Premesso che il qui presente non è più un sequel di Antropophagus di quanto non sia uno spin-off di Non prendete quel metrò, trattandosi di un primordiale slasher claustrofobico a base di deformi cannibali che abitano un labirintico bunker, va riconosciuta l'onestà di Germani nel trattare le sue anonime protagoniste con lo stesso disinteresse del pubblico di riferimento: le ragazze muoiono come mosche, torturate con sadica empietà nella tradizione degli arcinoti torture-porn, con buon dispendio di SFX gore artigianali. Ma è tutto qui: la banalità straborda e l'impersonalità impera.
MEMORABILE: Il parto cesareo; Il braccio spellato; Le unghie spezzate; L'eviscerazione a testa in giù; L'impreciso twist finale (con colpo di coda pre-credits).
Messo agli atti che del film di Massaccesi mantiene solo il nome, è un horror che fa il proprio dovere tra teste decapitate, pance squartate e braccia scuoiate. Poi, chiaramente, sconta il fatto di essere una produzione a basso costo: gli attori sono anonimi (anche se, a onor del vero, risultano funzionali alla vicenda), la fotografia talvolta è talmente scura da non capire ciò che accade sullo schermo e vi è una sensazione generale di pressappochismo. Germani è comunque un'autore da tenere in considerazione (magari mettendogli a disposizione budget più sostanziosi).
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L'antropofago, con quel viso un po' così e quelle pause di riflessione, l'ho già visto da qualche parte... ma, si, è Ruggero De Ceglie dei Soliti idioti!