Grandioso. Una delle vette del duo siciliano, qui splendidamente diretti da un solido artigiano come Gianni Grimaldi... La storia dei due cognati che si candidano per i due partiti nemici (DC e PCI, ovviamente) per poi scatenare una sorta di faida famigliare è davvero divertente, e le tipiche lungaggini dei loro film sono molto limitate. Esilarante la scena del doppio comizio contemporaneo, in cui appare in una particina Lino Banfi. Forse un po' debole il finale, ma va bene lo stesso.
Simpatico Franco e Ciccio movie. Ciccio (capo divisione ministeriale) e Franco (usciere del ministero nonché cognato di Ciccio) si contendono le elezioni a suon di ripicche e sberleffi. Più riuscita la prima parte, in cui Ciccio viene costantemente vessato da Franco, rispetto alla seconda, maggiormente “politica” con comizi pubblici e televisivi. Deludente il finale.
Divertente ma non memorabile film della coppia siciliana. Grazie ad un copione ben più consistente del solito, i due comici danno libero sfogo alla loro incontenibile vena comica e nei ruoli di un deputato Ciccio e di un usciere (poi deputato) Franco, danno vita a duetti comici esilaranti. Specie quando sono in compagnia delle rispettive consorti. Buono anche il resto del cast, formato dai soliti noti. Discreta la regia di Grimaldi.
Sullo stesso argomento Grimaldi aveva già firmato col socio Corbucci il copione de Gli onorevoli. Qui fa tutto da solo, dirigendo bene Franco e Ciccio e indirizzandoli su un binario a metà strada tra la commedia di costume e la classica parodia. Dopo anni di farse in costume, fa piacere vedere i due siciliani in un contesto reale e attuale, anche perché col tempo la pellicola ha acquisito il valore di testimonianza di un’epoca.
Il celebre duo siciliano questa volta mette alla berlina la politica: l'idea di partenza potrebbe anche essere divertente ma, come spesso succede nei Franco & Ciccio movie, il film non riesce a divertire più di tanto. Qualche simpatico siparietto c'è ma alla lunga si respira un'aria un po' stantia con l'impressione che si cerchi di allungare il brodo fino al raggiungimento della durata necessaria. Non è facile trovare una pellicola che renda giusto merito al talento dei due comici e questa sicuramente non è tra quelle.
Un Franco&Ciccio assai bruttino che, come spesso càpita, tiene nella prima parte per poi calare sempre più nella seconda (stavolta non ci vengono risparmiate neppure le torte in faccia!). Cosicché càpita che la storia regga nell'àmbito del lavoro del duo al Ministero, ma che si impantani proprio quando, per rispetto al titolo, i due si candidano alla Camera. Fra i non accreditati c'è il grande Enrico Marciani nel ruolo di Martelli (DC, non PSI...). Stupefacente citazione, quando Franco umetta la punta della cerbottana, da Il sergente York!
MEMORABILE: Franco ferma il ragazzo del bar, con quel che segue. "Viva L'ope legis!"
Deliziosa versione demenziale di Peppone e Don Camillo, con Ciccio cognato ricco e Franco cognato povero candidati rispettivamente per la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, baruffa a colpi di reciproci dispetti tra il Bianco Fiore e la Bandiera Rossa. Divertimento puro perché né Franco né Ciccio posseggono un minimo di autentica passione politica: sono semplicemente impegnati ad umiliarsi a vicenda, ricorrendo a bassissimi espedienti. Sembrano Titti e Gatto Silvestro e, a proposito di gatti... memorabile il "catfight" tra le rispettive signore dopo l'elezione! Piccolo grande film.
MEMORABILE: Il finale, forse un micro... compromesso storico!
Un tentativo di fare uscire Franco & Ciccio dai soliti schemi narrativi e tentare la carta della satira politica (anche se il termine applicato a questo film è un pò pretenzioso). Godibile a tratti, il film si perde tuttavia nelle solite macchiette anche se quà e là emerge netto il malcostume italico, meglio rappresentato dai maestri della nostra commedia.
Uno dei migliori film di Franco e Ciccio, questa volta nella parte di due deputati. Diretto da Gianni Grimaldi e costruito su una sceneggiatura di grande rigore, il film mette in scena, con finto qualunquismo ma con intima astuzia, il conflitto principale della Prima Repubblica: il sempiterno conflitto politico tra DC E PCI. E fa capire, strizzando l'occhiolino al pubblico, che i due partiti si dividevano sostanzialmente il potere e il sottopotere al di là della lotta imposta dai rispettivi ruoli parlamentari. Molto curati e quasi teatrali i dialoghi.
L'unica singolarità di questo film è l'accenno lieve alla politica del tempo (DC, PCI, ecc.), che rasenta l'elemento satiresco, mai presente nei film "per famiglie" realizzati da Franchi e Ingrassia. Per il resto si assiste soltanto alla solita contrapposizione tra due estremi (vedi Don Franco e Don Ciccio nell'anno della contestazione), a colpi di scena abbastanza forzati e a chiassose risse fra mogli invidiose (sceneggiatura molto tirata via). Certamente il tempo scorre, ma il film è esile.
Uno dei più riusciti film del duo siculo. Una piccola ma molto simpatica satira politica che prende spunto in parte da Don Camillo e Peppone e da un'altra Gli onorevoli, trasferendo tutto sulle due figure di Franco e Ciccio. Il film ha parecchie parti esilaranti e originali, come ad esempio il doppio comizio contemporaneo. Grimaldi dirige molto bene e anche la sceneggiatura mi pare abbastanza corretta. Piccola parte per un giovane Lino Banfi doppiato in romanesco. Il finale forse è un po' debole, ma va bene così.
MEMORABILE: Il doppio comizio; I battibecchi tra le rispettive mogli...
Da fan di Franco e Ciccio questo film mi ha divertito, anche se la trama è esile. Ho trovato simpatica l'idea di mettere i due l'uno contro l'altro nella contesa politica, con annessi scherzi reciproci. Da ricordare Franco doppiato da Ciccio (nella scena dove si spaccia per imitatore della sua voce) o il collega di quest'ultimo che minaccia di "farsi frate" se Ciccio venisse eletto.
Nulla di esaltante, questa commedia interpretata da Franco & Ciccio. Qualche gag potabile, ma nel complesso una parodia sul malcostume italico decisamente poco riuscita. Il duo siciliano fa quel che può ma ci si diverte ben poco e lo sbadiglio spesso e volentieri prevale di gran lunga. Cast di contorno poco incisivo.
Il tema della satira politica viene sfruttato non adeguatamente da Grimaldi, il quale realizza un film che non decolla e che solo nelle primissime scene risulta piacevole grazie ai soliti virtuosismi di Franchi (celebre la scena in cui dimezza i cappuccini); imbarazzante e inspiegabile le sequenza dei lunghi starnuti durante il discorso di Ciccio, mentre degna di lode la prova della simpaticissima Didi Perego.
Non particolarmente brillante ma gradevole. Così potremmo riassumere la "fatica politica" del duo della Trinacria. La vis comica rimane spesso relegata a qualche espressione del grande Franchi(ni) o alle scene di litigio tra le due famiglie (un volo continuo di piatti, pasticcini, pasta). Simpatici anche gli scherzi telefonici con cambio di voce e lo scambio dei discorsi elettorali. Però si resta nel lavoro onesto, certamente al passo coi tempi (si citano anche eminenze politiche) ma senza eccellenze. Graziose le attrici coinvolte.
MEMORABILE: "Una carogna peggiore anche di Sterling", dice Franchi citando il film dell'anno precedente di Miraglia.
Piccolo cabotaggio, come sempre. Le gag sono risapute e, nonostante l'istintiva simpatia che si prova per i due comici, è impossibile arrischiare un giudizio positivo (sul film, beninteso). Stavolta, però, rileva un bel pezzo di esilarante surrealismo: quello in cui il democristiano Ciccio si lancia in un discorso popolare e il comunista per caso Franco infiamma le plebi con una concione dorotea. Un equivoco che dice parecchio di quel clima e, con intelligenza, svela verità non proprio evidenti (almeno al tempo).
Gradevole farsa all'acqua di rose sulle contrapposizioni politiche del momento. Se è vero che i riferimenti all'attualità invecchiano presto, è ancor più divertente riconoscere a distanza la parodia (sulle testate "La voce ripubblicata", "L'Avanti e indietro") del lessico elettorale dell'epoca: la scena dello scambio di discorsi sottintende (sia pure con ovvio qualunquismo) che i comizi di DC e PCI potessero essere intercambiabili fino alle conclusioni finali. Banfi passa di sfuggita, doppiato in romanesco. Piero Umiliani imprime il suo tocco.
MEMORABILE: I motti "Unicuique suum" e (come fosse una risposta) "Non praevalebunt"; Gli occhiali da pentapartito di Ciccio e il cravattino anarchico di Franco.
Tra i film più riusciti della coppia, un vero ritratto dell'Italia politica dell'epoca, divisa per larga parte proprio dalla DC e il PCI. Tra una scenetta e l'altra, una pungente satira sull'opportunismo, le contraddizioni popolari, la democrazia contraddetta nei comportamenti, le ostentazioni degli arricchiti, la rivalità di facciata, e su come spesso i concetti espressi nella politica non siano altro che la stessa frittata girata e rigirata con un lessico differente da partito a partito. Godibilissimo, si lascia riguardare sempre volentieri.
MEMORABILE: La colazione di Franco; La rissa stradale tra i galoppini dei due partiti; I discorsi del comizio scambiati; La tribuna televisiva.
Inevitabile toccare la politica per una coppia di comici che delle parodie ha fatto spesso un cavallo di battaglia. Tuttavia la satira nei confronti del malcostume politico manca quasi del tutto e si limita a piccoli ammiccamenti. Sembra più una semplice commedia in cui due amici si ritrovano inaspettatamente avversari e cercano di sabotarsi a vicenda in campagna elettorale. Perde, quindi, di forza e rimane confinato a scambi di battute tra i due, anche divertenti, ma non memorabili. In alcuni momenti sia ha l’impressione che giri un po’ a vuoto.
Commedia "politica" che vede i due protagonisti contrapposti in un duello elettorale che riesce a ricreare atmosfere politiche d'epoca in modo abbastanza fedele. La confezione sembra appena più curata rispetto ai soliti standard del duo siciliano, a partire dalla sceneggiatura che offre diversi momenti comici, talvolta purtroppo rovinati dai consueti eccessi dei quali a quanto pare non si riesce a fare a meno. Buono l'impiego di tanti valenti caratteristi storici, che imprimono spessore al prodotto. Tutto sommato si tratta di un film più che guardabile, tenuto conto del genere.
Due cognati che si odiano da sempre si ritrovano pure a essere avversari in àmbito politico. Dopo un inizio stentato, in cui il personaggio di Ingrassia spicca per irritante arroganza, la pellicola ingrana leggermente allorché i bravi comici siciliani iniziano uno scontro senza esclusione di colpi (bassi): niente di esaltante, comunque (a parte la sequenza memorabile della diretta tv con prurito di massa), dato che le botte che si danno le mogli dei protagonisti di divertente hanno poco o nulla. Franco e Ciccio sono in gran forma, non male il cast di contorno. Peccato.
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HomevideoGeppo • 5/09/08 16:59 Call center Davinotti - 4349 interventi
Disponibile in DVD per la Ecosound/Cecchi Gori.
Master leggermente rigato nei primi secondi, audio: buono.
Versione integrale.
Extras: Trailer e locandine dei film