il Davinotti

il Davinotti: migliaia di recensioni e commenti cinematografici completi di giudizi arbitrari da correggere

PANE E TULIPANI
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359389 commenti | 68245 titoli | 26899 Location | 14162 Volti

Streaming: pagine dedicate

Location Zone

  • Film: Il maledetto (2022)
  • Luogo del film: L'edificio al cui interno Michele (Nocella) incontra la vecchia santona
  • Luogo reale: Villa Rosa, Strada Provinciale 57, Manfredonia, Foggia
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  • Film: La farfalla granata (2013)
  • Multilocation: Villa il Passatempo
  • Luogo reale: Strada del Passatempo 8, Chieri, Torino
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ULTIMI VOLTI INSERITITUTTI I VOLTI

  • Gene Reyes

    Gene Reyes

  • Sabine Bethmann

    Sabine Bethmann

Nella pagina che si apre cliccando qui sono catalogati migliaia di volti di attori legati direttamente o marginalmente al cinema italiano, ognuno con nome e filmografia (davinottica e non). La pagina (e conseguentemente le schede dei film) sono costantemente aggiornate con nuove introduzioni.

ULTIMI COMMENTI

Commento di: Soulboy_68
Commistione di generi tra la commedia nera a sfondo sociopolitico, con riferimenti alla violenza nel quotidiano e una seconda parte che omaggia il cinema d'assedio di Capenter. Il minestrone non risulta indigesto, anzi, la tensione non cala mai e la prova degli attori è ottima. Valida la colonna sonora, altro omaggio a Carpenter, che contribuisce ad accentuare il clima di tensione della trama. Notevole la performance di Karim Leklou nel ruolo del protagonista e di Vimala Pons in quello di Margaux. Merita una visone.
Commento di: Kinodrop
La storia di un amore non privo di ostacoli tra un giovane meccanico dal carattere libertario e una ragazza madre, idealista ma con la testa sulle spalle, perfettamente calata nell'America degli anni '70 di cui vengono evocati tutti gli aspetti più caratterizzanti, compreso il finale drammatico. Una storia non certo originale che nella seconda parte si trasforma in una fuga verso il Messico, anche qui concentrando tutti i cliché del road movie, tra illusioni, speranze e dura realtà, rafforzato da una colonna sonora azzeccata ed evocatrice di quegli anni. Discreta la prova dei due.
Commento di: Dusso
All'inizio questo nuovo capito del franchising della saga pareva dovesse essere uno slasher ambientato negli anni 60, invece alla fine è stato spostato nel 1988. Per gran parte il film è girato al chiuso, quindi non è stato troppo difficile ricreare l'atmosfera ottantiana, comunque ben resa. Al di là della bella colonna sonora e degli effetti gore molto potenti, la cosa che più funziona sono le giovani interpreti, che hanno il viso e la graziosità giusta, ben valorizzata dal regista. Killer prevedibile.
Commento di: Sebazara
Probabilmente la miglior commedia musicale che il cinema abbia mai visto. Un magnifico connubio tra musiche blues e commedia demenziale, che riesce a divertire grazie a una sceneggiatura da manuale e grazie a un Landis in forma smagliante, che riesce a restituire allo spettatore uno spaccato politico della società americana del tempo. Musiche splendide, ironia a non finire, interpretazioni magistrali, critica politica e sociale... cosa si vuole di più? Un capolavoro unico e irripetibile.
Commento di: Dave hill
Smarrito l'effetto sorpresa, questa seconda epopea vindice della cresciutella ma sempre libera Becky ha da offrire solo qualche altro effetto gore. Lulu Wilson istrionica superstar, nell'arco del film, cambia volto e abiti con la disinvoltura di una mannequin evolvendosi da figlioletta adottiva terribile a sprecata cameriera ad acchiappanazisti e agente CIA. Resta un esagerato fumetto ironico e pure un po' ruffiano che sottende una crociata anti neonazista (e maschilista) di maniera.
Commento di: Reeves
Sottovalutato gioiellino che mescola alla perfezione l'estetica del videoclip tanto di moda nei primi anni Ottanta, musiche scelte con tanto gusto e una favola che ricorda ovviamente ed esplicitamente quella di Cenerentola. Ma non si può restare indifferenti quando la bellissima Jennifer Beals si aggira in bicicletta per la città, quando studia i movimenti della gente, quando provocatoriamente esibisce uno sparato di camicia al ristorante. Divertente.

ULTIMI PAPIRI DIGITALI

Thriller televisivo di discreta fattura, emerge leggermente dalla media in virtù di interpreti in parte e soprattutto di una soluzione meno telefonata del previsto. L'inizio, a dire il vero, non è dei più promettenti, con la classica famiglia americana composta dal padre Max (Hindle), la madre Zara (Plante) e la figlia Rose (Sharp), all'ultimo anno di liceo. I tre sembrano il ritratto della concordia, anche se quando Rose si presenta da Haley (Heffern), la consulente scolastica, sembra possa nascondere qualche aspetto di un carattere meno solare di quanto appaia. Si...Leggi tutto dimostra piuttosto insofferente agli occhi della donna, che raccoglie le impressioni di tutti al fine di consigliare loro il meglio per la continuazione degli studi. Haley però sembra metterci particolare attenzione, per entrare nelle grazie della ragazza, che ha una sola vera amica (Bent) e forse è meno espansiva di quanto non voglia far credere. Tra le due si stabilisce presto un legame particolare, e intanto veniamo a sapere che Rose è stata adottata e ha da tempo l'ossessione (comune a tutti i personaggi nelle sue condizioni, in questo tipo di film) di ritrovare la propria madre biologica.

La relazione con Haley si intensifica e Zora comincia moderatamente a preoccuparsi (non è normale scambiare decine di sms con la consulente scolastica), fino a quando scopre - ed è la prima grande sorpresa - che la donna è in realtà proprio la sua madre biologica, fattasi assumere in quella scuola per poterla avvicinare e ristabilire con lei un rapporto perso da diciotto anni, da quando fu costretta a darla in adozione. Sulle circostanze in cui la cosa capitò Haley mantiene il riserbo, ma intanto la bomba è scoppiata...

Rose si trova molto bene con la “nuova” madre e Zora saggiamente non vuole - almeno sulle prime - impedire che le due si frequentino. Quando però la presenza di Haley nella vita della ragazza e di conseguenza nella sua si fa invadente, Zora ne parla col marito e insieme decidono che è arrivato il momento di verificare, attraverso un test del DNA, se Haley è davvero chi sostiene di essere. Ma le cose andranno diversamente da come ci si aspetterebbe e le carte si rimescoleranno un po', con il film che riesce a piazzare un altro paio di colpi di scena ben assestati.

Se però la sceneggiatura di Dave Florez è piuttosto ben congegnata, a non lasciare del tutto soddisfatti è la regia di Alex Caulfield, tarata su schemi prettamente televisivi e incapace di far montare la tensione come dovrebbe (e potrebbe). In compenso la direzione del cast è buona: Moniqua Plante più di tutti riesce a rendere credibile il proprio personaggio di madre in difficoltà nel capire bene cosa le stia capitando intorno. Di carattere forte e nello stesso tempo ragionevole, di quella saggezza tipica di certe madri, Zara regge in gran parte su di sé il film condividendo il ruolo maggiore con la figlia ma anche con Haley, creando un bel gioco di relazioni che s'incrociano. E anche Jay Hindle, nel ruolo di suo marito, è meno insignificante dei maschi che solitamente bazzicano questi film televisivi, dipinti quando va bene come dei babbei.

Brava Megan Heffern in quella che è la figura più ambigua: lascia trasparire dallo sguardo una sincerità d'animo che sembrerebbe poco confacente al personaggio, ma come detto non tutto è come sembra. A Natalie Sharp tocca una Rose che delle tre è la più combattuta, inevitabilmente indecisa sulla parte con cui schierarsi. Il finale è goffo ed è un peccato, perché era stato preparato con cura, ma chiude degnamente una produzione che si segue nel complesso piacevolmente (se si tengono sempre ben presenti i limiti - soprattutto tecnici - di questi film).



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A volte i film giapponesi sembrano scritti (e diretti) da un bambino impazzito d'improvviso. E quando si sconfina nel fantasy e cominciano ad apparire mostri di varie fogge la follia diffusa aumenta, fino a creare opere uniche e impensabili da replicare altrove. Prendiamo questo GOTHIC LOLITA BATTLE BEAR, ad esempio (tratto da “Sewing Man Nuguruma”, un romanzo di Kenji Ohtsuki). Il supereroe al centro della storia è Nuigulumar, una candida ragazza che prende potere da un orsacchiotto rosa e si trasforma fondendosi con lui: si riveste come d'incanto di una tutina rosa...Leggi tutto coperta di batuffoli sparsi e gli avambracci diventano cactus di moquette. Le compare un bottone sull'occhio (tipo benda) come ha l'orsetto e ciò che in definitiva ci appare di fronte è qualcosa di indescrivibile e indubbiamente comico.

Ma c'è una storia dietro, che parte da un pianeta esploso da poco. Gli abitanti, in fuga, migrano nello spazio fino a raggiungere la Terra in forma di batuffoli di cotone. Molti finiscono negli oceani o in terra scomparendo, ma due di loro, Dumuva e Deparza, entrano nel corpo di altrettanti orsacchiotti di peluche prendendone possesso. Il primo finisce regalato alla bella Kyoko da sua madre, il secondo capita nelle mani di un uomo frustrato alto 145 cm che cova propositi di vendetta contro il mondo. Kyoko tuttavia non sembra molto interessata al suo regalo e ne entra così in possesso Yumeku (Nakagawa), la giovanissima zia imbranata appena arrivata da lontano a raggiungere la “sorellona” (cioè la madre di Kyoko). Non ci vorrà molto perché Yumeku si renda conto di come l'orsacchiotto che chiama Pugnetto possa animarsi, parlare, tirar pugni e, dulcis in fundo, permetterle di unirsi a lei per diventare Nuigulumar. Per combattere chi? Ma l'orsetto Deparza e il suo perfido proprietario, naturalmente, anch'egli capace di trasformarsi in orsone gigante (ama definirsi il vendicatore di peluche)!

In realtà il nemico vero è rappresentato dall'orda di zombi che sta invadendo la Terra e che spuntano un po' qua e un po' là, spingendo Nuigulumar a intervenire per proteggere chi è in pericolo. E pure per salvare Kyoko, rapita dal cattivone (e dai suoi due sgherri, Lolita e Billy) che di lei s'è invaghito. Il film è tutto un turbinare di effetti speciali digitali, tra litri di sangue fasullo che sprizza dal corpo degli zombi squartati e dalle loro vittime, fulmini e saette, trasformazioni di ogni tipo... il tutto accompagnato da una colonna sonora pronta a esplodere nel finale, con canzoncine (cantate dalle ragazze protagoniste) che tanto ricordano quelle dei robot d'un tempo. In aggiunta, brani più rock danno ritmo all'avanzata di zombi che scatenati ballano (!) mentre invadono un festival musicale, mescolando coreografie danzanti e divoramenti.

Non bastassero queste follie, ci sono pure un adulto vestito da neonato mezzo maniaco sessuale, utile solo a schiacciar bottoni con la testa, e quattro belle ragazze adoratrici del perfido guerriero che custodisce Deparza: nella seconda parte queste d'improvviso si alzeranno in cielo in circolo scoprendosi il petto e lanciando raggi distruttori dai capezzoli (la chiamano “energia imbarazzante”!), devastando la città sotto di loro che neanche un attacco di quaranta bombardieri... Seguirà, infine, il previsto scontro totale tra i due eroi orsetto!

Va detto che il film non è affatto tirato via come si potrebbe credere. Gli effetti, per quanto ovviamente digitali e al risparmio, sono realizzati con cura, la tecnica di Noboru Iguchi (un regista che ha all'attivo una quantità di film esageratamente demenziali) è buona e il divertimento – almeno per chi sa a cosa va incontro – non manca. Anche perché il ritmo è scatenato, i personaggi un po' scemi ma simpatici, la protagonista dolcissima e vedere un orsacchiotto di peluche (animato molto bene) che parte all'attacco soddisfa, persino quando emette pesanti flatulenze giallognole per stordire l'avversario. Può insomma valere la pena, se si è in vena di divertirsi un po' con un film i cui dialoghi (e pure il resto, ovvio) sarebbero per noi impensabili, oltremodo ingenui. D'altra parte cosa pensare di una supereroina il cui costume nasce dopo propria espressa richiesta ("Voglio essere un eroe carino e coccoloso") all'orsetto che ha il potere di crearlo mentre i due stanno cadendo da un palazzo?

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Reese (Vass) presenta sua moglie Mallory (Sursok) a un gruppo di amici invitati per l'occasione a casa: la poveretta è reduce dall'ennesimo ictus con conseguente amnesia e cerca di rimettersi in carreggiata; lavora come organizzatrice di eventi insieme all'amica (Kahlon) e ha bisogno che qualcuno la aiuti a trovare qualche cliente. E' dura, per Mallory, ricomporre una memoria frantumata. Sa solo di avere un marito che la ama e un figlio, Billy (Dacosta), per il quale prevedibilmente stravede. Tanto che quando un giorno l'accompagna nella palestra di arrampicata e lo nota...Leggi tutto parlare con Samantha, che il piccolo in famiglia aveva detto essere una che gli piaceva, si preoccupa: quella lì ha più di trent'anni, cosa vuole da suo figlio? Come prima cosa Mallory intima a Billy (ragazzino straordinariamente obbediente) di non frequentarla più, ma intanto cerca di capire chi possa essere.

Strane cose accadono intorno a Billy e, nella mente della protagonista, di tanto in tanto riaffiora qualche ricordo (reso virando i flashback per cercare di renderli quanto più possibile misteriosi): un messaggio di scuse lasciatole dal marito, ad esempio. Cosa le aveva fatto? Reese minimizza: chiedeva perdono perché pensava troppo al lavoro e non a lei. Ma qualcosa che non torna c'è, e cercare informazioni sull'enigmatica Samantha pare più difficile del previsto: non compare sui social media, nessuno la conosce...

Finalmente, si direbbe, qualcosa di nuovo sotto il sole di questi thriller televisivi di poco conto: un'adescatrice adulta che circuisce un bambino. Poi ci sono i “ricordi rubati di mamma” (ovvero il titolo originale, al quale i distributori italiani hanno espunto la parola mamma, evidentemente poco attrattiva) e c'è spazio anche per un altro spunto interessante, che si aprirà in un secondo momento. La storia, scritta da Adam Minneci, ha insomma qualche buona freccia al proprio arco, nonostante si sviluppi seguendo uno schema prestabilito che si aggancia alla formula tipica di produzioni simili; cerca di inserirvi qualche idea meno scontata del consueto, di proporre snodi inaspettati.

Poi però c'è da fare i conti con un cast debole, che proprio non convince e non riesce a dare grinta a un film cui anche la regista Panta Mosleh non offre un gran servizio: senza dover notare che la suspense è ridotta praticamente a zero, è l'intero film a risultare piatto, non in grado di offrire la necessaria vivacità a una storia che invece, magari articolata in modo meno banale, qualche soddisfazione avrebbe anche potuto darla. In fondo la soluzione non è del tutto prevedibile e c'è addirittura un prefinale per nulla consolatorio che non è proprio facile incrociare, in opere di questo genere. Certo, poi ci si aggiunge un epilogo che rimette un po' le cose a posto, ma la freddezza fin lì comunicata era stata quasi una sorpresa, e in positivo. Siamo invece alle solite con le figure maschili: diafane, lasciano abbondantemente la scena alle donne (fa in parte eccezione il piccolo BIlly, che però per una volta è fin troppo composto). Si conta un unico delitto, che chi conosce il genere sa già chi potrà riguardare... Eppure almeno uno sforzo nell'elaborare una storia congegnata decentemente si nota, ed è già qualcosa.

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Il tenente Colombo

Da sempre una grande passione del Davinotti, il tenente Colombo ha storicamente avuto sul sito uno spazio fondamentale. Ogni puntata uscita ha un suo singolo commento da parte di Marcel MJ Davinotti jr. e di molti altri fan, ma per Colombo è stata creata fin dagli albori del Davinotti una homepage personale che raccoglie non solo i commenti ma anche informazioni e curiosità su uno dei più grandi personaggi televisivi mai apparsi. ENTRA

L'ISPETTORE DERRICK

L'unico altro telefilm che col tempo ha raggiunto un'importanza paragonabile a Colombo (con le dovute differenze) sul Davinotti è “L'ispettore Derrick”. Anche qui ogni singolo episodio della serie (e sono 281!) è stato commentato, da Zender prima e da molti altri fan poi, ma con un approccio più sdrammatizzante, in ricercato contrasto con la compostezza del telefilm. Il link porta a una pagina collegata anche agli approfondimenti in tema. ENTRA

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