Il celebre detective belga Hercule Poirot (Finney) si trova a Istanbul e deve rientrare a Londra con una certa urgenza. Per questo, incontrato un amico (Balsam) che è tra i direttori della compagnia dell'Orient Express, riesce a salire sul treno – teoricamemente al completo - in partenza per Calais. Durante il tragitto però, col convoglio bloccato dalla neve (siamo in dicembre), uno dei passeggeri viene ucciso. Si tratta di Ratchett (Widmark), un losco individuo che si era reso responsabile, qualche tempo prima, del sequestro e dell'uccisione della piccola Daisy Armstrong, figlia di ricchi signori che qualcuno, sull'Orient Express, indubbiamente conosceva. Ratchett, ucciso con ben dodici pugnalate...Leggi tutto nel suo scompartimento, aveva invano offerto a Poirot 15.000 dollari per essere da lui protetto dopo aver ricevuto alcune lettere minatorie. Con tutta la pacatezza e la tranquillità che lo contraddistingue, il belga comincia le indagini interrogando uno per uno gli occupanti della carrozza. Sfilano così davanti a noi i componenti dell'incredibile cast all-star, naturale punto di forza di questa celebre riduzione del classico della Christie. Su tutti però si erge il Poirot di Finney, realmente superlativo (e doppiato senza alcun accento francese da Giuseppe Rinaldi): con i suoi vezzi, i contenuti gigionismi, i sorrisini sotto i baffi, le risposte ficcanti, persino le sonore risate improvvise, l'attore britannico ci regala una delle più memorabili versioni del grande detective belga (a dire il vero sempre molto fortunato, al cinema), degno anfitrione di un parterre da urlo. Se Widmark è assistito dai perfetti Anthony Perkins (segretario) e John Gielgud (maggiordomo), è difficile dimenticare la raffinatissima Mary Debenham di Vanessa Redgrave o non notare la presenza contemporanea di attrici del calibro di Lauren Bacall (impagabile nella sua altezzosa schiettezza), Ingrid Bergman e Jacqueline Bisset. O quella di Sean Connery nei panni del colonnello, di Michael York con baffi e buffa capigliatura... Ogni interrogatorio diventa un duetto di bravura che Lumet dirige con sapienza, pur trovando qualche difficoltà nello sbrogliare con la dovuta chiarezza la matassa di un soggetto articolato nelle sue apparentemente superflue ramificazioni. Inserito nel prologo il rapimento di Daisy Armstrong, il film vi tornerà quasi sempre solo verbalmente lasciando che l'azione, dopo una stringata prima parte in Turchia, non si sposti praticamente mai dai vagoni (reali, tra l'altro) dell'Orient Express. Una sfida vinta che incoccia poi in una soluzione ai limiti del credibile (ma qui la “colpa” è del romanzo) con epilogo a sorpresa. Inevitabile qualche pausa, qualche precisazione inutile che appesantisce la narrazione, ma certe invenzioni anche visive (la straniante luce blu nello scompartimento della vittima) lasciano il segno e il tutto gode di una piacevole armonicità.
Probabilmente il miglior film tratto da un romanzo di Agatha Christie: tutto funziona a meraviglia a cominciare da una sceneggiatura precisa come un orologio svizzero, passando per un'interpretazione strepitosa di un cast veramente stellare e finendo con la regia di Sidney Lumet che è semplicemente perfetta. Pur essendo un giallo (quindi la scoperta del colpevole ha parte preponderante nella storia), resta perfettamente godibile anche dopo ripetute visioni. Sicuramente da vedere.
Dire che è ben recitato è tanto vero quanto inutile: basta una rapida scorsa al cast. Da notare che Finney è un po' eccessivo nel gesticolare e che, per molti, Ustinov (che debutta nel 1977, come belga, in Assassinio sul Nilo) gli è compostamente superiore. Lumet cura molto l'ambientazione e regge bene lo sviluppo della trama gialla, tremendamente statica. Perkins fa Norman Bates e la Bisset fa svegliare i morti. In un film di gran classe, spicca la classe sopraffina del regale Sir John Gielgud.
Ben realizzato come incastri e come cast, pecca purtroppo proprio nella figura di Poirot. Meno misurato del solito, Finney (o meglio il doppiatore) non ha assolutamente nessun accento, facendo perdere al nostro Hercule buona parte del suo "fascino". Gli altri sono perfettamente in parte, anche se alcuni intepretano più loro stessi che un ruolo (come Perkins o Connery), e l'intreccio incastra ben presto lo spettatore nella vicenda fino alla conclusione dell'enigma. Anche l'Orient Express, vero protagonista assoluto, fa la sua ottima parte.
Dal classico della Christie un giallo che, nonostante gli anni, riesce ancora a tenere con il fiato sospeso. Merito di una storia che non invecchia minimamente, di una regia calibrata e di un cast all star al meglio delle proprie possibilità. Da ricordare: Ingrid Bergman (che ricevette un meritato Oscar come Non Protagonista), Bacall, Balsam, John Gielgud, Widmark e, su tutti, il carismatico Finney nel ruolo di Hercule Poirot.
Divagazione di ambiente britannico (anche se dall'ambientazione orientale) per un regista americano per eccellenza, Sidney Lumet che adatta come meglio non si potrebbe dal punto di vista cinematografico il celebre giallo di Agata Christie. Più che la vicenda in sè (che molti conoscono, visto il successo del libro) conta la bella ambientazione retrò molto curata e la caratterizzazione dei personaggi affidati ad un ottimo cast di vecchie glorie, tra le quali spicca la grande Ingrid Bergman.
Discreto giallo, superiore rispetto alla media di questi film, che può contare sull'eccelso romanzo della Christie, sulla regia estremamente professionale di Lumet e su un cast di all star assolutamente da urlo. Tuttavia alcuni attori, per quanto bravi, sono un po' sprecati e alla fine si sente la mancanza di qualcosa. Forse un po' di mordente in più non avrebbe guastato. In ogni caso innapuntabile sotto tutti i punti di vista. Eppure non basta a farne un grande film.
Omicidio a bordo del leggendario Orient Express mette alla prova l’abilità del detective Poirot. Dal romanzo di Agatha Christie un bellissimo film che riesce a restituire le atmosfere dello scientifico meccanismo criminale tanto caro alla grande giallista inglese. Tutto è ottimo e funziona al meglio, grazie all’orchestrazione di Sidney Lumet: la suspence c’è, così come l’inesorabile incedere delle indagini che intriga e spiazza, fino all’imprevista soluzione. Un cast eccellente e stratosferico, direi irraggiungibile (Ingrid Bergman grandiosa).
Anche Finney interpreta un degno Poirot in una famosa indagine sull'Orient Express. Cast come al solito di stelle di prima grandezza: Bergman, Perkins, Bisset, il compianto Richard Widmark, Balsam e la regale Lauren Bacall. Ottime l'ambientazione sul treno, la scena finale (con la soluzione dell'enigma), le interpretazioni. Un altro gioiello da Agatha Christie.
Formula all-stars per questa splendida trasposizione cinematografica delle avventure di Poirot, la migliore in assoluto sul grande schermo, nonostante si possa preferire Ustinov a Finney, bravo ma qui un po' eccessivo. Raffinata l'ambientazione, avvincente la storia (con riferimenti al rapimento del piccolo Lindberg), soprattutto ottimamente sfruttato l'eccezionale cast, con interpretazioni incisive nonostante la brevità delle rispettive parti. Memorabili Bacall e Bergman, assolutamente delizioso il maggiordomo inglese interpretato da Gielgud.
Film curato sotto ogni punto di vista, ben ambientato e recitato in modo eccellente da un ampio cast di star (tra cui spiccano Ingrid Bergman e Lauren Bacall). L'unico problema è probabilmente la durata: certi passaggi sono eccessivamente stirati e rischiano di allentare la tensione. Ma Lumet dirige ottimamente il gioco degli incastri e riesce a dare uno smalto classico ed affascinante a questa trasposizione del romanzo di Agatha Christie, che appassiona anche chi conosce già la soluzione.
La regia sfrutta perfettamente l'ambientazione raffinata e retrò, nonché la bravura dell'intero cast, in questo formidabile giallo, dalla trama davvero particolare: prima dell'identità dell'assassino, il mistero è la vera identità della vittima, e quella dei sospettati. E soprattutto il doloroso segreto. Tra i velluti dell'Orient Express e il paesaggio innevato, un mystery di classe, dai tempi perfetti.
Film tratto dal romanzo di Agatha Christie, ricco di star, con un Poirot approvato dall'autrice. Albert Finney, per me, come Hercule Poirot, è assai nervoso e per nulla comico, come il suo successore, Peter Ustinov, però il suo look è somigliantissimo a quello che noi vediamo sulle copertine dei gialli, che tutt'ora escono in edicola. Strano vedere Sean Connery ritornare sull'Orient Express sette anni più tardi di "A 007 - Dalla Russia con amore", ma in veste di indiziato d'omicidio. Bel film.
Discreto film tratto da un grandissimo romanzo. Elegante ma piuttosto invecchiato, penalizzato da una regia di stampo eccessivamente classico che impedisce alla tensione di impennare e appesantito dai troppi dialoghi (che comunque nel libro funzionavano divinamente) e da alcune lungaggini. Era comunque difficile fallire con un tale spunto di partenza e infatti il film riesce comunque ad ingranare, anche grazie all'ottimo cast (penalizzato dal doppiaggio italiano), dominato dalla formidabile Lauren Bacall. Non imprescindibile, ma niente male.
Le trame geometriche e le indagini razionali del romanzo di Agatha Christie sono trasferite sul grande schermo da Sidney Lumet traendo il meglio dall’unità di luogo – le carrozze dell’Orient Express bloccate ed isolate dalla neve – e da un cast di stelle di prima grandezza, con i virtuosismi di Finney a decorare di piacevoli eccentricità l’infallibile detective belga Hercule Poirot; tra i passeggeri del treno, tutti ambigui e sospettabili, tanto di cappello al regale maggiordomo Gielgud e alla timorata di Dio Bergman.
MEMORABILE: La toeletta notturna (capelli e baffi) di Poirot.
Uno di quei film che potrei rivedere innumerevoli volte. Ottima l'ambientazione, che permette allo spettatore di sentire l'atmosfera accogliente del treno d'altri tempi. Cast d'eccezione. A mio avviso il Poirot più convincente di tutti, proprio perché il meno "simpatico" (Ustinov, grande attore, ha comunque reso Poirot troppo divertente e spiritoso rispetto alla descrizioni della Christie). Grande film.
MEMORABILE: La ricostruzione dell'omicidio; Lauren Bacall, splendida.
Un classico del giallo. Assassinio sull'Orient Express è uno splendido film ispirato all'omonimo romanzo della Christie che vanta nel cast ottime guest-star tra le quali le affascinanti Bergman e Bisset e la meravigliosa principessa Dragomiroff alias Wendy Hiller. La sceneggiatura funziona al meglio e la regia di Sidney Lumet è di ferro. Finale con grande sorpresa che lascerà basiti. Non è solamente un gran film, è un film di classe.
Regista capace di alternare prove autoriali a lavori su commissione, Lumet è sempre stato un lungimirante, misuratissimo direttore di attori. Qui, alle prese con un cast allstars, dà libero sfogo a tale sua peculiarità, costruendo un divertissement incalzante e teso. Certo il plot della Christie è formidabile, ma i whodunit della giallista inglese raramente son stati trasposti con tale rispettoso impeto. Centratissime le tipizzazioni degli attori tutti, note di merito per il bizzarro Poiret di Finney e per il maggiordomo di Gielgud. Spettacolo su rotaie.
La finezza espressiva è sorprendente: pur perdendosi talvolta nel virtuosismo (meravigliose, anche se inutili, le riprese particolareggiate dei treni che partono) essa ben riesce ad addolcire la pillola, che altrimenti peserebbe sullo stomaco come un mattone. Effettivamente il film i suoi anni li fa sentire proprio tutti e nel complesso di tensione se ne respira davvero poca. Il cast è davvero quello delle grandi occasioni, con un Albert Finney che funziona molto bene; di classe anche la confezione, con una raffinatissima soundtrack ad archi.
MEMORABILE: Poirot che con cura maniacale s'impomata i baffetti e il riporto prima di andare a dormire; Le riprese dei treni che si mettono in movimento.
La migliore (e imitatissima) versione cinematografica del Poirot della Christie, che Finney (premiato con l'oscar) interpreta in maniera gigionesca ma con insuperata aderenza alle pagine (ha anche il tic di tenere la testa inclinata sulla destra). Dialoghi brillanti all'altezza del cast: formidabile la coppia Connery-Redgrave, quasi commovente la Bergman dimessa e malridotta in un ruolo da lei fortemente voluto; ironiche le reinterpretazioni di rispettivi cavalli di battaglia per Lauren Bacall (Lady Macbeth) e Antony Perkins (lo psicopatico).
MEMORABILE: Poirot riesce a leggere la lettera bruciata con l'ausilio di una candela e di una cappelliera.
Il classico dei classici tratti dai romanzi della Christie. Una bellissima trasposizione di uno dei libri più belli della scrittrice, con un'accurata ricostruzione d'epoca e un grandissimo cast in vera e propria gara di bravura, capitanato da un Finney irriconoscibile nei panni di Poirot. Ottimi colonna sonora e costumi, impareggiabile la soluzione del caso.
Un grande classico del giallo, a mio avviso persino superiore al romanzo della Christie da cui è tratto. L'intreccio giallo vine sfruttato in tutte le sue potenzialità ed è arricchito da una pregevole confezione nonché da un cast che è una parata di stelle. La Bergman venne premiata con l'Oscar, ma tutti si esprimono al loro meglio. Lumet dirige con mestiere, ma con un simile materiale a disposizione era francamente impossibile steccare...
MEMORABILE: L'espediente che permette a Poirot di leggere la lettera bruciata; La spiegazione finale.
Uno dei pilastri del whodunit, impreziosito da un cast superbo (splendidi soprattutto Finney, la Bacall, la Bergman, Connery e la radiosa Bisset). Più che per la trama (comunque interessante e ben strutturata) il film si ricorda per un'accurata ricostruzione dell'epoca e per l'attenzione alle varie psicologie dei protagonisti. Affascinanti le location (esterni e interni).
Un cast stellare per uno dei più celebri gialli "letterari" del cinema. Difficile sbagliare ricetta con questi ingredienti e il piatto di Lumet è senz'altro da gourmet, anche se fortemente penalizzato dal doppiaggio italiano. Il finale lascia in bocca un gradevole sapore. Meritano una menzione a parte Finney, che ritengo il miglior Poirot al cinema, la Bergman, Perkins e il grande John Gielgud, che ha quasi sempre preferito concedere la sua arte al teatro. Un grande esempio di cinema senza tempo, soprattutto per i cultori del genere.
MEMORABILE: Fa sempre effetto vedere Anthony Perkins con un pugnale in mano...
Grande giallo tratto dall'omonimo romanzo. E' superiore per qualità al medesimo episodio con Suchet, ma Finney non è completamente in parte e tanto Suchet quanto lo stesso Ustinov (che interpreta Poirot dalla fine degli anni 70') gli sono superiori. Da segnalare la presenza di un pezzo da novanta come Sean Connery. In ogni caso un ottimo film.
Trasposizione molto fedele al romanzo della Christie che può vantare una parata di attori hollywoodiani decisamente invidiabile (e il livello del film non ha che da guadagnarci). Il Poirot di Finney forse appare meno composto e posato dell'originale, ma fa ugualmente la sua bella figura e la storia procede con la giusta suspense grazie a una regia efficace. Tra le trasposizioni senza David Suchet nei panni del belga è una delle migliori.
Celebre e classica trasposizione di uno dei più arzigogolati meccanismi della Christie, che consente a Lumet non solo di dispiegare un cast lussuoso e gigione, ma di alludere/ammiccare a un suo grande esito. Va quasi tutto liscio come l'olio, magari Finney non è il massimo e non aiuta che Rinaldi, timoroso forse dell'effetto-Clouseau, rinunci all'inflessione. Comunque nel suo campo pressoché impeccabile.
Pur tagliando tutta la parte centrale del libro, è un ottimo e degno adattamento del romanzo di Agatha Christie. Non si discosta dalla trama principale e sopratutto dalla risoluzione del mistero finale e i personaggi sono tutti piacevolmente interpretati con merito. Gradevole il cast assortito, con famose icone del cinema.
Stupendo film, basato su una storia di Agatha Christie. L'ambientazione teatrale del treno bloccato dalla neve esalta i dialoghi e la mimica dei vari personaggi, tanto che il plot non conosce cali di tensione e, nonostante la durata, appassiona continuamente lo spettatore. Il cast d'eccezione contribuisce in misura determinante all'ottimo risultato: su tutti Finney (Poirot), Connery e Balsam. Da gustare anche col doppiaggio francese (dove alcuni personaggi, vedi Connery, parlano spesso nella loro lingua nativa). Infine, musica di grande impatto.
Un ottimo film, imperdibile per gli appassionati del giallo in celluloide e per i lettori dei romanzi della Christie; diretto con rigore, è abbastanza fedele alle atmosfere della scrittrice britannica. Splendido il cast, affascinante il microclima ferroviario sospeso e ambiguo dove i personaggi sono come preziosi pesci in un acquario. La messa in scena elegante completa l'insieme; intrattenimento raffinato, insomma, da antologia del genere.
Sidney Lumet, un cast stellare e il fascino del treno più famoso che dal Bosforo portava a Parigi, usato da Agatha Christie come teatro del crimine, sono gli ingredienti di un piatto molto riuscito, servito caldo tra le nevi dei Balcani. Finney, un Poirot molto convincente, è alla testa di un folto gruppo di personaggi tutti ben caratterizzati, che sono il vero cuore di uno dei gialli più famosi della scrittrice inglese. L'eleganza formale, la direzione di Lumet e una sceneggiatura che rende giustizia all'opera letteraria ne fanno un classico.
Un delitto misterioso viene commesso su un treno. Chi è la vittima? Chi sarà il colpevole? Un cast fantastico e una sapiente regia danno vita a questa trasposizione cinematografica del romanzo di Agatha Christie. La bravura di Lumet, oltre all'aver saputo portare avanti una storia con la precisione di un orologiaio, è stata far coesistere un cast tanto ridondande di celebrità. Personalmente non sono mai andato alla ricerca di gialli, ma questo film mi ha fatto aprire un finestra su prospettive interessanti. Salottiero e discreto. Chapeau!
L'ho visto diverse volte: è un film ottimamente realizzato, dall'eccellente confezione (soprattutto il sontuoso cast, ma anche la fotografia e le musiche). Si può però forse dire che, nonostante l'ottima interpretazione, il Poirot di Albert Finney sia fin troppo "borioso" rispetto a come siamo abituati a conoscere l'investigatore belga in altre occasioni.
Colpisce parecchio che in regia ci sia un americano: non si direbbe. Il film, infatti, ha uno stile assolutamente british, come doveva giustamente essere. Sul cast sono da sprecare poche parole: per la maggior parte si tratta di vere e proprie icone. Splendidi i costumi, curata l'ambientazione, con un occhio fino anche verso i dettagli. Dialoghi divertenti, a volte sottili e personaggi azzeccati nei rispettivi ruoli. Un po' debordante Finney, che tende a teatralizzare eccessivamente l'epilogo (de gustibus). Due ore di classe: chapeau!
MEMORABILE: Mrs. Hubbard: "Il mio secondo marito diceva che l'unica moneta è il dollaro, al massimo la sterlina... Ora, in nome del cielo, che cos'è una dracma?!"
La miglior versione del classico di Agatha Christie (superiore al pur discreto remake di Branagh), che nel'74 riunì un cast di attori leggendari sul mitico treno. Solo il Poirot di Finney non è del tutto convincente e farà di meglio Ustinov. Memorabile Lauren Bacall in un ruolo chiave mentre Perkins e Balsam si ritrovano dopo Psyco. Un po' datato e lento nello svolgimento ma assolutamente imperdibile, per gli amanti del giallo.
Celeberrimo giallo tratto dall'altrettanto classico libro della Christie. Il cast è stellare e ogni star è ben calata nella propria parte, a eccezione di Finney: è sì vero che Poirot è gigione ma è anche decisamente più composto, come lo sarà Ustinov. A parte questo la regia se la cava bene pur essendo statica (ma d'altronde non potrebbe qui non esserlo) e l'ambientazione è ben fatta. Nota di merito il delitto di casa Armstrong in aperura e il treno bloccato nella neve, che aggiungono pathos. Un classico.
MEMORABILE: Il faccia a faccia tra Poirot e i sospettati nel finale.
Buona trasposizione, abbastanza fedele, del romanzo di Agatha Christie. Riunione di molti attori celebri, che rendono la confezione ancora più lussuosa (idea che sarà usata in molti film tratti dai gialli della scrittrice inglese, come nei Poirot interpretati da Peter Ustinov). Interessante la fotografia, tra il bianco della neve e i colori non troppo accesi delle carrozze del treno. Notevole la sceneggiatura, che tiene alta l'attenzione durante la lunga indagine. I personaggi italiani sono doppiati con accento siculo.
Raramente i film tratti dai romanzi della Christie lasciano il segno, questo - ancor più dei Dieci piccoli indiani di Clair - ci riesce, merito anche di un cast notevole e in gran forma, Bacall e Bergman su tutte. L'intreccio è un meccanismo perfetto, anche perché Lumet resta molto fedele al libro e la sua regia è - al solito - impeccabile quando si tratta di kammerspiel (vedi il capolavoro La parola ai giurati) mantenendo sempre alta la tensione. Dopo oltre quarant'anni Kenneth Branagh ne realizzerà una nuova versione.
Un grande classico del cinema giallo, nonché uno dei migliori adattamenti sul grande schermo dei lavori della Christie. La regia, affidata a un maestro come Lumet, funziona come un orologio e il cast di grandi nomi fa il resto, con la Bacall e ovviamente Finney/Poirot sugli scudi; a nobilitare il tutto, nella versione italiana, un eccellente doppiaggio, col meglio dei professionisti dell'epoca. Due ore intense che non pesano affatto fino all'affascinante risoluzione finale, nella quale tutti i tasselli vanno al loro posto.
Cast stellare per una delle più ambiziose trasposizioni del giallo della Christie. Ambientazione, costumi e scenografie riescono a tuffare lo spettatore nell'atmosfera dell'epoca tra vetusto, strabordante, elegante art déco ed echi liberty (reso in maniera più moderna ma posticcia nel recente lavoro di Branagh). La sceneggiatura riesce sapientemente a rendere chiaro l'intricato enigma senza essere troppo didascalica, anche grazie alle ottime interpretazioni (Finney in primis). Unico appunto è il tono leggero del finale, più consono ad un giallo tv (Branagh cadrà nell'eccesso inverso).
Al di là del fantastico e divertente risvolto investigativo, il film di Lumet si fa amare soprattutto per la sua elegante teatralità e per il cinico messaggio sull’implacabilità della vendetta. La perfezione dei dialoghi, del cast e della messinscena, poi, innalzano l’opera a vero gioiello d’incanto e disincanto. Wendy Hiller, nel ruolo della granitica Principessa Dragomiroff, ci offre un’interpretazione a dir poco memorabile. Bellissimo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie, è un film dotato di una sceneggiatura molto ordinata e coerente, che rende bene l'atmosfera del romanzo. Il ritmo è sostenuto come si conviene a un giallo, e molto affascinante è la resa scenica del periodo. Finale un po' deludente, ma questo avveniva già nel libro. Notevole, tra le pieghe della pellicola, un certo rigurgito anti-italiano. Un grande cast nel quale i nomi di grido di sprecano, ma è giusto segnalare soprattutto Ingrid Bergman, premiata con l'Oscar. Albert Finney bravissimo, ma è meglio il Poirot di Peter Ustinov. Ottimo.
L'omicida di una bambina viene assassinato su un treno intercontinentale. Giallo di respiro internazionale favorito dal cast di livello. Finney dà una buona interpretazione di Poirot sebbene abbia connotati macchiettistici. Il comparto femminile dà maggiori variazioni al caso e la Bergman è la migliore. Il ritmo è scandito dagli interrogatori anche se sono i ritrovamenti delle prove che danno i maggiori sussulti per risolvere il caso. Dato i numerosi indiziati, la spiegazione finale si dilunga in altrettanti svelamenti. La regia è senza sbavature e accelera nell’epilogo.
Una fabbrica di sospetti, una catena di montaggio di indizi, della quale l’arguto Poirot è il perplesso guardingo. Dalla morbosità subdola e incipriata, è una delle trasposizioni cinematografiche tratte da un racconto di Agatha Christie più riuscite di tutti i tempi. Di splendidi acuti kitsch la caratterizzazione dei personaggi, opulenta e minuziosa la ricostruzione scenografica. Cast lussuoso con una Wendy Hiller in “decadente” stato di grazia.
Grandiosa trasposizione cinematografica di un giallo scritto incredibilmente bene. Innegabile, infatti, il potere del lavoro di penna di Agatha Christie, costruito su incastri e dettagli di qualità eccelsa a cui Lumet non deve far altro che dare forma, potendo concentrare i propri sforzi su altro. Dall’omicidio in avanti acquisisce un vigore crescente che non lascia il passo alla disattenzione per paura di perdersi per strada i pezzi del mosaico rivelatore. Nonostante lo scioglimento della matassa, sale la voglia di ricominciare daccapo, talmente ha lasciato la bocca buona.
MEMORABILE: La rappresentazione della “seconda tesi” di Poirot dell’omicidio.
Una delle più famose e ricche trasposizioni cinematografiche di un romanzo della Christie (che la stessa autrice fece in tempo ad apprezzare) resta tutt'oggi un classico imprescindibile del giallo, ottimamente diretto (Lumet si riconferma un maestro nel gestire l'azione negli spazi chiusi) e accuratamente adattato in sede di sceneggiatura (solo durante la lunga spiegazione finale si rischia di eccedere con la verbosità, sebbene l'abbondanza di dettagli sia per ovvie ragioni necessaria). Un cast sontuoso e largamente in parte (memorabile il Poirot di Finney) ingemma l'opera. Notevole.
MEMORABILE: Gli interni del treno; La cura di Poirot per i baffi prima di andare a letto; Perkins in un ruolo da "mammone" (ma va'!); Il flashback dell'omicidio.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
La vera colpa del doppiaggio italiano è che elimina la dimensione cosmopolita del cast, mentre vedendolo in lingua originale molti personaggi "stranieri" si esprimono in un inglese godibilmente arrangiato.
Formato video 1,78:1 Anamorfico
Formato audio 1.0 Dolby Digital: Italiano Inglese Spagnolo
Sottotitoli Italiano Spagnolo
extra Trailer
Galleria fotografica
Spot S.w.a.t.
Cinechat Sidney Lumet
Viaggio nel cinema americano: Sidney Lumet
Tre cose 3
Il regista Sidney Lumet voleva che Ingrid Bergman interpretasse la principessa Dragomiroff.La Bergman voleva invece a tutti i costi la parte della cameriera svedese ritardata.Lumet accettò;lei vinse l'Oscar come miglior attrice non protagonista.
fonte: "Ciak".
HomevideoXtron • 12/01/14 10:18 Servizio caffè - 2206 interventi
Il bluray UNIVERSAL ha una durata di 2h08m00s
Il master è buono, ma in alcuni momenti si nota molta grana
(immagine a 1.23.27)
Nel cat Lauren Bacall appare tra parentesi, dopo il nome Harriet Belinda. Non credo che da nessuna parte appaia con quel nome. Direi che va eliminato. Da notate che il film é stato davinottato da me, quindi in teoria dovrei aver inserito io il cast. Se così fosse, incomincio a preoccuparmi per la mia salute mentale...
DiscussioneZender • 20/12/17 07:45 Capo scrivano - 48372 interventi
Veramente è Imdb che dice che nel film è accreditata con quel nome:
Nel Novembre 1974, Agatha Christie fu presente alla prima del film. Si tratta dell'unica pellicola, tra quelle tratte dai suoi romanzi, di cui fu pienamente soddisfatta. In particolare trovò l'interpretazione di Albert Finney corrispondente all'idea che lei aveva di Hercule Poirot.