Ma come si può uccidere un bambino? - Film (1976)

Ma come si può uccidere un bambino?

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Scorrono i titoli di testa, intervallati da scene documentaristiche che mostrano come i bambini siano le innocenti vittime di guerre e carestie. Ma sono davvero così innocenti? Seguendo la lezione di Wolf Rilla e del suo pionieristico VILLAGGIO DEI DANNATI, lo spagnolo Narciso Ibáñez Serrador (già autore del buon thriller GLI ORRORI DEL LICEO FEMMINILE) immagina l'isola di Alzamora come un posto dove i bambini, guidati da una forza della quale non si capisce l'origine, si ribellano agli adulti uccidendoli e prendendo possesso dell'isola. Ignara, arriverà...Leggi tutto in loco una coppia di turisti che spostandosi tra le case bianchissime e le strade desolate verrà in contatto coi malefici piccini. Un film dominato dal silenzio dei paesaggi, dalle tipiche casette mediterranee baciate dal sole a picco. Inquietante soprattutto nella prima parte, quando ancora il regista non si è incagliato nella ripetitività di una sceneggiatura un po' sterile. Le ombre dei bambini che si muovono furtive tra le stradine, i diabolici consessi nei quali i bimbi giocano alla pentolaccia col cadavere di un vecchio appeso, regalano al film (grazie anche alle musiche enigmatiche di Waldo De Los) un'atmosfera inquietante, che resta il suo vero punto di forza. Per quanto in parte derivato dal filone de IL VILLAGGIO DEI DANNATI e IL SIGNORE DELLE MOSCHE, QUEN PUEDE MATAR A UN NINO resta nella storia dell'horror anche per aver pesantemente influenzato l’ottimo GRANO ROSSO SANGUE (quasi un clone) e il nostro ANTROPOPHAGUS (per il tipo di ambientazione), a testimonianza di una forza espressiva non comune. Echi da LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI sia nella scelta della protagonista che, soprattutto, nel livido finale. Alcune scene di violenza sui bambini ne fanno un prodotto coraggioso, che merita quello status di cult movie di cui è oggetto da anni. Ben scelto il cast, memorabili le file di bambini fermi davanti al mitra.

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B. Legnani 30/01/07 23:04 - 5535 commenti

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Confermante. Se Gli orrori del liceo femminile (con quell'aura tardo-ottocentesca) gli è superiore, sa però ribadire un talento che colpisce per le atmosfere particolari. Lo scenario, di spettrale solarità, fornisce brividi senza scomodare seghe elettriche o mutilazioni. Possono bastare un telefono che trilla, una porta semichiusa, una scala bianca, una silhouette che si scorge dietro un vetro opaco. Un paio di bei contrappassi: la salma accanto al fonte battesimale e quei rigogliosissimi pàmpini al centro della pensione, popolata di soli cadaveri. Da non perdere.
MEMORABILE: La turba di bambini che scende, inesorabile, verso la casa dei pescatori.

Caesars 19/02/07 14:07 - 3794 commenti

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Dopo il precedente, ottimo, Gli orrori del liceo femminile, il regista ci regala una pellicola che, pur inferiore alla prima, risulta decisamente notevole. Forse proprio nel prologo iniziale, in cui si vedono i bambini vittime di tante atrocità, si possono trovare le ragioni della loro rivolta. Un vero peccato che Ibáñez Serrador sia sparito dal grande schermo.

Blutarsky 12/10/07 10:38 - 360 commenti

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Contravvenendo alle regole del genere, Ibáñez Serrador filma l'orrore principalmente di giorno, sotto un accecante sole estivo e usando come scenografie le case bianche e il brullo territorio di un isolotto spagnolo. Film magnificamente costruito, pieno di scene che trasmettono tensione e orrore senza l'ausilio del sangue e del gore. Spiazzante per il ribaltamento dell'immagine di quello che dovrebbe essere il simbolo dell'innocenza e magistrale per aver rappresentato come situazioni di giochi le incursioni omicide.

Hackett 18/07/08 16:54 - 1867 commenti

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Davvero bello e teso fino alla fine. La storia non si tira mai indietro, non cede il passo a moralismi o finali rassicuranti (il finto finale alla "Il signore delle mosche" è corretto da altre morti). Il regista si conferma (dopo l'ottimo Gli orrori del liceo femminile) particolarmente abile a creare un'atmosfera di palpabile angoscia, amplificata in questo caso dall'assolato villeggio deserto. Probabile fonte di ispirazione per King che due anni dopo pubblicherà il racconto "I figli del grano", divenuto in seguito un film di successo.

Manowar79 16/12/08 15:29 - 309 commenti

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C'è poco da fare: oggi si può ancora essere tecnicamente perfetti, si può spingere al limite il fattore violenza, ma nessuno potrà mai più concepire un'opera oltraggiosa, scomoda e disturbante come questa. Ibáñez Serrador firma un capolavoro di rara crudeltà e (stilistica) bellezza, un film dalla duplice morale che terrorizza sia nei contenuti che nella messa in scena. Capolavoro rigorosamente per soli adulti, da affrontare solo dopo un'accurata iniezione di coraggio.

Patrick78 16/01/09 12:36 - 357 commenti

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Un film alquanto insignificante, con scelte di regia discutibili e molti rimandi ai ben più validi film che trattano lo stesso tema. Nulla di nuovo sotto il sole, anche se qualche buona cosa si può trovare soprattutto nell'ambientazione dell'isola deserta. Assolutamente anonimi i due attori protagonisti e le presenze fanciullesche che dovrebbero invece inquietare lo spettatore. Poco convincente Ibáñez Serrador, che si conferma un regista da poco anche nel finale improbabile. Disoneste le immagini di apertura del film. Forse trent'anni fa faceva il suo effetto.

Brainiac 20/01/09 18:59 - 1083 commenti

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C'è la rivolta delle macchine (Brivido), della natura (E venne il giorno), degli animali (Cujo), e in questo film di Ibáñez Serrador quella dei bambini. Può aver influenzato Hostel, forse è stato citato da Moretti (ricordate "Isole", uno degli episodi di Caro Diario?) e di sicuro è un bell'esempio di cinema che riesce a ribaltare l'assunto iniziale (i sette drammatici minuti di reportage di guerra), cioè l'innocenza dei bimbi. Ma non è un mio Cult. Serrador dirige con eleganza, dispensando, non sempre, una buona tensione. La frase che dice tutto è quella del negoziante: "El mundo esta loco."
MEMORABILE: "Quel regista come si chiamava?"; "Fellini"; "Allora è chiaro, è un fascista, come Mussolini."

Homesick 27/01/09 18:39 - 5737 commenti

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Assai rilevante. Benché il tetro collegio de Gli orrori sia sostituito da un'assolata isola mediterranea, la capacità di Ibáñez Serrador di costruire tensione per gradi - attraverso voci, suoni, ombre, volti, corpi - resta intatta. Stavolta indulge al sangue e si avvale delle sadiche nefandezze e dei letali incantesimi dei bambini, piccoli mostri assassini generati dalla cattiva coscienza degli adulti. Se il tragico epilogo deve senz'altro molto a Romero, il suo corollario profetizza quello del fulciano Zombi 2.
MEMORABILE: La pentolaccia; Le facce dei bambini; L'assassinio nel ventre materno; La lotta finale sulla barca.

Undying 2/02/09 07:55 - 3807 commenti

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Coppia di coniugi (con lei incinta) inglesi approda su un'isola apparentemente abbandonata dagli adulti e abitata solo da bambini. Per un primo momento i protagonisti pensano che i grandi abbiano lasciato, in massa, il posto per questioni di festività, poi l'improvvisa aggressività dei fanciulli li mette di fronte ad un fenomeno sconvolgente. Feroce, politicamente scorretto (sul finale i bambini vengono picchiati a sangue, quando non fucilati) e diretto con un senso del ritmo e della suspense da manuale. Ibáñez Serrador, forse in colpa per il girato, impone un incipit straziacuore...
MEMORABILE: Le impressionanti sequenze di repertorio che aprono il film: tanto disumane quanto vere.

Cotola 27/03/09 17:54 - 9055 commenti

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Notevole thriller-horrorifico che, pur ispirandosi parzialmente a situazioni già esplorate in altre pellicole, ha il merito di riuscire a creare una tensione che cresce sempre più col passare dei minuti; ciò accade nonostante (o forse proprio per questo motivo) il regista Ibáñez Serrador, bravo, punti su atmosfere diurne e solari. Teso ed angosciante fino al beffardo finale. Gratuite le scene iniziali che sembrano messe lì quasi a giustificare quanto accadrà nel seguito della pellicola. Da vedere.

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Anna 1/04/09 17:37 - 90 commenti

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Film che lascia il segno, contro ogni regola e che può far inorridire i benpensanti. Ingegnoso e anticonformista soprattutto se pensiamo che è stato prodotto nel 1974. La scelta della protagonista incinta è decisamente azzeccata, così come la location che dà quella sensazione di caldo asfissiante che diventa quasi percettibile. Consiglio la versione uncut per "gustarne" maggiormente l'effetto disturbante. Capolavoro indimenticabile.

Rebis 14/09/09 12:35 - 2338 commenti

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Di una bellezza spregiudicata, lo stile di Narciso Ibáñez Serrador, è edotto, capace di generare atmosfere inebrianti e sensoriali, soluzioni visive e narrative squisitamente cinematografiche: qui paga lo scotto di una sceneggiatura imperfetta, che accusa cedimenti quando rende scoperta l'allegoria (l'epilogo) o esplicita troppo i moduli espressivi dell'horror (la telepatia, lo spiegone paragenetico); rimane magistrale e limpidissimo invece nel sostenere la tensione drammaturgica e ambientale. A ogni buon conto, una gemma crudele e smagliante del cinema iberico.

Capannelle 28/09/09 11:30 - 4412 commenti

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Buon prodotto del genere bambini cattivi che sa creare tensione con pochi mezzi e senza grondare sangue da ogni fotogramma. Alcuni passaggi (la pentolaccia, il gruppo di bambini) rimangono dentro come pure l'ambiente (l'isoletta deserta, le camere abbandonate). Soffre un po' nella prima parte per l'inserimento delle immagini documentaristiche (forzate o quantomeno troppe) e per una certa lentezza: una short version del film sarebbe stata sicuramente da manuale.

Funesto 23/04/10 22:26 - 525 commenti

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Personalmente tutto quel culto che dicono io non ce lo vedo. Un film geniale, certo, che tratta di un argomento davvero inquietante senza strafare col gore e creando paura sotto la luce del sole e senza mai cadere nei clichès. Ottima regia quindi. Però il film non si spiega bene (cosa scatena la pazzia dei bimbi?), è lento, dice in quasi due ore quello che si potrebbe benissimo dire con quindici minuti e gli attori sono del tutto anonimi. Inizio e finale molto macabri ma poco centrati. Darà il via ad una saga americana discutibile. Voto: **1/2.
MEMORABILE: Il finale; il gioco della pentolaccia con il cadavere di un anziano; l'inizio; la colonna sonora, terrorizzante, fatta da spettrali coretti infantili.

Daniela 7/05/10 14:45 - 12672 commenti

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Le terribili sequenze dell'incipit, siano motivazione profonda dell'opera oppure pretestuose foglie di fico utilizzate dal regista per coprirsi la coscienza, non lasciano comunque scampo e rendono pleonastica la domanda del titolo: non solo si può, ma anzi viene fatto continuamente. Avendolo visto per la prima volta tanti anni fa, avevo timore di averlo mitizzato nel ricordo. Timore infondato, colpisce ancora e colpisce duro. La bellezza e la solarità del luogo rendono ancora più agghiacciante il racconto, più vivido e irrimediabile il sangue.
MEMORABILE: La pentolaccia con la roncola; l'assassinio dall'interno del grembo.

Pigro 3/05/10 10:25 - 9673 commenti

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Parte da una domanda con risposta ovvia Serrador per creare un bel film senza ovvietà: una storia inquietante, come quella che porta tutti i bambini di un'isola a massacrare crudelmente ogni adulto senza apparente ragione (ma i titoli di testa suggeriscono una reazione alle guerre infanticide), e una storia disturbante, come quella che vede nel massacro dei bambini stessi una possibile via d'uscita. Un'opera spietata, schiacciata dal sole accecante del Mediterraneo sotto cui si concentrano i volti così normali e naif dei pargoli feroci.

Lucius 2/06/10 15:54 - 3015 commenti

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Un regista cult, un film cult. Vagamente ispiratore di Grano rosso sangue, ma con un'ambientazione ancora più suggestiva, un'isola deserta popolata da minori assassini e con un'attrice che per la sua fisionomia e bravura ricorda Mia Farrow. La pellicola di Narciso Ibáñez Serrador colpisce per l'originalità, per le atmosfere, nonchè per il suo finale. Vorrei vedere più film come questo.

Trivex 24/06/10 13:18 - 1744 commenti

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Micidiale e sconvolgente vendetta di una generazione sull'altra, una volta che i rancori per le sofferenze subite hanno superato i limiti della ragione. La si perde, la ragione, cercando una spiegazione al ribaltamento della natura. Chi di solito non può che subire passivamente le pazzie altrui, ora ha dimostrato con la sua di insanità mentale, quanto la pazzia possa portare sofferenza. La spiegazione è impossibile, Satana sulla terrà o una aberrante applicazione della teoria della sopravvivenza? I bambini devono crescere! Mi ha tolto un po' di serenità...

Xabaras 14/08/10 13:00 - 210 commenti

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Dopo un fastidioso incipit documentaristico che, quasi a voler dare una giustificazione alle nefandezze di cui si renderanno responsabili i bambini, finisce per sguazzare nel politically correct, il film si eleva ad autentico capolavoro di saggia e misurata tensione che aggredisce lo spettatore e lo catapulta assieme ai protagonisti nell'assolato e arido inferno dell'isola popolata dai piccoli diavoletti. I leggeri cedimenti (la sgradevole scena del parto fatale e l'epilogo romeriano) non inificiano comunque il più che positivo risultato finale.

Corinne 9/02/11 23:27 - 420 commenti

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Un gioiellino disturbante e politicamente scorretto, che mantiene costante la tensione e l'inquietudine fino all'ultimo fotogramma. L'ambientazione estiva e solare è superba: l'orrore è alla luce del sole, si nasconde in vicoli deserti e la scelta di non spiegarne i perché e i percome è azzeccatissima in quanto permette allo spettatore di calarsi meglio nei panni dei due protagonisti. Notevole.

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Otis 30/03/11 15:11 - 40 commenti

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Il sole cocente brucia oltre che i protagonisti anche le loro e nostre coscienze. Tutto è politicamente molto scorretto, assolutamente disturbante. Un bambino si può uccidere, eccome, se serve per salvarsi. I bambini sono anch'essi colpevoli perché uccidono senza motivo e senza pietà, macchiandosi delle stesse colpe degli adulti, sfruttando pure il fatto di essere fino ad un certo punto intoccabili. Il risultato é una lotta senza speranza e senza vincitori. Il film, considerato anche che è del 1974, è scioccante e turba lo spettatore come pochi altri, grazie anche all`ambientazione solare e spettrale allo stesso tempo

Myvincent 8/11/11 13:32 - 3744 commenti

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Bambini killer contro il mondo degli adulti che distruggono senza pietà, come contagiati telepaticamente. Il film ha l'innegabile pregio di voler rovesciare un valore dominante e infrangere un tabù sull'incorruttibilità e l'innocenza infantile. Il tutto con uno stile asciutto ed inquietante nello stesso tempo. Molto forti le scene dell'esecuzione dei piccoli demoni, a cui lo spettatore non può non riversare il proprio odio. Originalissimo e coraggioso.

Rambo90 17/01/12 02:24 - 7702 commenti

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Davvero un ottimo film. Coraggioso per ciò che mostra, ma non per questo giocato su facili scene splatter, anzi è tutto un gioco di tensione, di attesa. Bella la fotografia, così come lo svolgersi lento ma incessante della storia, che rende lo spettatore sempre più agitato. Buona la colonna sonora, così come il finale che ricorda un poco la notte di Romero. Bravi i protagonisti, soprattutto lui.

Matalo! 27/01/12 09:13 - 1378 commenti

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Dignitoso e con buona suspence, immerso nel sole spagnolo e nelle sue penombre. Un po' rude nella messinscena, come volevano gli Anni Settanta, ma niente affatto gratuito per buona parte. Pleonastici titoli di testa, anche se si collegano alle affermazioni del fotografo sui bambini come prime vittime di ogni male degli adulti; debole nel finale, anche se con senso. Non capisco la fatalità dell'arrivo della barca della polizia, un po' tirata pei capelli. Resta un raro esempio di ribaltamento di stereotipi bambino/innocenza, con limiti e pregi.
MEMORABILE: La "pentolaccia"; La morte della Ransome; Il prefinale vagamente western.

Giùan 20/06/12 19:26 - 4565 commenti

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La controra dei bambini assassini, diremmo prafrasando con faciloneria i Morti Romeriani. Il film di Serrador è però ben di più. Come era accaduto con Gli orrori del liceo femminile, al regista spagnolo riesce il "trucco" di giocare con, render seri e sublimare convenzioni/stereotipi del genere fino a raggiunger la magia di un distrurbante effetto "classicità". Cinematograficamente polimorfo (cita Hitch, scherza con Fellini, allude ad Antonioni e perfino al Rossellini di Viaggio in Italia), ha le sue pecche in un irritante Fiander e in un ritmo che talora perde ossigeno.
MEMORABILE: L'assassinio del bambino appollaiato sulla grata; Le frustate della ragazzina non visibili allo spettatore; La morte della Ransome.

Mickes2 9/11/12 11:59 - 1670 commenti

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Grandissimo horror d'atmosfera che eleva la figura dei più piccoli a entità astratta, oscura, surreale, resa aberrante per colpa di un mondo "loco" che non ascolta i propri figli, anzi: li uccide. Cifra stilistica che suggerisce e si districa tra virtuosi e indovinati guizzi di regia. L'isola deserta come inferno esistenziale dove combattere con la paura, spettro inafferrabile e indistruttibile di un Male scaturito dalla violenza e dall'amoralità. Opera indubbiamente importante per il genere e non solo.
MEMORABILE: L'apparizione della prima bambina; Una pentolaccia particolare...; Il muro di bambini successivamente decimato a colpi di proiettile.

Ellerre 14/01/14 10:09 - 89 commenti

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L’incipit documentaristico a giustificare gli eventi della storia è un po’ forzato ma poi il film lo si gusta fino in fondo. Le ambientazioni sono eccellenti e in un'insolita atmosfera solare si innesca una spirale di angoscia e terrore grazie alla bravura del regista e, soprattutto, degli interpreti. Senza velleità censorie aggiungo che alcune sequenze di violenza con i bambini potevano essere risparmiate, visto che non aggiungono molto al lavoro finale. Insomma, parecchi gli spunti positivi anche se troppi interrogativi della storia non trovano una risposta soddisfacente.

Minitina80 13/06/15 07:56 - 2986 commenti

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Un’opera impegnata che apre a profonde riflessioni, vuoi anche la forza del prologo, da cui ognuno può trarre la propria interpretazione. Tutto ruota attorno ai bambini, comunque vada vittime delle barbarie degli adulti. È diretto ottimamente e tutta la follia di cui è pregna la storia trasuda fino a diventare quasi disturbante. Da vedere a tutti i costi.

Ultimo 30/06/15 17:36 - 1656 commenti

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Tremendamente inquietante, questo film spagnolo anni 70 si segnala per una trama come mai se ne erano viste prima: un gruppo di bambini, per di più in un'isola sperduta, sono pervasi da un istinto assassino nei confronti degli adulti. Un po' noiosa la parte iniziale, ma la bravura dei due protagonisti (marito e moglie) è indubbia e il risultato complessivo notevole. Qua e là si notano a mio avviso rimandi al primo Romero e al miglior Polanski.
MEMORABILE: La schiera di bambini silenziosa.

Didda23 20/07/15 09:53 - 2426 commenti

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Un soggeto intrigantissimo ma che poggia unicamente su una sola idea, quindi forse più consono per un cortometraggio. Il brodo è allungato all'inverosimile e la tensione narrativa non è sempre all'altezza. Rimane senza dubbio la genialità in certi punti (soprattutto nel finale) e la memorabile ambientazione sotto il caldo sole spagnolo. Serrador, senza inventar nulla dal punto di vista tecnico, si limita a girare con la giusta perizia. Forse un filino sopravvalutato per l'effettivo valore, ma nonostante ciò è una pellicola che ha elementi di interesse.
MEMORABILE: La pignatta umana.

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Nicola81 12/12/15 14:52 - 2862 commenti

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Uno degli horror più atipici della storia del cinema. L'orrore, infatti, si svolge alla luce del sole e i suoi artefici dovrebbero essere invece l'emblema dell'innocenza. Il tutto, unitamente all'inquietante colonna sonora, lo rende un film teso e disturbante, sul quale però incide una sceneggiatura che oltre la buona idea di partenza non riesce ad andare. E la collettiva follia omicida dei bambini avrebbe meritato una spiegazione più approfondita di quella che sembra suggerire il prologo. Dei due protagonisti, meglio la Ransome di Flander.

Rufus68 26/07/16 19:35 - 3845 commenti

I gusti di Rufus68

Uno dei capolavori del fantastico. Serrador non ha fretta, costruisce il perturbante per gradi a costo di sacrificare qualcosa alla narratività più prosaica (l'inizio coi due turisti); il sacrificio, però, è risarcito: il regista ottiene, infatti, per contrasto, un'atmosfera sospesa, in cui sono abolite le regole universali dei rapporti umani - un'atmosfera da cui può germinare l'orrore e lo spaesamento dello spettatore. Un difetto: le posticce sequenze documentaristiche; senza quelle il film è perfetto.

Faggi 7/08/16 20:20 - 1549 commenti

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Pellicola misteriosa, di forza espressiva originale, potente e ambigua. Tutto ottenuto grazie alla perfetta evocazione di una realtà altra attraverso la messa in scena, i tempi narrativi e i decisivi dettagli (ovviamente le interpretazioni sono all'altezza). L'ordinario e il quotidiano (la normalità tout court) si ribaltano nel perturbante: emerge la crudeltà primordiale. Senza scomodare i filosofi si conclude che uccidere è ciò che l'essere umano riesce a fare meglio (insieme a procreare e nutrirsi).

Magi94 4/02/19 21:33 - 954 commenti

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Meraviglioso horror spagnolo "puro", cioè non contaminato da alcun genere esterno e da alcuna stortura commerciale, che ha come unico scopo il ricreare un'atmosfera macabra e affascinante. Scopo raggiunto con pieno successo, visto che difficilmente si può dimenticare il paesino assolato e raggelante, dalla calma molto tipica e allo stesso tempo spaventosa. La tensione è più che palpabile fino alla meravigliosa scena della casa di pescatori (quella fiumana mortifera...); poi inevitabilmente cala un po' verso il B movie, ma nulla di grave.

Bubobubo 23/07/19 20:50 - 1847 commenti

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Muovendo da un rigoroso (e un filo retorico) incipit documentaristico, l'inesplicabilità dell'adynaton: se l'adulto non teme di alzare inesplicabilmente la mano contro il piccolo, cosa succederebbe a parti inverse? Un virus, una follia di massa; o, forse, il semplice rovesciamento (per esasperazione?) di una dinamica orrorifica. Di orrore pullula ogni anfratto della deserta Almanzora, un non-luogo cucinato da un sole abbacinante e occupato da scheggiate volumetrie in rovina: isola-Panopticon come grembo ostile da cui scalciare. Durissimo.
MEMORABILE: Il pollo carbonizzato che continua a girare sullo spiedo; Gli ultimi venti minuti.

Von Leppe 30/10/19 19:33 - 1262 commenti

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Due turisti inglesi si recano in un'isola della Spagna dove la loro vacanza si trasformerà in un incubo. Già il cinema si era cimentato coi bambini assassini (vedasi Il villaggio dei dannati) ma stavolta lo fa in modo più diretto e realistico. Dopo un documentario sulle violenze che subiscono i bimbi nel mondo e scene turistiche di folla arriva quasi inaspettato il primo delitto compiuto da una ragazzina. Beffardo il finale: chi è considerato sempre vittima lo è anche quando è carnefice.

Anthonyvm 27/08/20 21:40 - 5705 commenti

I gusti di Anthonyvm

Fra i migliori horror di tutti i tempi, coi bimbi killer più terrificanti che il cinema ricordi. Se ne Gli orrori del liceo femminile Serrador rielaborava Psyco, qui rivisita Gli uccelli, con una misteriosa rivolta di innocenti contro il corrotto mondo degli adulti. La prima parte è un capolavoro di tensione e di desolante inquietudine, poi l'autore sprigiona le belve della paura e semina brividi di indubbia efficacia fra inseguimenti, agguati da cardiopalma e assurde, disturbanti esplosioni di violenza. L'apocalittico finale suggerisce evoluzioni degne de Il villaggio dei dannati.
MEMORABILE: L'incipit da mondo-movie con immagini di inaudita crudezza; La pentolaccia umana; I bambini che scendono dalle colline; Il finale tragico e romeriano.

Keyser3 17/11/21 10:53 - 444 commenti

I gusti di Keyser3

Da un'idea di fondo buona, che King porterà al successo con "I figli del grano" e derivati cinematografici successivi, Serrador trae purtroppo un film per lunghissimi tratti soporifero, che parte realmente dopo una mezz'ora spesa fra immagini di repertorio (di forte impatto) e un prologo, sulla terraferma, piuttosto inutile. Nemmeno le interpretazioni dei protagonisti risultano particolarmente incisive, mentre bisogna riconoscere che l'atmosfera, una volta giunti sull'isola, è resa efficacemente e dà un discreto senso di angoscia.

Puppigallo 10/08/23 21:36 - 5281 commenti

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Una di quelle pellicole in cui l'innocenza lascia il posto a una sanguinaria, lucida follia dettata da non si sa cosa, ma che può contagiare solo... espandendosi come un virus. L'ambientazione isolana e isolata aiuta molto e, nonostante le idee siano poche e si tenda a dilatare un po' troppo alcune scene di attesa o di ricerca, è indubbio che il tutto finisca per coinvolgere. Certo, alcune decisioni del protagonista, che lascia sola la moglie in cinta con i "simpatici" ragazzini in giro, non hanno senso. Ma nel complesso merita la visione, grazie all'aria malsana creata.
MEMORABILE: Risata dopo le bastonate al povero vecchio; La pentolaccia "rivisitata"; La reazione degli altri ragazzini dopo la morte di un loro coetaneo.

Gabigol 26/08/23 16:35 - 584 commenti

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Tolto l'incipit documentaristico che poco si concilia con il resto della visione, l'ultima fatica filmica di Serrador è un (quasi) capolavoro. Il tema è certamente notorio; lo stesso non si può dire per la gestione perfetta dei primi 50 minuti, meritori di valorizzare un'ambientazione mediterranea - assolata e desolata - per suggerire il cambio di gerarchia tra creatori/adulti e creati/figli. Di alto livello anche lo score di los Ríos. La violenza psicologica e poi fisica esplode in un sadico gioco al gatto e topo, che è preludio di un dramma annunciato. Finale puramente romeriano.
MEMORABILE: L'arrivo ad Almanzora; La bambina e l'anziano; La pignatta umana; L'entrata in chiesa; La schiera di bambini dinnanzi al mitra; Il finale.

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Kinodrop 4/02/24 19:46 - 2957 commenti

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Sebbene il messaggio di fondo di questo lavoro di Serrador resti irrimediabilmente ambiguo e inquietante col suo incipit con la tragedia dei bambini nei lager nazisti, dal punto di vista della resa drammatica e della suspense che coinvolge una coppia di turisti assediati da una folla di piccoli killer, non si può non riconoscere l'abilità del regista nel disegnare il contrasto tra il biancore di un'isola mediterranea e la cupezza dei fatti. Nonostante i tanti rimandi e citazioni filmiche, rimane impresso soprattutto per la cruenta parte finale e per l'epilogo proteso verso il peggio.
MEMORABILE: La "pentolaccia" col cadavere appeso; L'assedio in cantina; La sparatoria nel finale.
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  • Discussione Matalo! • 19/01/12 10:45
    Call center Davinotti - 614 interventi
    fatta
    adesso ti citerò nella presentazione
  • Homevideo Xtron • 14/05/12 16:39
    Servizio caffè - 2151 interventi
    Il dvd Noshame ha una durata di 1h46m31s

  • Discussione Cotola • 6/11/12 23:40
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Il remake è pronto e verrà presentato al 30°
    Torino Film Festival

    Lo presentano così:

    COME OUT AND PLAY di Makinov (Messico, 2012, DCP, 95’)

    Una coppia di turisti americani, in attesa di un bambino, in fuga romantica su un’isoletta messicana: un paradiso di sole, mare, luce, con tanti bambini e nessun adulto. Diretto da Makinov, il regista
    russo che si nasconde dietro l’anonimato, il remake di un cult spagnolo del 1976: Ma come si può uccidere un bambino? di Narciso
    Ibáñez Serrador. L’ossessione dell’Altro personificato dall’infanzia.
  • Discussione Buiomega71 • 7/11/12 00:38
    Consigliere - 26015 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    Il remake è pronto e verrà presentato al 30°
    Torino Film Festival

    Lo presentano così:

    COME OUT AND PLAY di Makinov (Messico, 2012, DCP, 95’)

    Una coppia di turisti americani, in attesa di un bambino, in fuga romantica su un’isoletta messicana: un paradiso di sole, mare, luce, con tanti bambini e nessun adulto. Diretto da Makinov, il regista
    russo che si nasconde dietro l’anonimato, il remake di un cult spagnolo del 1976: Ma come si può uccidere un bambino? di Narciso
    Ibáñez Serrador. L’ossessione dell’Altro personificato dall’infanzia.


    Ne ho letto su Nocturno, sembra interessante...
  • Discussione Cotola • 10/11/12 17:25
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Se lo vado a vedere vi farò sapere...
  • Discussione Gestarsh99 • 10/11/12 18:12
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Cotola ebbe a dire:


    COME OUT AND PLAY di Makinov


    ...L’ossessione dell’Altro personificato dall’infanzia.



    Tra l'altro il titolo richiama un altro scenario filmico/apocalittico sempre collegato all'infanzia: il COME AND SEE (1985) dell'altrettanto russo Elem Klimov.
  • Discussione Cotola • 10/11/12 18:14
    Consigliere avanzato - 3845 interventi
    Probabile, Gest. Comunque in giro se ne parla
    male di questo remake. Se vedrò, vi dirò.
  • Discussione Caesars • 6/02/13 17:52
    Scrivano - 16812 interventi
    Secondo Imbd Serrador compare, non accreditato, in un cameo come "Man next to bus"
  • Discussione Zender • 7/02/13 08:31
    Capo scrivano - 47805 interventi
    Ok, aggiungiamolo al cast...
  • Curiosità Rufus68 • 26/07/16 19:49
    Contatti col mondo - 220 interventi
    Il film è tratto dal romanzo di Juan José Plans, El juego de los niños, sempre del 1976.
    Dell'anno seguente (Penthouse, marzo 1977) è il racconto di Stephen King, Children of the corn (I figli del grano, da cui il film Grano rosso sangue), poi pubblicato nella raccolta del 1978 Night shift (A volte ritornano).
    Nel 1988 apparirà Running wild, di James G. Ballard, romanzo ambientato a Londra (Children of the corn lo era in Nebraska). Il titolo verrà tradotto come Un gioco da bambini, una evidente memoria dell'opera capostipite di José Plans (tuttora negletta dall'editoria italiana, come il suo autore).
    King e Ballard sono due giganti della letteratura fantastica, ma, forse, qualche occhiata alla Spagna possono averla data.