Commedia vagamente neorealista in cui l'ambiente (almeno nella prima parte) conta più della storia. Siamo in un paesino sperduto dell'hinterland milanese, al centro di un triangolo equilatero che ha come vertici il capoluogo lombardo, Melzo e Gorgonzola (tutte a 18 km). La vita di due coppie spiantate (Cochi Ponzoni e Catherine Spaak da una parte, Aldo Maccione e Jane Birkin dall'altra) si incrocia quando Cochi e la Birkin, due pendolari che da anni fanno il viaggio insieme, si innamorano perdutamente. È la parte migliore del film, immersa nelle nebbie della Brianza, ravvivata da un Aldo Maccione che, ancora in secondo piano, si rivela perfetto per il ruolo del marito trascurato. Le domeniche in trattoria,...Leggi tutto le trasferte in bicicletta, la partita al bar: il quadro di periferia è disegnato con bravura dal regista Giorgio Capitani, che dirige con una grazia non comune, lontana dalla volgarità. Poi subentra la crisi della coppia (che dovrebbe essere il vero tema del film, a giudicare dalla voce narrante di Alberto Lionello che spezza qua e là le scene intervistando da fuori campo i protagonisti) e il film perde di mordente, si sfilaccia e precipita nel banale. La solita storia di corna, insomma, troppo prolungata e priva di inventiva. I personaggi si appannano, compare Daniele Formica nel ruolo del meridionale trapiantato che ricatta i fedifraghi e l'umorismo si fa più greve mentre il film vira lentamente ma inesorabilmente verso la pochade erotica da quattro soldi. Brave Stefania Casini a doppiare la Birkin e Lia Tanzi la Spaak. Ponzoni se la cava, pur non essendo certo un fenomeno d'attore.
L'inizio, con la descrizione della vita di quanti abitano nel misero borgo di Cernigliate (il suffisso -ate è tipico dei toponimi lombardi: La Poliziotta si finge girato a Ravedrate, parimenti inesistente), è quasi discreto e divertente. Purtroppo, nella seconda parte, il film, più che cadere, precipita rovinosamente in una modalità eccessivamente farsesca, che a un certo punto si fa pure fastidiosa.
Divertente commedia che malgrado l'ambientazione rurale si inserisce nel genere delle "sofisticate" grazie alle situazioni pochadistiche. Divertente Aldo Maccione, nel suo solito ruolo di macho man, ma colgo pure in Cochi Ponzoni una buona occasione per risultare cinematograficamente convincente. Fuori luogo (ma piacevolmente sexy) la Spaak. Di ambientazione lombarda, regione già allora rappresentata in forma anacronistica.
Anacronistico come sa esserlo solo il cinema italiano quando si confronta con il mondo proletario, il film sembra ambientato più ai tempi dell'Albero degli zoccoli che nella periferia industriale milanese degli anni '70. Lungaggini e ripetizioni non aiutano e ancor meno lo fa un cast femminile pregevolissimo alla vista ma fuori parte: una "sophysticated lady" decisamente più a suo agio in interni altoborghesi e un'icona trasgressiva di quegli anni, indissolubilmente legata, nella mente e nel cuore, alle mitiche note di "Je t'aime..."
MEMORABILE: La Spaak e Maccione che "provano" una posizione del Kamasutra chiusi nell'armadio del fetido alberghetto compiacente.
Davvero spassosa questa commedia d'ambientazione lombarda - quando la vidi per prima volta in tv mi fece fare alcune belle risate, come non mi accadeva da molto tempo. Certo, le raffinate interpreti femminili non sono credibili in un contesto proletario ma, almeno a me, il risultato diverte parecchio. E nella sequenza in cui la Birkin, che come donna mi piaceva moltissimo, descrive le sue tettine fatte a pera con i capezzoli diretti verso l'esterno, beh, credo proprio d'aver avuto un momento di "esuberanza" nei paesi bassi...
Un'ora di film gradevole e simpatica anche se con pochi spunti veramente divertenti, poi a lungo andare il tutto stanca e diventa troppo ripetitivo. Bella la scena finale con gli sguardi tra Ponzoni e la Spaak e il primo piano sulla Birkin. Così così: dieci minuti in meno forse avrebbero giovato...
Divertente commedia pochadistica ben diretta dal bravo Giorgio Capitani. Per quanto se ne dica il contrario, secondo me l'ambientazione borgo-rurale è originale e riuscita: la vedo come un punto di rottura con le ambientazioni tipiche delle commedie "brillanti" (le metropoli o le città notevoli). Ottimi gli interpreti, sia quelli maschili (Maccione e Ponzoni) che femminili (belle e brave sia la Spaak che la Birkin, che interpretano personaggi tra loro antitetici). ***
MEMORABILE: La Spaak e Maccione che provano una posizione del "Kamasutra" nell'armadio di una squallida pensione per coppie "straordinarie" (contr. di ordinario).
Simpatica commedia di genere ambientata in Lombardia. Si parla bonariamente, come si faceva una volta, del sempiterno "problema delle corna", fatte e subite. Il regista Capitani cerca di coglierne gli aspetti più ironici regalandoci un finale tutto sommato intelligente. Tutti bravi gli interpreti, che rendono bene il loro personaggio. Daniele Formica si vede poco ma è gradevole. La Spaak e la Birkin, anche se votate ad altre interpretazioni, lavorano con intelligenza.
Una commedia rilassante, piacevole, praticamente mai volgare (nemmeno nei nudi, peraltro limitati), dalla curiosa, gelida ambientazione in una periferia lombarda e con due protagoniste al top della loro bellezza. La trama (uno scambio di coppia come tanti se n'erano già visti) non è nulla di originale e la seconda parte perde un po' di mordente e infila qualche inutile esagerazione, ma nulla che faccia precipitare il livello del film. Davvero niente male.
Non male questa commedia sentimentale tutta lombarda, pur avendo i suoi punti deboli. Anzitutto il ritmo, che a volte cala vertiginosamente generando noia. Inoltre non sembra aggiungere molto alle precedenti commedie a tema simile. I protagonisti però sono ben delineati nel loro carattere e grazie a Aldo Maccione si toccano anche alcune punte di divertimento, mentre Cochi Ponzoni risulta un po' fiacco. Piacevole, se non lo si guarda senza grandi pretese.
Tresca a quattro tra due coppie milanesi sullo sfondo della provincia milanese dell'Italia degli anni di piombo. Film abbastanza divertente che fa della farsa la sua arma migliore e che gioca sul filo della passione ardente che avvolge i quattro insoddisfatti coniugi. Se però i due protagonisti maschili vengono rappresentati nella maniera giusta, un po' sopra le righe sono le due donne (fuori luogo sia la Birkin che la Spaak, anche se splendide). Formica è un bravissimo attore e lo dimostra in questo suo piccolo ruolo.
Film che tiene un buon ritmo per tutta la sua durata riuscendo a compensare anche quei momenti in cui Capitani insiste un po' troppo sui leitmotiv della sceneggiatura: l'inserimento di riflessioni politiche (sempre in chiave ironica) nel primo tempo e l'elemento invece pecoreccio che affiora nella seconda parte. Gli attori funzionano e sono bene assortiti, dai primattori a tutti i caratteristi sia grandi che minori. Insieme a un sapiente uso di location e musiche riescono a dar vita a una trama tutto sommato senza pretese ma con una serie di situazioni e battute indovinate.
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B. Legnani ebbe a dire: Gli autòctoni ti hanno chiesto cosa facevi lì?
ho suonato il citofono della prima porta a destra (quella con la tenda), dove sentivo rumore di stoviglie, giusto per chiarire : erano una coppia singolarmente simile a quella del film, solo qualche anno in più.
La casa della Spaak è veramente in rovina, la porta socchiusa invitava a dare un'occhiata dentro: solo calcinacci e muri diroccati.