Alfredino - Una storia italiana - Miniserie TV (2021)

Alfredino - Una storia italiana (miniserie tv)
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Mirabile ricostruzione di uno dei momenti più bui della nostra storia recente; chi nel 1981 aveva almeno dieci anni non può non ricordare le emozioni intense che accomunarono per tre giorni l'intero paese stretto idealmente intorno al pozzo artesiano che inghiottì quel 10 giugno il piccolo Alfredo Rampi, che avrebbe compiuto sei anni appena due settimane dopo. Tre giorni in cui la tragedia di una famiglia divenne, dopo l'intervento massiccio dei media sul campo, una sfida da vincere che sembrava potersi concludere felicemente nel giro di qualche ora. Le campagne di Vermicino divennero d'improvviso un centro di gravità capace di attirare su di sé gli occhi...Leggi tutto di una nazione, con l'incessante diretta Rai a seguire i tentativi imperfetti di chi era chiamato a trovare in tempi brevi una soluzione per estrarre Alfredino dai 36 metri di profondità in cui era caduto. Quattro puntate di una cinquantina di minuti ciascuna sono forse anche troppe per raccontare quanto accadde, ma è ammirevole la ricostruzione che permette di far rivivere (in chi lo ricorda) il dramma di quei giorni. Uno studio attento dell'avvenimento permette di gettare uno sguardo veritiero sull'Italia d'inizio Ottanta, soprattutto osservando la massa di gente che si muove numerosa (si sfiorarono le diecimila persone) nella zona; le riprese confuse tra la folla risvegliano immediatamente in chi le visse quelle di allora, indelebili nell'immaginario collettivo. Così come l'arrivo d Pertini, la trivella, i tentativi al limite dell'umano per calarsi con le corde nel budello di roccia, l'attesa per lo scavo difficoltoso del tunnel parallelo. L'unica vera assenza che qui si fa sentire è la voce del piccolo Alfredino: le sue grida, le richieste di soccorso amplificate dai microfoni Rai rappresentarono forse l'elemento più straziante di quelle dirette. Una scelta precisa, quella di limitarle a un'unica occasione (e a qualche bisbiglio nel momento in cui la polizia scopre che il piccolo è caduto nel pozzo), umanamente comprensibile, che tuttavia marca la distanza più ampia dalla realtà allora percepita. Naturale invece porre l'accento maggiore su Franca Rampi, cui la Foglietta regala ottima aderenza pur dovendo venire a patti con le esigenze della fiction e di conseguenza con una forte componente melodrammatica che funga da legame tra le diverse scene. Per ognuno dei personaggi al centro della storia viene ricavato un piccolo spazio personale deputato a disegnarne il carattere, con Francesco Acquaroli che meglio di tutti regge il peso dell'opera nel ruolo di Elveno Pastorelli, a capo dei vigili del fuoco e figura chiave attorno a cui ruota ogni azione da intraprendere per conseguire il risultato atteso da tutti. Attore di rango, riassume nella sua figura meglio di chiunque altro le difficoltà connesse ai rischi sempre celati dietro ogni decisione di Pastorelli, dividendo con la Foglietta i meriti maggiori della riuscita della fiction. Ma è ottimo anche il lavoro registico, che pur scontando divagazioni in sceneggiatura ampiamente evitabili, riesce a mantenere mirabilmente alta la tensione per le quattro puntate crollando solo nei quaranta minuti finali, in cui al triste epilogo segue una coda che era assolutamente da sintetizzare. E' vero che non si poteva sottacere il fondamentale impulso dato da Franca Rampi alla nascita della Protezione Civile, ma è altrettanto evidente che ogni altra singola storia aveva l'obbligo di concludersi senza inutili strascichi. Al di là di ciò è difficile non rimarcare la lodevole aderenza storica e la capacità del film - segnatamente nelle scene intorno al pozzo, per fortuna in grande maggioranza - di riportarci indietro nel tempo cogliendo al meglio la gravità dei momenti chiave che scandirono quelle ore. Eccellenti le riprese dall'interno del pozzo, emozionante ed eroica come nella realtà la figura di Angelo Licheri (De Filippis), ottima la fotografia, un po' scontata la scelta di molti brani musicali ("Per Elisa", "Summer on a solitary beach" e via dicendo) ma buona la colonna sonora. Nulla di trascendentale, non si cerchino risposte a quesiti cosmici che la fiction non può dare, ma pur con tutti i suoi difetti (nelle derive familiari dei personaggi di contorno) un bell'esempio di come si possa superare la freddezza del documentario confezionando un'opera solida, coinvolgente e abbracciando i tanti aspetti connessi a un evento senza precedenti, soprattutto se lo si analizza dal punto di vista della rivoluzione mediatica imposta dagl impensabili, ripetuti, incessanti sforamenti di palinsesto sulle tv nazionali. In un momento storico in cui cadeva il governo Forlani, emergevano i nomi connessi alla P2 e molte altre importanti notizie pretendevano spazio, l'Italia voleva solo sapere se il povero Alfredino ce l'avrebbe fatta.



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/07/21 DAL BENEMERITO ANTHONYVM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/07/21
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Schramm 5/03/22 17:31 - 3535 commenti

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Buco nero dell'Italia tutta, il pozzo di Vermicino non inghiotte la sola galassia familiare del sottoesposto Alfredino, ma anche quella della dignità di un'informazione-sanguisuga, dell'impotenza politica, delle flebili forze di un ordine non ripristinabile. Dottrinale e meccanicamente pedissequo come spesso sono le post-instant fiction, la quarantennale missa filmica di Pontecorvo alluviona di acqua ossigenata le ferite ancora aperte della nazione. Ma con maggiore abrasività si rischiava la defaillance exploitativa e tutto sottratto la biocronachistica resa è più che dignitosa.

Anthonyvm 5/07/21 01:58 - 5825 commenti

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Il fatto è tristemente noto e Pontecorvo evita la freddezza di un resoconto documentaristico. Il punto di vista è esterno: Alfredo Rampi non verrà più visto dopo la tragica caduta e neanche ci sarà fatta sentire la sua voce (eccettuata la registrazione del giornalista); vera protagonista resta la madre Franca (brava la Foglietta). Ovvi risvolti in stile L'asso nella manica (a conferma della lungimiranza di Wilder), qualche eccesso di retorica e di sentimentalismo (la canzone dei Baustelle), ma resta tecnicamente una miniserie ben scritta e un'opera toccante come il soggetto richiede.
MEMORABILE: I dialoghi tra i genitori e Alfredo; Il tentativo di Angelo; La notizia della morte in diretta TV; L'ultima conferenza con gran monologo di Franca.

Markus 10/07/21 12:01 - 3699 commenti

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Mera opera didascalica atta a spiegare per sommi capi la vicenda tramite la non sempre felice chiave di moderna fiction. Il film è scorrevole, forse più pensato per un pubblico che non conosce appieno la cronaca di quel tragico evento avvenuto nell'ormai preistorico giugno 1981. Pontecorvo si limita quindi a raccontare i fatti basandosi sugli arcinoti pilastri della storia e i soliti quattro filmati che circolano su internet. Cosa che rende il film non strettamente necessario, se non a fini se vogliamo "documentaristici". Acquaroli convincente, un po' meno la Foglietta.

Reeves 11/07/21 19:47 - 2332 commenti

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Il pregio della serie è di non dare niente per scontato e di spiegare tutto soprattutto a vantaggio di chi allora non era neanche nato. Il difetto peraltro è esattamente lo stesso: un didascalismo estenuato, e soprattutto una recitazione molto "assertiva" che rallenta irrimediabilmente la narrazione. Si è visto di meglio, e quel lontano caso forse meritava una rievocazione più appassionata e soprattutto più appassionante.

Jandileida 20/07/21 09:17 - 1576 commenti

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Quattro buone puntate per ricordare la vicenda di Alfredino Rampi, ancora vivida nel ricordo di molti nonostante i quarant'anni di distanza. Per fortuna l'approccio è documentaristico, senza troppi fronzoli né troppi orpelli retorici, teso più a ricostruire gli eventi che a stimolare ad arte le emozioni dello spettatore ma capace comunque di coinvolgere e commuovere. Buona la ricostruzione ambientale e anche quella delle dinamiche, pubbliche e private, che la caduta mise in moto. Cast senza particolari picchi, un po' fuori ruolo la Foglietta e un Pertini parecchio imbambolato.

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  • Discussione Markus • 10/07/21 12:03
    Scrivano - 4775 interventi
    Segnalo la presenza di Alfredo Pea (nel ruolo del superiore del padre di Alfredino), benché su internet non ci sia traccia della sua partecipazione. Grazie a Fedemelis per il fotogramma.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images57/pea.jpg[/img]
    Ultima modifica: 10/07/21 16:55 da Zender
  • Discussione Geppo • 18/10/21 10:29
    Call center Davinotti - 4299 interventi
    Purtroppo l'amico Angelo Licheri non è più con noi. Ci ha lasciati questa notte. Starà già abbracciando il suo Alfredino.
    Un amico... lo sentivo spesso al telefono. Una persona adorabile e di una immensa sensibilità.

    R.i.p. Angelo... e salutaci tanto Alfredino.
    Ultima modifica: 18/10/21 10:46 da Geppo
  • Discussione Zender • 18/10/21 10:44
    Capo scrivano - 47992 interventi
    Dispiace davvero, povero...
  • Discussione Caesars • 18/10/21 11:13
    Scrivano - 16831 interventi
    Spiace molto.
  • Discussione Schramm • 4/04/22 00:40
    Scrivano - 7700 interventi
    se n'è andato anche il fratello Riccardo:
    http://www.enricomassidda.it/2015/05/20/altra-tragedia-per-la-famiglia-rampi-muore-improvvisamente-riccardo-il-fratello-minore-di-alfredino-caduto-nel-1981-nel-pozzo-di-vermicino/

    stando all'articolo soprastante, il nano che nella realtà provò a calarsi come extrema ratio per afferrare Alfredino sarebbe lui.

    la notizia è in fase di definitiva verifica. però, però. pur avendo visto per questioni contingenziali la serie tre volte a me non risulta "citato".. posso benissimo ricordare storto, causa febbre incipiente (o aneddoto buttato en passant), ma effettivamente la cosa non mi torna quanto a misure. i nani sono sì minuti in altezza ma tozzi e circonferenzialmente superiori al diametro del pozzo di vermicino... qualcuno ricorda se l'opzione del nano è citata nella miniserie anche solo di volata?

    Ultima modifica: 4/04/22 08:09 da Schramm