Il signore del disordine - Film (2023)

Il signore del disordine

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Tutti i commenti e le recensioni di Il signore del disordine

TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/06/24 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO
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Puppigallo 26/06/24 23:26 - 5436 commenti

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Horror che parte come tanti altri, con i villici e le loro credenze e usanze, per poi continuare con la disperazione di una madre che deve averci a che fare e che dovrà contare, come succede spesso, sollo sulle sue forze e la sua caparbietà. Detto ciò, la pellicola, che ha dalla sua una discreta ambientazione, purtroppo ha ben poche altre frecce al suo arco; e se qua e là un po' di tensione si riesce a creare, non si può dire che le idee fiocchino, riducendo il tutto a un'attesa dell'epilogo che, se non altro, mostra ciò che si cela nell'ombra. Si può vedere, ma anche perdere.
MEMORABILE: La "leggenda" raccontata dalla bambina; Al cospetto di... per la prima volta (c'è chi non aveva avuto il coraggio e la pagherà cara).

Lupus73 30/06/24 16:28 - 1578 commenti

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Brent Bell dopo il suo bambolotto approda al folk horror e riesce abbastanza a catturarne l'essenza, attingendo direttamente al caposaldo The wicker man senza passare per Midsommar: il paesino di campagna inglese, riti pagani ancora intatti, maschere, festa popolare, il pub, strane sparizioni. Ottima l'atmosfera che può contare sulle ambientazioni inglesi, i costumi, le prove attoriali, senza disturbare troppo la CGI eccetto brevemente nel finale con l'incontro "divino"; è proprio il finale che suscita sensazioni controverse lasciando spazio a interpretazioni ambivalenti. Buono.

Daniela 3/07/24 00:28 - 13130 commenti

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Gli abitanti di una comunità rurale celebrano ogni anno la festa del Signore del Disordine, divinità pagana che protegge i raccolti. La reverenda, dopo essersi trasferita nel paese con marito e figlioletta, imparerà a sue spese che non si tratta solo di una leggenda locale... Horror-folk di modesta levatura non tanto per il carattere derivativo quanto per difetti di scrittura, evidenti soprattutto nella caratterizzazione della protagonista che stenta a ottenere la nostra empatia. Quanto al regista, continua a deludere non riuscendo a replicare la buona prova offerta con The boy.

Mco 6/07/24 09:08 - 2381 commenti

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Colui che cammina tra i filari, tra doni e speranze, bambini bellissimi e ricchi di cuore, fuochi e preghiere. Non è Stephen King ma il senso ultimo è il medesimo, con la paura di perdere ciò che si ha di più caro come vivido sottotesto familiare. Alcune rappresentazioni sceniche lasciano il segno, inglobate in un contesto naturale degno di nota. Ciò che, al contrario, non sempre è costante è la tensione, talvolta pretermessa per far spazio a giostre di parole e goffi tentativi di spiegazione. In sintesi, discretamente avvincente, ma con qualche passaggio a vuoto...

Pumpkh75 20/01/25 16:18 - 1850 commenti

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A risaltare sono l’uggiosa e autunnale atmosfera con i colori del faggio, un Ralph Ineson che costruisce un venerando villain da sudori freddi, arbusti oggetti e ciocche di chiome che nutrono il doveroso simbolismo: eppure, nell’estrinsecazione di ogni folk horror che si rispetti, l’antitesi tra cristianesimo e paganesimo è mozza di ogni apoteosi, lasciando sul dorso l’ovvietà narrativa tipica di chi vuol fare l’intelettuale avendo però paura di non esser compreso dalle masse. Quanto a effetto, meglio il Lord del titolo che il dio caprino. Eseguito alla Bell’e meglio.

Dave hill 31/01/25 11:39 - 226 commenti

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Praticamente una riproposizione, al limite del plagio, di situazioni codificate nel prototipo anglosassone del folk horror, previa sostituzione del poliziotto cattolico con la reverenda cattolica. Poi la svolta sovrannaturale, anche questa presa in prestito da altro film più recente, tardiva e insignificante. Vorrebbe essere ambiguo ma risulta piatto, scontato e recitato pure male (da non credere l'interpretazione della reverenda sboccata e quella dell'imbelle maritino). Il villain appare tutt'altro che carismatico e anzi patetico.
MEMORABILE: Lo strano modi di amare, alquanto focoso, della congrega di idioti; La bambina reticente che insolentisce la reverenda.

Jena 2/02/25 21:49 - 1648 commenti

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Brent, tuttofare dell'horror di cui ha frequentato ogni genere, non poteva non cimentarsi col folk horror oggi alla moda. Avanti allora con la ben nota trafila: villaggi della campagna inglese, autoctoni simpatici ma sotto sotto inquietanti, rami intrecciati, riti pagani, ancestrali divinità della Natura da placare con sacrifici. Tutto già visto e meglio, fin dai tempi dell'Uomo di vimini, con l'aggravante di un ritmo fiacco e momenti confusi tra cui il finale. Almeno non sbrocca nel delirio come Men (soundtrack molto simile) e qualcosa di buono c'è, ma Midsommar è assai lontano.
MEMORABILE: I titoli di testa; Le maschere animali; Il fienile nero; Il Sole nero.

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