Stringimi forte: voglio la tua dolce violenza - Film (1973)

Stringimi forte: voglio la tua dolce violenza
Locandina Stringimi forte: voglio la tua dolce violenza - Film (1973)
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Féminin-féminin
Anno: 1973
Genere: drammatico (colore)

Cast completo di Stringimi forte: voglio la tua dolce violenza

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La nostra recensione di Stringimi forte: voglio la tua dolce violenza

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dramma sentimentale franco/belga, parte dall'idillio di due giovani sposi che abitano in una lussuosa tenuta di campagna insieme alla madre (Schreiber) di lui. Georges (Leccia), da rampollo di nobile famiglia, non lavora e vive esclusivamente in funzione di sua moglie Françoise (Pisier) la quale, innamorata, non ha però avuto alcuna esperienza precedente e sente che qualcosa le manca. Quando arrivano in villa, per stabilirvisi qualche giorno, Marie-Hélène (Picot) e Laurentin (Degan), amici della madre, Françoise prova i primi turbamenti: è affascinata dalla vita dissoluta che Marie-Hélène le racconta di aver condotto ed è assolutamente rapita dal fascino della donna. Lasciata infatti la villa...Leggi tutto dopo lunghe ore passate in sincera amicizia, Françoise non riuscirà a dimenticarla; al punto che sorprendentemente, e dopo aver vinto le resistenze dell'amica, andrà a vivere con lei piantando in asso il povero Georges. Sarà così il rapporto tra le due donne a diventare centrale: da una parte l'irrefrenabile attivismo di Marie-Hélène, tra ricevimenti mondani a incontri con uomini di lei innamorati, dall'altra la timidezza innocente di Françoise, che la porterà in breve a costruire con l'amica un rapporto intimo sempre più esclusivo. Come cambiano le cose, quanto mutevoli i sentimenti... La vita aristocratica dei protagonisti passa dai giorni spensierati in villa a quelli più tesi a contatto con scultori, attori, artisti eccentrici. Attraverso una sceneggiatura dominata da dialoghi d'impostazione fin troppo teatrale (resi con la necessaria naturalezza forse solo dalla brava Picot) ci s'immerge in un melodramma dalle tinte forti (anche se molto meno di quanto il titolo italiano suggerisca) in cui il sesso sembra entrare dalla finestra e solo per obbligo contrattuale. Contano molto di più i rapporti tra i protagonisti e i loro sentimenti: l'amore possessivo di Georges, quello più freddo e formale di Françoise spesso a colloquio con una suocera ancor più gelida di lei; quello maturo e intenzionalmente superficiale di Marie-Hélène e quello avido di chi la sogna, il libertinismo stereotipato dell'artista e quello affettuoso del padre nei confronti della figlia. Il film li porta in scena tutti, li alterna, li intreccia e seguendo una storia a forte carattere femminile (il titolo originale non lasciava dubbi, d'altronde) sa colpire sfruttando la buona immedesimazione delle due donne al centro della scena. Qualche effetto un po' goffo (i flashback di Marie-Hélène aperti da un'immagine che si muove nell'occhio di lei), personaggi secondari non sempre azzeccati ma nel complesso una vicenda che si segue con discreto interesse, senza troppa carne al fuoco (né in esposizione), chiusa al meglio da un epilogo tragico e muto.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/04/18 DAL BENEMERITO FAUNO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 10/07/18
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Fauno 9/04/18 01:19 - 2263 commenti

I gusti di Fauno

Il titolo d'oltralpe è femminista mentre quello nostrano è maschilista; purtroppo per le protagoniste il film a un certo punto direziona verso nord ovest, ma poi deraglia e si schianta rovinosamente verso sud. L'ambiente è marcio in tutti i sensi, visto che parliamo di aristocrazia reazionaria e di un'arte solo in apparenza rivoluzionaria e nessuno ne uscirà bene, anche perché l'unico elemento che potrebbe rompere davvero gli schemi (cioè l'amore), tranne che per un brevissimo scorcio, viene sempre interpretato e consumato come peggio non si potrebbe.
MEMORABILE: Il racconto dei flirt di Marie-Hélène; L'ossessività di Cécile; Le viziosità di Roland, davvero ripugnanti e abominevoli.

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  • Discussione Fauno • 9/04/18 01:23
    Formatore stagisti - 2766 interventi
    Per le prime due righe di commento ho utilizzato lo stile di Schramm (senza links però). Non so se ho reso l'idea. Banale e ritrito finchè si vuole, ma le due tendenze opposte si scontrano forte e lo spettatore ne risente. Per questo ha guadagnato tre palle nel mio giudizio.