Da un romanzo di John Wyndham (l'autore de “Il giorno dei trifidi”) uno dei più noti film di fantascienza del periodo classico, capace di originare un vero e proprio sottofilone dedicato ai bambini demoniaci. Senza ricorrere praticamente ad alcun effetto speciale, il regista Wolf Rilla punta molto sulla recitazione e sulla rigorosità della messa in scena, che sfruttano una sceneggiatura ben strutturata e un'idea interessante. Peccato che lo spunto iniziale, della città “addormentata”, si esaurisca in un prologo pretestuoso, un antefatto poco collegato al resto del racconto se non per ragioni contingenti. Ma è chiaro che il centro dell'attenzione sono i pargoli dannati, i cui occhi si imbiancano...Leggi tutto e brillano per adempiere a una funzione ipnotizzante che spinge le vittime al suicidio. Anche l'allargamento su scala mondiale del fenomeno è solo sfiorato, come se le tante trovate nascessero e si spegnessero senza il dovuto approfondimento. George Sanders (è Gordon) contribuisce non poco a conferire un necessario alone di plausibilità alla vicenda, nel complesso comunque affrontata con molta professionalità e proprio per questo apprezzata pure al di fuori dei confini del genere fantascientifico, al quale appartiene indubbiamente. Molte tuttavia le ingenuità poco congruenti (si fa scendere un pilota d'aereo in una zona che si ritiene possa provocare l'assopimento improvviso e istantaneo senza pensare a cosa possa capitare a un velivolo che si ritrovi privo di guida) e le scene che si potevano sintetizzare per dare al film quell’efficacia della quale, per lunghi tratti, tende a difettare.
Colpisce ancora oggi. Questi diabolici bambini dagli occhi penetranti e scrutatori inquietano molto. C'è una certa ingenuità, qualche verbosità di troppo, ma tolto questo bisogna ammettere che il film funziona bene; e quando compaiono i demonietti, si sa che accadrà qualcosa di brutto, arrivando a sperare che la vittima di turno non li faccia arrabbiare (mai minacciarli con un’arma). La manipolazione mentale è la loro arma letale; e non dà scampo. Bel finale (occhio ai pensieri). Persino la colonna sonora, quando sta per accadere qualcosa, contribuisce ad aumentare la tensione. Notevole.
Il film ha due indiscutibili meriti: aver utilizzato un soggetto (i bambini e il loro potere paranormale) che verrà ripreso da altri film simili e aver dato vita ad una immagine, quella degli occhi che si illuminano, che difficilmente si dimentica. Detto questo la storia appare a tratti didascalica, senza il necessario pathos e tra i protagonisti salverei, oltre ovviamente ai bambini, il solo professore.
Piccolo classico della fantascienza che si segnala oltre che per una discreta sceneggiatura soprattutto per le atmosfere piuttosto inquietanti, amplificate dalla presenza di bambini "diabolici" e tutt'altro che rassicuranti. Inoltre il ritmo narrativo è piuttosto alto per merito di un'asciutezza e di una sobrietà di fondo davvero ammirevoli. Film vecchio stile in cui a dominarla non erano gli effetti speciali puerili e fracassoni ma le idee, e il tutto senza sbrodolamenti eccessivi ma contenendo la durata in circa 90 minuti. Altri tempi!
Inquietante film che, senza i roboanti effetti scenici della filmografia di oggi, ne fa un capolavoro della suspence. Da dolcissimi e innocenti occhi infantili può scatenarsi una sfida contro l'umanità. I bimbi sono esseri provenienti da un altro mondo che non vuole la pace, dotati di una natura che non cerca il compromesso e affida alla disarmante innocenza infantile il mezzo per sfidare l'umanità.
Alieni invasori si mimetizzano da bei bambini. Straordinario film di fantascienza dove, con pochissimi mezzi (e si vede!), il regista riesce a creare un'inquietante atmosfera di terrore, con il gruppetto di fanciulli tetri, identici, con gli occhi che diventano bianchi. Anche oggi è un film potente: il ritmo è buono, molte immagini sono splendide (eccellenti i primissimi piani), e il senso di impotenza per una giovane generazione che cresce aliena e pericolosa agli occhi degli adulti ha un portato metaforico che travalica la fantascienza.
Classico spesso sottovalutato del cinema di science fiction anni '50/inizio '60. Tratto dal romanzo (1957) dell'autore britannico John Wyndham. Bella l'ambientazione, stile "tranquilla campagna inglese", eccellente la fotografia in bianco e nero, buona la recitazione, con attori scelti molto bene (persino i bambini). Come in L'invasione degli ultracorpi, di effetti speciali elaborati manco a parlarne ma, come nel film di Siegel, anche in questo bel film di Rilla la suspense è assicurata. Da riscoprire.
Uno dei più "valutati", giustamente tra l'altro, film fantascientifici degli anni '60. È infatti notevole la tensione che il regista riesce a creare con pochi mezzi e praticamente senza nessun utilizzo di effetti speciali... magari se ne facesero ancora di film così. Certo non stiamo parlando di un capolavoro assoluto, in quanto ci sono alcune evidenti ingenuità e qua e là la pellicola si "appesantisce" un po', ma il prodotto è meritevole di una (ri)scoperta. Carpenter ne fece un remake, purtroppo molto inferiore all'originale.
MEMORABILE: La parte iniziale con l'addormentamento di tutto il paese. Il finale con il progressivo smantellamento della muraglia mentale.
Testata d’angolo del cinema di fantascienza, concretizza la paura dell’ignoto e dell’invasione di malefiche potenze aliene in una stirpe monopsichica di misteriosi bambini ipnotici e telepatici: basta il loro cipiglio gelido e marziale per tessere un’atmosfera di ansia, attesa e di minaccia cosmica da racconto lovecraftiano. Gli occhi bianchi sono l’unico effetto speciale; per il resto la messinscena è semplice e diretta, poggiante in massima parte sulla recitazione – ottimo il flemmatico e incautamente positivista Sanders – e sull’impatto dell’immagine.
Discreta sceneggiatura, pochi mezzi ed effetti speciali da dilettanti per un film giustamente sottovalutato e che si sposa pienamente con la produzione di fantaascienza targata anni sessanta. Un bianco e nero scialbo per una pellicola che gode però, dal canto ,di una certa originalità nel soggetto.
Quello che mi ha colpito di più in questo bel film è l'assoluta noncuranza verso i bambini e la loro sorte, dimostrata da tutti (fatta eccezione per il professore, che cede solo alla fine). È sempre la solita storia, la paura del diverso. Non sei uno di noi perciò noi umani, capaci di provare sentimenti ed emozioni, a differenza di voi diversi, vi eliminiamo, vi uccidiamo. Se necessario useremo anche testate nucleari. Un bellissimo bianco nero ambientato, per contrasto, in un ameno luogo di campagna con tanto di pecore. Ottima regia. Notevole.
Thriller fantascientifico tratto da un romanzo di John Wyndham. Il film mantiene uno stile sobrio e senza fronzoli ma riesce come poche opere del suo genere a costruire una straorinaria tensione narrativa pur senza adottare particolari effetti. Questo grazie all'abilità di regista ed interpreti e soprattutto ad un efficace sceneggiatura.
Ottimo classico di fantascienza/horror. La stupenda regia richiama gli episodi migliori di Ai confini della realtà, perfetti la regia e il ritmo narrativo. I bambini sono a dir poco azzeccati, sanno sapientemente trasmettere la giusta dose di inquietudine e mistero. Purtroppo il film è stato creato negli anni in cui lo splatter era malvisto, quindi le scene più d'impatto sono solo "suggerite" (ci penserà Carpenter 30 anni dopo a farne un ottimo remake). Riesce comunque nel suo intento.
MEMORABILE: "Una muraglia... devo pensare ad una... muraglia..."
Mi ha fatto pensare ad un episodio diluito di Twilight Zone. Non il capolavoro che mi aspettavo (l'ho trovato interminabile nella prima parte, troppo veloce nella seconda, a discapito della tensione) ma comunque un buon film, con ragazzini decisamente inquietanti e la minaccia da loro rappresentata enfatizzata dalle notizie dal resto del mondo. Come dicevo, qualche scena in più per creare un crescendo di terrore prima del finale non avrebbe guastato.
MEMORABILE: L'inizio, con i paesani che cadono addormentati; La muraglia.
Fanta-horror epocale che contro ogni tabù ha come protagonisti un gruppo di bambini infernali ed assassini. Il clima da guerra fredda che sottende gli dà una colorazione politica e l'impianto del racconto è tanto asciutto quanto inquietante. L'effetto degli occhi ipnotici dei pargoli alieni fa ancora il suo effetto dopo più di 50 anni.
Riuscito e, come spesso sono i film di fantascienza britannici, cupo. Buona la sceneggiatura e il fatto che il mistero resta; non viene troppo svelata la provenienza dei bambini che risultano veramente inquietanti, scelti bene anche nei lineamenti del volto. Valido pure il resto del cast. L'ambientazione nella campagna inglese, come sempre, è affascinante. I bambini di solito sono vittime indifese degli adulti, ma questi sono davvero intoccabili...
MEMORABILE: La vendetta del bambino scottato con il latte.
A seguito di un evento misterioso, in un piccolo borgo scozzese tutte le donne restano incinte; i nati hanno un'intelligenza superiore e sono in grado di comunicare telepaticamente fra loro e controllare la mente altrui... Gioiello della fantascienza inglese che con pochissimi effetti speciali riesce a creare un clima inquietante, mentre l'invasione aliena, sotto forma di un gruppo di bimbi tutti uguali (sani, belli, biondi, insomma ariani doc) risulta particolarmente insidiosa. Sanders al solito impeccabile. Il film ha avuto un simil-seguel e un brutto remake carpenteriano.
MEMORABILE: La sequenza iniziale, con gli abitanti che cadono addormentati; il "muro" mentale
Piccolo cult di fantascienza degli anni 60. Il film in sé non è nulla di speciale, seppur godibile, ma introduce elementi che sarebbero stati ripresi da diverse pelliccole successive. Ottima la prova dell'ex attore Martin Stephens nei panni dell'inquietante bambino David. Si è meritato un remake.
Nascono per immacolata concezione; hanno tratti ariani, un unico centro intellettivo e nessuna empatia per il genere umano. Sono il salto evolutivo della specie, l'annullamento delle identità conflittuali nella coerenza di una coscienza collettiva. Perturbante - scabrosa anche - allegoria sociopolitica scaturita dalla fantascienza d'antan, seconda per potenza evocatrice solo agli Ultracorpi di Siegel, gelida e inesorabilmente british per l'approccio "a tesi" - e la pedanteria di certe parentesi dialogiche - regala momenti di genuino orrore quando il macabro esonda oltre gli standard d'epoca.
Cult della fantascienza inglese, che avrà un sequel e un remake addirittura firmato da Carpenter. La regia di Wolf Rilla è un po' legnosa ma la storia è affascinante. Indimenticabile il look dei bambini alieni, biondi con occhi fluorescenti. Tra questi Martin Stephens protagonista dello splendido Suspense.
In un borgo scozzese, una serie di gravidanze inspiegate porta alla nascita di un gruppo di inquietanti bambini dotati di poteri ipnotici. Gioiello britannico di fantascienza vecchio stile, riesce a creare un'atmosfera inquietante per sottrazione, avvalendosi di pochissimi effetti speciali. La maggior parte del lavoro è svolta dalle inquadrature e dal gruppo di pargoli dallo sguardo inquietante. Nel cast adulto spicca un ottimo Sanders. Il buon ritmo, al netto di una prima parte lenta, lo rende efficace ancora oggi.
MEMORABILE: Il prologo con la città immobilizzata; L'addio alla moglie e al cane; La muraglia mentale.
Le donne del paesello di Midwich partoriscono bambini tutti uguali che crescendo sviluppano oscuri poteri mentali. La regia di Wolf Rilla è precisa e pulita, il cast buono e i bambini malefici veramente inquietanti. Un gioiellino di tensione e paura che resiste ancora nonostante gli anni. Il film possiede anche squarci di violenza e momenti molto duri, insoliti per l'epoca.
MEMORABILE: I bambini con i loro poteri costringono un uomo a schiantarsi con l'auto e un altro a spararsi in testa; Il muro mentale.
Il film ha messo le basi per Il presagio del 1976, Rosemary's baby di Polanski e in parte La notte dei morti viventi di Romero, quest'ultimo per il ritorno dal decesso apparente e per l'aspetto dei malefici bimbi. Purtroppo ci si dilunga troppo nelle spiegazioni scientifiche e fantapolitiche sulla guerra fredda, batteriologica, sull'invasione aliena e così via, rendendo il tutto più pesante. Rimane il fascino inquietante dello sguardo ipnotico degli anarchici fanciulli che portano all'autoannientamento, ripreso nel 1988 da Simonelli in Hansel e Gretel.
MEMORABILE: Gli adulti, totalmente inerti, si suicidano sotto l'influsso dei bambini; La prima sequenza, da scenario postatomico.
Misteriosi e invisibili alieni ingravidano donne terrestri (ad opera di uno spirito per niente santo): appare un gruppo di inquietanti bambini ibridi, perfetti, telepatici e condizionanti, tra i più terribili della storia del cinema, i cui occhi sono un correlativo oggettivo del raggelante ineffabile. La pellicola è, senza mezzi termini, da culto devoto; densa di immagini icastiche, indelebili e chiaroveggenti; e l'incantatorio cinematico di genere muove, senza barare, verso il superamento dei suoi confini formali. Un classico.
MEMORABILE: La tacita intesa tra i bambini e i primi piani sui loro volti; Il tragico epilogo.
Celeberrimo. A distanza di decenni, tuttavia, occorre riconoscerne le debolezze: della regia, quasi mai inventiva e della struttura drammaturgica che si regge unicamente sul confronto tra i marmocchi stellari e un bravissimo Sanders, abile a impersonare le algide virtù della scienza pronte a mutarsi in slanci per il bene comune dell'umanità. Ingenui (anche se altrettanto celeberrimi nella loro semplice efficacia) gli effetti speciali. Un film ordinario ricco di meriti storici.
Un villaggio inglese viene sconvolto dalla presenza di alcuni marmocchi dagli strani poteri. Cosa vogliono? Meraviglioso gioiellino concepito da Rilla in maniera chiara e con una lucidità figlia di altri tempi. Senza strafare mette su un film ordinato dove tutto va al proprio posto per logica conseguenza. Facendo leva sul soggetto, Rilla punta a una tensione latente che tiene lo spettatore inchiodato alla poltrona. Fantastico il cast, con un Sanders in grande spolvero. Carpenter riprenderà il soggetto 35 anni dopo con risultati inferiori.
Film a basso costo praticamente privo di effetti speciali che nel tempo è divenuto un piccolo classico della fantascienza. Questi inquietanti esseri quasi identici nell’aspetto e omologati nel pensiero ricordano gli Ultracorpi, ma sono anche i primi esponenti del prolifico filone dei bambini diabolici. Qualche simbolismo sociale (una classe dominante di superdotati) e religioso (l’immacolata concezione) impreziosiscono questo prodotto di genere svelto e coinciso che poteva durare anche qualche minuto in più. Modesto il remake di Carpenter.
MEMORABILE: Il look dei bambini, che sembrano albini dagli occhi ardenti; La perdita di conoscenza collettiva iniziale; Il suicidio dell’uomo con il fucile.
Una figura - i bambini biondi malefici - tra le più iconiche della storia del fanta-horror rende memorabile una pellicola scorrevole e ben girata, per quanto imperfetta. Dopo un inizio pressoché impeccabile, con la notevole trovata dell'abbiocco collettivo, il ritmo si fa fin troppo precipitoso, impedendo alla bizzarra vicenda di evolversi con la dovuta carica emotiva. Suggestive le scene di vita al villaggio, che avremmo preferito approfondite, assieme alla componente orrorifica, a discapito delle meno affascinanti indagini delle autorità.
"I figli dell'invasione" di Wyndham diventa un film dall'incipit a dir poco memorabile. Tutto si ferma in un'area ristretta senza che del factum possa darsi spiegazione. Poi a Midwich si verifica un evento scaturigine di terrore. La paura dell'innocente è tematica agghiacciante di per sé e Rilla la dirige in una diegesi essenziale e terrifica al tempo stesso. Gli occhi di quelle creature che pensano le stesse cose nello stesso istante irretiscono sia sullo schermo che fuori, mettendo a disagio chi della giovane età ha ricordi idilliaci e sereni. Eccellente George Sanders.
Horror di livello altissimo, girato in maniera incredibilmente moderna, con movimenti di macchina all'avanguardia e inquadrature davvero ben congegnate. L'ambientazione rurale, in cui ogni elemento (in primis la casa dove dimorano i piccoli protagonisti) gioca un ruolo fondamentale nell'amplificare l'atmosfera di terrore, contribuisce a innalzare il livello della pellicola. Cast in forma. Narrazione essenziale che riesce a parlare con le immagini. Grande cinema.
Insieme a L'invasione degli ultracorpi, fra i più iconici e meglio riusciti fantahorror della Cold-War era, capace di riflettere la dilagante paura dell'invasore estraneo, simile agli esseri umani ma del tutto privo di sentimenti e in grado di sovvertire lo status quo (aiutano l'aria innocente e la sovrumana intelligenza che affascina George Sanders). Ricco di immagini suggestive e memorabili (gli occhi brillanti dei biondi ragazzini inquietano ancora oggi), avrà una notevole influenza sul cinema dei bimbi terribili e della telepatia funesta. Pure più efficace del romanzo di Wyndham.
MEMORABILE: Il blackout del villaggio con conseguente caduta di un aeroplano; I bambini biondi intimoriscono con lo sguardo un branco di bulletti; Il gran finale.
Un classico della fantascienza british che mette in scena uno strano fenomeno di origine aliena che si manifesta in un piccolo villaggio e dà origine a un'inquietante "nuova razza" di bambini legati da una mente collettiva, gelida e dai superpoteri. Un racconto molto sintetico ma ben orchestrato e articolato, che va dritto al dilemma che attanaglia la comunità con soluzioni visive modestissime nei mezzi ma efficaci nel risultato. Restano nella memoria gli "sguardi" vitrei dei piccoli "ariani" (unico effetto speciale) e l'aplomb scientifico del dott. Zellaby/Sanders.
MEMORABILE: Gli svenimenti collettivi; Le donne incinte; I tentativi di dare una spiegazione al fenomeno; Focalizzare una muraglia; Il finale.
È caccia alle streghe tra la “fauna”paranoide dell’America rurale. L’ultraterrena progenie di Wolf Rilla si insinua dietro la politica, di fronte la scienza e dentro il provincialismo, innescando sensazioni di inquietudine e visioni allucinatorie che si stagliano nell'immaginario collettivo del brivido cinematografico. Eccezionale sequenza d’apertura e finale da cardiopalma.
Un grande film, supportato da un'ottima sceneggiatura, pochi ma efficaci effetti visivi e non ultima una regia dai tempi perfetti. La storia non risente minimamente degli anni trascorsi e nonostante un buon sequel, un remake di Carpenter e l'immancabile serie tv rimane nell'Olimpo della fantascienza. Di grande effetto l'inizio della vicenda, compresa la spettacolare caduta dell'aereo e memorabile il finale con la metafora del muro immaginato dal protagonista. Nel mezzo, la tensione crescente ben rappresentata dalle reazioni della piccola comunità. Da non mancare.
Non male: come tanti di quegli anni, ha un'ottima idea di base e una realizzazione invecchiata, dalla mano un po' bolsa. Demonizzare i bambini funziona sempre, cinematograficamente, e il film ne è una bella conferma, con le immagini dei gruppi di pargoletti ariani che marciano implacabili ben scolpite nella memoria dello spettatore. Tutto il resto lascia un po' il tempo che trova per via di una recitazione di stampo cinematografico, qualche tipico eccesso melodrammatico e qualche incongruenza. Non si può comunque negare una certa professionalità e il film scorre fino al finale.
Come creare ansia senza ricorrere a effetti speciali (peraltro precari, ma sempre meglio di quanto si vedrà anni dopo): la scena che vede un intero villaggio svenire per ore misteriosamente è senza dubbio bella (ed intriganti risultano le conseguenze, narrate in maniera grottesca onde creare un effetto straniante) e il cast sa il fatto suo (i bimbi alieni che imparano e agiscono simultaneamente hanno un aspetto davvero inquietante), mentre il finale inevitabilmente tragico (dovuto alla presa di coscienza di avere sottovalutato il problema, speculandoci persino sopra) è azzeccato.
Piccolo cult della fantascienza anni 60. Sicuramente per l'epoca parlare di inseminazioni aliene plurime di donne sposate e di minorenni era non poco sconvolgente, come lo erano alcune situazioni seppure fuori campo, come il suicidio con fucilata in testa indotta telepaticamente. Splendido bianco e nero e, pur nella modestia degli effetti speciali, una buona tensione. I giovani biondissimi con gli occhi fluorescenti e connessi tra loro telepaticamente una certa inquietudine la mettono tuttora. Chiusura un po' brusca per la breve durata. Carpenter ne fece un fiacco pedissequo remake.
MEMORABILE: Il "letargo" degli abitanti di Midwich; Il fermo immagine con gli occhi fluorescenti; Il tipo indotto a schiantarsi; Il "muro mentale".
Spesso per creare uno stato d’angoscia basta una sospensione, un vuoto lasciato dal non detto che ti risucchia in una decompressione che agisce a scatti senza ricorrere a pacchiani effetti stordenti. Sobrio e coinciso, reagisce con contegno british anche ai passaggi più cruenti, non mostrati ma affidati all’immaginazione. In questo duello psicologico a livello telepatico la parola d’ordine è self-control. Non tutto viene approfondito, non tutti i fili sospesi vengono annodati; poiché a volte è meglio non dare tutte le risposte per lasciarti con un residuo di ansia in gola.
MEMORABILE: Le sequenze con il villaggio in catalessi; “Spero che muoiano tutti”.
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Goduria per il book nocturniano di questo mese: l'infanzia dannata e il "fantacinema" (come ebbe a definire Danilo Arona, su uno dei suoi libri cult sul cinema "fantastico", i film incentrati sui "bambini cattivi")
Commosso nel vedere le recensioni di tre cult dal sottoscritto benemeritati sul database davinottico: Il Gioco, Zucchero al Veleno e I Giorni Impuri Dello Straniero
Da un'occhiata veloce pare sostanzioso come completezza...
CuriositàDaniela • 27/05/14 14:42 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Il film di Rilla è ispirato al romanzo I figli dell'invasione dello scrittore inglese John Wyndham, pubblicato nel 1957.
Il titolo originale, The Midwich Cuckoos, si riferisce al comportamento del cuculo, che depone le uova nel nido di altri uccelli.
Nel 1963 è uscito nelle sale una sorta di seguito, La stirpe dei dannati (Children of the Damned), diretto da Anton Leader: l'opera riprende vari elementi del romanzo di Wyndham e del film di Rilla, ma con una modifica della vera natura dei bambini che ne cambia profondamente il senso.
Infine, nel 1995, è la volta del remake Villaggio dei dannati, diretto da John Carpenter.
HomevideoRocchiola • 12/07/18 14:14 Call center Davinotti - 1318 interventi
Io posseggo il DVD francese della Warner versione singola, che presenta anche la traccia audio italiana. L’immagine è abbastanza nitida e definita pur presentando in alcune scene puntini e graffi ma non particolarmente invasivi. L’audio mono è discreto ma come al solito un po’ bassino.
Possedendo già questa edizione non ho acquistato quella più recente della A&R anche perché credo presenti le medesime caratteristiche della Warner. Resta qualche dubbio sul formato video che nella A&R è 1.78, mentre nella Warner è indicato come 1.85 della WB e sull'audio un mono 2.0 per la A&R anziché 1.0 come nella Warner, ma credo che alla fine le due edizioni si somiglino molto.
Nel frattempo anche in Italia è uscito il cofanetto doppio disco contenente anche La Stirpe dei dannati, a cura della Sinister. Ma il medesimo è già fuori catalogo, pur essendo ancora reperibile su Amazon a dei prezzi ormai piuttosto alti. Anche in questo caso credo si tratti di un'edizione analoga al cofanetto Warner contenente entrambi i film con traccia audio italiana, anch'esso ormai fuori catalogo.
DiscussioneRocchiola • 12/07/18 14:57 Call center Davinotti - 1318 interventi
La guardia che all'inizio del film si addentra in bicicletta nella zona momentaneamente "sospesa" crollando al suolo addormentato, è interpretato da un giovane Peter Vaughan, attore inglese da ricordare almeno nella parte del violento Tom Hedden in Cane di Paglia di Sam peckinpah ed in quella del padre del maggiordomo Anthony Hopkins in Quel che resta del giorno di James Ivory. Morto un paio di anni fa a 93 anni dopo aver preso parte anche alla famosa e, almeno personalmente, famigerata serie TV Trono di spade.
HomevideoRocchiola • 13/08/18 14:28 Call center Davinotti - 1318 interventi
Da poco uscito il bluray della Warner pare davvero ottimo, un region free che però ha solo la traccia audio originale inglese. Ecco la recensione con alcuni screenshots fatta dal sito dvdbeaver:
HomevideoRocchiola • 21/05/19 08:14 Call center Davinotti - 1318 interventi
Nella mia videoteca di fiducia è tornato disponibile al prezzo davvero abbordabile di 9,99 € il box inglese della Warner Horror double feature con i due film Village of the damned (Il villaggio dei dannati) e Children of the damned (La stirpe dei dannati). Il box comprende due DVD separati in confezione singola contenuti in una slipcase esclusiva ed ovviamente presenta la traccia audio italiana per entrambi i titoli. Si tratta di un prodotto datato 2006 ma di buon livello. I film non sono stati restaurati ma l’immagine è abbastanza nitida e definita pur presentando in diversi punti graffi e puntinature non particolarmente fastidiosi. L’audio mono è discreto, mediamente potente e pulito. Tra i due film risulta comunque più incisivo e pulito lo splendido bianco-nero de La stirpe dei dannati.