ln anni in cui la guerra fredda e il terrore per le bombe termonucleari sono al costante centro dell'attenzione, Sidney Lumet dirige con encomiabile realismo uno dei più feroci e cinici attacchi alla corsa agli armamenti, illustrandoci uno dei tanti gravissimi scenari possibili. Ci vuole un po' per entrare nel vivo dell'azione, ma quando ci si entra si viene catturati fino alla conclusione senza poter riemergere da uno stato di crescente preoccupazione. Senza dover usare troppi esterni (tanto che l'ottimo remake di ventisei anni dopo verrà girato interamente negli studi della CBS, in diretta!), tra quattro mura...Leggi tutto e qualche poca spettacolare ripresa aerea, FAIL SAFE fa leva su di una sceneggiatura di ferro (dal romanzo di Eugene Burdick e Harvey Wheeler) che sa come rendere drammatica la situazione in atto. Al resto pensano uno straordinario Henry Fonda nel ruolo del Presidente degli Stati Uniti (indimenticabili le sue telefonate al premier russo affiancato da un eccellente Larry Hagman - ovvero il J.R. di DALLAS! - nella parte del traduttore simultaneo) e un cast che sa valorizzare al meglio l'estrema seriosità con cui è condotta l'operazione. Basta poco, ci viene detto, per trasformare un banale errore informatico in tragedia, e sulla cosa è bene riflettere: affidare tutto ad un computer è sconsigliabile... e non è detto che tutto si risolva sorridendo come accadrà in WARGAMES. Con estrema semplicità, i dialoghi e le facce giuste (il cinismo di Matthau è esemplare) si può fare un grande film.
Nel 1964 la guerra fredda era in un periodo molto "caldo" (perdonate il gioco di parole), prova ne sia che in quell'anno uscirono due film dal tema molto simile: Il dottor Stranamore di Kubrick e questo "A prova di errore" di Lumet, che ne è la versione più seria e cupa. Ancora una volta il regista americano si conferma eccellente nello sfuttare le doti degli attori a sua disposizione e Henry Fonda ci regala una delle sue interpretazioni più convincenti. Per due ore si rimane col fiato sospeso fino a giungere allo splendido e amarissimo finale. Imperdibile.
Notevole opera di Lumet che, come nel suo esordio-capolavoro La parola ai giurati, inserisce nel cast, che ha Henry Fonda (davvero ottimo) come stella principale, il grande Ed Binns. C'è, in una parte per lui inconsueta, Walter Matthau, che, cinico, vuole sfruttare il momento. Il film tiene avvinti fino al termine, in cui avviene, per decisione del presidente statunitense, qualcosa di esagerato. Forse, però, non lo è. Da non perdere.
MEMORABILE: Il dialogo fra il pilota e la moglie, che lo supplica di non proseguire nella missione.
Il personaggio più affascinante è quello del professore: all'inizio schiaffeggia una ragazza che ubriaca annuncia che la guerra è bella dicendole "siamo di due specie diverse noi due". Poi però, sulla base dell'errore causato da un guasto tecnico, è quello che più "razionalmente" e cinicamente incita alla distruzione dei sovietici solo perché "i comunisti sono i nostri nemici peggiori", accusandoli di essere macchine. Ma le vere macchine sembrano essere soprattutto i piloti americani.
MEMORABILE: Il telefono dell'ambasciatore a Mosca che fischia. Le tensioni nelle basi USA e sovietiche mentre parlano al telefono.
Cosa potrebbe accadere se per lo sbaglio di un computer, a prova di errore, rischiasse di scoppiare la terza guerra mondiale? Film eccezionale da piena guerra fredda che può contare su una sceneggiatura di ferro che tiene altissima la tensione dello spettatore letteralmente fino all'ultimo secondo. Splendidi gli attori con una citazione di merito per il solito stratosferico Fonda. Finale assolutamente da brividi. Un film che ancora oggi dovrebbe far riflettere. Da vedere e rivedere.
Lumet consegna alla storia del cinema un altro capolavoro immortale, che ancora oggi riesce a mettere una certa tensione (immaginatevi in periodo di guerra fredda!!!). Angosciante, ben realizzato, con ottime ricostruzioni psicologiche dei personaggi. Lodevole tutto il cast: Henry Fonda presidente, Walter Matthau cinico consigliere, Fritz Weaver al suo primo ruolo che dà di matto, Hagman traduttore del presidente. Inaspettato e ricco di tensione il finale.
Un errore, e il sistema di armamenti della guerra fredda "a prova di errore" rischia di innescare automaticamente una guerra nucleare tra USA e URSS. Bellissimo film, in cui l'imminente apocalisse passa tutta attraverso i volti e le voci dei politici in un serrato dialogo drammatico che crea una fortissima suspense. È l'umanità dei personaggi a risaltare in modo straordinario, proprio quando l'Umanità sta per perdersi per sempre. La telefonata conclusiva del presidente USA (grande Fonda) al collega URSS è da brividi.
Ottimo saggio di Lumet che ci regala passaggi da brividi. Un tema di forte attualità declinato in modo particolare, con situazioni girate in interni e dialoghi serrati che contribuiscono ad alimentare il senso di angoscia e di scoramento. Basta pensare al presidente Usa, ripreso in una stanzetta sotterranea solo con l'interprete, un telefono e con la sua coscienza. Dilemmi morali, personaggi cinici, rapporto uomo-procedure e bellissime telefonate a più voci col "nemico" arricchiscono un set condotto da Lumet con gran bravura.
MEMORABILE: "Sono il presidente degli Stati Uniti, ti ordino di rientrare" "Non può chiedermi di fare qualcosa che mi è proibito dalla procedura".
Ottimo. Lumet dirige un cast di bravi attori e sa creare una tensione che tiene incollato lo spettatore fino alla fine. Sono gli anni della guerra fredda e degli armamenti nucleari: cosa potrebbe succedere se il sistema di controllo andasse in crisi per un qualsiasi motivo e si mettesse in moto un piano di difesa inarrestabile? Nessuno, nemmeno gli uomini più potenti della terra possono fare qualcosa. C'è anche un messaggio che fa pensare alla predestinazione delle cose tramite il sogno ricorrente e incompreso del generale Black, con cui inizia il film.
Tra i capolavori del cinema di genere fantapolitico degli Anni Sessanta (e quindi realizzato in piena tensione da guerra fredda), questo è un film di impostazione teatrale, mirabilmente messo in scena da un Lumet in grandissima forma artistica. Il film presenta un notevole crescendo di tensione che avvince lo spettatore fino al finale. Oltre che al regista, parte del merito va alla straordinaria prova del cast, Henry Fonda su tutti. Da non perdere.
In un'atmosfera angosciante tra sale di comando-bunker, cockpit di bombardieri votati all'olocausto e telefonate tra padroni del mondo, la storia di una crisi nucleare fra Usa e Urss in piena guerra fredda. Un presidente assennato (il solito bravo Fonda) ed un apparato militare altrettanto razionale non riescono però ad evitare il peggio. Grande film di Lumet, che ci mostra una volta tanto la "valvola di sicurezza" che non scatta. Un giovane Larry Hagman interpreta l'assistente presidenziale.
Lumet dà un formidabile esempio di cinema sulla guerra fredda e da guerra fredda: capace di ripiombarci, col suo ritmo serrato e la sua progressiva (ma vieppiù vertiginosa) escalation, in una realtà (quella della catastrofe atomica) non più forse attualissima eppur sempre latente. La ariosa claustrofobia degli interni, i macchinari forse oggi meno banali ma altrettanto poco "intelligenti", il b/n contrastatissimo, la straordinaria prova del cast (eccezionale il Presidente di Fonda, convincente il Professore infame di Matthau) non lo faranno invecchiare mai.
MEMORABILE: Fonda tira fuori il "Telefono rosso" per comunicare con Mosca: pochi ansiosi gesti carichi di grande pathos!
Il possibile attacco nucleare, rispetto al meraviglioso e pungente Dottor Stranamore kubrickiano, è trattato con una verosimiglianza e una drammaticità che mette i brividi. Lumet, con la propria straordinaria e inavvicinabile regia, conferisce una palpabile tensione che aumenta esponenzialmente con il passare dei minuti. Inestimabile la sceneggiatura che si poggia sia su dialoghi dotati di una certa brillantezza, sia sulla curatissima introspezione dei personaggi. Tutto il cast è perfetto, anche se il cinismo di Matthau è indimenticabile.
MEMORABILE: I discorsi cinici di Matthau; La prima chiamata al presidente russo; La chiamata della moglie al marito aviatore; Lo straordinario finale.
La guerra giocata da dietro una scrivania col popolo inerte e privo di coinvolgimento. Interessante il dualismo uomo/macchina dove ci si assolve, si filosofeggia o si eseguono ordini. Pathos psicologico più marcato nelle situazioni individuali, mentre nelle scene di gruppo il clima asciutto e compassato toglie enfasi al disastro. Matthau si eleva in sfaccettature sinistre in un ruolo cinico. Lumet ha il pregio di diversificare le inquadrature e coglie un finale che colpisce.
Gran film diretto da un Lumet ispiratissimo, che apre la pellicola con un ottimo montaggio alternato, volto a presentare la vita vera dei protagonisti al di fuori dell'aviazione e della guerra fredda. Fonda è eccezionale, ma tutti gli attori danno vita a performance indimenticabili. Geniale la regia, soprattutto per quanto riguarda la scelta di non far vedere quasi nulla delle potenziali due città da annientare; come se il destino del mondo e della vita dipendessero solamente dalle scelte compiute da alcuni uomini chiusi in una stanza.
Il soggetto lasciava presagire un mattone spionistico non indifferente e invece sin dalle prime inquadrature, con l'incubo della corrida, si intuisce di avere tra le mani un prodotto singolare e difficilmente prevedibile. Ciò che viene dopo stupisce in positivo, con la sceneggiatura che non sbaglia una sillaba e costruisce con una manciata di ottimi personaggi (e che attori!) e dialoghi eccellenti una vertiginosa scalata dal nulla all'apocalisse. Regia nervosa ed elegante, con qualche scheggia visionaria a fare da ciliegina sulla torta.
Fantapolitica di grande impatto, soprattutto se contestualizzata all'epoca della realizzazione. Dopo i primi venti minuti un po' sonnacchiosi (ma necessari) la vicenda comincia a coinvolgere, con un sapiente crescendo di tensione, accentuata dall'ottima regia di Lumet. Fonda offre una prova gigantesca ma anche Matthau, in uno dei primi ruoli di spicco, si fa notare. L'ultima parte è davvero tesa, con un finale che lascia l'amaro in bocca. Da vedere.
Un classico della fantapolitica, forse persino eccessivo nel suo catastrofismo, ma portatore di un messaggio inequivocabile: affidare gli armamenti nucleari all'intelligenza artificiale può avere conseguenze irrimediabili. A dispetto degli argomenti trattati, Lumet riesce a sfornare un film abbastanza fruibile e, come nel suo celebre esordio, punta quasi tutto sulla qualità della scrittura e sulla bravura del cast, in cui spiccano Fonda, presidente inutilmente sensato e un Matthau insolitamente odioso.
A causa di un guasto, da una base militare americana parte una squadriglia di aerei dotati di testate nucleari diretti verso Mosca. Di fronte alla difficoltà di bloccare la missione, il Presidente degli USA si sforza di convincere il premier russo che non si tratta di un attacco ma di un errore... Dopo la guerra nucleare scatenata dalla follia umana nel capolavoro di Kubrick, appena un anno dopo Lumet ripropone la stessa tematica ma in chiave del tutto diversa, realistica e "ragionevole": il risultato è un film solido ed avvincente, inquietante nei suoi risvolti, sostenuto dal solido cast.
Inutile confrontarlo con Stranamore. La denuncia di Kubrick, capace di rilevare la follia strutturale della razza umana, è qui stemperata in una sorta di giallo teso ed essenziale, storicamente improbabile ma, proprio per questo, ricco di un'umanità altrimenti inesprimibile in un'opera più attenta ai valori documentari. Ottima la regia che lavora per sottrazione evitando banali catastrofismi. Grande Fonda, ma è Matthau, spietato nel suo realismo, la vera anima ideologica del film.
Classico del genere fantapolitico che assomiglia alla versione seria del farsesco Dr. Stranamore. Certo Lumet non è Kubrick, ma il suo film è sicuramente più teso e inquietante di quello dell'illustre collega. Anzi a tratti sembra opera di John Frankenheimer. Nel folto cast si intravedono alcune future star televisive come Larry Hagman (il J. R. di Dallas) e Sorrell Booke (il Boss Hogg di Hazzard). Fonda è un Presidente piuttosto credibile, ma Matthau "scienziato politico" che conta le vittime di guerra con il pallottoliere gli ruba spesso la scena.
MEMORABILE: L'incubo del generale Black; Le teorie del prof. Groeteschele; Lo schiaffeggiamento alla femmina eccitata in auto; L'aggressione del colonello Cascio.
In piena guerra fredda il sospetto di una possibile aggressione è più vivido che mai; una concatenazioni di errori e interferenze porterà a un finale inaspettato. Grandioso squarcio distopico, perfettamente in linea con i timori del tempo, condotto da Lumet con coraggiosa e straordinaria lucidità e interpretato in maniera efficace dai protagonisti. Una macchina generatrice di tensione che opprime lo spettatore dal primo all'ultimo minuto e che rende il film un mezzo capolavoro assolutamente imperdibile.
Figlio, come il dottor Stranamore, del concreto rischio di una guerra nucleare USA/URSS vissutosi in occasione della crisi tra le due superpotenze dell'ottobre 1962, è un film che inaugura un filone, quello della possibilità che siano le "macchine" a determinarla, che troverà poi sfogo in altre pellicole, da Wargames a Terminator 3. Nessuna delle quali però riuscirà a emulare lo straordinario climax drammatico qui proposto da Lumet, capace di tenere gli spettatori con il fiato sospeso, come doveva essere avvenuto nella realtà in quella settimana. Finale da brividi, indimenticabile.
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HomevideoRocchiola • 23/05/18 15:21 Call center Davinotti - 1318 interventi
Tuttora in commercio a prezzi risibili (io lo trovato a 5,99 €), il DVD della Columbia è la versione di riferimento internazionale per questo film.
Si tratta di un master non restaurato con un bianco-nero ben contrastato e dalla definizione discreta, ma che presenta numerosi piccoli difetti (puntinature, macchie e graffi). Audio italiano mono abbastanza valido.
L'australiana Via Vision Entertainment ha pubblicato nel 2016 un'edizione in bluray che pare piuttosto buona anche se ovviamente limitata all'audio inglese
http://www.blu-ray.com/movies/Fail-Safe-Blu-ray/157169/ Siamo in attesa di un bluray a cura della Sony/Columbia debitamente restaurato e magari edito anche sul suolo italico !!!
CuriositàZender • 5/05/24 16:47 Capo scrivano - 48852 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: