Parodia all'incontrario del celebre romanzo di Stevenson. Qui Jekyll - nipote del dottore inventato da Stevenson - è un perfido, spietato, cinico manager della Pantac, multinazionale con sede a Londra. Tiene corsi di apprendimento dove si insegnano corruzione, leccaggio e altre tecniche utili ai nuovi dirigenti. Villaggio versione cattiva è spettacolare, un ritorno fiero alle crudeltà del professor Kranz, senza nemmeno condividerne le debolezze. Quando però beve il siero fatale si trasforma in un biondino pacioccone dall'accento veneto (perché poi?), ansioso di aiutare il prossimo. Avendo fatto bere il siero anche alla crudelissima segretaria (un’Edwige Fenech sexy anche se si limita a mostrare...Leggi tutto il seno, di sfuggita, in un’unica occasione), decide con lei di spruzzarlo su più persone possibile per diffondere il Bene. Tutta la seconda parte del film, con l’Hyde biondo in fuga dagli ex colleghi che lo inseguono per stroncarne la missione, è da dimenticare: quasi mai comico, si trascina in evidente affanno. Molto più facile far ridere con il sadismo, e infatti Villaggio Jekyll è memorabile nei duetti col maggiordomo Gianrico Tedeschi, veri pezzi di bravura. È strano che un regista di mestiere come Steno (che qui poteva contare sulla sceneggiatura di Benvenuti e De Bernardi a partire da un'idea di Castellano e Pipolo) non sia riuscito a evitare di cadere in stanche ripetizioni e balletti da boyscout di dubbio gusto. Il colpo di coda c'è giusto negli ultimi cinque minuti, formidabili e geniali. Ma è troppo tardi e il credito maturato nella prima parte si è già esaurito.
Bruttino (*½). Convince solo parzialmente il Jekyll cattivissimo della prima parte, ma qualche trovatina la sbandiera. Poi con l'arrivo di Hyde (che stavolta è il buono) il film si fa stracco, lento e interminabile, senza contare che non svela né la Fenech (se non fuggevolmente) né l'enigma: perché l'alter ego di Hyde parla in veneto? I veneti sono tutti buoni? O più buoni degli altri? Cast secondario che non lascia traccia. Gag delle parallele copiata da La pantera rosa sfida l'ispettore Clouseau.
Tappa assolutamente minore nella filmografia del regista, tra gli ultimi film in grado di mostrare la versatilità attoriale di Paolo Villaggio, da lì a poco inghiottito, alla Norman Bates, dal più noto dei suoi personaggi. Una commedia fantapolitica dal ritmo non trascinante e ben poco divertente, resa potabile dalle performance attoriali e fortunatamente in ascesa con procedere della durata (il convulso finale risulta l'elemento migliore del film). Abbastanza fuori luogo i brani disco music in colonna sonora. Sufficienza risicata.
Lavoro un po' interlocutorio nella carriera di Villaggio, che mette da parte la maggior parte dei suoi "fantozzismi" impersonando un Jekyll sadico e meschino, ma anche la controparte pacioccona. L'esperimento non può però dirsi particolarmente riuscito, un po' per una sceneggiatura sconclusionata e un po' per una vena comica che non conquista mai, specialmente nella seconda parte. Villaggio ce la mette tutta e il cast di contorno è bravo, tuttavia il film non decolla mai e si arriva alla conclusione anche con una certa difficoltà, a causa di alcune lungaggini e a momenti malriusciti.
Paolo Villaggio alle prese col mito di Stevenson? Beh, quasi... In questo (strano) caso il Nostro si trasforma in angelo pieno di buone intenzioni e dall'accento marcatamente veneto. Le mossette e i cachinni sono più o meno quelli soliti dell'attore genovese, con rimandi a Fracchia, Fantozzi e Kranz, ma la storia regge per un'oretta, non di più. Ovviamente irresistibile la Fenech con gambe all'aria sulla poltrona o con un vestito trasparente che nulla lascia all'immaginazione!
MEMORABILE: La prima trasformazione in (pseudo) Hyde.
Ricordo che da bambino era un film che in alcuni punti mi inquietava, ad esempio quando c'erano le trasformazioni di Villaggio nello scantinato. Rivisto oggi, è un tentativo di parodia riuscito solo in parte, che comunque non dispiace: il protagonista si sdoppia in modo convincente, mentre a zoppicare un po' è tutta la parte ambientata in esterni a Londra, dove la povertà del budget ha penalizzato molte scene. Ed il finale mi è sembrato davvero buttato lì.
Mr. Hyde è un megadirigente che trova un siero della malvagità ma, attenzione, è uno scherzo di un suo cattivissimo antenato: in realtà bevendolo si trasforma in un buonissimo cherubino biondo che parla veneto. Una buona idea di partenza e un Villaggio in forma non bastano per arrivare in fondo e i momenti del Jekyll buono sono tremendamente meno efficaci. Edwige segretaria cattivissima non è male. Si ridacchia, ma da Steno ci si sarebbe aspettati di più.
Deludente parodia del classico Jekyll vs Hyde nella quale uno spaesato Villaggio cerca di recitare il meno possibile con lo stile fantozziano. Ne esce però una pellicola noiosa nella quale una storia pretenziosa si snoda stancamente tra le curve della Fenech, personaggi poco riusciti e dialoghi tediosi. Trascurabile.
Uno dei peggiori di Steno ma anche di Villaggio. La storia fa ridere poco (giusto nella prima parte) e dopo un po' i vari inseguimenti e le trasformazioni varie (prima di Villaggio poi della Fenech) iniziano a stancare. Villaggio è bravissimo ma servito male da un copione scadente e ripetitivo, la Fenech è bellissima ma sulla recitazione bisogna sorvolare. Un bello scivolone per il grande Steno.
Farsa che dal romanzo di Stevenson pare averci cavato ben poco, se non i nomi dei personaggi. Villaggio è in un duplice ruolo ma, maschera fantozziana a parte, non diverte; meglio con la bella Fenech, che per una volta pare a suo agio. Il mestiere ce lo mette Tedeschi, forgiato dal teatro. La trama, d'ambientazione ovviamente londinese d'antan, appare spesso arzigogolata e rivela una non banale scrittura purtroppo mal gestita da uno Steno di fine carriera. Pellicola incompiuta, frastagliata, grottesca e con qualche lungaggine.
Passo falso di Steno, che spreca un soggetto interessante anche se stra-abusato, con una realizzazione piatta e senza (vabbè, diciamo con pochissime) idee. Si salvano le caratterizzazioni (Tedeschi... ), non rifulge come dovrebbe la Divina (sperpero!), si commette il peccato capitale: il film non fa ridere. Il lato-Hyde di un grande del nostro cinema popolare.
All'inizio fa pure piacere vedere Villaggio cattivissimo, ma l'idea di partenza evapora quasi subito e per non sbagliare il protagonista torna ad indossare la maschera fantozziana mentre la Fenech sembra un pesce fuor d'acqua all'affannosa caccia di un film che non c'è. Il divertimento è relegato a qualche scenetta più riuscita delle altre mentre Steno, nella ricerca continua della battuta risolutiva, perde di vista il film che procede per conto suo. Ruoli di contorno piuttosto stereotipati e qualche caratterista sprecato completano un film senza carattere, abbondantemente evitabile.
Questa volta Villaggio prova a discostarsi dalla saga di Fantozzi parodiando niente popodimenoche il Dr Jekyll E Mr Hyde, e ha pure a disposizione la Fenech per fare un buon lavoro! Purtroppo vi riesce solo in parte, infatti la pellicola funziona sulla carta, girata molto meno. Tra gli attori segnalo la Arduini e Mitchell!
Eternamente in programma nei palinsesti notturni delle privatelle della mia città, vede Villaggio nella fase satura, dove ormai la sua verve è stralogora. La qualità di spicco di questa parodia all'effetto flou è la bellezza stratosferica e stavolta algida di una Fenech con capello al gel e Villaggio buono che parla in veneto (parlata dei "mona"). Per il resto siamo alle solite: regia funzionale, battute straripetute, un paio di tette. Assurdo doppiare un attore come Tedeschi ma è così, in questo film...
Paolo Villaggio, in questo film, passa dalle abili mani di Luciano Salce a quelle di Steno, il quale gli costruisce una pellicola fantozzesca ispirata al dr. Jekyll di Stevenson. Molti hanno portato sul grande schermo la storia del bravo scienziato inglese che si trasforma in un orribile serial killer ottocentesco ingerendo una pozione speciale, ma mai in versione moderna e parodica. Villaggio è libero, così, di fare del suo dottor Jekyll una sorta di professor Kranz inglese, ma quando diventa Hyde floppa. Edwige Fenech, però, è sempre bona.
MEMORABILE: La canzone che fa da colonna sonora al film, che ti entra in testa e non ti esce più: "Mister Jekyyl, or Mister Hyde"!
Se non apprezzate Villaggio state alla larga da questo film! Qui l'attore genovese è abbandonato a se stesso, costretto nel doppio ruolo ad animare un copione scritto svogliatamente con la mano sinistra da un irriconoscibile Steno coadiuvato da Benvenuti e De Bernardi. Una manciata di gag Paolo le regala nella parte di Jekyll, cattivo e licantropesco, che tra una lingua e l'altra trae giovamento dalle disgrazie altrui (il trenino). La Fenech è una bella donna, ma recitativamente offre il nulla più totale. Il giochino delle trasformazioni stanca presto...
Un insolito Villaggio in un insolita ambientazione inglese per un film fallimentare e alquanto noioso. Certo non è ai livelli del pessimo film girato in Brasile, ma da Steno con quel cast mi sarei aspettato molto di più. Mediocre, data una visione difficilmente torna la voglia di rivederlo.
Delirante parodia, farsa o che dir si voglia del celebre classico di Stevenson; molto confuso, se non altro ha il pregio di mostrare nella prima parte un Villaggio orgogliosamente perfido, poi diventa angioletto biondo e parla in veneto, va beh, trascinando con sé una conturbante Fenech, anche lei prima affascinante cattiva, poi celestiale brava (e bella) ragazza. Pellicola curiosa che tenta a tratti di discostarsi dalle "fantozzate" e dalle commediacce del periodo in genere. Insomma...
Film che dà la possibilità a Villaggio di riciclare i due suoi personaggi più noti, Fantozzi e il professor Kranz, vestiti nientemeno che da dottor Jekyll e mister Hyde. Girato a Londra, città molto in voga in quegli anni, ha il merito di criticare i metodi delle grandi industrie che mirano solo al guadagno a tutti i costi. Parte discretamente per poi affievolirsi strada facendo con la trasformazione al contrario, da mister Hyde a dottor Jekyll-Fantozzi dall'accento veneto. La Fenech si fa notare in una scena di tentativo di seduzione.
Parte bene, questa acida satira: ambientata in Inghilterra ma facilmente -per trapasso- riconducibile al sistema socio/politico dell'epoca. Non banali i riferimenti al cinismo imprenditoriale, alle collusioni politiche, alle "tangenti". Poi il tutto, dopo una prima mezz'ora ben costruita, si appiattisce su un plot scellerato, privo di ritmo e con inattese cadute di tono. La risata è bandita e il lato "buono" del dott. Hyde finisce per essere al limite del patetico. Steno è un gran regista, ma questa volta realizza un pessimo film.
Paolo Villagio diretto da Steno offre forse il meglio del suo personaggio comico, ricalcato su Fantozzi (ne riprende alcune famose gag), ma modificandone varie sfumature. Parodizzando il famoso racconto di Stevenson, Steno costruisce un'irriverente satira alla società delle multinazionali con frecciate ai sistemi politici, toccando temi che risultano attualissimi. Villaggio è bravo a mutare di ruolo e il suo carisma è ineceppibile. Se la cava anche la Fenech qui, oltre ad offrirci le sue splendide grazie...
MEMORABILE: -Nonno come hai fatto a sopravvivere? -Con i diritti d'autore!;
Per almeno la prima parte, la pellicola funziona. Merito esclusivamente di un Villaggio in splendida forma e di uno Steno che dirige con polso robusto. Ma nella seconda parte il film crolla. Paradossalmente, il mister Hyde biondo risulta stucchevole, per larghi tratti addirittura insopportabile. Mentre quando è in scena il cattivo Jekyll si ride spesso. Comunque, la pellicola si lascia vedere grazie, appunto, a Villaggio e a gente come Mitchell e Tedeschi. La Fenech è sprecata in un ruolo insulso.
Specie di parodia del celebre racconto di Stevenson tutto sommato divertente nella sua medietà/mediocrità. Il tutto regge ovviamente sulle spalle di Villaggio e sulla sua inarrivabile mimica, sia nelle vesti del truce Jekyll sadico e arrapato mega direttore galattico (sempre con la linguolina fuori quando vede la Fenech in abiti succinti), sia nell'ancor più assurda versione buonista di angioletto, con boccoletti rosa e parlata veneta. Il resto è contorno, a parte la Fenech che ha sempre il suo "carisma". Polemica grezza settantiana contro lo strapotere delle "élite" economiche.
Far ridere è sempre molto difficile. Lo dimostra questa noiosissima farsaccia paratelevisiva imbastita alla bell'e meglio nel '79 da uno stanchissimo Steno ormai sulla via di passare il testimone alla sua degna prole. Stevenson non c’entra nulla e a dominare la scena è un Villaggio per nulla divertente, ingabbiato da una sceneggiatura di terza mano di Castellano e Pipolo. Spettacolare come sempre, Edwige si spoglia poco, si guarda bene dal recitare e soprattutto non c'entra nulla con il film.
Riuscita a metà questa interpretazione di Paolo Villaggio. L'inizio del film, grazie anche alla prova dell'attore, si guarda che è un piacere. Poi verso il finale il film diventa un po' logorante. Parodia che scardina il racconto di Stevenson nell'eccessiva bontà di Mr. Hyde. La bella Fenech è buttata lì, ma anche se non lascia particolarmente il segno fa sempre "arredamento". Non così malvagio.
Pellicola molto particolare di Villaggio, a mio avviso piuttosto riuscita. Perfetta la rappresentazione del Dr. Jekyll/Mr. Hyde, con episodi di comico "sadismo" veramente eccezionali. Inoltre buona la Fenech come spalla, sempre pruriginosa anche se si concede pochissimo. In sottofondo poi, un bel messaggio ecologista e drammatico che ben rappresenta la sete di potere dei moderni industriali/speculatori. Da riscoprire...
Fantozzi e Fracchia non c'entrano nulla, eppure Villaggio crea la sua più grande parodia dell'aziendalismo sfrenato. Forse talmente esagerata che perde credibilità ideologica, ma il ribaltamento del mito di Jekyll & Hyde (dove, per i canoni del mondo d'oggi, il "mostro" è il buono) è geniale e non troppo lontano dalla realtà. Un po' piatto nella seconda parte, ma con alcune scene memorabili ed un finale apocalittico a sorpresa come neanche Il pianeta delle scimmie...
MEMORABILE: I dialoghi tra Jeyll e il maggiordomo (co tanto di allenamento in cattiveria), le ceneri dell'avo aspirate col beccabriciole, il finale.
Tremendo film, incredibile che sia diretto da un maestro come Steno e sceneggiato dallo stesso regista con pezzi da novanta come Benvenuti e De Bernardi. Battute e gag di basso livello, Villaggio intenso ma fuori parte, specie dopo la trasformazione. La prima parte è molto scadente, la seconda quasi imbarazzante, con quel ridicolo costume da paggetto... La confezione è ottima, ma non basta. La Fenech assiste al tutto fornendo almeno una gradevole visione. Un passo falso incredibile che già all'epoca era abbastanza pietoso.
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B. Legnani ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Non capisco come colleghi il fatto che sia uno studio alla eventuale Fiat.
Io mica lo collego.
Sono due ipotesi a loro stanti. Allora spostale in generale le cose che non riguardano le location, altrimenti si incasinano i post per niente.
B. Legnani ebbe a dire: Caesars, chiamàstimi? Si ti chiamai per la questione Fiat/non Fiat. Manfrin bocciò la mia tesi (Fiat 125) per la forma dei finestrini posteriori. A me sembra che nel fotogramma del film, si intravveda che ci siano anche quelli triangolari.
Zender ebbe a dire: Beh nel senso che è una versione femminile del romanzo di Stevenson sì, però direi che la connessione finisce lì (almeno a quanto ricordo).
La mia era più una curiosità..ieri ho visto quello "inglese" e, mi è venuto subito in mente questo! Ma, proprio non lo ricordo! Ho solo letto l'incipit della trama su wiki e, ho collegato il tutto..
Il megaraduno che si vede nelle scene finali in che occasione è stato girato? Woodstock? (Le immagini dall'alto finali mostrano anche il mare, che nella zona del concerto di Woodstock non c'è, ma potrebbero averle prese da un altro evento?