che Hitchcock riproporrà più e più volte. Bene anche il cast, con un'efficace Homolka e l'empatica Sidney. Da non perdere.
Pellicola che va a collocarsi nel periodo "sperimentale" del maestro del brivido, nel quale la priorità era concessa all'ideazione e alla realizzazione di "forme", più che alla coerenza di fondo. Il protagonista agisce per l'appunto senza motivazioni convincenti, o meglio senza che gli intenti accennati siano minimamente equiparabili alle necessità. Le direttive provengono da un'entità fumosa e fungono da collante tra una folgorazione creativa e l'altra (l'acquario "cittadino" che esplode, il percorso del ragazzino...). Necessario. ***
Una delle prime prove di grande valore di Hitchcock in cui il maestro mostra oltre al
talento, una grande personalità. La sceneggiatura, infatti, è molto coraggiosa almeno
in due punti (non solo in quello più eclatante ma anche nel finale) che risultano entrambi (per l'epoca) difficilmente accettabili. Inoltre mostra già di conoscere alla perfezione i meccanismi della tensione: la scena della "bomba a spasso" è notevole, così come quella in cui la protagonista brandisce un coltello da tavola per...
Non un capolavoro ma molto bello.
MEMORABILE: "La bomba a spasso". La Sidney che taglia la carne e...
Insieme a Il club dei 39, per motivi in qualche modo contrapposti, il mio english Hitch favorito. Laddove nel primo il regista raggiungeva straordinarie vette di elegante leggerezza drammatica, qui comprime la tensione in un crescendo di plumbea morbosità. Inoltre, misurandosi con un titano come Conrad, il gran Maestro offre un gran saggio di necessaria infedeltà cinematografica al testo di partenza, mantenendo tuttavia intatta la contraddittoria problematicità del romanzo. Forse l'unico film di Hitch in cui si parla di "cinema". Intensa la Sidney, Homolka inquieta.
MEMORABILE: La scena dell'oblò con la vasca dei pesci che diventa sorta di sfera nella quale "vedere" gli effetti di un attentato su Londra.
Intorno al progetto di un attentato si snoda uno dei migliori film della prima parte (il periodo inglese) della carriera di Alfred Hitchock. Il regista trova in Oscar Homolka un eccellente protagonista, dimostrando di governare in modo ottimale la tensione che presenta un "crescendo" di grande livello. Colpisce inoltre l'ambientazione e in generale il senso di pessimismo cupo che pervade la vicenda.
Il realismo quotidiano della Londra grigia e anonima degli Anni Trenta probabilmente già minacciata con sabotaggi dalla potenza mostruosa del nazismo, il sogno e l’incubo di un’uxoricida e del suo rapporto tormentato con il coltello come arma del delitto... Il cinema di Hitchcock, tra tardo espressionismo e verismo, diventa cosciente del pericoloso potere delle immagini e azzarda l’inimmaginabile: far morire un bambino innocente con una bomba e spingere gli spettatori a desiderare una strage (in un cinema!) per impedire la scoperta di un omicidio.
Un Hitchcock non ancora all’apice della carriera, ma che lascia intravedere chiaramente le capacità di cui dispone; siamo, infatti, alle prove generali di quello che troverà compimento di lì a poco oltreoceano. Sa già perfettamente come instillare la tensione e ammaliare lo spettatore con riprese sontuose mai lasciate al caso e limitando al minimo i vuoti narrativi. Discrete le interpretazioni del cast (in particolare il viso gelido e inquietante di Homolka funziona benissimo). La durata è breve, ma non per questo ne risente in qualità.
Ansie e paranoie prebelliche convivono in questa pellicola dal carattere sentitamente ansiogeno a suo modo decisiva perché in essa Hitchcock (oltre a sperimentare con successo vari gradi di tensione) profetizza modi e caratteristiche dell'odierno (e passato) terrorismo: 1) Il nemico è tra noi e può nascondersi dietro gli innocenti panni di un venditore di gabbiette per uccellini o dietro le movenze del gestore di un cinema. 2) Gli ordini giungono dall'alto, da un'entità probabilmente politica (e qui abbiamo forse a che fare con un faccendiere nazista).
L'epoca del muto è finita, una nuova supremazia del gusto si è instaurata ma è come se la sua preziosa aura permanesse, ai limiti dell'ineffabile, in questo spionistico del maestro Hitchcock. Spionaggio, ma anche melodramma cupo, ambiguo, dove Cupido veste un mantello nero. La fluidità narrativa è rimarchevole; aleggia, poi, quel non so che in cui si produce lo scarto dalla norma. Il meccanismo capace di tenere l'animo (e la percezione figurativa) in sospensione emotiva ha i crismi dell'inesorabile. L'interpretazione di Oskar Homolka è da antologia (e il suo sguardo resta impresso).
Il proprietario di un cinema, in apparenza rispettabile, è in realtà un agente segreto che organizza sabotaggi e attentati a servizio di una potenza straniera all'insaputa della moglie e del giovanissimo cognato... Da un bel romanzo di Conrad, Hitchcock dirige uno dei migliori film del suo primo periodo londinese, grazie a una storia avvincente e una gestione della tensione che trova il suo culmine nelle sequenze precedenti l'attentato. Ben scelto il cast, che contrappone il massiccio Oskar Homolka, inquietante con la sua ambigua opacità, alla fragile Sylvia Sidney, moglie ignara.
Ancora siamo lontani dai grandi capolavori del regista inglese, eppure in questo bel thriller già si vede la futura sapiente mano di Sir Alfred nel dirigere gli attori e soprattutto nel distribuire autentiche perle di tensione. Ovviamente è inevitabile che una pellicola del 1936 sia un po' invecchiata oggi e la vetustà si avverte sempre, ma è di sicuro una vecchiaia piena di fascino. Molto buono il cast, che regge bene il gioco tensivo proposto dal regista. Anche il ritmo tutto sommato scorre, pur con qualche intoppo. I fan di Hitchcock molto probabilmente apprezzeranno.
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Formato video 1,33:1
Formato audio 2.0 Mono Dolby Digital: Italiano Inglese
Edizione restaurata
Documentario "Gli esordi di Hitchkock"
"Il Declino" Edizione restaurata da negativo 35mm
Galleria fotografica
A chi avesse apprezzato questo film (ambientato negli anni di poco precedenti la seconda guerra mondiale e che analizza le manie degli inglesi riguardo al futuro conflitto) consiglio di procurarsi il bel libro di Orwell "Una boccata d'aria" (1938). In esso il protagonista si sofferma a riflettere sulla vulnerabilità dei quartieri londinesi in caso di un attacco aereo. Profetico!