8 settembre 1943: la guerra è finita. O no? E se sì noi militari da che parte stiamo? Com'è che socializziamo con gli americani che fino a ieri erano il nemico? Pensieri che frullano nella tormentata testa di Alberto Innocenzi (un Sordi unanimemente lodato per la misura e l'intensità di una performance impeccabile), ufficiale fascista di ritorno dal fronte con qualche commilitone (Serge Reggiani in primis). Age, Scarpelli e Marcello Fondato hanno fatto luce su un momento fino ad allora quasi ignorato dal nostro cinema e il regista Luigi Comencini lo ha reso tridimensionale con una ricostruzione storica molto accurata. Dal Veneto a Roma fino a Napoli TUTTI A CASA è quasi un road-movie sui generis,...Leggi tutto nobilitato da una recitazione complessiva all'altezza (ma Sordi in verità oscura tutti) e in parte penalizzato da scene sovente inclini a un qualunquismo di maniera che nuocciono in qualche modo allo spessore dell'opera. Non sempre il film convince, vive svariate parentesi interlocutorie che rallentano il ritmo, ma la sincerità con cui la storia viene messa in scena ripara a molti difetti, insieme con l'effettivo valore della prova fornita dal suo protagonista assoluto: Sordi trova una perfetta mediazione tra commedia e dramma, non mancando di inserire qualche gustoso intercalare dei suoi ma senza mai scadere nel grottesco, procedendo anzi speditamente verso un finale ricco di significati. Non ci sono la forza, l'impatto immediato di LA GRANDE GUERRA (Comencini non è Monicelli), ma TUTTI A CASA, pur volando più basso, mantiene il rigore morale, la rassegnazione, il distacco del suo protagonista.
Non l’ho trovato ‘sto gran capolavoro. Film tutt'altro che brutto, per carità, ma non alto quanto sperato. Forse gli nuoce un tono grottesco-divertito presente nella fase iniziale, poi modificato. Lo si guarda volentieri, ma si attende un colpo d’ala che non arriva mai. Grande Sordi. Sotto tono la presenza di Serge Reggiani, protagonista comunque della scena più toccante del film.
MEMORABILE: Serge Reggiani che sbircia verso casa sua.
Ottimo film, che illustra meglio di mille libri di storia la fase (successiva all'8 settembre 1943) del cosiddetto "sbando" (a questo proposito vedi la splendida ed esemplificativa telefonata iniziale di Sordi) e lo fa con tono a metà tra commedia e tragedia. La presa di coscienza di un grandissimo Sordi è lenta e graduale e prima della drammaticissima (e ottima) scena finale ci si diverte non poco come nello splendido duetto con De Filippo, che è un qualcosa di semplicemente impagabile. In definitiva un film da non perdere.
MEMORABILE: La telefonata iniziale per prendere ordini; tutta la parte tra Sordi e De Filippo; la scena finale.
Film splendido, perfetto ritratto di una gioranta assurda, l'8 Settembre 1943. Sorretto dalla sceneggiatura di Age & Scarpelli e con un cast super (Sordi, Reggiani, Balsam, Gravina, De Filipo), il film tratteggia con efficacia un'Italia sgomenta e allo sbando dopo il giro di valzer dell'8 Settembre e la conseguente furia germanica. Il dvd ha un master impeccabile, completamente restaurato. Assolutamente da vedere.
Comencini al suo meglio: regia solida, uno sguardo non superficiale sull'8 settembre (da qualunque colore politico lo si veda un voltafaccia all'italiana), un Sordi in grado di gestire comicità e dramma in maniera non così frequente nella sua carriera. Tutto sommato un buon film su un momento terribile della storia italiana. Manca una pellicola davvero profonda su questi fatti. Straordinario Serge Reggiani nella parte dell'attendente ingenuo con valigia di viveri del colonnello appresso.
MEMORABILE: La mangiata nel treno con le vivande di Ceccarelli; la scena della polenta "No fair play. You no gentleman".
Bel film dai toni che passano rapidamente dalla commedia al drammatico, come rapido e concitato è il cambiamento degli eventi storici raccontati. Spassoso l'inizio con Sordi mattatore, riflessiva e amara la parte centrale, perde un po' quota nel finale (l'americano messo a forza, l'interminabile dialogo tra Sordi e De Filippo). Bravi gli attori, tra cui compaiono anche un giovane Montesano e, per qualche secondo nell'emblematica scena della farina, la Giorgelli.
Comencini, da gran regista, sceglie un momento quanto mai azzeccato per iniziare il suo racconto, ponendosi come osservatore nell'interregno di fine conflitto. Tale momento storico è perfetto per descrivere l'inutilità della guerra, perché riassume il senso d'incertezza amplificato dal fatto che i soldati non sanno più chi è alleato. Sordi è il "caporale" che si ostina ad impartire ordini quando tutto è in disfacimento (una sua tipica maschera): mai scelta d'interprete fu più appropriata. Film eccellente.
MEMORABILE: Il tedesco che pretende d'essere fatto prigioniero; Sordi preso a pernacchie; la ragazzina che raccoglie i messaggi dei prigionieri sui binari.
Tra i classici della cinematografia italiana degli Anni Sessanta, questo di Comencini è uno dei più significativi in quanto riuscita commistione tra commedia, dramma bellico e film grottesco. La storia del sottotenente che dopo l'otto settembre del 1943 ripiega verso casa, compiendo una fortunosa traversata da nord a sud, è anche un efficace road movie, oltre che un grande affresco dell'Italia anarchica di quel periodo. Il film, ottimamente sceneggiato, è interpretato da un Sordi meno "caricaturale" del solito e da altri ottimi attori.
Commedia e dramma ben si uniscono in questo memorabile film che riassume in maniera esemplare la situazione caotica (quasi una guerra civile) che venne a crearsi in Italia dopo l'armistizio nella Seconda guerra mondiale. Un film che riesce a raccontarci la ferocia bellica con la leggerezza della comicità, sottile in questo caso, di un Alberto Sordi nella sua forma migliore. Age e Scarpelli, anche qui, sono la garanzia di qualità della sceneggiatura. Davvero notevole.
Finita la guerra (forse...), tutti i soldati tornano a casa. Il film evidenzia il tragitto che deve fare un ex ufficiale italiano, dal Veneto a Roma. Commedia, ma non senza qualche scena drammatica, di tutto rispetto con un bravo Alberto Sordi, così come ottimo è il resto del cast. Non annoia, ma quando lo si vede si pensa subito che non sia la stessa cosa de La grande guerra.
Sono passati solo 15 anni dalla fine della guerra e il cinema esorcizza così una delle pagine più maledettamente complicate della storia italiana, l'8 settembre. Il ritorno a casa dei soldati diventa una grande e simbolica epopea che cerca di bissare il successo della Grande guerra dell'anno prima. Commedia e dramma si intrecciano con perfetto equilibrio, riuscendo a restituire l'inferno di quei giorni ma anche il senso della nascita della Resistenza. Un bel film, forse con qualche lungaggine di troppo, ma davvero epocale per il nostro paese.
Ennesimo brodo italiano fatto di neo-realismo, buonismo e cadaverico patriottismo. Alberto Sordi è sempre un grande ed anche il resto del cast è efficace (in particolar modo Serge Reggiani). Ma sono sincero: il film mi ha annoiato per la sua continua retorica nascosta sotto i panni dell'insopportabile ingenuità popolare in cui ci vogliono far credere.
Un viaggio dal nord al sud per quei cinque soldati che dopo l'armistizio si preparano a tornare a casa. Il messaggio di una conclusione dei rapporti di allenza con i tedeschi non elimina le scene drammatiche e tragiche che hanno tormentato il territorio nazionale. Sordi monumentale, Reggiani essenziale e anche gli altri non lasciano niente da ridire (compreso un insolito Eduardo De Filippo).
Comencini mette il dito nella piaga di uno dei giorni più neri della storia italiana con un tragicomico road-movie da nord a sud della penisola. Gli italiani (al solito disorganizzati, paraculi e interessati solo al proprio "particulare") pagheranno caro l'acritico sostegno dato al fascismo (e "a casa" in realtà in tanti non riusciranno a tornare...) ma con la Resistenza sapranno finalmente riprendere in mano il loro destino, cogliendo forse l'ultima occasione di riscatto fornita dalla Storia. Cast eccellente e tante le scene da ricordare.
MEMORABILE: "Signor colonnello, accade una cosa incredibile... I tedeschi si sono alleati con gli americani!"; Ceccarelli che intravede casa; il finale.
Piccolo gioiello della commedia Doc nostrana che fu. La fusione tra momenti drammatici ed esilaranti coniata dal fare cinema dell'epoca, assolutamente irripetibile, rende la pellicola, pur tra momenti di leggero appannamento, assolutamente imperdibile. Sordi colleziona l'ennesima interpretazione memorabile, supportato da un grandissimo Reggiani e da un poderoso gruppo di caratteristi che completano l'opera incorniciando una sceneggiatura che altrimenti avrebbe avuto esito ben diverso.
MEMORABILE: "Signor colonnello è successa una cosa che ha dell'incredibile: i tedeschi si sono alleati con gli americani!"
Un perfetto resoconto dell'inizio della lotta partigiana, con l'esercito italiano allo sfascio e i tedeschi pronti ad ammazzare chiunque. Comencini dirige la storia riuscendo a evitare pesantezze, pur mantenendosi sempre al limite fra il dramma e la commedia. Sordi è eccezionale, ma lo è anche il resto del cast: spiccano Reggiani, Balsam, la Gravina e uno splendido Eduardo De Filippo (adorabile quando riabbraccia commosso il figlio). Un film commovente, imperdibile, quasi perfetto.
La tragica vicenda dell'8 settembre narrata magnificamente; sequenze di grande drammaticità unite a siparietti esilaranti mai fini a se stessi. Comencini si affida alle doti di Sordi e fa benissimo, d'altronde la sua spontaneità e la sua mimica facciale riflettono la disperazione e il disorientamento degli italiani che vissero in prima persona quei tragici fatti. Ottime anche le prove di Reggiani, Castelnuovo e Balsam e commovente la piccola parte di Eduardo De filippo nelle vesti del padre del sottotenente Innocenzi.
MEMORABILE: Sergente Fornaciari: "Signor Tenente, l'autista del secondo camion è scappato" Tenente Innocenzi: "Sì? Ecco, andava troppo bene!"
Un grande Alberto Sordi è protagonista di questo bel film di Comencini ambientato nei giorni difficili del Settembre 1943. Una pellicola in cui la drammaticità dei fatti non è per niente edulcorata, come pure la stanchezza, la paura e la voglia di rivedere la propria casa. Comencini azzecca una combinazione perfetta tra umorismo paesano e tragedia bellica. Sordi, che più di tutti incarna l'italiano medio con i suoi pregi e i suoi difetti, è qui incredibile, dando quasi allo spettatore la sensazione di vivere i fatti in prima persona. ***1/2
Il sottotenente Alberto Innocenzi, all'indomani dell'8 settembre 1943, intraprende, percorrendo l’Italia dal nord a sud, un cammino iniziatico verso il riscatto morale. La vena comico-sentimentale di Comencini inserisce lo spirito e i meccanismi della commedia ironica e grottesca in quella che si potrebbe chiamare l’Epica della morte della Patria, ma la gigantesca interpretazione di Sordi del soldato italiano medio, antieroico, straccione, sfiduciato e infine valoroso ed eroico riscatta il film da un evidente deficit di senso tragico della Storia.
MEMORABILE: L'accorata interpretazione di Carla Gravina dell'ebrea braccata dai nazisti; Didi Perego nella losca e ambigua parte.
Un bravissimo e impagabile Alberto Sordi è il protagonista di questo bel film sulla guerra diretto da un ottimo Luigi Comencini. Da applausi Serge Reggiani in un ruolo divertente e tragico allo stesso tempo e non gli è da meno neppure Eduardo De Filippo nel ruolo del padre di Sordi. Atmosfere uniche dove si riesce anche a sorridere degli orrori della guerra. Da non perdere.
Come spesso accade nel cinema nostrano, uno degli eventi più drammatici della nostra storia recente trova efficace rappresentazione in forma di commedia, con alcuni soldati, allo sbando dopo l'8 settembre, che tenta di ritornare alle rispettive famiglie. Certo il film alterna momenti convincenti con cadute nella retorica e nel qualunquismo auto-assolutorio, ma può dirsi nel complesso riuscito, soprattutto per merito di un cast ben assortito in cui, accanto all'ottimo Sordi, spiccano l'umanissimo Reggiani e il grande Eduardo De Filippo. padre opportunista per affetto e per bisogno.
Film per molti aspetti affine a La grande guerra, anche se di questo non ha la stessa compattezza di sceneggiatura: nell'affrontare troppi personaggi e storie parallele ci si perde un po' (l'episodio con la Perego è davvero incoerente, ad esempio). Notevole comunque Alberto Sordi che, per il personaggio che interpreta, deve abbandonare i consueti cliché recitativi dando sottili sfumature alla sua recitazione.
Tutto sommato nulla di stupefacente, ma una volta che il guerresco (poco appassionante in questo caso) si tramuta in road-movie il film riesce a sfruttare nel migliore dei modi episodi, luoghi e personaggi, mantenendosi in perfetto equilibrio tra ironia e amarezza e descrivendo alla perfezione il senso di smarrimento di un particolare periodo della storia d'Italia. Un po' straniante il Sordi-Rambo della scena finale, ma il film - perfettamente girato - è bello e a tratti pure intenso.
Un film un po' lungo e con ritmo disuguale, ma notevole per la narrazione realista, senza troppa retorica, con qualche momento di commedia e altri drammatici, sui quali Comencini non indulge. Ben raccontato, prende l'attenzione fino alla fine. La figura del protagonista è interpretata in modo superbo da un Sordi perfetto.
MEMORABILE: La delicatezza nel trattare temi che erano (e ancora sono!) un terreno minato per noi italiani.
Rappresentazione sentita della tragedia collettiva dell’armistizio dell’8 settembre, di cui Comencini coglie non solo gli aspetti drammatici ma anche quelli grotteschi, attraverso lo sbando e la progressiva presa di coscienza del tenente Innocenzi, in una delle più intense e al tempo stesso misurate interpretazioni di Sordi. Memorabili e commoventi anche le presenze di Eduardo De Filippo, Serge Reggiani e Carla Gravina. Pur con qualche lungaggine, una delle pagine più nobili del nostro cinema.
MEMORABILE: "I tedeschi si sono alleati con gli americani!"; Sordi e Reggiani nella galleria; Il duetto tra Sordi e De Filippo; Il finale.
Capolavoro di Comencini a metà tra Una vita difficile e La grande guerra. Un road-movie picaresco e antieroico che non si vergogna di mostrare con un certo realismo una nazione allo sbando. Una delle migliori prove di un Sordi insolitamente misurato che riesce rendere credibile la metamorfosi del sottotenente Innocenzi da spettatore passivo a resistente attivo. Molto bravi anche Reggiani e Balsam, caratterista presente in molti capolavori della settima arte. L'episodio del treno bloccato in galleria si riferisce alla tragedia di Balvano.
MEMORABILE: La bambina che raccoglie i bigliettini dei deportati; L'assalto al vagone carico di farina; Ceccarelli ferito a pochi metri da casa.
Vero e proprio ritratto di un periodo o, per meglio dire, di una manciata di giornate cruciali per la storia italiana e mondiale. Quasi documentaristico per l'incredibile precisione nella ricostruzione degli ambienti, si avvale di un ottimo cast sui quali spicca un Sordi veramente eccezionale. Sceneggiatura di alto livello che fa entrare e uscire di scena i personaggi senza mai cercare l'identificazione in essi, ma amplificando il desiderio di fuga che li attanaglia.
Un’opera brillante che rammenta alla memoria collettiva le conseguenze tragiche di quell’8 settembre del ’43, quando l’Italia entrò nel caos più completo per il cambio improvviso delle alleanze. Lo sbandamento dei soldati è ben rappresentato da Comencini e accentua il realismo delle macerie fisiche e dello sconforto morale di una popolazione collassata su sé stessa. Sordi firma una delle sue migliori interpretazioni trovando il giusto equilibrio con la natura di attore ilare e trova in Reggiani e negli altri attori dei validi comprimari.
Notevole esempio di commedia all'italiana, con una perfetta commistione di toni umoristici e tragici. Sordi è la grande anima del film che porta con successo i momenti da commedia, nonché l'unico personaggio veramente "profondo" e ben caratterizzato, con quella figura di padre conformista e opprimente. Gli altri personaggi (comunque impersonati da grandissimi attori e attrici) sono più retorici e ciascuno rappresenta un "tipo" di quegli anni, ma non per questo meno veri: ogni piccola storia è più che verosimile e sentita. Bellissime e commoventi scene finali, dirette magnificamente.
Dopo l'armistizio dell'8 Settembre '43 un gruppo di militari cerca di tornare a casa. Le fasi di confusione di quella che sembra sia la fine della guerra sono spiegate bene tra il cambio di alleati, la paura degli americani, i primi partigiani e i tedeschi in ritirata. La chiave umoristica è al minimo e posta solo all'inizio, i momenti toccanti sono diversi (la fuga della Perego, l'abbraccio con De Filippo, la sorte di Reggiani). Sordi straordinario, specie nei momenti più drammatici, senza cadere nel compassato; la presa di coscienza finale, però, colpisce fino a un certo punto.
MEMORABILE: La difesa della Perego; La polenta sul tavolo; Il saccheggio della farina sul camioncino; La casa vista per pochi secondi.
Intenso racconto di Monicelli su uno dei periodo più tormentati della nostra storia recente che riesce a raccontare i fatti molto meglio di tanti libri di scuola. Sordi centra il personaggio con rara sensibilità, anche nei dettagli, ma non secondi sono Reggiani (doppiato da un grande Cucciolla) che sembra napoletano e il gigantesco cameo di Eduardo. L'intensità di alcune scene fa ancora tremare i polsi e la narrazione nel suo complesso procede spedita e avvincente lungo quasi due ore. Un piccolo capolavoro del nostro cinema fra commedia e Neorealismo, assolutamente da non perdere.
MEMORABILE: Il dialogo (soprattutto di mimica) fra Sordi ed Eduardo, due giganti.
Nuovamente alle prese con un militare, Sordi si conferma un gigante tratteggiando un tenente dalle caratteristiche meno marcate del solito, e proprio per questo più adatto all'immedesimazione. Per il resto la pellicola scorre via in modo godibile, ma senza acuti che segnino lo spettatore. Il mattatore romano viene infatti lasciato un po' solo non tanto per il livello, buono, dei comprimari, quanto per l'assenza di un personaggio che gli si contrapponga, se non per il breve spezzone di Eduardo.
Tra i pochi film italiani di guerra degni di questo nome, anche perché inserisce con grande padronanza e grande efficacia parti di commedia e drammatiche, miscelate e inserite perfettamente. Non si può dire lo stesso del ritmo, che alterna momenti brillanti ad altri un po' troppo lenti. Bellissimo il finale che chiude tutta la vicenda, soprattutto per quanto riguarda Alberto Sordi, qui solo apparentemente qualunquista, autore dell'ennesima grande prova. Il resto del cast non è da meno, con un Serge Reggiani capace di emozionare. Da vedere, per non dimenticare.
Splendido racconto di Comencini che va dall'8 fino al 30 settembre del 1943 e cioè dal giorno dell'armistizio fino alle quattro giornate di Napoli. Sordi è diretto in modo magistrale e si muove con disinvoltura dal drammatico all'ironico, regalando scene indimenticabili quasi tutte girate in una Livorno ancora devastata dai bombardamenti, nonostante fosse già il 1960. Documento importante, oltre che curioso e divertente, perché affronta un momento della guerra di grande confusione sul chi fossero i nemici. Tutti a casa, recita il titolo, ma qualcuno ci riuscirà?
L'8 settembre, con la fuga del re e il cambio di alleanze, raccontato in termini crudi seppur molto divertenti in una delle migliori interpretazioni di Alberto Sordi. Tutto lo smarrimento dell'Italia, ma anche la voglia di rinascere e di riscattarsi, possono essere riletti nei suoi sguardi, da quando cerca di mangiarsi i salami trovati a quando imbraccia con coraggio il mitra contro i nazisti.
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Al minuto 05:35 il sottotenente Innocenzi (Sordi) per tenere alto il morale della truppa canta la canzone fascista "Il ritorno del legionario"
HomevideoRocchiola • 24/05/18 11:25 Call center Davinotti - 1278 interventi
Il DVD della Filmauro risale al 2006, ma si tratta comunque di un'ottima edizione debitamente restaurata.
L'immagine è pulita e dettagliata con un bianco-nero luminoso e dagli ottimi contrasti. Anche l'audio mono è stato restaurato ed appare pulito e potente.
Insomma nell'attesa (credo vana) di una riedizione in HD, accontentiamoci del DVD sempre reperibile intorno ai 9-10 euro.
DiscussioneRocchiola • 24/05/18 11:33 Call center Davinotti - 1278 interventi
Nel cast di questo film ci sono comunque diversi caratteristi che lo accomunano ad altri grandi film italiani del periodo.
Ad esempio Mario Feliciani, Achille Compagnoni e Carlo D'angelo sono presenti anche nella Grande Guerra di Monicelli, mentre Claudio Gora e Mino Doro li ritroviamo entrambi in Una Vita Difficile di Risi, due film che presentano più di un punto di contatto con il capolavoro di Comencini.
HomevideoZender • 21/02/22 15:30 Capo scrivano - 48356 interventi
Il bluray del film (intitolato La Grande pagaille) è uscito in Francia per la Rimini Editions con traccia italiana e sottotitoli removibili. La definizione è molto alta, e l'immagine buona indubbiamente, anche se non è stato fatto un lavoro di restauro e quindi si vedono ancora qualche scretch e spuntinatura sull'immagine.