Note: Aka "Disperazione". Soggetto dal romanzo pubblicato nel 1937 "Ladri come noi" (in originale "Thieves Like Us"), dello scrittore statunitense Edward Anderson.
Magnifico film noir firmato da Ray che impasta e mescola con rara maestria crimine e romanticismo regalandoci un'opera che resta nella memoria. Il coinvolgimento dello spettatore aumenta col passare dei minuti fino ad essere travolgente nella parte conclusiva che è coronata da un finale che dà i brividi e non si dimentica facilmente. Ha influenzato non poco il cinema di genere a venire (e Ray era appena al primo lavoro da regista). In una parola: imperdibile.
Commovente fino alle lacrime. Una commozione che arriva piano piano, vivendo assieme ai due giovani, sprovveduti, che si amano, che amano per la prima volta e scoprono nel volgere di poche ore la vita, quella vera (anche se la vivono "di notte") scappando da un destino dal quale non si può sfuggire. Asciutto ed essenziale, diretto con grande maestria in un suggestivo b/n. Ottime le interpretazioni, specie quella di Cathy O'Donnell. Ben caratterizzate anche tutte le figure di contorno. Espressioni e dialoghi misurati, ma di grande spessore.
Si dischiude nella tenebra come un noir, poi il melodramma dilaga boicottandone la logica narrativa, occultando la topografia del gangster movie con audaci ellissi di montaggio; rimane l'ordito ineludibile del fato a perseguitare due ribelli senza causa, Bowie e Keetchie (splendida Cathy O'Donnell), colpevoli di troppo amore in una fuga impossibile verso l'innocenza. Primo film di Nicholas Ray, è già una rivoluzione stilistica che assalta la politica dei generi e il decoupage classico, mette al centro il disagio giovanile e colloca sull'orizzonte del road movie il miraggio del sogno americano.
Evaso insieme a due compagni, un giovane mette a segno una serie di rapine. Dopo essersi innamorato di una ragazza, la sposa e fugge con lei ma... Al suo primo film, Ray dirige un noir on the road romantico, prendendosi i suoi tempi per farci affezionare ai personaggi interpretati da Granger e O'Donnell, una versione di Bonnie e Clyde in grado di suscitare la nostra compassione per l'impacciata tenerezza del loro amore, il desiderio impossibile di cambiare una vita che non hanno scelto. Epilogo struggente indimenticabile per un film destinato a diventare un punto di riferimento del genere.
Notevole esordio per Ray: un mix di generi che va dal noir-melò al road movie, focalizzato sulla malinconica love story dei due protagonisti, sempre braccati e mai davvero liberi. Grandiosa fotografia di George Diskant, gestione della mdp dinamica e moderna per l'epoca, ottime interpretazioni della O'Donnell e Da Silva. Un peccato aver lasciato fuori campo tutte le azioni criminali; finale melodrammatico non pienamente soddisfacente.
MEMORABILE: Il primo incontro tra i protagonisti, scandito da una serie di "può darsi"; I matrimoni da 20 dollari.
Splendido esordio alla regia di Nick Ray con un film che testimonia già la chiarezza di idee di un autore in grado fin da subito di plasmare la cornice noir del racconto di Anderson alla propria personale visione della vita e del cinema, trasformandola in un melò giovanile intensamente romantico e di "ingenua" complessità psicologica. A contare sono così i meravigliosi personaggi di Keechie e Bowie (restituiti dal viso esitante di Granger e dal corpo fragile della O'Donnell), ragazzi traditi alla disperata quanto vana ricerca di un posto nel mondo.
MEMORABILE: Ray regala all'orbo di Howard Da Silva un ultimo primo piano prima che Bowie gli intimi di lasciare l'auto su cui stanno fuggendo.
Non al livello della sua grande fama. In realtà, se escludiamo la concitazione delle battute iniziali e la drammaticità di quelle conclusive, la storia si dipana piuttosto piattamente, anche a causa della discutibile scelta adottata da Ray di relegare fuori campo le azioni criminali (che avrebbero dovuto essere il piatto forte) per privilegiare il lato sentimentale e romantico. Granger ha la faccia giusta ma non strappa applausi, brava la O'Donnell, attrice che avrebbe meritato una carriera migliore.
Esordio strepitoso al cinema per l'autore che ha fatto sognare Godard ("il cinema oggi è Nicholas Ray") e Wenders. La vicenda di un piccolo delinquente che trova in modo completamente inaspettato l'amore e uno scopo per la sua vita randagia è raccontata con passione, senza nascondere i sentimenti ma proponendoli con intensità e al tempo stesso con pudore. Straordinario.
MEMORABILE: La sirena del treno nella sequenza finale.
Più che una donna e un bandito, due teneri ragazzi. Lui ha la stessa espressione stranita di Domenico Cantoni, solo che, invece di doversi uniformare ai vizi impiegatizi, è trascinato nel malaffare. Anche lui ha la sua Antonietta, si chiama Keechie, maschiaccio per necessità, femmina per scelta, con tanta voglia di fuggire e diventare donna. Umanità scabre e sbrigative, molto americane nella forma, ma altamente efficaci. La brama giovanile del "tutto e subito" fatta di sogni spesso scollegati da una realtà troppo grande. Se poi c’è l’amore che ti acceca, ogni speranza è perduta.
MEMORABILE: Le riprese aeree da perfetto road movie.
Evaso di prigione, un giovane ragazzo prova a rifarsi una vita, pur perseguitato dalla polizia e da cattivi compagni con cui deve fare i conti. Un amore delicato e sincero segnerà il suo destino comunque. Un noir ammantato di sentimenti in cui si stagliano indelebili le figure dei protagonisti: un Farley Granger mai così espressivo e una Cathy O’ Donnel ispiratissima. Romantico e spietato contemporaneamente.
Giovane evaso si dà alla latitanza con una ragazza. Il film dovrebbe essere un poliziesco, invece vira principalmente in direzione del romantico. La regia di Ray svecchia l’argomento togliendo dialoghi melensi e lasciando un’asprezza di fondo; anche la fuga viene vissuta in modo intimista, senza approfittare dei crismi del genere. La conclusione, dopo che ci si aspetta un’imboscata e relativa sparatoria, è repentina, con un azzeccato momento struggente.
MEMORABILE: Il matrimonio da venti dollari; La delazione alla polizia; Il biglietto.
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Assai modesta l'edizione in dvd proposta da Elleu, che, al contrario di quanto dichiarato in fascetta (formato 1.37:1) presenta il film nel formato 1.33:1 con conseguente perdita di una porzione di fotogramma laterale (molto evidente nelle didascalie iniziali). L'immagine è sgranata e deperita, con segni e graffi, senza alcun lavoro di restauro. L'audio originale è sporco ma comprensibile, e ha i sottotitoli opzionabili. L'audio italiano è pulito ma si tratta di un discreto ridoppiaggio.
Esiste anche un'edizione a doppio disco con la versione colorizzata (assolutamente evitabile, direi).
CuriositàDaniela • 18/04/17 02:47 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Soggetto dal romanzo pubblicato nel 1937 Ladri come noi (in originale Thieves Like Us), dello scrittore statunitense Edward Anderson.
Lo stesso romanzo è stato nuovamente portato sullo schermo da Robert Altman nel 1974 con Gang, protagonisti Keith Carradine e Shelley Duvall.
DiscussioneReeves • 15/06/22 07:40 Contratto a progetto - 801 interventi