Come in Riso amaro, De Santis cerca la conciliazione tra neorealismo – nella fattispecie la transumanza dei pastori nella brulla Ciociaria postbellica – e melodramma, che qui assume la valenza di una sorta di western, con tanto di donna e bestiame conteso, desiderio di vendetta, assedio e duello finale. Rispetto alla Mangano, la Bosè è piuttosto spenta; Vallone è l’uomo giusto e perseguitato, Lulli un usuraio prepotente degno del fratello Piero dei western italiani. Narrativamente incerto, ma solidissimo in tecnica di ripresa e fotografia.
Un affresco della Ciociaria di una volta in stile neorealista, in questa pellicola fascinosa caratterizzata da un bianco e nero avvolgente e da una regìa altamente professionale. La semplicità della storia interpretata da una Lucia Bosè che illumina la pellicola con la sua bellezza riporta la memoria al passato di una terra profondamente cambiata. De Santis maestro assoluto ci regala una perla di film.
Espressioni fortemente teatrali, specie nelle interpreti femminili, che fanno subito entrare nel clima di quegli anni e di di quei luoghi. Buon esordio per Lucia Bosè, diciannovenne, fantastica quando balla e quando ferma i pastori con le braccia alzate ripresa dal basso. Bellissima fotografia in b/n di Piero Portalupi a tratti drammatica, con contrasti e composizioni uomo-paesaggio notevoli. La regia è impeccabile come pure la sceneggiatura. Le pecore sono protagoniste, sono la ricchezza e impongono, allo stesso tempo, uno stile di vita.
Melodramma bucolico ambientato nel fusinate e diretto da Giuseppe De Santis. Il regista realizza delle immagini fortemente stilizzate e di rara eleganza, aiutato da una preziosa fotografia in bianco e nero. In particolare è riuscito l'accostamento tra le asperità del paesaggio e la psicologia dei personaggi. Buona la prova del cast, con una magnetica Lucia Bosé al suo primo film.
Un reduce di guerra cerca di riprendersi le pecore che gli sono state rubate da un allevatore ricco e prepotente, ma finisce in galera e perde anche la donna che ama, promessa sposa all'altro... Film contraddittorio: l'impianto è neorealista per l'attenzione al contesto sociale ma la storia melodrammatica è interpretata dagli attori in modo antinaturalistico, fra toni teatrali e pose statuarie, evidenti in particolare in Bosé, bellissima ma molto acerba. Meritevole di visione per gli scorci paesani ed i paesaggi della Ciociaria, esaltati dalla pregevole fotografia contrastata di Portalupi.
De Santis narra della sua culla ciociara dotandola di una tosta dignità arcaica a cui però fa velo la disinvoltura borghese di Raf Vallone. Folco Lulli invece cinghialeggia a dovere in un ruolo finalmente principale, circuendo la bella Bosè, troppo sofisticata per fare la pastorella. Prova neorealista montana che sborda nell'epicità del "revenant"; certo inferiore a Riso amaro e Caccia tragica, ma con un sonante finale politico.
Chi troppo vuole nulla stringe e così un capetto prepotente e ammanicato coi potenti crede di poter fare quello che vuole nella misera Ciociaria del dopoguerra. De Santis ancora una volta è alle prese con tematiche morali, ma lo stile si pone lontano dal registro neorealista, più tendente al melodrammatico, con esagerazioni espressive e pose estatiche. La coppia Vallone/Bosè funziona, mentre Folco Lulli non è mai stato così spregevole. Il tutto affogato nella sassosa e incantevole montagna laziale.
MEMORABILE: La silhouette da top-model di Lucia Bosè.
Giuseppe De Santis si mette qui in gioco in prima persona (all'inizio del film la voce è la sua, e lo dichiara anche) e racconta una storia quasi western ambientata nei luoghi della sua infanzia. Un film spettacolare, ricco di azione e di scene forti, con un cast scelto in modo superbo (anche se con quel fisico la Bosè contadina...). Straordinaria (ma non è una novità) l'interpretrazione di Folco Lulli. Un film che unisce neorealismo e spettacolarità.
Folco Lulli HA RECITATO ANCHE IN...
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MusicheColumbo • 1/10/10 16:22 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Una delle pochissime colonne sonore scritte dal grande compositore Goffredo Petrassi, che non amava molto il genere della musica da film.
HomevideoColumbo • 1/10/10 16:42 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Da circa un anno è disponibile un'edizione restaurata e rimasterizzata, di Non c'è pace tra gli ulivi, distribuita da Dolmen Home Video. Il film esce per la prima volta in edizione digitale e, per l'occasione, è accompagnato da molti contenuti speciali tra cui il confronto tra il prima e il dopo restauro, le filmografie degli autori e degli interpreti e da un'intervista esclusiva, realizzata per lo scopo dallo staff Dolmen, a Marco Grossi, studioso di cinema e segretario dell'Associazione Giuseppe De Santis.
CuriositàColumbo • 2/10/10 11:52 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Il ruolo di Lucia era stato affidato a Silvana Mangano, che declinò pochi giorni prima dell'inizio delle riprese: era rimasta incinta. De Santis, su suggerimento di Visconti, provinò l'esordiente Bosè.
CuriositàColumbo • 2/10/10 11:54 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Pare che durante le riprese delle scene finali, i pastori fondani, utilizzati come comparse, talmente immedesimati nei personaggi, assalirono veramente il povero Folco Lulli.
CuriositàColumbo • 2/10/10 11:56 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Le comparse sono i pastori della contrada "Querce" di Fondi (LT), paese natale di De Santis.
CuriositàColumbo • 2/10/10 13:44 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Uno dei primi titoli pensati per il film era "Ultimo incontro". Poi anche "Pasqua di sangue", ritenuto però troppo forte.
CuriositàColumbo • 2/10/10 13:50 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Alcuni titoli con cui il film è conosciuto all'estero:
Es gibt keinen Frieden unter den Oliven East (Germany)
Ingen fred under olivträden (Sweden)
Matomeno Pasha (Greece)
Nie ma pokoju pod oliwkami (Poland)
Nincs béke az olajfák alatt (Hungary)
Pâques sanglantes (France)
Taistelu oliivipuiden varjossa (Finland)
Under the Olive Tree (USA)
Unschuldig verfolgt (Austria)
Notare come in Francia sia conosciuto con uno dei titoli originari.
CuriositàColumbo • 2/10/10 13:57 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Per sottolineare ancor più il rapporto tra uomo e paesaggio, De Santis utilizza un particolare obiettivo, il PanFocus, che permette di mettere a fuoco completamente l'immagine, non solo i personaggi ma anche lo sfondo che diviene parte integrante del narrato. Si hanno così dei bianchi molto forti e dei neri molto intensi, come in una china o in un fumetto. Artefice è Piero Portalupi, straordinario direttore della fotografia.
CuriositàColumbo • 2/10/10 14:00 Pulizia ai piani - 1097 interventi
Anche Portalupi collaborò al film all'ultimo momento, dopo che Otello Martelli dovette rifiutae per impegni presi in precedenza. Portalupi era stato uno degli insegnanti di De Santis al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Stralcio di un'intervista al pittore Domenico Purificato:
"Nel film ho fatto dei pezzi per una canzone e ho doppiato un personaggio, un contadino di Fondi che diceva: Le cose si fanno petto a petto".
Fonte: "Purificato, ricordo di un maestro"