Curiosa commediaccia, non priva di inventiva, nella quale Carlo Giuffré (bravissimo) si trasforma, da mercante di giacche, in medico specialista per disturbi sessuali. Il film, pur se lento, ripetitivo e di mediocre livello, evita di cadere nella volgarità deteriore grazie alla simpatia del protagonista. Da ricordare che l'addetto alla moviola degli amplessi, trasformando il cognome del celebre Eros Vitaletti della "Domenica Sportiva", si chiama "Pitaletti". Splendida, come sempre, la Aumont. Brava la polselliana Rita Calderoni, moglie napoletana.
Giuffré nei panni del sessuologo non è (cosa difficile, dato l'assunto di sceneggiatura) affatto volgare e, nel complesso, la parte meglio riuscita è da attribuire agli interpreti. Tutti in un grado di aggiungere valore ad un film, altrimenti men che inutile. La polselliana Rita Calderoni è sempre un bel vedere... Poteva essere qualcosa di diverso, se i dialoghi fossero stati più curati.
Fin dai primi minuti ci si domanda che schifo di karma si debba avere per essere incappati in un prodottaccio così scoraggiante: fa male al cuore vedere cavalli di razza del calibro di Marilù Tolo, Gianni Agus e Adriana Asti smarchettare controvoglia in quest'iniquo pasticciaccio, la cui deprimente visione affonda in uno scoramento che nemmeno il pimpante mordi-e-fuggi banfiano ridimensiona.
Divertente commedia, dove il simpatico Carlo Giuffrè si trasforma da povero venditore in ricco dottore specializzato in un campo particolare. Cast ricchissimo, film non eccezionale (Corbucci ha fatto di meglio) ma che diverte e si lascia guardare. Scorrevole.
Il catalogo di inibizioni e bizzarrie sessuali nella vita di coppia si presenta in una veste solare e giocosa e oppone ai possibili rischi di caduta nel cattivo gusto la solida barriera di Giuffrè, che mantiene contegno e professionalità in tutti i pezzi proposti: alcuni sono più riusciti (le esilaranti fregole di Banfi e la cura dell’ipodotato Crocitti), altri meno, perché flosci (Agus e il transgender) o inutilmente reiterati (gli agguati della Asti). Valida spalla Cannavale; bollente la Tolo. Per la colonna sonora Continiello utilizza “Il ballo del qua qua”.
MEMORABILE: Banfi in macchina e in ascensore; la Asti che tenta il suicidio e finge di telefonare alla madre malata.
Una curiosa commedia con protagonista assoluto il grandissimo Carlo Giuffrè nei panni del falso medico che usa la sua farlocca professione per soldi e per concedersi qualche bella occasione in quanto a donne. Giuffrè è esplosivo, divertente e non volgare, confrmando le sue doti di attore e di comico. Ottimi comprimari Enzo Cannavale, sempre all'altezza nei panni del suo sgangherato assistente, le bellissime Marilù Tolo, Tina Amount e Rita Calderoni, un giovane Lino Banfi già divertentissimo. Noioso l'episodio con Agus.
Film che si lascia guardare nonostante alla lunga stanchi. Simpatica interpretazione di Giuffrè dottore truffatore specializzato nel far tornare le coppie attive sessualmente. Banfi relegato a comparsa fa la sua parte, ma tutti i protagonisti si comportano bene. Da vedere prima di addormentarsi in "prima"notatta!
Fedele compagno da terza serata delle mie privatine; è quello che è ma resto basito dalla disinvoltura con cui si usavano i miti d'epoca (qui Master & Johnson) per creare disincantate commedie pecorecce non ancora svilite dai vari Milizia & c. Nonostante sian barzellette c'è un'aria disincantata e gaglioffa che mi fa divertire. Giuffré e Cannavale sempre fantastici; Calderoni e Aumont molto belle, quasi quanto l'infermiera ricciolona che è il mio top estetico. Asti ripetitiva ma si sente la grande artista che sa adeguarsi alle zone "basse".
MEMORABILE: Il moviolone; Gli strafalcioni di Giuffrè (i "tambù", "pigliatevi questo 'cetrato di magnesio').
Curiosa commedia che mette in scena un bravo Giuffrè nei panni di un improvvisato sessuologo, coadiuvato dall'assistente Cannavale; l'intero cast a dire il vero è di buon livello, con una brillante comparsata di un giovane Banfi, una Asti molto brava e una Calderoni sempre bellissima, oltre a vari altri caratteristi del periodo. Ci si diverte a intermittenza, pur senza scendere mai troppo nella volgaritá; certo, lo script è robetta, ma si parla di cinema senza pretese e il film scorre bene, regalando tutto sommato qualche risata a denti stretti.
Commedia piuttosto scollacciata che spreca molti volti noti del cinema dell'epoca in una storia di scarso appiglio. Per fortuna la professionalità di Carlo Giuffrè evita il peggio. Qualche gag è anche piacevole, ma sono troppo poche in 100 minuti di pellicola e il canovaccio non prende mai quota come si deve. Bruno Corbucci ha fatto di meglio. Evitabile.
A metà degli anni '70 la commedia sexy era arrivata a un punto morto, sfornando più che altro pellicole mediocri. Non è questo il caso. Non è sicuramente un grande esempio del genere, non si muore dalle risate e la regia è un po' piatta, ma tutto sommato il film è godibile, qualche risata la strappa, le situazioni divertenti ci sono e soprattutto presenta un cast costellato di buoni nomi del nostro cinema (Adriana Asti e Marilù Tolo, tanto per citarne due). Spicca come sempre Enzo Cannavale. Simpatico.
Carlo Giuffrè si improvvisa sessuologo dalla sera alla mattina, e inizia a incontrare vari personaggi, ognuno con il suo problema tra le coperte... il film è praticamente tutto qua. Procede a episodi indipendenti tra loro: alcuni divertono, altri meno. Tecnicamente povero e spesso basato su un umorismo rozzo con qualche battutaccia di troppo, si segue comunque con piacere, soprattutto grazie alla simpatia della coppia Giuffrè-Cannavale. Senza scordare il cast femminile, sebbene poco valorizzato. C'è anche Pamela Villoresi, presenza spiazzante nel contesto.
Commedia godibile, considerando i canovacci spesso ripetitivi della commedia sexy all'italiana, con un Giuffrè improvvisato dottore sessuologo davvero al top e uno strepitoso Cannavale a fargli da spalla. Cala un po' nella seconda parte, quando entra in scena Gianni Agus, ma nel complesso diverte senza annoiare. Tra i ''clienti'' spiccano ovviamente Vincenzo Crocitti e Lino Banfi.
MEMORABILE: La terapia cui è sottoposto Crocitti; Banfi nel bar e alle prese con il pastore tedesco ''geloso''; La ''richiesta'' del bambino davanti l'edicola.
Corbucci è uno dei primi a portare al cinema la recente liberalizzazione dei costumi non tanto sul piano visivo (i nudi sono pochi e fugaci) quanto su quello sociale. Certo la materia pruriginosa è resa più col linguaggio della farsa che con quello della satira, ma lo straordinario parterre di attori riesce ad infondere leggerezza evitando volgarità gratuite e si ride parecchio. La mano esperta del regista imprime un buon ritmo, valorizzando al massimo le potenzialità del cast e i pochi denari del budget. Un buon film da riscoprire, soprattutto per gli amanti del nostro cinema bis.
MEMORABILE: I camei di Banfi e Zamuto; L'intesa fra Giuffré e Cannavale; I "ripensamenti" di Adriana Asti.
Commedia dal contenuto erotico militante riservata a un pubblico adulto, vedibile e dimenticabile. Si sorride a volte, ma si ride pochissimo e la lunghezza complessiva porta anche a un po’ di noia. Perché il tema è perpetuato per tutto il tempo e alla fine, seppur con alcune varianti anche riuscite, diventa ridondante. Linguaggio abbastanza scurrile, diffuso a volte gratuitamente, mentre le scene erotiche sono “caricate” ma spesso poi usate per sparare a salve. Notevoli invece le presenze, sia maschili che femminili, che costituiscono un ottimo valore aggiunto.
Si salva giusto la professionalità di Giuffrè ma il plot, che pure sarebbe foriero di situazioni scoppiettanti, è lungo, ripetitivo e la regia, per paura di oltrepassare la linea rossa della volgarità visto il tema pruriginoso, si attesta su situazioni trasgressive all'acqua di rose che inducono al massimo al sorriso. Da ricordare in positivo Banfi mentre la Asti "vorrei ma non posso" isterica è lo stesso personaggio mal riuscito di un film più divertente; stranianti la presenza di un giovanissimo Massimo Dapporto doppiato e la colonna sonora base anche de "Il ballo del qua qua".
MEMORABILE: In negativo il terribile episodio di Crocitti.
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CuriositàGeppo • 1/11/08 19:03 Call center Davinotti - 4349 interventi
Nel film vediamo l'esordio cinematografico di un giovanissimo e irriconoscibile Massimo Dapporto, in un piccolissimo ruolo.
Poichè i titoli di testa nel dvd 5°Piano sono su sfondo nero, mancano le scene precedenti l'incontro tra Giuffrè e la Aumont incluse, invece, nella versione trasmessa dal defunto canale satellitare Happy Channel, dove i titoli scorrono direttamente sul film.
HomevideoGeppo • 10/04/09 10:21 Call center Davinotti - 4349 interventi
Homesick ebbe a dire: Poichè i titoli di testa nel dvd 5°Piano sono su sfondo nero, mancano le scene precedenti l'incontro tra Giuffrè e la Aumont incluse, invece, nella versione trasmessa dal defunto canale satellitare Happy Channel, dove i titoli scorrono direttamente sul film.
Stessa situazione anche nel dvd "Il marito in vacanza".
Il dvd "Minerva" ha i titoli di testa su sfondo nero, mentre la vhs "Olympia" ha i titoli di testa che scorrono direttamente sul film (le scene riguardano l'automobile dove viaggiano Cannavale e Montagnani).
La Calderoni ha rivelato che la prima scena che venne girata fu la più difficile del film. Pare che le fu tesa una "trappola" poiché il produttore voleva un'altra attrice (ma Corbucci spingeva per lei) e sperava così di poter soppiantarla. Alla fine tutto andò bene e lo girò la Calderoni.
Fonte: Stracult Puntata del 31 agosto 2009.
MusicheColumbo • 18/04/11 10:06 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Tema musicale scritto da Ubaldo Continiello, tra l'altro uno dei suoi più famosi, o meglio, diventerà famoso pochi anni dopo quando su quella musica verranno adattate le parole e verrà cantato da Romina Power col titolo "il ballo del qua-qua":
MusicheMatalo! • 27/12/14 17:44 Call center Davinotti - 613 interventi
In verità è un branoamericano chiamato Chicken dance piuttosto precedente al film, che è stato regolarmente coverizzato dalla Power (diritti dichiarati) e rubato da Continiello
CuriositàNeapolis • 27/04/16 15:42 Call center Davinotti - 3241 interventi
Mentre Galliano Juso e Bruno Corbucci si trovavano a Napoli per girare questo film, a Juso capitò di subire uno scippo ad opera di due delinquenti a bordo di una Kawasaki. Galliano rimase così colpito da quel fatto ("Uno scippo straordinario, irripetibile da quanto era bello..." dirà poi in un'intervista) che gli venne lo spunto per scrivere la sceneggiatura per il primo film della saga di Giraldi: Squadra Antiscippo.