Il film è la copia, in peggio, di Twilight (quindi pensate al risultato...): ha lo stesso stile di regia (la Hardwicke) e più o meno propone le medesime tematiche (romanticismo sdolcinato, amore impossibili...). Non esiste un attimo di tensione e la noia prende presto il sopravvento. Finale patetico (possibile seguito?!). Vivamente sconsigliato. Pessimo!
Le favole non sono più come una volta. Non si cerca più in esse il lato fanciullesco, ma solo il romanticismo da adolescenti nerd e il dark. Alla fine Twilight contagia anche l'innocente Cappuccetto Rosso, che ha qui ben poco di fiabesco, nonostante la comparsa, nel ruolo di un viscido vescovo ammazza lupi mannari, di Gary Oldman. Sfilata di belle e di belli per un prodotto in costume insipido e poco avvincente. La lunga mantella rossa della protagonista, che vorrebbe richiamare (forse) il miglior Tim Burton, non mi ha fatto cambiare idea.
Twilight ha fatto più danni delle cavallette. Tale filmaccio ne è la conferma: nulla a che fare con una delle fiabe più famose di sempre. Qui siamo dinanzi
ai soliti sdilinquimenti amorosi e ad una storia che dovrebbe accumulare suspence circa
la scoperta del lupo mannaro che terrorizza la città, ma che riesce solo a rendersi ridicola. Vittima illustre (in tutti i sensi) di questa porcata è Oldman che farebbe bene a scegliere meglio i film cui partecipare. Il finale terrorizza poichè apre la
strada ad un possibile seguito.
Banale e scontato. La storia di cappuccetto rosso rivisitata con l'introduzione del lupo mannaro, ma della fiaba non è rimasto niente e il lupo mannaro non terrorizza affatto. Un voto scarso anche agli attori, senza contare che la bellezza di questi, soprattutto della protagonista, in un ambiente ostile nero e gelido come quello del film è quantomeno inverosimile e rende il film ulteriormente brutto.
Non riuscito. Si punta a far scaturire la magìa non dagli effettacci (intendimento spesso lodevole), ma dall'ambientazione, dalla vicenda, dai movimenti della macchina da presa, ma la scommessa viene persa nettamente. Soggettive tremolanti, spostamenti verticali o all'indietro della mdp, nevose località nordiche ove vivono pure persone di colore e altre stranezze alla rinfusa riescono molto meno di quando si rispetta il canone (si aguzza la mente solo quando si cita davvero Cappuccetto Rosso). Personaggi non caratterizzati e recitazioni così così.
Trasposizione fantasy della favola più famosa al mondo, abbastanza riuscita. Lei non si chiama "Cappuccetto" ma Valery e verrà perseguitata da un Lupo Cattivo particolare. La sceneggiatura non annoia grazie all'idea di rendere la favola un thriller/giallo: Chi è in realtà il lupo? Imprevedibile la soluzione. Curiosi gli espedienti per inserire le scene clou, come le famose frasi "Nonna, che orecchie grandi...". Poco horror e talvolta ripetitivo.
Non è una favola, dato che forse gli autori non conoscono neppure il significato di morale; vorrebbe essere un adattamento "della" favola in chiave moderna, ma libero dalle catene di una scenografia opprimente sarebbe il solito filmettino rosa tanto gradito ai teenager. In definitiva, non se ne conosce né lo scopo né il motivo, raggiunge certamente vette di ridicolo straordinario nel momento del "Nonna che occhi grandi che hai..." (da morir dal ridere).
Diretto in modo convenzionale, sembra ispirarsi a film come In compagnia dei lupi con influenze da Tim Burton: fiabesco nelle ambientazioni montuose, ambientato in un'epoca antica non troppo definita e con qualche trovata pacchiana. Riuscita la trama da giallo e importante la presenza di Gary Oldman, che recita con enfasi il suo ruolo da inquisitore né buono né cattivo. Lascia a desiderare, perché si prova la sensazione che avrebbe potuto essere migliore. Atmosfere artificiose, ma gradevoli.
Tentativo di rivisitazione melassosa di Cappucetto Rosso. C'è Cappuccetto, c'è il lupo cattivo, c'è la nonna e c'è pure il bosco, manca tutto il resto! Subito in partenza c'è un "Sarai di nuovo felice, te lo prometto" e l'andazzo resta quello fino alla fine; in qualche frangente si cerca l'elevazione dei toni (Gary Oldman prova a dare una mano), ma è palese la non dimestichezza della regista con le scene d'azione che risultan imbarazzanti. Ritmo blando. Buoni scenari, anche se plasticosi.
MEMORABILE: Il lupo che parla (e non siamo in un cartone animato)!
Non paga di averci propinato le banalità di Twilight, la regista Catherine Hardwicke si cimenta con la trasposizione di una celebre fiaba (filone molto in voga negli ultimi anni) personalizzandola a piacimento. Il risultato proprio alla saga "vampiresca" rimanda con il racconto di un amore post-adolescenziale, che poco c'entra con la celebre storia. La pellicola vorrebbe essere nobilitata dalla presenza di attori illustri, ma Oldman è imbarazzante così come la Christie. Da evitare.
Epigono di Twilight - tant'è che il padre della protagonista è interpretato dallo stesso attore - con un licantropo al posto del vampiro glitterato, questo horrorino sentimentale mantiene tutti gli aspetti negativi del capostipite: fotografia patinata che svilisce le belle ambientazioni innevate, protagonisti scialbi (anche se la Seyfried recita decisamente meglio della Stewart), trama banale e melensaggini varie. Mezzo punto solo per i nomi importanti del cast che tentano di nobilitare un minimo la pellicola, soprattutto Oldman.
Stravolta la fiaba di Cappuccetto Rosso viene resa una storia di sangue e d'amore, di un amore negato per fare spazio a un amore imposto. Le caratterizzazioni alla Twilight si fanno purtroppo sentire, ma l'ambientazione ha il suo fascino e le riprese (per quanto non eccelse) qualche buono spunto. Certo, il cast recita male, i personaggi non sono costruiti al meglio e il gioco di suggerire troppi sospetti allo spettatore mostra la corda. Tuttavia, a eccezione del finale pessimo che esibisce tutto il lato adolescenziale del film, si può vedere.
Reinvenzione della fiaba di Cappuccetto Rosso con sfondo amoroso al limite del voltastomaco. Film che non coinvolge e non convince, non salvato neanche da un finale a sorpresa. Gli attori protagonisti sembrano essere usciti da un'agenzia di modelli, quelli di contorno (Gary Oldman e la Madsen) non fanno nemmeno il "compitino". Da dimenticare al più presto.
Dopo l'inguardabile Twilight ecco Cappuccetto rosso e il lupo mannaro. Può ricordare In compagnia dei lupi ma in modo meramente formale; in effetti l'ambientazione fiabesca, innevata, avvolta dal folclore e dalla superstizione, è davvero suggestiva e ricercata; altri pregi: Oldman-inquisitore, la sceneggiatura che cela l'identità del lupo fino alla fine. Rovinano tutto i soliti fighetti pulitini (tipo boy band) che stonano nel contesto e la teen-love story con chiusura edulcorata. Poteva essere migliore rinunciando alle suggestioni adolescenziali.
MEMORABILE: Le feste folk serali (eccetto la OST non adatta) e le suggestive ambientazioni/fotografia di interni ed esterni dal sapore fiabesco e folk.
Jordan aveva già ibridato la fiaba di cappuccetto russo con il mito del lupo mannaro. Qui ci riprova una regista più modesta con risultati disastrosi sotto tutti gli aspetti. Fin dalle prime sequenze si respira un'aria sciropposa da romanzetto sentimentale condito da dialoghi inascoltabili e immerso in una ambientazione fasulla. Difficile scegliere se sia sia peggio l'arrivo in pompa magna di Padre Salomon ossia Oldman in uno dei suoi peggiori ruoli, la festa del villaggio in stile rave oppure il lupone parlante che in fondo ha le sue ragioni. Almeno scorre tanto sangue? Macché...
MEMORABILE: In negativo: L'elefante di metallo (ma perché???); I due cavalieri mori; Le due bimbe piangenti; Gli occhioni sgranati di Amanda Seyfried.
Più che rosso sangue questo Cappuccetto è bruno melassa, con tutte le nefaste conseguenze del caso. La regista è quella di Twilight e si vede, ma lì almeno aveva l'attenuante di doversi attenere ai romanzi, mentre qui stravolge senza giustificazioni valide (se non quella di attrarre una ben specifica categoria di pubblico) il racconto di partenza. Imbarazzante il caricaturale inquisitore di Oldman, posticcia l'ambientazione, zuccheroso il copione, monotona e "sbagliata" la fotografia. Uno dei peggiori film a tema licantropi, consigliabile solo per seguaci di Twilight e affini.
MEMORABILE: Il "toro di Falaride" dell'inquisitore, anche se qui è un elefante.
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Caro Buono, mi ha stupito leggere il tuo commento, perchè esula dai tuoi gusti personali.
Ricordo pure un tuo commento su un film della serie di "american pie"...
Queste sorprese, mi fanno sorridere.
Questa cosa ha dell'incredibile, soprattutto per il fatto che hai messo il voto migliore!
DiscussioneZender • 16/12/11 13:44 Capo scrivano - 48848 interventi
Beh, mezzo pallino, capirai... Qui c'è bisogno di ben altro. Ma che t'ha tirato dentro Legnanino?