Diretto dal grande John Huston, è la storia di una folle (nelle intenzioni) missione bellica condotta da un avventuriero alcolizzato e una zitella a bordo di un'imbarcazione che percorre un grande fiume africano. Prototipo del classico film d'avventura, presta però molta attenzione alla psicologia (e all'atipica love story) dei due personaggi interpretati da due attori di grande spessore (Bogart e la Hepburn); il continente africano sullo sfondo viene utilizzando evitando i clichè da cartolina e questo è un ulteriore merito del film.
L'espediente drammatico è quello, sempreverde e di sicuro effetto: due estranei caratterialmente incompatibili, una situazione di forzata promiscuità, pericoli esterni a gogò, prove da superare... divertimento assicurato! La convivenza dell'etilico lupo di fiume Charlie e della puritana Rose, a bordo della bagnarola Regina d'Africa, in fuga dal piombo tedesco tra coccodrilli, insetti, cascate e sabbie mobili è foriera di una guerra privata e di un romantico armistizio. Un'avventura sotto costante minaccia di morte, eppure... quanto humor!
MEMORABILE: Quando, finalmente, l'odiosa nave da guerra degli odiosi tedeschi esplode schiantandosi contro il relitto della Regina d'Africa! E vaiii...
I tedeschi non lasciano in pace Bogey nemmeno nel cuore profondo dell'Africa nera: stavolta Houston lo tramuta in un marinaio d'acqua dolce, con un debole per Mr. Gordon, che prova a sfuggire ai sudditi del Keiser. Lo accompagna la Hepburn con la quale nascerà un gioco risaputo, ma non per questo meno gentile, che sfocerà nell'amore. L'ottima mano di Houston si vede sempre e i due attori danno vita ad interpretazioni in linea con i parametri del tempo: e sì perché 60 anni per un film non sono pochi ma "La regina" si fa sempre guardare con piacere.
MEMORABILE: La Hepburn chiede a Bogey di voltarsi perché sta uscendo dall'acqua... in vestaglia: che classe!
Nel 1914, in una colonia africana sotto il dominio tedesco, la sorella di un missionario inglese si mette in testa di dare il proprio contributo allo sforzo bellico, coinvolgendo nell'impresa il riluttante proprietario di uno scalcinato battello... In un mix fra avventura e romantismo, la zitella bacchettona Rose e l'ubriacone zozzo Charlie declinano l'assioma dell'attrazione degli opposti con umorismo e tenerezza, resi indimenticabili dai loro splendidi interpreti. Grande divertimento e un epilogo in chiave favolistica che stampa il sorriso sul volto anche all'ennesima visione.
MEMORABILE: Rose versa nel fiume il contenuto delle bottiglie
Due anime sole e sperdute in Africa si incrociano e ne attraversano di cotte e di crude, proprio come succede a chiunque di noi, con l'aggravante di una guerra che non conosce pietà alcuna. John Huston dirige un film che sarà leggendario, mescolando sapientemente humour e tragedia, buone maniere e selvaticume, riuscendo a trovare un incontro e un equilibrio perfetti; proprio come lo sono Bogie e la Hepburn. Classico senza tempo.
MEMORABILE: L'attacco delle sanguisughe e il loro distacco grazie al sale sparso sulla pelle.
La sua spuria eccentricità (quell'ambiguo mélange tra film d'avventura e screewball comedy) lo rende ancor oggi una visione moderna, meno sagomata rispetto ad altri certamente più alti ma meno coinvolgenti capolavori di Huston. E in effetti il sincretismo tra narrativa d'azione (certi inserti realistici tra National Geographic e un Tarzan qualunque), brezza conradiana e sfacciate allitterazioni buñueliane lo rendono per lunghi tratti irresistibile. Hepburn e Bogey palesano una intesa e una naturalezza tali da interdire la soluzione di continuità tra recitazione e veridicità. Regale.
Divertente avventura impreziosita dal carisma dei due divi, perfettamente affiatati e calati molto bene nelle rispettive parti. Huston filma benissimo gli scenari africani ed è palpabile il senso di precarietà della folle impresa dei due protagonisti. C'è molta ironia che ravviva qua e là un ritmo non più verde, nonostante il film non sia poi invecchiato malissimo. Bella la fotografia a colori. Notevole.
Celebre commedia avventurosa tutta giocata sul contrasto tra i due protagonisti: una Hepburn zitella bigotta e un Bogart rude ubriacone. Divertente pausa leggera per il duro e indisponente Huston. Però il peso degli anni si fa sentire, a partire da una recitazione obsoleta che manca di spontaneità, per non parlare dell’improvvisa e melensa svolta romantica. Restano le belle riprese africane dal vero in parte penalizzate da alcune posticce ricostruzioni in studio con utilizzo di fondali palesemente finti. Da questo regista ci si aspettava un tono più realistico e meno sdolcinato.
MEMORABILE: L'attacco delle zanzare; Bogart ricoperto di sanguisughe; La Hepburn che svuota nel fiume le bottiglie di gin di Bogart.
Vacanza collettiva per John Huston e per i suoi attori Humphrey Bogart e Katherine Hepburn, che immaginano una stravagante storia d'amore e d'azione nell'Africa coloniale di inizio Novecento, quando la Germania aveva ancora delle colonie. Il professionismo c'è tutto, ma c'è anche una certa staticità e la sensazione che si dovesse fare il compitino per giustificare, appunto, la vacanza esotica.
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DiscussioneDaniela • 24/04/16 09:37 Gran Burattinaio - 5944 interventi
La lavorazione del film, resa assai complicata dal fatto di essere girato in Africa in difficile condizioni ambientali, è stata descritta liberamente da Peter Viertel, che aveva collaborato con John Huston e James Agee alla sceneggiatura. Nel romanzo Cacciatore bianco, cuore nero vengono infatti raccontate le riprese di un film girato in Africa, durante le quali il regista sembra però più interessato alla caccia all'elefante che a portare a termine l'opera.
Il romanzo di Viertel è stato a sua volta portato sullo schermo da Clint Eastwood nel 1990 nel film omonimo.
* Durante le riprese, un Bogart alticcio e irascibile venne spesso alle mani col regista, uscendone regolarmente sconfitto in una mossa data la stazza e la forza di quest'ultimo.
* Tutta la troupe e l'intero cast, a eccezione di Bogart e Houston, si ammalò di una tremenda dissenteria, e dovette recitare ammalato e indebolito. La Hepburn fece mettere un secchio appena fuori dal campo visivo della mdp e tra un ciak e l'altro correva a dare di stomaco.
(Fonte: Justin Bowyer, Comversazioni con Jack Cardiff all'interno del volume Art, Light and Direction in Cinema)
In blu ray per A & R Productions, disponibile dal 23/02/2024
HomevideoRocchiola • 29/04/24 10:33 Call center Davinotti - 1318 interventi
Il bluray della A&R ha utilizzato certamente il master del BD americano che è eccezionale. Immagini perfette, pulite e nitide, dall'ottima definizione soprattutto se si pensa all'età della pellicola. A livello visivo è forse la miglior resa che ho visto finora per un film in technicolor di quest'epoca. L'audio italiano è discreto ma un pò chiuso e ovattato, soprattutto se confrontato con quello originale inglese che appare più potente e chiaro. Ovviamente mi pare doveroso precisare quando si parla dei BD della A&R, che si tratta di un disco BD-R masterizzato e non stampato in fabbrica !!!