C'è un nuovo killer a Shadyside e stavolta miete vittime tra le aspiranti reginette del ballo. Perché? Nuovo capitolo di una serie che già in passato non brillava per originalità e che conferma i difetti dei film precedenti: soprattutto una storia esile e degli sviluppi narrativi prevedibili, tanto che la tensione è assente. C'è giusto un po' di curiosità per scoprire chi si nasconde dietro il volto mascherato del killer. Per il resto ci si può gustare un po' di splatter e poco altro. Scioglimento del whodunit non certo imprevedibile, così come pure il colpo di scena finale.
Nuovo capitolo della serie, stavolta ambientato nel 1988, che mantiene la maggior parte dei problemi della precedente trilogia, in primis una ricostruzione ambientale posticcia e approssimativa, che si cerca di rendere credibile con canzoni d'epoca (in realtà quasi tutte dei primi 80s); la trama ricalca gli slasher di quel periodo, con riferimenti abbastanza palesi a Non entrate in quella casa in particolare. Qualche momento splatter, un whodunit che non sorprende più di tanto, un velo di humour nero; tolta la patina finto-vintage, resta un moderno horror figlio di Scream e derivati.
Continuano le trasposizioni della lunghissima serie Fear Street di R. L. Stine. Dopo la trilogia precedente, che omaggiava Venerdì 13 e altro, c'è un cambio di regia, che propone questo slasher revival/nostalgico ambientato in pieno '88. Per la maggior parte del film si ha l'impressione che l'esile plot sia un pretesto per questa sorta di ballo/baraccone che tributa gli anni d'oro (strepitosa l'OST), ma nel finale emerge qualche colpo di scena e la sensazione che lascia la pellicola davvero riesce a riportare indietro chi quegli anni li ha vissuti (e questo non è poco).
MEMORABILE: L'OST piena di hit degli anni '80 e con alcune soluzioni nuove ma pienamente e azzeccatamente revival.
All'inizio questo nuovo capito del franchising della saga pareva dovesse essere uno slasher ambientato negli anni 60, invece alla fine è stato spostato nel 1988. Per gran parte il film è girato al chiuso, quindi non è stato troppo difficile ricreare l'atmosfera ottantiana, comunque ben resa. Al di là della bella colonna sonora e degli effetti gore molto potenti, la cosa che più funziona sono le giovani interpreti, che hanno il viso e la graziosità giusta, ben valorizzata dal regista. Killer prevedibile.
Godibile (seppur scontato e prevedibile) omaggio agli slasher anni 80 di ambientazione scolastica. Il killer con incerata rossa e accetta da pompiere che mena gran strage durante il ballo di fine anno è un buon villain, risoluto, freddo e folle quanto basta. Gli omicidi sono molto sanguinosi. E poi, ambientarlo nel 1988 consente di attrarre i nostalgici, cullati anche da una playlist ruffiana.
MEMORABILE: Le mani affettate; La carneficina post elezione della reginetta; Coloratissimi credits.
Chiaro omaggio agli slasher ottantiani, questo nuovo capitolo della saga si segnala favorevolmente per un'accurata ricostruzione ambientale e per una regia che riesce a mischiare bene le carte, il che rende il finale poco prevedibile. Sul versante sanguinolento bisogna ammettere che non ci si è risparmiati, mentre il cast di giovani attori svolgono il loro mestiere onorevolmente. Poi è del tutto evidente che si respira aria di déjà vu, ma per una serata senza impegno resta più che vedibile. Musiche scelte a puntino. In uno slancio di benevolenza si può arrivare a **!
Primo spin off della saga Netflix, con la quale in realtà poco ha a che vedere. Slasher revival che pesca a piene mani sia dalla wave anni 80 che da quella anni 90. Ottima ricostruzione storica, colonna sonora ruffiana ma adeguata, confezione valida, splatter abbondante e di discreta fattura, qualche omicidio azzeccato. Certo il movente e il twist finale lasciano decisamente il tempo che trovano, ma nel complesso intrattiene e scorre via senza mai annoiare. Controfinale scontato ma inevitabile.
MEMORABILE: Il poster di Zombi 2 di Fulci nella cameretta.
Epitome dello slasher derivativo, il che non deve leggersi esclusivamente come accezione negativa. C'è la colonna sonora adeguata alla bisogna (con un dj improvvisato e impacciato che riporta alle commedie che furono) e c'è un bad babau che affetta, squarta e trafigge. Si respira aria di vendetta ma si avverte anche una sana voglia di leggerezza, tra una citazione e l'altra. Il cast non lascia gran traccia di sé e le componenti pruriginose restano sorprendentemente al di fuori. Il tempo, come che sia, scorre senza patemi arrivando a fine corsa discretamente soddisfatti.
MEMORABILE: Le parentesi al fast food.
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MusicheDave hill • 28/05/25 23:34 Servizio caffè - 227 interventi
La canzone in sottofondo durante la scena del cinema, con la proiezione di phantasm 2, è "White wedding" di Billy Idol. A ridosso del primo omicidio, ascoltiamo "You've got another thing coming" dei Judas Priest All'inizio del ballo si può ascoltare Rick Astley con "Never gonna give you up", segue "The look" dei Roxette durante l'esibizione delle reginette, poi "Cruel summer" delle Bananarama, "Self control" cover di Laura Branigan, "Hungry like the wolf" dei Duran Duran, "Sweet dreams" degli Eurythmics, "Gloria" ancora coverizzata da Laura Branigan, "I'm not scared" degli Eight Wonder di Patsy Kensit.
Megan indossa una T-shirt dei Cramps e nella sua cameretta campeggia il poster di Zombi 2 (zombie flesh eaters) di Fulci. La stessa sfoglia il numero 75 del 1988 (anno in cui il film è ambientato) della rivista Fangoria (con, in copertina, Angus Scrimm in Phantasm 2).