Considerato uno dei più classici monster-movie di ogni tempo, il film di Jack Arnold risulta oggi piuttosto ridicolo, vista l'esagerata dimensione della tarantola assassina (grande quasi quanto Godzilla!). Questa si muove goffamente sulle strade desolate e nel deserto circostante, assalta intere case e supera in velocità (non si capisce bene come, visto che appare assai lenta) gli uomini in corsa. Geniale per l'epoca il montaggio alternato col quale si mostrano le vittime attraverso la soggettiva della tarantola per poi passare al punto di vista dell'uomo. Tuttavia, se anche va detto che il soggetto e la sceneggiatura non sono mai stati il punto forte di questo tipo di film, non si può che assistere...Leggi tutto annoiati ai corteggiamenti del giovane medico alla biologa, alle considerazioni futuristiche dello scienziato (Leo G. Carroll) che studia un nuovo sistema per sfamare l'umanità, alle schermaglie tra lo sceriffo e il giornalista. Per apprezzare ancora adesso film ormai sorpassati dal punto di vista degli effetti speciali (benché in questo caso resistano ancora piuttosto bene) sarebbero serviti dialoghi più brillanti e una storia che non si limitasse a dare un futile pretesto per giustificare il gigantismo della tarantola assassina. Funziona invece la progressione che ci porta a scoprire il mostro poco per volta: dapprima le zampe che spuntano da una roccia, poi finalmente la gigantesca sagoma nera che zampetta tra i tralicci dell'alta tensione. La regia di Arnold è discreta, ma la palese mancanza di mezzi (e di attori validi) penalizza gli sforzi precipitando TARANTULA nel limbo della fantascienza più elementare e sorpassata. Finale deludente, più noto perché a guidare uno degli aerei (coperto dalla maschera) c'è Clint Eastwood!
Qualche anno dopo Destinazione terra, Jack Arnold ambienta un altro film nel deserto americano. La location è affascinante come nel film precedente anche se il genere cambia, virando verso il filone degli "animali assassini". Film con luci e ombre: difetta un pò la caratterizzazione dei personaggi, che appaiono stereotipati e non molto interessanti; buona invece la resa spettacolare, con effetti forse semplici ma d'impatto e una bella fotografia che valorizza l'ambientazione.
Il solito scienziato animato da buone intenzioni ma alquanto pasticcione mette a punto un cibo super-nutriente che provoca la crescita smisurata di un ragno già bruttino di suo... Arnoldiano al 100% per l'ambientazione desertica, la capacità di far montare la suspence prima dell'apparizione del mostro, l'efficacia degli effetti speciali artigianali. Non certo un capolavoro, non possedendo il romanticismo del mostro lagunare o la profondità filosofica dell'uomo miniaturizzato, ma un caposaldo del genere animali assassini (sottogenere giganti) insieme al quasi contemporaneo Assalto alla Terra.
MEMORABILE: Molto bello l'inizio nel deserto con l'uomo dal volto sfigurato
Arnold torna al deserto di Destinazione Terra, scoprendo che stavolta la minaccia all’umanità non piove più dal cielo, ma è creata dagli uomini: una tarantola gigante sfuggita dal laboratorio di uno scienziato. Non è uno dei peggiori film del genere, anche se non si può dire buono: la trama è ingenua ma la sceneggiatura è piuttosto curata, gli effetti sono primordiali ma la sagoma del ragnone sulle colline ha un bell’impatto, e c’è una discreta attenzione alla coerenza. Inizio potente con l’apparizione “zombesca” di una vittima tra i cespugli.
Questa di Arnold è una delle tipiche pellicole il cui valore storico sia superiore a quello cinematografico. Nel primo caso infatti assistiamo ad un film cruciale per lo sviluppo del produttivo filone fantascientifico degli animali mutanti e assassini, nel secondo ad un racconto piuttosto spoglio che non raggiunge i picchi di tensione – con relativi brividi – del di poco posteriore Radiazioni BX. I volti sfigurati, la figura dello scienziato pazzo si allineano alla classica tradizione horror.
Visto pochissimo, ha - nondimeno - segnato un immaginario e liberato nel deserto americano una progenie di mutazioni zoomorfe (almeno fino a Tremors e Arac-Attack). Arnold, vero professionista e pioniere del fantahorror, governa la grezza materia narrativa con nerbo e implacabile tenuta del ritmo. A farla da padroni però sono gli strabilianti "effetti ottici" in prospettiva - e soggettiva - di Clifford Stine, nonché il raccapricciante make-up di Bud Westmore. Di culto le mucche divorate al pascolo e Mara Corday che fugge sul vialetto di casa mentre alle sue spalle Tarantola impazza! Gioiellino.
A giocare con gli isotopi radioattivi si finisce per fare il patatrac. Buon fantahorror con animale assassino (una vera tarantola) che scorrazza per il deserto, vivendo come un normale ragno, ma pesante tonnellate e alto come una casa (le sue esigenze alimentari son un po' cambiate: mucche e, all'occorrenza, esseri umani). Già l'inizio è sfizioso, col mutante che barcolla nel deserto; e col passare del tempo, oltre ad altre due mutazioni, si possono apprezzare: i momenti in laboratorio, il mini documentario sulla tarantola e le sortite del megaragno. Il buio aiuta la carenza di effetti. Buono.
MEMORABILE: Di mucche e umani si trovano solo le ossa (infatti i ragni sciolgono le carni delle vittime per poi assorbirle). La tarantolona alla finestra.
Ottimo fantahorror del mitico Jack Arnold, con molta probabilità uno dei migliori (se non il migliore) fra i famosi film con artropodi giganti degli anni '50. La tarantola del titolo non compare dal nulla e non arriva dallo spazio, bensì è frutto di un esperimento (e attorno a questo si sviluppa il plot, che vede anche strane mutazioni umane). Scritto con intelligenza e diretto con maestria, si fa notare per effetti speciali certamente datati ma irresistibili e per quell'ingenuo fascino delle pellicole di quei tempi. Cameo di Clint Eastwood.
MEMORABILE: Gli attacchi della tarantolona, specie nel finale.
Pellicola di grande maestria, da rivalutare (se ce ne fosse il bisogno); non è solo artigianato s/f. La fotografia, insieme al gusto dell'inquadratura, sono notevoli; così pure l'ambientazione desertica soffocante. Tutte le volte che l'animale assassino appare è una gioia per chi, come me, ama gli effetti speciali dei tempi che furono. Forse esagero ma ho anche visto qualcosa di cupamente espressionista (alla Arnold, ovviamente).
L'ennesimo esperimento folle fa crescere a dismisura una tarantola che inizia a seminare il panico in stile Godzilla. A questo film sono sufficienti la bestia giusta, molti effetti ottici e i buoni giochi di luce per creare un'ottima atmosfera di terrore. Anche se palesemente finto, il ragno gigante è inserito nel film in modo decisamente realistico; inoltre il buon ritmo e la prova convincente del cast contribuiscono a creare un'atmosfera di forte tensione. Ho tremato in quanto aracnofobico, ma ho apprezzato in quanto cinefilo.
MEMORABILE: Il documentario sulla tarantola; L'attacco notturno alla casa.
Discreto film diretto dallo specialista Arnold, che torna nel deserto per raccontare gli orrori compiuti da una tarantola gigante. Buoni per l'epoca gli effetti speciali, semplici ma efficaci. Purtroppo la storia non presenta grandi elementi di novità (neanche rapportandola all'epoca del girato) e anche gli assalti del gigantesco aracnide si rivelano un po' troppo ripetitivi. Gli interpreti svolgono la loro parte con mestiere e, pur senza eccellere, portano sicuramente a casa la pagnotta. Molto sbrigativo il finale.
In piena ansia dagli effetti delle radiazioni su uomini e animali, ecco che in Usa si propongono pellicole come questa, con un budget ridottissimo ma dal successo garantito. A spaventarci qui c'è una tarantola che diventa gigantesca a causa degli esperimenti fatti da scienziati con isotopi radioattivi. Gli effetti speciali sono artigianali ma riescono in egual modo a impressionare giocando con ombre e proporzioni. Un classico film da drive-in che si vede oggi con il sorriso sulle labbra, ma che all'epoca avrà sicuramente impressionato.
Un classico? Esclusivamente per l'importanza storica. Tale rilevanza, però, non regala quarti di nobiltà estetica: se ne deduce che Tarantola altro non sia che un film ordinario quanto sopravvalutato. Le statuine delle caratterizzazioni (il ricercatore geniale, lo scienziato con la testa sulle spalle, il giornalista, il poliziotto tutto buon senso, la belloccia dall'ugola d'acciaio) sono gradevoli, ma l'incedere è lento, l'epilogo grossolano e l'aracnide in questione se la piglia un po' troppo comoda prima di scatenarsi. Mediocre.
Siamo alle solite. Un esperimento sfuggito di mano a uno scienziato, con la sfortuna d’esser vittima d’un fattaccio che accidentalmente apre la teca dove un grosso aracnide viene ipernutrito per farlo ingigantire. L'opera di Arnold appare almeno un classico da annoverare come innovativo in un sottogenere, quello degli insetti ingranditi, che all'epoca - e a tratti anche oggi - può creare almeno qualche sguardo di raccapriccio (non ce ne voglia il ragno, che di certo attraente non si può dire). Il film parte bene, ma poi l’opera si assesta come piuttosto tediosa.
Piccolo cult, più a torto che a ragione, della Golden Age sci-fi anni 50 diretto dal maestro artigiano Jack Arnold (papà della "creatura della Laguna Nera") un paio d'anni dopo Destinazione Terra. Stavolta le paure comuni del periodo sono sublimate da una tarantola ipertrofizzata creata in laboratorio grazie a un alimento sintetico. Le scene con il ragnone sono eccellenti, ma sono scarse numericamente, con il resto della pellicola che gira intorno a una sceneggiatura lenta e perdipiù noiosa. Belle le soggettive aracnoidi, ma quanti sbadigli.
MEMORABILE: L'attacco della tarantola alla casa del professore.
Ingenuotto e un po' semplicistico (dove alberga il ragnone negli intervalli fra una scorribanda e l'altra?), con momenti di ridicolo involontario (le altre bestie oversize nel laboratorio, la trasformazione di Carroll), va però giudicato con l'indulgenza dovuta al "sense of wonder" del periodo. La fama è forse come la tarantola: spropositata.
Capostipite senza tempo, con un ottimo cast: bravissimo Leo G. Carroll nel ruolo del folle scienziato che crea una tarantola gigantesca, ma anche la Corday e Agar (nel cast si intravede pure Clint Eastwood nel ruolo di un pilota che bombarda!!!). Gli effetti speciali sono convincenti e il bianco e nero è godibilissimo. Per gli appassionati del genere è un film da vedere senza dubbio, ma è consigliato anche ai novizi.
Veloce e schietto, riesce a incutere ansia anche, e soprattutto, nei preludi che anticipano l’ingresso della tarantola. Efficace il make-up che deturpa gradualmente la faccia dello scienziato e innovativi (per l’epoca) gli effetti speciali. Tra monster movie, body horror e sci-fi è sicuramente uno dei film di genere che più hanno influenzato il cinema. Un gioiellino.
"L'ombra" del ragno si mangia cavalli e mucche, non disdegnando poliziotti che tentano invano di fermarla a colpi di mitra. Location adeguate al tema e sviluppo comunque interessante da seguire, piuttosto movimentato e senza momenti "faticosi". La grandezza pazzesca dell'aracnide è funzionale a questo tipo di fantasy che evitava le (re)pulsioni viscerali che avrebbero caratterizzato le produzioni similari dei 70s (dove invece dimensioni - e "senso" - si facevano più realistiche). Meritevole di visione e di adeguato apprezzamento.
MEMORABILE: L'attacco alla casa, con la testa del ragno alla finestra.
La tarantola gigantesca è la mostruosa protagonista del film, ma nella scena del laboratorio si vedono anche un coniglio e una cavia entrambi enormi. Al di là del ragno, qualche effetto speciale qua e là c'è (come il volto sfigurato dello scienziato ed altro), ma la spettacolarità è tutta concentrata sulla creatura che se ne va a zonzo per il deserto uccidendo chiunque trovi (come ogni mostro che si rispetti) con effetti speciali che se, pur sempliciotti, condiscono ottimamente il contesto.
Classico del genere fantascienza e diciamo che non delude le aspettative (almeno in parte). Tolta la vicenda fra il biologo e l'allieva del dottore, che è ovviamente mielosa e anche noiosa, il resto fa parte dei normali canoni di un film sci-fi. Effetti speciali buoni (per quei tempi). Da vedere.
Nella fantascienza anni 50 Arnold ha un posto d'onore per il ritmo svelto e la buona tensione che mette nei suoi film. Anche qui come in Destinazione Terra l'ambientazione desertica funziona alla grande, luogo "alieno" per eccellenza in cui si muovono i mostri "altri" e ostili alla civiltà umana. Per il resto classica vicenda di mad doctor e di scienza che produce disastri. Considerata l'epoca, effetti speciali molto efficaci e anche sorprendenti nel rappresentare la tarantola king size. Bene Carrol e Agar, bellissima la Corday.
MEMORABILE: Indimenticabile la scena della tarantola che spia la Corday dalla finestra; Il volto deforme del mad doctor (che ricorda Toxic Avenger).
Buon film con la tarantola gigante molto realistica. Ma la pellicola ci regala altre prelibatezze con esperimenti anche sull'uomo che vanno oltre il genere. L'ambientazione è sempre quella desertica, praticamente da western: ci sono la graziosa cittadina e lo sceriffo oltre ai soliti personaggi. Da vedere per chi ama la vecchia sci-fi.
Fanta-body-horror d'antan, tra elucubrazioni medico-scientifiche che rasentano la pedagogia e trovate audio-visive da monster-exploitation. Ma nel suo dualismo narrativo il film di Jack Arnold riesce ancora oggi ad atterrire lo spettatore, regalando più di un palpito genuinamente orrorifico incapsulato e immerso negli splendidi scenari semi deserti dell’Arizona. Grandiosi, per l’epoca, gli effetti visivi e il necrotico make-up.
Classico della fantascienza da guardare a prescindere, soprattutto se si è nostalgici del bianco e nero degli anni '50 e del doppiaggio italiano di allora. Il genere è quello degli esseri mostruosi e dei loro relativi creatori, con annesse le tecniche elementari per sfuggire alle loro individuazioni. Piace l'idea di girare un film che sotto certi aspetti potrebbe essere definito "horror" alla violenta luce del sole del deserto, così come la fotografia piuttosto ricercata negli interni e nell'illuminazione dei volti.
Film riuscito in parte, a causa di una lentezza esagerata nello sviluppo degli eventi (vista anche la breve durata della pellicola) e di alcune scelte non troppo curate per quanto riguarda la sceneggiatura. Funziona bene, invece, la scenografia e come sempre la regia di Jack Arnold è audace e ispirata. L'utilizzo delle soggettive è magistrale e la tarantola gigante è resa in maniera verosimile, con un'attenta analisi delle proporzioni.
Insieme ad Assalto alla Terra e a Il risveglio del dinosauro, questo classico del cinema di SF degli anni '50 è senz'altro uno dei migliori giant-monsters-movie anglo-americani di quel periodo. Arnold riesce a rendere la storia intrigante e sufficientemente spettacolare. L'ambientazione nel deserto era già stata inaugurata dal regista col precedente Destinazione... Terra. Un particolare da collezionista: da tenere d'occhio la suggestiva la busta-foto italiana del film, molto "d'epoca" e quindi ricercato oggetto da collezione!
B movie a firma di Arnold, è più "classico" rispetto ai film precedenti (in cui il regista provava a stare anche dalla parte del "mostro"), sulla scia dell'appena precedente Assalto alla Terra. Arnold gira con grande mestiere sfruttando bene il basso budget e i decenti SFX alternando alle azioni dell'aracnide (spesso in un'evocativa soggettiva) il dramma dello scienziato vittima dei suoi stessi esperimenti. Pesa, ma non eccessivamente, un'impostazione di fondo un po' troppo melodrammatica, caratteristica spesso comune ai film del genere di quegli anni.
Buona l'idea, così come lo sviluppo del film e come lo sono gli effetti speciali che a dir d'epoca danno l'apparenza di esser molto avanzati. Bella la scena della tarantola all'orizzonte. Unica pecca il finale troppo frettoloso. Jack Arnold comunque non delude più di tanto.
Un classico della animal attack/sci-fi anni 50 con risvolti ecologisti. Uno dei più famosi e meglio realizzati di tutto il filone. Effetti che visti fan sorridere, ma per il tempo erano sicuramente pregevoli. Attori non particolarmente famosi o brillanti. Pellicola che comunque agli amanti o nostalgici di un certo tipo di film piacerà sicuramente.
Nonostante gli anni, il film rimane un classico dei monster-movies da drive-in americani anni '50. Merito dell'ottima regia di Arnold, maestro del B-movie che riesce a mantenere costante il ritmo e sazia la fame di brividi da parte dello spettatore con numerose trovate shock tuttora estremamente efficaci: rivista oggi, la tarantola rimane impressionante, nonostante anni di fantahorror passati sullo schermo. Il resto è culto; certo non un capolavoro a livello strettamente cinematografico, ma un classico del genere assolutamente sì: la prova del tempo è ampiamente superata.
Sci-fi venato d'horror invecchiato molto bene, ancora oggi molto godibile e divertente. La sceneggiattura è ottima, lineare e scorrevole, con buoni personaggi in mano ad attori davvero solidi. Gli effetti speciali, pur nella loro ingenuità, fanno il loro sporco dovere; in particolar modo colpisce la scena del ragno alla finestra. Un po' frettoloso il finale, ma è un peccato che si può perdonare.
È chiaro che nel 1955 mettere su schermo una tarantola dalle dimensioni raccapriccianti e conferirle il dovuto realismo non era semplice come mettere un mantello nero e i canini finti a Cristopher Lee. Detto questo, il film è pochezza allo stato puro, banalità e previdibilità dall'inizio alla fine (il finale sembra quello di un trailer, tanto è approssimativo). Si punta troppo sulle devastanti apparizioni dell'enorme aracnide, convincente solo in un paio di sequenze. Di sicuro è un buon candidato al titolo di "primo spider-movie della storia".
Un famelico ragno gigante, creato per errore da uno scienziato, porta la distruzione in una tranquilla cittadina nel deserto. Grande esempio di monster movie: stavolta la minaccia arriva da una scienza impazzita e non da un remoto pianeta o passato ancestrale. L'animazione del mostro è tecnicamente perfetta, così come la sua interazione con gli scenari urbani. Lodevole il contrasto tra gli interni soffocanti e gli immensi spazi desertici. Alla regia il merito di rendere coinvolgenti anche le scene in cui non compare la tarantola. Da vedere e rivedere.
MEMORABILE: I rinvenimenti delle vittime; La sgradevole sorpresa alla finestra; La tarantola a caccia di cibo; Il bombardamento dell'aviazione.
Un prodotto minore rispetto ai suoi compagni di distruzione del periodo. Arnold in questo caso riesce a comunicare meglio tramite le pure immagini, alcune veramente potenti, mentre gli attori sembrano intrappolati in una sceneggiatura legnosa e stantia che si distingue solo per qualche virata horror con il sub-plot dell'acromegalia, ed un vago messaggio ecologista, molto sul fondo. Si cerca di ricalcare i dialoghi di Destinazione... Terra! ma la mancanza di Bradbury si fa sentire.
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Perche' no,sarebbe interessante aprire un dibattito...
Anche se me a me pero' manca ancora Il Bacio Della Tarantola hehe
DiscussioneGeppo • 9/01/09 23:29 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ricordo che l'anno scorso tutti i giornali ne parlavano, non solo Der Spiegel ma anche il quotidiano Bild.
Ma sinceramente, nel mio caso, io proprio non me ne sono accorto di questa invasione di ragni giganti in Germania.
grazie x la risposta Geppo.
Beh, tutto sommato è meglio se non te ne sei accorto, in effetti non deve essere piacevole avere a che fare con quelle besticacce!
Per quanto riguarda invece il bacio della tarantola, ricordo che io ne ho una copia in italiano piuttosto rara.
E' un film che nella versione "ragni di dimensioni reali" appare perfetto e particolarmente efficace, seppur di vecchio stampo.
Ringrazio Zender che mi ha "chiamato", evidentemente lo special di Markus è stato pubblicato quando ero in vacanza. Bellissimo. Non è molto il mio genere ma anche le foto sono molto gustose!
Si, sospettavo che il "ragnesco" non sia il tuo genere preferito, tuttavia ci tenevo che leggessi lo specialone...chissà, forse un giorno rivaluterai il genere ;-)
* Hanno usato una quantità industriale di tarantole perche sotto i riflettori ravvicinati rischiavano di morire cotte. Le spostavano con dei piccoli getti di aria compressa.
** Woody Allen in "Tutto uello che avreste voluto sapere sull sesso..." praticamente ripete il film di Arnold in un episodio; l'unica differenza è che si tratta di un gigantesco seno che verrà catturato in un reggiseno smisurato!
Fonte: Guida alla Fantascienza 16, Libra Editrice
* Nel film Matinee la protagonista si chiama Ruth Corday per ricordare la Mara Corday di questo film.
HomevideoXtron • 20/12/12 10:06 Servizio caffè - 2235 interventi
Ecco il dvd Golem
Audio in italiano e inglese
Niente sottotitoli Formato video 1.33:1 4/3
Durata 1h16m57s
Il trailer come extra