Il corridoio della paura - Film (1963)

Il corridoio della paura
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Shock corridor
Anno: 1963
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Alcune scene di flashback originariamente sono state girate a colori e in taluni master permangono. La pellicola è ispirata alla storia di Nellie Bly, giornalista americana che nel 1887 si era infiltrata nell'ospedale psichiatrico di Blackwell's Island per scrivere un articolo sulle condizioni delle pazienti.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Una vera e propria indagine in manicomio, con il giornalista Johnny Bennett (Peter Breck) che si finge matto per entrarvi e interrogare in qualche modo i tre testimoni di un delitto lì avvenuto. La polizia non ha mai risolto il caso e lui crede, in caso di successo, di potersi guadagnare il premio Pulitzer. Il corridoio cui fa riferimento anche il titolo originale (SHOCK CORRIDOR) è quello in cui i pazzi socializzano (per quanto possibile) e che un Samuel Fuller particolarmente ispirato sceglie come set per questo suo film claustrofobico e inquietante, animato da splendide caratterizzazioni di contorno (su tutte Pagliacci, il grassissimo internato con l'ossessione dell'Opera) e da una regia incisiva,...Leggi tutto capace di inquadrare eccezionalmente il progressivo acutizzarsi della paranoia in Johnny senza trascurare di mantenere alto l'interesse seguendo lo sviluppo “poliziesco”. Non tutte le scene sono riuscite, alcune insistite divagazioni nei monologhi dei pazzi (vedi quello fermo alla Guerra di Secessione) appesantiscono la scorrevolezza, i sogni di Johnny nei quali vede l'immagine della fidanzata spogliarellista sono francamente superflui, ma nel complesso è raro trovare un film che possegga altrettanta forza, che analizzi con tanta rigorosità scientifica un caso improbabile rendendolo quasi credibile. E in alcuni momenti Fuller sa essere davvero spietato nella sua messa in scena, con i degenti che offrono uno spettacolo diverso da quello visto nei tanti film di argomento similare. E così SHOCK CORRIDORS, reso ancor più livido da un bianco e nero di grande suggestione, acquista un valore di opera singolare, continuamente saltabeccante tra i due piani della sanità mentale e della follia ottenendo un risultato cinematograficamente eccellente.

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Cotola 9/12/07 22:08 - 9232 commenti

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Un giornalista che ambisce al premio Pulitzer si fa internare in un manicomio per scoprire il responsabile di un delitto che forse si nasconde lì. La metafora è piuttosto chiara: l'America è un manicomio dove dominano follia, violenza e razzismo e dove non c'è spazio per la verità e la giustizia se non a carissimo prezzo (vedi il finale). Fuller dirige con mano magistrale creando un clima teso e claustrofobio che avvolge lo spettatore fino ad arrivare al beffardo ma azzeccatissimo finale. Bella la fotografia di Cortez. Bravissimi gli attori.

Capannelle 4/04/08 14:32 - 4459 commenti

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Tostissimo racconto ambientato in un manicomio che precorre alcuni temi raccolti da Qualcuno volò sul nido del cuculo. Scenografia asciutta e primi piani prolungati amplificano il senso di angoscia. Bravi gli attori, tra cui il futuro sceriffo della serie tv Hazzard.

Stefania 22/04/10 23:32 - 1599 commenti

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Peccato di hybris, quello del prometeico Johnny: varcare i confini della normalità, immergersi nello Stige della follia e sperare di riemergerne intatto! A tamburo battente, la progressiva scoperta della verità su un omicidio collima con la progressiva disarticolazione dell'Io razionale del protagonista: perciò la verità che pure scopre non avrà, per lui, alcun senso o valore. Surreale e sussultante cronaca di una sconfitta, una sfida tutta interiore, impossibile da vincere.
MEMORABILE: "Gli dei fanno impazzire coloro che vogliono perdere".

Renato 8/06/10 11:45 - 1648 commenti

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Buon film carcerario -per così dire- anche se le premesse sono diverse dalle solite. Fuller gioca con gli stereotipi (vedi il discorso infermiere buono-infermiere cattivo) e soprattutto riesce a costruire una tensione notevole, anche grazie all'ottima fotografia in b/n. Il doppiaggio italiano, fatto probabilmente negli anni '70 per la televisione, riunisce le voci di Pino Locchi, Oreste Lionello, Glauco Onorato, Carlo Romano e persino Ferruccio Amendola in un ruolo minore.

Pigro 30/07/10 08:39 - 9841 commenti

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Giornalista si fa internare in manicomio per scoprire un assassino: film di atmosfere e scene forti, rovente e ispido, claustrofobico e (in crescendo) ansiogeno. La lenta discesa negli inferi della psiche di un "normale" è prevedibilmente inesorabile e comunque terribile. Se i matti sono dipinti con qualche tocco pittoresco, il protagonista (un generoso Breck) è scolpito nella sua "folle" ambizione da eroe tragico greco che osa sfidare gli dei: una lotta inane nella bella cornice di una fotografia che sa dosare bene luci e ombre in lucido b/n.

Lucius 28/08/10 12:15 - 3015 commenti

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In un suggestivo bianco e nero la pellicola costituisce una discesa negli inferi nella psiche e nella follia in cui precipita il protagonista, internato in un manicomio per motivi professionali. L'estremizzazione del percorso mentale del giornalista rende il film cupo, estremo malato. Un cinema primitivo e di impatto.

Mdmaster 9/03/11 00:36 - 802 commenti

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Un'indagine all'interno di un manicomio porterà il coraggioso Johnny a perdere di vista la retta via e ad affrontare a testa alta l'elettroshock e l'idroterapia senza colpo ferire. O no? Fuller mette in scena una società di derelitti, gente ferita dalla guerra fredda, dal razzismo, dalla paranoia. Purtroppo la follia è ritratta in maniera piuttosto superficiale, limitata a urla casuali e analisi sciocche (oddio le ninfomani!); ciò non inficia l'obiettivo del regista comunque: dipingere l'America come un luogo ove la giustizia ha caro prezzo.
MEMORABILE: Lo spettacolare monologo di Trent; pagliacci rimprovera Johnny per un urlo piuttosto stonato.

Giùan 9/05/11 15:56 - 4727 commenti

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È uno di quei registi, Sam Fuller, al quale si è disposti a perdonare anche gli eccessi, le imperfezioni e le facilonerie tale è la forza visionaria e tanto il rigore che trasuda da ogni singola inquadratura, da ogni snodo di sceneggiatura. In Shock corridor di sbavature appunto ce ne sono (il bozzettismo dei pazienti psichiatrici, i sogni psichedelici di Johnny tra tutte) ma la metafora è così vera e potente che la storia si fa parabola iperbolica e si deve solo fare chapeau. Formidabile il bianco e nero di Stanley Cortez.

Ford 8/06/11 21:09 - 583 commenti

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Film non facile, a tratti pesantino, ma un Fuller in autentico stato di grazia traghetta questo film nei lidi del grande cinema, follia e giornalismo mai così vicini (oggi invece lo sono anche troppo), fotografia incredibile. La clausura dei personaggi ci viene letteralmente proiettata addosso da quelle ombre fortissime, personaggi un po' troppo macchiette ma perfettamente inseriti in un gioco quasi teatrale. L'idea dei flashback a colori vale l'acquisto del dvd.

Belfagor 11/06/11 13:08 - 2696 commenti

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Fuller realizza una curiosa unione fra noir psicologico, thriller e film carcerario, indagando gli ambienti di un istituto psichiatrico dove sono reclusi coloro che non si sono adattati al sogno americano. Il protagonista Johnny, avido di notizie, entra volontariamente in questo mondo alienato per poi diventarne un prigioniero a sua volta. Pellicola sperimentale amara ed angosciante, in un bianco e nero "selvaggio", che infrange la beata illusione che "i matti sono gli altri".

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Jdelarge 13/12/12 22:35 - 1000 commenti

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Film potente, sia per il contenuto che per le immagini. Sicuramente il miglior film di Samuel Fuller che, con un ottimo bianco e nero, riesce a rendere l'idea di claustrofobia e pazzia in ogni scena, inquadratura e dialogo. La pellicola è caratterizzata da un'impeccabile recitazione (in primis da parte del protagonista Peter Breck) e mostra come l'uomo possa ingannare la medicina, in questo caso la psichiatria, ma sia completamente inerme dinnanzi alla propria psiche. In sintesi, un gran film.
MEMORABILE: La finta sorella Cathy cerca di baciare Johnny e lui la rifiuta inorridito, pulendosi istericamente le labbra.

Saintgifts 30/01/17 10:35 - 4098 commenti

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Per trovare una qualche risposta agli interrogativi sugli Usa (di quegli anni, ma forse attuali anche ora) o semplicemente per riflettere su fenomeni di quella grande nazione, Fuller si introduce in un ospedale psichiatrico. La ricerca dell'assassino diventa secondaria, è un pretesto, anche per indagare sulla condizione dei malati e per provare quanto sia pericoloso essere soverchiati dalla vicinanza di menti malate. I dottori non ci fanno certo una bella figura, ma forse è l'unico lato debole del film: la facilità con cui vengono ingannati.

Daniela 18/02/17 00:58 - 12872 commenti

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Malato di ambizione, un giornalista si fa passare per malato d'amore per scrivere un articolo da Pulizer... Racchiusi i personaggi in un ambiente claustrofobico, Fuller punta sull'esasperazione dei caratteri e sul capovolgimento del senso (le ninfomani sono baccanti assatanate, il nero sostiene le tesi del ku-klux-clan, il geniale scienziato è regredito all'infanzia) per creare un incubo che culmina in una sequenza di straordinario impatto visivo ed in un epilogo beffardo che nega ogni catarsi: gli Dei rendono pazzi coloro che vogliono perdere. Film rigoroso nella sua follia, imprescindile.
MEMORABILE: L'aggressione da parte delle donne; La tempesta nel corridoio

Mco 1/07/20 12:41 - 2347 commenti

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Anche una rondine, se cresciuta tra i pappagalli, imparerà a parlare. Qui Peter Breck contamina il suo io con menti instabili e arriva a perdere il lume della ragione, tra i corridoi infiniti della sua mente. Catabasi (intro)riflessiva sulla normalità e sulle prospettive plausibili nell'approcciarsene, con una vita alternativa che Fuller descrive in maniera quasi asettica e senza ricorrere ad eccessi di sorta. Le note liriche del corpulento Larry Tucker stridono con il silenzio delle stanze, fanno da corredo ad ogni attimo della giornata, senza distinzione. Intenso e convulso.
MEMORABILE: "Quando dormiamo nessuno distingue un uomo sano da un uomo malato".

Myvincent 8/01/21 08:52 - 3824 commenti

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Un giornalista si finge pazzo per scoprire l'assassino di un alienato e soprattutto nutrire le sue smisurate ambizioni. E così, come è prevedibile, si calerà a tal punto da riceverne tutti i trattamenti previsti. Film in bianco e nero con tutte le carte in regola per sfondare, senonché la messa in scena non funziona come dovrebbe e va pleonasticamente per le lunghe, con una morale e un finale conseguenziale fin troppo rintracciabili. Pretenzioso, come il protagonista del film.
MEMORABILE: Gli isterismi continui della fidanzata del giornalista.

Caesars 9/07/21 09:15 - 3839 commenti

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Partendo dalla vicenda del giornalista alla ricerca del Pulitzer, Fuller ci parla degli USA (anni 60), con le sue follie e il suo razzismo ancora ben radicato. Nobile scopo, che però si basa su una trama davvero troppo semplicistica (la fidanzata che denuncia il protagonista fingendo di essere la sorella, e nessuno se ne accorge; l'omicidio commesso con tre testimoni nascosti sotto un tavolo...) e con notevoli eccessi nella caratterizzazione di alcuni personaggi. D'altro canto troviamo buone interpretazioni e una bella fotografia in b & n. Ombre e luci in un film comunque coraggioso.

Anthonyvm 24/01/23 15:45 - 5987 commenti

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L'indagine-scoop su un omicidio avvenuto all'interno di un ospedale psichiatrico, pianificata da un reporter finto pazzo in stile Nicholson, non è che l'esile pretesto su cui Fuller sviluppa un'acre e spesso paradossale esibizione della follia che ammorba la società (così come il protagonista), fra reduci ostracizzati dalla famiglia e dalla patria, razzismo visceralmente radicato e il sempre incombente orrore delle armi di distruzione di massa. Meraviglioso il bianco e nero di Stanley Cortez (La morte corre sul fiume), indimenticabile la galleria di personaggi. Capolavoro pessimista.
MEMORABILE: Pagliacci; Il nero che sostiene il KKK; Il montaggio durante l'elettroshock; Breck non riesce a parlare e suda freddo; Lo scontro con il colpevole.

Kinodrop 4/02/23 19:35 - 3098 commenti

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Fingendosi maniaco sessuale incestuoso, un giornalista si fa ricoverare in una clinica per fare uno scoop su un omicidio lì avvenuto; ma come un boomerang, la follia che aleggia nell'ambiente lo travolgerà. Il vero obiettivo di Fuller non è tanto mostrare una realtà manicomiale nella sua tragica complessità, quanto fare di essa una ben chiara metafora delle distonie e delle paranoie della società americana di quel tempo (militarismo, razzismo, primato nucleare), impersonate da altrettanti casi clinici. Esemplare Breck inghiottito dalla follia, non da meno i protagonisti di contorno.
MEMORABILE: L'improbabile sorella; Pagliacci e le arie d'Opera notturne; La tempesta in corridoio; La scazzottata con l'infermiere; Il triste finale.

Paulaster 27/04/23 19:34 - 4574 commenti

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Giornalista si fa internare per scoprire il colpevole di un omicidio. Uno dei migliori film sulla psichiatria, che punta sull'inversione dei ruoli comuni (il nero nel KKK, lo scienziato bambino) e sulle conseguenze dell'ambizione; i manicomi vengono fatti passare per luoghi senza speranza anche se si dovrebbe curare. Regia che sfrutta i contrasti della fotografia, sia per il bianco e nero che per gli incubi colorati, con colpi di genio sparsi. Chiusura pregevole con una triste rassegna delirante. Piccolo neo il ruolo della finta sorella (bastava una piccola indagine per capirlo).
MEMORABILE: Il nascondino sotto il tavolo; Il nome del colpevole; Le prove prima di entrare in manicomio.

Cerveza 3/08/23 19:48 - 492 commenti

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Un giornalista si finge pazzo per infiltrarsi in una clinica psichiatrica a risolvere un caso d'omicidio, ma la fidanzata spogliarellista non è d'accordo: sostiene sia immorale. Incipit frettoloso, inverosimile, risolto alla buona con passaggi di un’ingenuità che fa sorridere. Ma questo curioso oggetto continua a deflagrare slegato come un telegramma pure in sanatorio, dove all'improbabile si aggiunge il pretenzioso, e la scena viene frammentata fra pazzi improbabili e prevedibilità. Curato il chiaroscuro noir, ma in questo contesto non fa altro che teatralizzare il grottesco.
MEMORABILE: Il finto pazzo in astinenza che sogna la fidanzata; La fidanzata che sclera per l'astinenza dal finto pazzo; Constance Towers in abiti da lavoro.

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  • Homevideo Rebis • 1/08/10 13:18
    Compilatore d’emergenza - 4437 interventi
    Sì, è quello che si legge on line. Il dvd Fox (Punto Zero) è uscito per la Noir Collection ma la sequenza a colori non c'è. Pare comunque che le edizioni migliori restino questa e la NoShame (fuori catalogo), e che la Classica Film sia penosa. Sulla Enjoy non ho trovato informazioni precise.

    Qui ci vorrebbe il contributo di Noir!
    Ultima modifica: 1/08/10 13:19 da Rebis
  • Homevideo Noir • 1/08/10 17:29
    Galoppino - 573 interventi
    Allora, io ho questa edizione



    che oltre al film menzionato contiene IL BACIO NUDO.
    Per entrambi un buonissimo bianco e nero ben contrastato e anche l'audio è di buona fattura (forse a tratti leggermente ovattato ma i dialoghi risultano sempre chiari).
    Di contenuti extra neanche l'ombra ma c'è la scena a colori (comunque non che sia quella gran cosa). Formato video 1.33:1 open matte e audio italiano / inglese mono e nessun sottotitolo.
    Riguardo ad altre edizioni l'unica cosa che avevo letto, è che la Puntozero presentava il film nel formato originale (1.85:1)
  • Homevideo Il Gobbo • 1/08/10 18:14
    Segretario - 762 interventi
    Anche la Enjoy ha la scena a colori
  • Homevideo Rebis • 1/08/10 22:27
    Compilatore d’emergenza - 4437 interventi
    Il Gobbo ebbe a dire:
    Anche la Enjoy ha la scena a colori

    Ottimo! Grazie, credo proprio allora che cederò la Classica Film per la Enjoy! La NoShame è fuori catalogo...
  • Curiosità Zender • 4/01/17 18:35
    Capo scrivano - 48216 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Homevideo Caesars • 2/07/20 12:29
    Scrivano - 16847 interventi
    Per chi conosce le varie edizioni dvd del film:
    Dove non è presente la scena colori, essa manca del tutto o è presente in b&n? 
  • Homevideo Digital • 20/01/21 20:22
    Portaborse - 4058 interventi
    Dvd Sinister (edizione restaurata in hd) disponibile dal 24/03/2021.
  • Discussione Raremirko • 18/05/21 20:17
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Un Forman in vitro, con un bel bianco/nero (ma non mancano scene a colori), un'atmosfera straniante e riuscita (taluni dicono che questa è dovuta al low budget, e forse han ragione) e buone recitazioni.

    Palesi denunce sociali ed al sistema psichiatrico, buoan regia per un film drammatico da riscoprire.
  • Discussione Caesars • 19/05/21 08:22
    Scrivano - 16847 interventi
    Lo vidi, circa due milioni di anni fa, in un cineclub. Ne ho un buon ricordo. Prima o poi cercherò di ri-vederlo. 
  • Discussione Caesars • 9/07/21 08:59
    Scrivano - 16847 interventi
    Visto su Prime Video. Le brevi sequenze a colori sono presenti.