Road movie epocale; un riammodernamento di Bonnie & Clyde in chiave femminista con due protagoniste d'eccezione, Geena Davis e Susan Sarandon, entrambe candidate all'Oscar e battute sul filo di lana dalla Jodie Foster de IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI. Grandissima regia di Ridley Scott che combina favolose immagini e paesaggi desertici con una colonna sonora (di Hans Zimmer) semplicemente perfetta, alla quale si aggiungono armonica e chitarra country per una resa unica dell'atmosfera “western”. Così un film che comincia un po' in sordina, tarda forse a ingranare, monta minuto dopo minuto in un crescendo drammatico esemplare, sempre...Leggi tutto sottolineato e valorizzato da una Susan Sarandon strepitosa e una Geena Davis che la segue a... ruota. Ma anche i caratteri di contorno sono delineati con estrema bravura: l’investigatore di Harvey Keitel, l'amante abbandonato Michael Madsen, il marito piantato Christopher McDonald e l'autostoppista sexy Brad Pitt (che da qui comincia la sua irresistibile ascesa): tutti si armonizzano in una rappresentazione corale d'eccellenza, che non ha mancato d’impressionare l'immaginario collettivo affascinato da un film tanto “estremo” eppure femminilmente gentile, garbato, mai gratuito. Si resta rapiti dalla magnificenza della messa in scena, dalla cura per i particolari caratteristica di Scott, a prima vista forse troppo calcolata ma invece funzionale all'effetto finale. E l'impressione è quella di un grande momento di cinema, chiuso degnamente tra nuvole di sabbia e un colpo di scena geniale. C'è dietro un soggetto semplice semplice, magari inconsistente e a tratti ripetitivo, ma sceneggiatura, montaggio e regia ovviano alle carenze agendo in spettacolare simbiosi.
Road movie di classe ma soprattutto un inno al femminismo che annovera un grande regista ed un cast stellare con un Brad Pitt agli esordi. Il film è sicuramente una pietra miliare: due donne decidono di partire per un week end senza le dolci metà. Poco dopo, però, sono costrette a compiere un omicidio. Da qui in avanti la polizia comincia a braccarli. Teso, coinvolgente, ricco di suspance e colpi di scena, con un finale incredibile.
Road movie al femminile adatto a tutti. Le due bravissime attrici interpretano personaggi femminili problematici che vagano (a bordo di una americanissima decappottabile, la Ford Thunderbird) per gli immensi e cinegenici paesaggi desertici americani lasciandosi alle spalle malefatte involontarie e non. Un viaggio che equivale al ritrovamento di spazi perduti e alla ricostruzione della propria identità. Fotografia eccelsa e regia strepitosa per un film memorabile, riuscito e mai scontato. Finale da brividi!
Con Thelma & Louise, Ridley Scott dirige un film orgogliosamente femminile e femminista, dove gli uomini hanno un posto puramente marginale e le donne sono protagoste assolute di scelte vitali e fondamentali. Il film si avvale di una bella sceneggiatura che realizza un'equilibrata commistione tra momenti drammatici e spunti umoristici, condito da dialoghi mai banali. Le due protagoniste sono brave (specie la Sarandon) e ben affiatate. Indimenticabile il finale.
Scott dirige bene, le interpreti principali (specie la Sarandon) sono molto efficaci e anche alcuni ruoli secondari sono azzeccati. Però il film non è mai riuscito a convincermi pienamente; tutto mi sembra troppo calcolato e con una visone esaperatamente femminista. Comunque il film non è male e si avvale anche di una grandiosa fotografia, ma Scott nel passato aveva fatto molto ma molto di meglio.
Notevole confezione da parte di Ridley Scott e una buona prova delle due attrici, la Sarandon e la Davis, caratteri complementari fra loro. Il loro desiderio di emanciparsi per affermare la propria individualità, ma anche le loro debolezze e le inevitabili diatribe, sono rese molto bene. Paesaggi e musiche si adattano alla perfezione al racconto.
Il regista di Alien - chi mai se lo sarebbe aspettato?! - riesce a calarsi nella psicologia femmminile e a dirigere un dramma con finale sconsolante (ed inatteso). Il male di vivere non è di esclusiva pertinenza maschile e le attrici, ottimamente calate nella parte, lo dimostrano alla perfezione...
Due donne in viaggio (in fuga) dalla quotidianità, dalle famiglie, dagli uomini. Una bella storia che unisce il registro “on the road” con tocchi di analisi psicologica e sociale e con un andamento narrativo che sconfina nell’epica. Bravo Ridley Scott nel costruire il film dosando tutti gli elementi, e bravissime Geena Davis e soprattutto Susan Sarandon nel rappresentare due femministe per caso, in realtà portatrici dell'umana aspirazione alla dignità, nella quale tutti – uomini e donne – possono riconoscersi. Da antologia la sequenza finale.
Del film rimane impressa soprattutto la scena finale, diventata col passare degli anni molto famosa, per il resto molto luoghi comuni. La rocambolesca fuga di due amiche, dopo che una ha ucciso un ragazzo che ha cercato di abusare di lei. Da qui la fuga, l'incontro con un criminale gentiluomo (Pitt) e altre cose. Sopravvalutato rispetto ai suoi meriti, storia non troppo originale, interpretazioni discrete.
Inizia come una gita, prosegue come una fuga, ma è semplicemente un viaggio. Un viaggio di formazione, il "grand tour" di due ragazze povere. In quel viaggio, non sono più la massaia e la cameriera dell'Arkansas: sono avventuriere ed eroine, anarchiche e incendiarie. Tra cemento e deserto, non più una fuga, semplicemente una corsa, la loro, sempre più lontane dalla realtà, sempre più ubriache di libertà e di rabbia. E sempre insieme, fino all'ultimo bivio, fino all'ultimo volo. Spietato e struggente "doppio sogno" al femminile.
MEMORABILE: Il bellissimo personaggio di Harvey Keitel. La rapina al distributore.
Thelma uguale Geena e Louise uguale Susan, la scelta non poteva essere migliore. Poi gli altri personaggi e la storia, l'uccisione del bastardo nel parcheggio, la fuga verso sud ovest sulla decappottabile, la rapina al market, le persone incontrate, il poliziotto nel baule e il ciclista, il camionista e il suo truck che salta, i paesaggi, le riflessioni, la musica e altre raffinatezze fino al gran finale. Che chiedere di più per farsi emozionare? Tutto il resto conta poco, il cinema è anche questo (anzi direi che E' questo).
Il film che rilanciò la carriera di Susan Sarandon, lanciò Brad Pitt, ma anche quello che decretò il declino dell'allora star (e premio oscar) Geena Davies. Qualcuna ha visto in "Thelma & Louise" una sorta di Easy Rider degli anni '90; io, invece, ho visto "solo" un discreto film al femminile, con diversi luoghi comuni. Ridley Scott è anche qui bravo, ma ricade nei clichè dei film al femminile di quegli anni, dove le donne sono state vittime di stupratori e mariti maneschi (vedi Jody Foster).
Due personaggi caratterialmente agli antipodi (che poi imparano ad assomigliarsi), post-femminismo Usa anni '90, scenari mozzafiato, non pochi stereotipi american-style, sono alcuni ingredienti di questa commedia-tragedia un po' inverosimile, in cui spicca per bravura e sincerità recitativa Susan Sarandon. Il salto nel vuoto finale riscatta tutta la storia e dà "vitalità" al significato profondo dell'esistenza umana. Da vedere non più di una volta.
Sempre sull'orlo del baratro della ruffianeria senza mai cadervi: questo il grande merito di Ridley Scott, al di là della cura nella messa in scena e della validissima regia. Road movie femminista (ma non in modo fastidiosamente manicheo) che ha fatto epoca, godibile anche per le sue venature di grande ironia. Azzeccata la scelta degli attori, a partire dalle due protagoniste: fra gli uomini, McDonald è bravo nella sua macchietta, Madsen ci mette insospettata profondità, Pitt ci mette faccia d'angelo e fisico da urlo per inventarsi una carriera.
Un Ridley al top per uno dei migliori road-movie mai girati. Una mai banale cavalcata verso l'affermazione della donna ma anche incontro ai propri limiti. Quello che più affascina è l'introspezione dei personaggi, la visione non manichea degli stessi. Sarebbe stato molto più semplice porre le due eroine su un piano di pure vittime sacrificali, ma così non è stato. Al solito ottimo Keitel, pur senza invadere mai la scena. Che te lo dico a fare... la scena finale è da brividi.
Incrollabile monumento femminista in pellicola, dominato da due eroine per caso in mezzo a uomini maniaci, bastardi e maiali, eccetto l'indecifrabile Madsen e l'impalpabile Keitel, svilito dal ruolo dello sbirro buono all'acqua di rose. Si parte a bomba e sembra di stare a bordo assieme a questa coppia tra le più affiatate mai viste, con la Sarandon di un'autenticità ai massimi livelli. Col passare dei minuti il roadmovie si fa sempre più nervoso, disperato ma anche monotono. Ci mette una pezza il finale al Grand Canyon, di rara potenza visiva ed emotiva.
Road movie che ha fatto storia, un film chiaramente femminista ma non banale o retorico. Il soggetto di base è semplice, ma è esaltato da un'ottima sceneggiatura e dalla regia di Scott, in uno dei suoi ultimi lavori di alto livello. Un discorso a parte lo meritano le due attrici protagoniste, mai più così convincenti (soprattutto Geena Davis), che danno spessore a due personaggi scritti benissimo, due donne che vogliono riconquistare la loro dignità. Finale da standing ovation.
MEMORABILE: Tu sei sempre stata matta. È che non sei mai riuscita a tirar fuori la tua pazzia.
Road movie dal ritmo indiavolato; viaggio on the road dalle sembianze a tratti epiche coadiuvato da una regia dal gran respiro e una sceneggiatura densa e incalzante. Scott ribalta gli stilemi dell'amicizia virile portando il tutto sopra un'ottica a tinte rosa: Thelma e Louise, due piccole-grandi eroine guidate dalla sete di libertà, dalla voglia del tutto umana di dare sfogo ai propri istinti mantenendo sempre alta la dignità insita nell'animo femminile. Sentite e ricche di personalità le interpretazioni di Susan Sarandon e Geena Davis. ***!
Sullo statuto mitologico del road movie, Scott sèguita l'indagine sulle costrizioni di genere avviata con I duellanti (il codice virile) e Alien (simbolizzazione sci-fi del femmineo): qui, nella permeabilità delle sovrastrutture sessuali, il crimine è inteso non già come catarsi ma mascolinizzazione e l'indagine investigativa come immedesimazione nell'universo femminile (Keitel). Solo la solidarietà di fronte al Nulla (il Grand Canyon) libera dalle coercizioni sociali. Sceneggiatura in miracoloso equilibrio tra spettacolo e impegno autoriale. Indimenticabili Davis e Sarandon. Un grande film.
Film on the road epocale che ha lasciato il segno nell'immaginario colletivo dando vita a numerose parodie e imitazioni. La formula è pressoché perfetta, la sceneggiatura trova un suo ritmo sempre più incalzante ed emozionante sino alla commovente scena finale (inaspettata per il periodo). La ribellione e il senso di libertà la fanno da padrone, la visione merita davvero: diverte, commuove e le protagoniste affascinano.
MEMORABILE: La vendetta sul camionista; Brad Pitt che sbeffeggia il marito di Thelma; Il finale più i titoli di coda.
Grande film "on the road" ormai diventato, giustamente e con merito, di culto. Azione, avventura e trasgressione per una pellicola totalmente dalla parte delle donne. Un inno all'indipendenza, all'autonomia, alla libertà. In poche parole alla vita che vale la pena di essere vissuta... fino al bellissimo finale che racchiude tutto lo spirito del film. L'esperienza di Ridley Scott esalta le meraviglie ambientali nelle quali il film è girato. Per Geena Davis e Susan Sarandon è stato il ruolo della vita. ****
Una donna poco entusiasta di un film mitico come Thelma e Louise? Oddio, quasi mi sento in colpa. Eppure, già alla prima e lontana visione, mi lasciò un retrogusto di forzatura, di artificiosità, recentemente confermato. Difficile individuarne il motivo: la storia c'è, i personaggi pure (con qualche perplessità su quello di Keitel, comprensivo al di là del verosimile), sul cast non si discute ma Scott non è Cukor o Sirk, e, nella sua filmografia, le uniche altre donne protagonista sono Ripley, non precisamente una casalinga inquieta e Jane, marine col c.(citazione).
MEMORABILE: La panoramica sui pettorali di Brad Pitt, allora al massimo della forma fisica
Road movie all'americana in cui due donne sono protagoniste assolute anche in negativo. Buono il ritmo e alcuni momenti, nonostante appaiano anche classici luoghi comuni. Lo spirito femminista regna sovrano e culmina con un finale a detta di molti epico, ma a parer mio non propriamente eccezionale, anzi prettamente al servizio dello spettacolo medio. Brave comunque le due protagoniste.
Sceneggiatura con doppio ruolo femminile e la prerogativa di un'abile inversione di ruolo. Tenuto conto che succede tutto in un paio di giorni, la trama è alquanto eccessiva negli avvenimenti e forzata nell'intreccio (specie per la Davis). Fotografia luminosa in stile col periodo inizio 90. Oltre al duo, che regge bene la scena, si distingue Pitt. Madsen sembra reduce da un fotoromanzo e Keitel fa il buono ma resta stucchevole. Scott dirige bene, specie nelle carrellate esterne, ma il finalone con inseguimento nel deserto è esagerato.
Considerato da sempre un cult e un manifesto dell'emancipazione femminile, il film è in realtà un condensato di deja-vu e luoghi comuni, con un bassissimo tasso tecnico. Sceneggiatura sempliciotta che non si sforza molto e caratterizzazioni abbastanza deludenti. Insomma, il classico prodotto osannato non per la cifra ma per l'argomento in sé. Scott quasi irriconoscibile nonostante fossero per lui gli anni migliori, cast alterno (solo la Sarandon dà veramente una prova maiuscola). Per il resto ordinaria amministrazione. Doppiaggio pessimo.
Stucchevole road movie che forse si batte - inefficacemente - per l'emancipazione delle donne. La struttura narrativa non è male, ma la sceneggiatura, per niente eccezionale, è stata premiata in modo eccesivo; il vero problema, però, è la lentezza causa di tedio: il film sembra animarsi un pochino nelle scene con Madsen e Pitt, ma non riesce mai a partire e rimarrà sempre piuttosto piatto. Ruoli ambigui per Keitel e Madsen, sequenze banali e a tratti persino fastidiose rendono questa pellicola non più che mediocre, nonostante un gran finale.
Può dar fastidio la sfilata di stereotipi sull'universo maschile (qui tra seduttori, ladri, energumeni e mariti distratti non si salva proprio nessuno...), ma in fin dei conti un fondo di verità c'è eccome. Il viaggio di Thelma e Louise quindi è solo una fuga senza speranza da un mondo fatto dagli uomini per gli uomini, in cui le donne sono poco più che comparse. Ottima la scelta delle protagoniste, in particolare di Geena Davis (davvero fantastica). Scott dirige il tutto con grande senso del ritmo e sprazzi di grande regia. Buon cinema.
Film di indiscutibile valore tecnico e sceneggiativo, incolla lo spettatore alla sedia dalla prima all'ultima sequenza. Estremizzazione di un mondo, quello maschile, che le due protagoniste osteggiano dal principio; non molto realistico in questi toni, ma sicuramente efficace. Finale ben confezionato, contenutisticamente stucchevole nella sua apologia del radicalismo. Saradon grandiosa come sempre.
Uno dei film simbolo della riscossa femminile contro un'oppressiva società maschilista. tecnicamente si colloca entro gli standard del classico road-movie, costruito intorno al paesaggio americano, animato da spirito ribelle e tinto in superficie di rapide pennellate psicologiche. Le due eroine formano una coppia di caratteri affiatati e complementari - la Davis prima ingenua e sprovveduta e poi scaltrita e la Sarandon prudente e carica di rabbia repressa - in un viaggio avventuroso tra realismo violento e commedia sino all'allegorico salto nel vuoto dell'ultima inquadratura.
MEMORABILE: La reazione al tentativo di stupro; Il camionista; l'agente chiuso nel baule; le telefonate del detective.
A mio parere è senza dubbio il miglior film diretto da Ridley Scott (che pure ha girato cose come Alien e Blade runner). Questi, da poliedrico regista qual è, vira decisamente verso un road movie tutto al femminile, potente e fortemente simbolico. La forza è tutta nel messaggio di emancipazione che le due straordinarie interpreti donano al film, che non offre mezze misure, che non dà spazio alla mediazione: o tutto o niente. E il finale è da tutto o niente... Bellissimo.
MEMORABILE: Le due amiche fanno saltare in aria il camion di un volgare camionista.
Road movie al femminile in cui l’iniziale vacanza diventa un viaggio liberatorio, tra paesaggi spettacolari (essi stessi un inno alla libertà), azioni plateali e qualche stereotipo femminista. Nonostante la confezione impeccabile, il film ha il limite di reggersi quasi esclusivamente sulla personalità delle due protagoniste (la Sarandon, spesso garanzia di eccellenza e la Davis, nel ruolo più importante della sua carriera), che di fatto è l’unico vero motivo d’interesse.
Una storia emblematica di riscatto femminile, che ha fatto discutere ma che è diventata un classico del cinema. Il film di Ridley Scott è molto curato, con ambientazioni d'effetto e un cast di valore. L'avventura delle due ragazze è una fuga dalla superficialità e dalla insensibilità dei maschi, che si sviluppa in un avvincente crescendo di avvenimenti, fino al drammatico e catartico finale.
Un bellissimo film sulle donne e femminista al 100%, zeppo di momenti crime mischiati a situazioni tipiche da commedia. Ma il centro del film sono la Sarandon e la Davis che, attraverso i loro sguardi, ci insegnano che si può fare tutto anche se non si dà l'impressione di poter essere così forti. Scott gira bellissime riprese "on the road" e la sceneggiatura è buona. Manca forse una valida ripresa degli inseguimenti, ma il finale è strepitoso e non può che entrarti nel cuore.
Un meraviglioso film al femminile, realizzato nel modo giusto, senza scadere in frivolezze e luoghi comuni, a cui Scott regala un ritmo e un impianto visivo non indifferenti. Non è, in realtà, femminista poiché il viaggio intrapreso dalle due protagoniste può simboleggiare un tentativo di rinascita, di abbandono di uno stato di remissività e abitudine a una vita infelice che può appartenere a tutti. Indovinato l’epilogo, a suo modo poetico e profondamente simbolico di un cambiamento interiore che non prevede il biglietto di ritorno.
Divenuto pietra miliare del cinema moderno, è un ottimo prodotto, premiato forse più per il suo fiero animus femminista che per meriti intrinsechi. A ogni buon conto, le protagoniste sono molto affiatate e molto ben calate nei ruoli e degna di nota è la sceneggiatura, fino all'ultimo valida. Qualche passaggio a vuoto si registra e alcune scene mi sono parse inutili (quella del ciclista). All'ormai celebre finale avrei preferito una versione più cruda. Nondimeno, è nel complesso un'opera degna di merito, forse il road movie per eccellenza.
Diventato un’icona dell’emancipazione femminile, resta soprattutto un grande western moderno declinato al femminile con macchine ed elicotteri al posto di cavalli e diligenze. Scott sfrutta tutto l’immaginario iconografico del più classico dei generi americani e sforna il suo miglior film dai tempi di Blade runner. Un road-movie denso di citazioni dall’autocisterna di Duel al Grand Canyon di fordiana memoria. Un Keitel insolitamente sensibile per una volta non veste i panni del cattivo tenente. Per certi versi accostabile a Verso il sole.
MEMORABILE: Il fermo immagine finale; L'esemplare punizione all'autocisterna dell'autista sporcaccione; Il ciclista indifferente; L'incontro con Brad Pitt.
Un classico road-movie a cui si aggiunge l'elemento della ribellione femminile (contro gli uomini, i cliché) che assume la forma di una fuga per la libertà e si incastra bene con i paesaggi americani. Anche la coppia di amiche (Thelma e Louise) regge bene e la regia è scorrevole; purtroppo il film non riesce mai a ingranare del tutto, cadendo in alcune "americanate" che rendono la storia artificiosa, forzata. Si ravvisa anche la presenza di un giovane Brad Pitt "cow-boy".
Ridley Scott ha avuto la felice intuizione di utilizzare il road movie (genere tradizionalmente declinato al maschile) come manifesto dell'indipendenza femminile. Il risultato è un film che magari sconta qualche ruffianeria, ma efficace nella commistione tra registro brillante e drammatico. Bella confezione, regia di qualità, ottime interpretazioni della Sarandon e di una Davis che non si ripeterà mai più a questi livelli, mentre sul versante maschile spicca Keitel poliziotto comprensivo (forse persino troppo). Due ore che scorrono veloci.
La vacanza "on the road" di due donne annoiate e disilluse sfocia in tragedia. Film cult di Ridley Scott che dirige un affresco dichiaratamente e orgogliosamente femminista con due eccezionali interpreti in un esercizio di stile impeccabile. La disperata fuga dopo il primo crimine è in realtà il simbolo di una libertà agognata che si materializza definitivamente solo nell'ultima scena, bellissima e iconica. Paesaggi mozzafiato e stupenda colonna sonora, tanto per non farsi mancare niente.
MEMORABILE: "Non mi sparate, ho moglie e figli", "bene, sei fortunato, trattali bene soprattutto tua moglie, guarda come mi ha ridotto mio marito". (Thelma)
Classico del crime on-the-road al femminile, si tratta di un'opera dalle indubbie ed evidenti qualità (dalla bravura del ricco cast alla spettacolarità dei paesaggi magnificamente fotografati, fino a un climax conclusivo di sicuro effetto e giustamente passato alla storia), talvolta anche troppo ruffiano per non indispettire (l'uso della colonna sonora, le catartiche rivincite sugli omacci sciovinisti e sui poliziotti fascistoidi, lo stesso finalone drammatico con tanto di lacrimevoli flashback muti sui titoli di coda). Il tempo ha rimosso un po' di smalto, ma resta un buon prodotto.
MEMORABILE: Assalto sessuale nel parcheggio con punizione; La prova di Harvey Keitel; Il confronto col camionista; L'inseguimento mozzafiato nell'ultima tranche.
Bonnie & Clyde 25 anni dopo in chiave tutta al femminile. Mette un po' di tristezza vedere il cambio di registro, di profondità, di spontaneità: Scott recupera la sua tecnica da regista di videoclip e confeziona un'americanata rivestita di femminismo superficiale in un vortice di musica e azione che dura più di due ore. Nulla da ridire sull'ottimo ritmo e sulle scene spettacolari, ma la storia non riesce proprio ad andare oltre gli stereotipi hollywoodiani più scontati e la qualità dell'opera non raggiunge le vette dell'autore. Brave attrici, sprecato Keitel, Pitt tremendo gigione.
Iconico road movie firmato da Ridley Scott, che racconta il viaggio di due donne in fuga dalla loro squallida quotidianità. Un bel film, ricco di spunti (soprattutto in tema di femminismo) e con una coppia di protagoniste affiatate, spalleggiate da un giovane Brad Pitt. Finale memorabile che dà quel tocco in più a una pellicola già di per sé ottima. Da vedere!
Forse l'inno più grandioso al femminismo da parte della storia del cinema. Una storia di libertà e di evasione da una vita grama e di indipendenza da un maschio mai tratteggiato così negativamente (non ce n'è uno che si salvi per tutto il film, a parte il capo della polizia). Non solo il messaggio principale, il film è anche pregevolissimo per regia, fotografia e recitazione, con ambientazioni sempre azzeccate. Bellissimo il finale. Ridley Scott si dimostra autore sensibile a certe tematiche, pur non rinunciando a una certa spettacolarità. Ottimo ritmo. Da vedere.
Che dire di un film che ha tutto? Musiche perfette, interpretazioni perfette, ambientazione perfetta, finale perfetto e perfino un messaggio nemmeno tanto telefonato? Che se non è un capolavoro poco ci manca e nemmeno si sa bene dove cercare il classico pelo nell'uovo... ecco, forse l'eccessivo macchiettismo in negativo del genere maschile (il camionista, il marito, il morto...), ma si tratta del fulcro della vicenda e quindi sorvolare anche su quello. Da guardare. Da riguardare. Da guardare ancora.
MEMORABILE: I buchi sul cofano.
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DiscussioneZender • 4/07/10 10:02 Capo scrivano - 48839 interventi
Beh, ma essendo legato a un preciso momento storico direi che funziona. Cos'è che poi trovi così datato?
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc "20° Anniversario" per MGM/20th Century Fox:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Portoghese
5.1 DTS: Italiano Francese Spagnolo Tedesco
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese NU Spagnolo Francese Olandese Portoghese Tedesco Cantonese Mandarino Danese Svedese Norvegese Finlandese
* Extra Commento audio
L'ultimo viaggio
Scene tagliate ed estese
Finale prolungato
Storyboard multiangolo: l'inseguimento finale
Video musicale
Trailer
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv (giovedì 21 ottobre 1993) di Thelma & Louise:
Discussione124c • 15/06/15 17:09 Contatti col mondo - 5193 interventi
Roba da non credere: invece di lanciare definitivamente la carriera di Geena Davis, questo film ridà vitalità ad un'attrice in appanno come Susan Sarandon...Strana dfavvero la vita, davvero strana, come il cinema di Hollywood!
Volendo vedere e anche uno Scott che "cambia pelle", tra canyon, inseguimenti, strade assolate e polverose, distante dal suo stile "noir/dark"
Discussione124c • 15/06/15 18:02 Contatti col mondo - 5193 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Volendo vedere e anche uno Scott che "cambia pelle", tra canyon, inseguimenti, strade assolate e polverose, distante dal suo stile "noir/dark"
Ho scopeto che questo film non è amato da tutti i mirei amici, quegli stessi amici che storsero la bocca quando videro Cape Fear di Scorsese.
124c ebbe a dire: Buiomega71 ebbe a dire: Volendo vedere e anche uno Scott che "cambia pelle", tra canyon, inseguimenti, strade assolate e polverose, distante dal suo stile "noir/dark"
Ho scopeto che questo film non è amato da tutti i mirei amici, quegli stessi amici che storsero la bocca quando videro Cape Fear di Scorsese.
Per me il CAPE FEAR scorsesiano è un capolavoro intramontabile, mentre THELMA & LOUISE lo vidi in uno stato non psicologicamente adeguato un pò di anni fà. Dovrei rivederlo per darle un giudizio equo, o quantomeno obbiettivo...