Il principale motivo del successo di questa pellicola sta esclusivamente nell'istrionismo di Delon e Belmondo, simpatici e accattivanti al punto giusto. Per quanto riguarda il resto, c'è da rimanere davvero delusi. Il ritmo del film, dopo i primi venti minuti, cala inesorabilmente e la vicenda si complica e si riempie di personaggi, tanto che seguirla diventa davvero arduo. Finale inutilmente drammatico. Pensavo meglio.
Parte come una specie di Stangata, prosegue come una specie di Scarface, finisce come una specie di pasticcio. C'è un netto sbilanciamento tra la comedie-polar (a tratti farsesca) dell'inizio e il fosco clima della seconda parte. E poi attori troppo in costume, auto troppo d'epoca, ambienti troppo ricostruiti. E poi è troppo lungo, due ore di cui mezza è d'avanzo. Il finale, non molto chiaro per verità, è annunciato dagli smoking del duo. Per completisti.
Notevole, soprattutto per la bella alchimia del duo Belmondo/Delon, dove il primo rappresenta il lato più scanzonato della pellicola, il secondo quello più serio e violento. La prima parte è molto veloce e divertente, poi si prosegue in atmosfere alla padrino, più lente e risapute ma comunque accettabili. Bella la colonna sonora, inaspettato il finale drammatico (e irrisolto).
Gangster story qua e là scanzonata, con due protagonisti piuttosto azzeccati, anche se la parte del leone la fa Belmondo, in simbiosi col suo sigaro. Non ci sono scene che resteranno cinematograficamente nella storia e il ritmo è un po' altalenante, ma lo si segue senza particolari problemi, accettando il fatto che solo Belmondo e Delon avrebbero potuto resistere così tanto, pestando pericolosi piedi e arricchendosi (dei due, è comunque Delon quello che apprezza maggiormente le belle cose, basta guardare la villa). Nota di merito per la madre, che dipinge occhi di bambole. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Lo scontro al mattatoio; Lo scagnozzo Mario, che Belmondo manda allo sbaraglio (al porto); La "causa" della morte "Pare sia scivolato sul tagliacarte"
Insolito e sottovalutato gangster-movie, sospeso costantemente tra farsa e tragedia. I due protagonisti in qualche modo vivono la vita come un continuo gioco d'azzardo: finché si vince si va avanti (e pazienza se i dadi, o la monetina in questo caso, sono truccati..). Ma a un certo punto la posta è talmente alta da rimanere scottati. Irripetibile l'alchimia fra Belmondo e Delon, due autentici istrioni. Peccato solo per il ritmo (un po' troppo blando nella seconda parte), ma rimane comunque un gran bel film.
Nella Marsiglia degli anni '30, scalata ai vertici della malavita locale per due amici per la pelle: potere, tanti soldi, lusso e belle donne ma... Grandissimo successo all'epoca, dovuto non tanto alla storia, tirata un poco troppo per le lunghe e poco originale, quanto all'intesa e al glamour complementare della coppia protagonista, in cui l'aura d'angelo maledetto di Delon ben contrasta con lo spirito più scanzonato ed ironico di Belmondo. Il resto lo fanno la gustosa ricostruzione d'ambiente, il fascino retrò delle auto e dei costumi, l'orecchiabile colonna sonora.
Una sorpresa; rivisto oggi devo ammettere che tiene bene il tempo, addirittura con accenni a una rivalutazione. La coppia di protagonisti, bene assortita, tiene banco, ma anche il ricco contorno fa bene la sua parte. Quello che sembrava un eccesso di patinatura d'epoca (troppa eleganza, troppa brillantina, troppi "borsalino") rivela invece accessori adatti all'atmosfera semidrammatica (e a volte decisamente da commedia) del gangster movie che scimmiotta quello americano della stessa epoca. Simpatici i confronti con la polizia locale.
Film piuttosto mediocre. A parte le mascalzonesche figure dei bravi Belmondo e Delon non si salva molto altro. L'arruffata sceneggiatura è di un piattume notevole per non parlare della fotografia, quasi da film tv. Anche le musiche si riducono a sintetizzarsi in un tartassante motivetto che stufa in fretta e non fa altro che declassare il già basso livello generale. Vedibile ma anche no, se non piacciono il genere o il cinema francese anni 70.
Il film più fortunato di Deray è il risultato di un sorprendente cocktail di commedia e noir, il cui equilibrio regge per una durata considerevole, mostrando soluzioni capaci di anticipare rispettivamente il clima de La stangata e quello de Il padrino. La confezione (musiche, ricostruzioni d'epoca) è assai curata, ma il vero valore aggiunto è l'amalgama impagabile che si crea tra Delon e Belmondo, che non si prevaricano mai e ognuno dei due, già icona per suo conto, sembra davvero completare l'altro. È il caso di dirlo: chapeau!
MEMORABILE: La rissa iniziale; Il boicottaggio del mercato del pesce.
Belle donne, mitragliatrici, coltelli, abiti eleganti, ambienti raffinati; gli ambigui anni '30 nella polimorfa Marsiglia. Il crimine come alta moda, il melange tra gangster-movie e commedia ironica, l'affiatata coppia Delon e Belmondo, l'aura tragica sottilmente insinuata, l'andamento da racconto di vita vissuta tra lusso e limite malavitoso, l'amicizia virile come valore vero. Jacques Deray gira il suo film di maggiore successo popolare con buon gusto e tecnica scafata; non ci consegna un capolavoro ma l'intrattenimento è assicurato.
Come La stangata: un film di buona spettacolarità, con una ricostruzione d'epoca vacua e fasulla ancorché piacevole, parecchi ammicchi alla maniera e, soprattutto, due interpreti innegabilmente carismatici. La presenza di Belmondo, simpaticamente sbruffone e di Delon, distaccato e di altera bellezza, riescono a giustificare la pellicola. Deray è abile ad alternare una prima parte guascona e brillante a un prosieguo più cupo da vera gangster story: l'insieme ha un sapore datato, ma fila liscio sino al finale.
Premiato da un clamoroso successo al botteghino (è stato uno dei maggiori incassi del cinema francese), non è invecchiato benissimo, questo mix tra commedia brillante e gangster movie. Deray fa valere il suo mestiere nelle sequenze più concitate, ma riesce a coinvolgere solo a sprazzi (la prima parte è piuttosto tediosa) e la ricostruzione d'epoca è di maniera. Innegabile il carisma della coppia protagonista (ma è Belmondo a farsi preferire), buon cast di contorno, inaspettatamente drammatico il finale, azzeccate le musiche di Claude Bolling.
Gangster movie dal ritmo particolare, con momenti di commedia e ironia, soprattutto nella prima mezz' ora, che ne hanno fatto un cult. Una delle coppie più affiatate del nostro cinema tiene in piedi una trama che inizia a calare proprio dalla parte centrale, quando gli antagonisti cominciano a ''dire la loro''. Non mancano ovviamente i conflitti a fuoco, le vendette trasversali, inseguimenti e il tema principale della colonna sonora, a risollevare i tempi morti della sceneggiatura, e le due ore di durata possono sembrare eccessive.
MEMORABILE: Tutta la sequenza iniziale; L' incontro di boxe ''truccato''; Il sabotaggio al mercato del pesce; Lo scontro al mattatoio; Lo scagnozzo Mario.
La storia dei due gangster marsigliesi degli anni ’30 ha il sapore della ballata popolare, fatta di tappe da epopea di eroi tanto maledetti quanto simpatici in un tempo storico tanto correttamente ricostruito quanto fantasiosamente reinventato. E così, in modalità da leggenda metropolitana o da cantastorie, il racconto inanella scene topiche che alternano scherzo e leggerezza, soprattutto nella prima parte (il mercato del pesce), con cupezza e violenza (il macello), tra avventura, commedia e lugubri memorie di Scarface. Iconico.
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MusicheZender • 15/01/16 08:01 Capo scrivano - 48364 interventi
In effetti non si capisce. Le gang è il nome di chi suona? L'autore della colonna sonora è Claude Bolling. Non c'è scritto niente sul retro che chiarisca?
MusicheFauno • 15/01/16 17:10 Contratto a progetto - 2750 interventi
Ho cancellato due post perché ritengo di avere le idee abbastanza chiare, anche se pur sempre confutabili.
La musica è di Bolling e quasi sicuramente il brano che si sente nel film è quello originale postato da Lucius ed eseguito dallo stesso autore. La versione di Le gang, questo è il nome di chi ha interpretato la musica, è molto più veloce e ricca di effetti sonori e per questo molto più commerciabile, e non per niente è uscita in tutto il mondo. Fra l'altro tutte le edizioni hanno la stessa copertina tranne quella spagnola, in cui ci sono Belmondo e Delon sulla Cadillac, e non per niente è l'etichetta Biram, appunto spagnola, che ha prodotto il lancio del 45, visto che è notato in piccolo anche sul mio 45 giri, italiano, e che ho dal 70, che è stato distribuito dalla CGD. Quindi anche se è una cover, è una cover mondiale, non solo italiana. E chi mi dice che non sia stato lo stesso Boiling a rifarla in una forma più vendibile, nascondendosi con il collaboratore più stretto dietro uno pseudonimo fra l'altro decisamente più in tema con l'opera cinematografica... Sul retro della copertina c'è la stessa dicitura: dalla colonna sonora del film Borsalino. Un po' come A blue shadow. Il brano originale era di Romolo Grano, ma chi l'ha commercializzata fino a battere perfino Pensieri e parole come settimane di permanenza al primo posto ad Hit Parade è stata l'orchestra di Berto Pisano. Quindi per me si può tranquillamente inserire. FAUNO.
Si, era solo per la descrizione.Certe cover sono fenomenali.
MusicheZender • 15/01/16 18:00 Capo scrivano - 48364 interventi
Sì, ma non c'è niente di male a inserire una cover, non era questo il punto, non volevo mica cancellarla ovviamente. E' solo che come sempre è bello sapere se lo sono o non lo sono, cover, e spesso non è affatto facile capirlo.
Io ho provato a cercare e sembrava appunto una cover ma non ne ero per nulla sicuro, per quello chiedevo. C'è un po' di casino in tema, nel senso che appunto non è che se l'ha composta Bolling voglia dire che quella di questi questi GANG non sia la versione originale uscita per il film. E' come dire che "Reality" è di Vladimir Cosma: è vero, ma ovunque sta scritto Richard Sanderson, che è quello che l'ha interpretata. Nelle colonne sonore capita spessissimo che la musica sia degli autori della colonna sonora ma interpretata da cantanti "di grido" che ne "usurpano" i meriti diciamo :) Capita con tutti gli 007 o quasi ma in tantissimi altri casi e mi piacerebbe capire se è lo stesso anche qui.
La scritta "dalla colonna originale del film" sembrerebbe dire che il pezzo sia proprio quello che si sente nel film, solo che non ne son sicuro.
Ci dovrebbe essere scritta la parolina "originale" da qualche parte.Anche io l'ho avuto in passato ma per motivi di spazio me lo sono tolto.Altre indicazioni si trovano all'interno sul disco.C'è stato un periodo che autori e cantanti facevano a gara per realizzare o interpretare cover di brani famosi.