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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/04/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO
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Mascherato 25/04/08 10:49 - 583 commenti

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Traendo ispirazione dal libro Vista d'interni, scritto in carcere dal boss Antonio Perrone, l'intenzione della coppia di registi (che vengono dall'esperienza documentaristica del gruppo Fluid Video Crew) era quella di parlare della "quarta mafia", la Sacra Corona Unita (poco raccontata dai media) e di farlo senza la solita fascinazione per il crimine. L'intento è riuscito a metà perché, da un lato gli attori ci sono e sposano il progetto, ma dall'altro il tutto è un po' anodino. Lo scarso budget, poi, costringe ad un intimismo che il genere non ama.

Fabbiu 4/05/08 04:16 - 2136 commenti

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Dopo tutti questi film e fiction sulla mafia, perché non parlare della Sacra Corona Unita? Da Salentino non ho potuto che apprezzarlo a priori, per le location e per la fedeltà del dialetto (da sempre violata nei film ambientati in Puglia). Ho apprezzato anche il fatto che si discosti dagli altri film sul crimine: la narrazione non è confusa in sequenze d'alta azione, ma è piuttosto limitata al racconto dei fatti (non per nulla è tratto da un romanzo). Buona prova anche per Claudio Santamaria nel personaggio di Antonio Perron.

Piero68 13/09/10 09:37 - 2955 commenti

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Ennesimo film sulla mala pugliese che forse ultimamente ispira molto. Peccato che alla fine la pellicola risulti piatta e ripetitiva oltre che zeppa dei soliti luoghi comuni. La sceneggiatura latita con conseguenti notevoli passaggi a vuoto. Il basso budget fa il resto. Nonostante l'impegno degli attori caratterizzazioni e ambientazioni risultano poco credibili. Per non parlare di Santamaria che ogni tanto, in mezzo alla parlata pugliese, ci butta dentro qualche frase in romanesco. Decisamente molte spanne più sotto del cugino Galantuomini.

Galbo 15/09/10 07:21 - 12380 commenti

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Ascesa di un piccolo criminale nel mondo della mala salentina. Il protagonista che viene arruolato nella Sacra Corona Unita passando attraverso alterne vicende (tra cui la reclusione) è bene interpretato da Claudio Santamaria, la cui prova, insieme alla riuscita caratterizzazione ambientale, è una delle cose migliori del film che pur partendo da buone intenzioni non è ben servito dalla sceneggiatura che fa largo uso dei luoghi comuni del cinema del genere.

Tarabas 18/10/10 09:24 - 1878 commenti

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La gag metacinematografica su Scarface spiega questo e molti altri film simili. O per carenza di mezzi, o di ispirazione, sembra difficile fare un De Palma. Allora si prova a fare un film neorealista, del resto siamo pur sempre italiani. Però che noia. Allora si fa un film a metà, realista ma con qualche vezzo autoriale qui e là. Forse sarebbe stato meglio lasciar perdere De Palma e Rossellini e provare a fare uno schietto film di genere. Peccato, perché l'operazione è onesta e la storia, non originalissima, aveva spunti. Molte parti erano da sottotitolare.

Il Dandi 26/01/11 23:39 - 1917 commenti

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Mediocre. Il suo perché? essere uno dei (pochi) gangster-movie italiani posteriori agli anni '70 (comunque rievocati). Tutto qua, e non è chiaramente uno dei migliori. Perché la sceneggiatura è verbosa (la voce off dal romanzo non si può sentire), il ritmo sbagliato e la regìa appesantita da vani preziosismi. Santamaria, solitamente valido, sfoggia un paio di baffoni e gratuiti nudi full, ma qui lavora con la mano sinistra. Non c'entra nulla come genere e storia, ma la mala pugliese mi è parsa disegnata molto più efficacemente in Mio cognato.
MEMORABILE: La partita a carte.

Manfrin 21/02/11 14:37 - 391 commenti

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Film abbastanza piatto con una discreta interpretazione di Santamaria nei panni di un piccolo boss pugliese, dall'altare (della Sacra Corona Unita) alla polvere (del carcere): storia raccontata senza molto slancio né grossi spargimenti di sangue nonostante il tema. Belle le immagini di una Puglia poco conosciuta ai più.

Alex1988 29/10/16 18:05 - 728 commenti

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E' vero che non è mai un bene, anche se si tratta di finzione (pur essendo tratto da una storia vera), esaltare le gesta di un gangster; in ogni caso il tentativo è davvero fiacco. Nonostante la scarsa durata (sembra duri tre ore) e nonostante Santamaria cerchi di risollevare le sorti del film, purtroppo l'operazione non riesce a farsi apprezzare. Evitabile.

Pessoa 10/07/20 22:37 - 2476 commenti

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Un film ispirato a una storia vera, che ha il merito di aprire una finestra sulla SCU, un fenomeno mafioso che ha avuto troppo poco spazio nelle cronache. I registi si muovono bene fra realtà e finzione cinematografica grazie anche a suggestive immagini dello splendido Salento, cui la luminosa fotografia rende giustizia. Bravo Santamaria, nonostante in un paio di occasioni tenda come al solito a strabordare ma in generale il cast, quasi tutto autoctono, risulta molto credibile, grazie anche alle parti in dialetto. Buono lo script, intenso senza inutile retorica. Vale la pena!
MEMORABILE: L'omicidio nella cava abbandonata.

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  • Curiosità Pessoa • 10/07/20 22:48
    Formatore stagisti - 417 interventi
    Il personaggio protagonista del film, Antonio Perrone, è ispirato a un gangster omonimo della Sacra Corona Unita realmente esistente oggi ancora vivo.

    Fonte Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Fine_pena_mai