Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Indimenticabile esordio cinematografico (trasposizione su pellicola del disco-concept omonimo, lanciato dall’altrettanto indimenticabile spot-tv “Ciao, comprati Arrapaho”) degli Squallor, gruppo napoletano demenziale dedito alla volgarità più gratuita e anarchica. Diretti da Ciro Ippolito (già responsabile del cult-trash ALIEN 2 SULLA TERRA), gli Squallor (Alfredo Cerruti, Daniele Pace, Giancarlo Bigazzi e Oscar Avogadro) tengono fede al loro nome e inventano - con inatteso senso dell'originalità - una storia ambientata in una microriserva indiana, in cui la tribù degli Arrapaho (governati...Leggi tutto dal grande capo Palla Pesante) viene in contrasto con la tribù vicina per via della bellissima Ascella Pezzata (Tinì Cansino), che l’irascibile Cavallo Pazzo vorrebbe sposare ad ogni costo. Da un soggetto minimo gli Squallor tirano fuori il film inserendovi dentro di tutto, dalle danze gay dei Frocheyenne che adorano un totem dalla forma inequivocabile a Cesare Ragazzi (all'epoca il leader trash della lotta alla calvizie) che emerge da una cascata col suo parrucchino, dalle canzoni del disco da “coreografare” alle scene venute male e ripetute tre volte con l'intervento fuori campo del regista. A confondere ancora di più un panorama già fin troppo improvvisato e illogico si aggiungono i finti spot: parodie delle pubblicità di allora (Camel Trophy, la Simmenthal, gli assorbenti…) inserite senza alcuna coerenza in mezzo al film e confuse tra sketch deliranti (“Berta amore mio”, “Pierpaolo a Rio”). La ricerca del cattivo gusto, della volgarità offensiva contro le minoranze (gli omosessuali, i neri…), del politically incorrect, del turpiloquio, sono talmente esasperate da risultare alla fine quasi “intelligenti”, sorta di risposta italiana a John Waters (senza averne i mezzi tecnici, comunque). Vale come testimonianza di un'epoca. Trash puro, una follia filmica in ogni caso irripetibile.

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Fabbiu 4/03/07 15:01 - 2144 commenti

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Se Amici miei venne considerato una tappa fondamentale della commedia italiana quale traghettatore della comicità verso i valori della nuova borghesia, questo film degli Squallor è in assoluto un cult, perché strappa risate con la coprolalìa, attraverso la forma più squallida della comicità. C'è una gran quantità di parolacce e volgarate spesso nonsense, oltre a uno stile trash artificiale. Un film speciale. Brigazzi, Boncompagni e Cerruti sono geniali comici-parolieri, fautori di una satira ottima.

G.Godardi 13/04/07 22:55 - 950 commenti

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Ricorda di più Ed Wood che i Monthy Python, a cui Ippolito ha più volte detto di essersi ispirato. Ma il film, così come è stato realizzato, pare proprio un prodotto del peggior regista trash: titoli di testa e coda espansi al limite per arrivare ad una durata standard;, sequenze rubate ad altri film (tra cui uno dello stesso Ippolito); inserimento di finti spot sempre per arrivare alla "durata minima". Il film in sè è molto divertente, se preso per quello che è. Ma è più una creatura di Ippolito che dei mitici Squallor, che di loro offrono ben poco rispetto ai loro lp.

Homesick 30/05/07 18:37 - 5737 commenti

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Autoironico e autoreferenziale. Talmente sgangherato, povero e trash da risultare quasi geniale e sicuramente un cult. Numerosi i riferimenti televisivi con tanto di finti spot pubblicitari che interrompono di continuo la storia; volgarità diffusa ma mai eccessivamente pesante, soprattutto se paragonata a certi film e spettacoli di varietà odierni. Cast bizzarro, belle le musiche.

Deepred89 21/08/07 12:48 - 3706 commenti

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Abominevole. La volgarità e il razzismo non mancano, ma il tutto è servito con una sciatteria che lascia stupefatti. Di battutacce ce ne sono tante, ma non si ride nemmeno una volta e le idee che vorrebbero essere originali (come gli spot che interrompono senza criterio il film) risultano solo irritanti. Quindi solo tanta noia e tanto squallore e gli attori si adattano perfettamente al livello generale del film. Solo due piccole note positive: alcuni temi della colonna sonora e i simpatici titoli di coda. Tutto il resto è da buttare.

Undying 15/09/07 00:15 - 3807 commenti

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Un film (?) ritagliato su misura degli Squallor che garantiscono, con dialoghi tanto volgari quanto deliranti la pertinenza di un nome adatto al loro "gruppo" (frocio-tribale... per restare in argomento sviscerato nella pellicola). Non si può parlare qui di cinema, perché manca un senso di continuità narrativa (le gag sono impostate come brevi spot pubblicitari), mancano gli attori, manca la scenografia (è tutto girato in un misero campetto, con qualche tenda) e manca la regia. C'è, di buono, solo la Cansino; ma anche lei viene "squallorizzata"...

Il Gobbo 17/09/07 10:37 - 3015 commenti

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Folgorante (insomma, più o meno) all'epoca, è apparso pesantuccio rivisto oggi, malgrado sia invariata l'ammirazione per il genio degli Squallor (almeno finchè è vissuto il povero Pace) nella contaminazione fra perizia musicale e humour da caserma. Alcune trovate del film restano valide, per non dire della Tinì Cansino, ma l'orrendezza visiva è oggi insostenibile. In calo.
MEMORABILE: Il "montaggio analogico" nella scena del pianto della Cansino: "Dove andrà a finire 'sta lacrima?" e lo stacco sul totem fallico...

Puppigallo 26/09/07 13:09 - 5273 commenti

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Sarà anche una super boiata con battutte ultraspesse e cafonaggine a tutto spiano, ma ogni volta che lo ridanno, anche solo a pezzi, me lo rivedo. Il capo indiano è uno spasso e i suoi monologhi vanno al di là del ridicolo. Anche alcuni intermezzi sono da vedere (il Tranvel Trophy, il figlio sboccato e viziato che massacra di insulti, padre, madre e domestica di colore, Cesare Ragazzi…). E poi c’è il film, con le tribù più alternative mai viste, attori di rara imbecillità e Tinì Cansino. Insomma, un’irripetibile trashata da non sottovalutare.
MEMORABILE: L'indiano appoggia l'orecchio a terra, poi si alza e dice "Sento odore di Ascella Pezzata", con un pezzo di sterco che gli fuoriesce dall'orecchio.

Renato 28/09/07 18:47 - 1648 commenti

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Un mezzo film, non per il valore intrinseco ma per la sua contiguità col mezzo televisivo. Solo 10 anni prima un prodotto del genere sarebbe stato impensabile, ed in fondo non ci sarebbe stato certo da rammaricarsene... Comunque, a onor del vero, qualche risata il film la strappa, la Cansino full frontal merita sempre una visione e le musiche sono entrate direttamente negli annali del trash.

B. Legnani 5/04/08 16:31 - 5530 commenti

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Settoriale, non per tutti. Chiedo scusa per la banale pomposità che viene dopo la virgola, ma è chiaro che il film non va valutato secondo i comuni canoni estetici... È tale la curiosità di sapere cosa arriverà dopo, che si sopportano scemenze che non fanno ridere, sperando che poi qualcosa arrivi (e arriva: “cadavere, neanche eccellente”, “di Pace-Panzeri-Conti”, “siediti meco”). Althaus è, francamente, perfetto. Ampie parti alle Cascate di Monte Gelato. Con un po' di sforzo, sapendo cosa ci si deve attendere, è guardabile...

Matalo! 23/07/08 14:33 - 1378 commenti

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Una schifezza il cui unico merito è la sua singolarità. Non fa ridere, è lento, noioso e un filo razzista, non politically uncorrect. Con Uccelli d'Italia faranno anche peggio; gli Squallor son stati accostati agli Skiantos e ad Elio ma non son mai c'entrati nulla con questi. Da un lato la provocazione in rima baciata, dall'altro il calembour citazionista misto al miglior cabaret derbiano anni 80/90. Da questo lato trivialità corporali da pessimi goliardi di mezza età.

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Maineng 24/07/08 01:55 - 100 commenti

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Un film che ho visto all'età di quattordici anni e che all'epoca divenne un cult. Mi é capitato di rivederlo e capire meglio con che occhi si può guardare una pellicola in età differenti! Un tipo di umorismo molto Anni Ottanta, fatto di situazioni da "facile ironia" con due tribù indiane, entrambe alle prese con situazioni grottesche! Condisce il tutto la presenza della bella Tinì Cansino, che proprio l'anno dopo farà "Drive in". Un film fatto apposta per gli Squallor, tra freddure e canzoni. Ciro Ippolito centra perfettamente l'umorismo tipico di quegli anni.

Cotola 26/07/08 03:36 - 9043 commenti

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A dire la verità questo film non mi è mai piaciuto molto (nemmeno quando lo vidi da ragazzino, eppure gli Squallor allora mi piacevano): l'ho sempre trovato abbastanza noioso e poco divertente nonostante una comicità di grana grossa e piuttosto triviale. Si ride poco e le gag riuscite si contano sulle dita di una mano.

Enricottta 4/12/09 15:51 - 506 commenti

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Come eravamo... ed eravate fatti male sbottò un mio nipote! A dire il vero la grana grossa non è fatta per le nuove generazioni. Ma quello che mi fa in... rabbiare è che la memoria con il tempo fa brutti scherzi. Il successo degli Squallor è stato travolgente, ed è stata la censura a bloccare la loro definitiva consacrazione. Il film non è la summa delllo Squallor-pensiero, ma è godibile come un buon cioccolatino al cognac (anche lui "rigorosamente" Anni Ottanta): meditativo quanto si vuole, ma sempre un cioccolatino.

Vanadio 2/05/10 16:02 - 105 commenti

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Indigeribile boiata di Ciro Ippolito. Non ha senso parlare di film, attori, sceneggiatura: è una serie di battute spaventosamente volgari legate da un filo sottile come in una tela di ragno. Un vero e proprio obbrobrio, meriterebbe solo di essere gettato in una fornace. Il "trash" del "trash": peggio di così è difficile fare.
MEMORABILE: La presenza di Tinì Cansino (ragazza fast food del Drive-in di Antonio Ricci).

Galbo 4/05/10 16:18 - 12392 commenti

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Definire questa opera (?) degli Squallor un film è forse un po' troppo. Tràttasi infatti di vera e propria "trashata" cinematografica realizzata esclusivamente (almeno così pare) per meri motivi alimentari. Solo così si può giustificare l'assenza di qualsivoglia messa in scena almeno decente di questa che è esclusivamente una sequela di volgari gag, per le quali a volte si ride per disperazione.

John trent 16/07/11 14:36 - 326 commenti

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Chissà come è venuta l'idea a Ciro Ippolito di portare gli Squallor sul grande schermo. Il disco Arrapaho non nasce certamente come concept album eppure intorno al mondo di questa sgangherata tribù indiana si costruisce un abbozzo di trama inframezzata da parodie di finti spot televisivi ed altri mini-episodi ispirati ad altre canzoni degli Squallor (Pierpaolo e Berta, mal realizzate). Cerruti resta sempre fuori campo ma la sua voce narrante domina la scena, ottimo Pace, nudissima la Cansino. Ipostasi della volgarità, o si ama o si odia.
MEMORABILE: Il nudo frontale di Tinì Cansino e i magnfici 3 spot "Tranvel trophy".

Zender 4/12/11 12:41 - 315 commenti

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Gustosissima accozzaglia di sketch legati solo dal medesimo approccio demenzial-surreale marchiato Squallor, Arrapaho spiazza chiunque non conosca l'umorismo del gruppo: una pioggia di volgarità gratuite che tuttavia prive di vera malizia sentenziano l'unicità del film, spezzettato da finti break pubblicitari fino all'interminabile quanto dichiaratamente superflua sfilata conclusiva, che sputa in faccia ai tanti che devon faticare per riempire metri di pellicola. Ingiudicabile con un metro paritario, sollazzerà molti disgustando altrettanti.
MEMORABILE: Il volto del conducente nel finale del Tranvel trophy; Pierpaolo a Rio; Berta.

Didda23 5/12/11 11:39 - 2426 commenti

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Girato con pochissime lire ma con tantissime idee, è un'accozzaglia di sketch assolutamente geniali e oltremodo divertenti. Se lo spettatore ha la fortuna di entrare in empatia con l'opera in questione, si può togliere davvero tante belle soddisfazioni. Indimenticabili le perle di metacinema e le battute volgarissime di bassa lega. Senza dubbio l'opera è una pompa! Pardon... bomba!

Markus 5/12/11 14:27 - 3687 commenti

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Una serata con amici, c'è aria di festa e voglia di goliardia con la bava alla bocca; cosa c'è di meglio che vedere Arrapaho? Sì certo, i puristi del cinema trash obbietteranno che è meglio quello involontario, ma l'operazione surreal-demenziale dei mitici Squallor è riuscitissima. La pellicola è un formidabile delirio: tutto è volutamente lasciato al caso e il "buona la prima" è la spina dorsale dell'opera. Un degno quanto folle finale accozzato senza logica è la ciliegina sulla torta. Un caro ricordo di Daniele Pace.

Pol 7/12/11 17:15 - 589 commenti

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Trasposizione su pellicola dello stile Squallor prodotto e diretto da un Ciro Ippolito in bolletta ma molto "vivo". Sicuramente l'aspetto che più colpisce è l'assoluta libertà dell'operazione, che se ne frega di qualsiasi regola cinematografica e proprio per questo risulta affascinante nella sua sguaiatezza. Detto ciò il film richiede molta complicità dello spettatore (si ride "con loro" e non "di loro") anche per superare certe secche, ma preferisco cento volte questo a certe coeve derive (patetiche) della commedia sexy (chi ha detto Tarantini?)
MEMORABILE: La voce narrante di Cerruti mi fa ridere a prescindere.

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Enzus79 11/09/12 11:34 - 2895 commenti

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Guardando questo film si potrebbe pensare di aver visto il peggio del peggio del cinema italiano, ma in fondo, forse, non è così. Nonostante tutto si ride a qualche battuta, anche se poi ci si annoia. Arrapaho si potrebbe paragonare benissimo alle canzoni degli Squallor, non eccezionali ma ascoltabili.

Daidae 20/09/12 00:30 - 3179 commenti

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Mediocre film al quale è stata attribuita la fama di "scult", a mio avviso immeritatamente. Si tratta di una serie di gag, alcune particolarmente squallide, che vengono interrotte dalle vicende di Arrapaho (attore famoso anni dopo per la saudade) e Scella pezzata. Tra il mediocre e lo scadente, ma è un'opera volutamente squallida.

Ryo 22/02/13 16:59 - 2169 commenti

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Credo sia uno dei punti più bassi del cinema italiano. Non riesco davvero a capire come quest'obbrobbrio abbia fatto un incasso di 5 miliardi di lire, all'epoca! Una fotografia pessima, peggio delle web-serie amatoriali, una sceneggiatura praticamente inesistente collegata da (s)gag scialbe e squallide, qualcuna inutilmente lunghissima. Doppi sensi banalissimi, freddure improponibili e una colonna sonora ripetitiva che dopo un po' annoia.
MEMORABILE: L'unica frase azzeccata è nei titoli di coda: "Diretto disastrosamente da Ciro Ipoplito".

Capannelle 9/02/17 23:36 - 4411 commenti

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Salviamo le musiche "indiane", qualche monologo di Palla Pesante, i titoli di coda e il tranviere sadico che sputacchia sull'impiegato. Il resto fa poco ridere oltre che denunciare la voglia di filmare come capita e di recuperare metraggio con robe prese in prestito (ma quello è il meno). Alcune gag sono di bassa lega, gli intermezzi abbastanza terrificanti, pure il mitico Pierpaolo non viene bene come l'originale.

Belfagor 29/04/17 11:05 - 2690 commenti

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La prima fatica sul grande schermo degli Squallor è uno sconclusionato racconto di amore e guerra fra tribù indiane inframmezzato da parodie di spot e promo in pieno stile anni '80. Ha l'indubbio pregio di non nascondere la propria natura: una parata di trash volontario e di comicità sboccata nella quale tutto è approssimativo, incluso il ritmo. Quando, però, le gag vanno a segno, lo spasso è assicurato. Visto senza pretese, è una sorta di esperienza liberatoria e anticinematografica. Scult (o stocult?).
MEMORABILE: "Berta, tenero amore mio"; I monologhi di Palla Pesante; Il sadico tramviere.

Paulaster 11/05/17 10:20 - 4417 commenti

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Può essere considerato solo come una sequela di sketch, e il non prendersi sul serio a volte funziona. I contenuti sono di una trivialità imbarazzante, ma qualche dialogo sa essere più surreale del monologo di un comico. Anche le musiche aiutano a creare un minimo di ambiente western (sebbene le uniche scene di massa sian rubate ad altri film). Inguardabili i finti spot e la recitazione di molti (la Cansino vi ovvia con un nudo integrale).
MEMORABILE: La mandria dei cavalli come sforzo della produzione; Linguamatic; Avida; Il cavallo Alboreto a cui dava il carpaccio; I titoli di coda.

Pessoa 6/02/19 15:58 - 2476 commenti

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Film legato al marchio di un fenomeno di costume, quello degli Squallor, che è difficile estrapolare dal contesto di un'avventura ventennale che ha diviso l'Italia. Una di quelle cose che si amano o si odiano, dove a tratti traspare il genio creativo della band ma che contiene anche momenti ai limiti del guardabile. La storia non esiste, la sceneggiatura è spesso improvvisata, il budget è irrisorio e gli intermezzi pubblicitari sono un riempitivo (e si vede) ma molte battute colgono nel segno, anche se le canzoni funzionano meglio sul vinile.
MEMORABILE: I nomi propri degli indiani; La tribù dei Frocheyenne.

Michdasv 1/02/21 17:05 - 117 commenti

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Se inizi a ridere... e le persone attorno a te ridono... non smetti di ridere per gli stiracchiati 75 minuti scarsi. Un film che va preso così, per ridere, senza serietà, e chi se ne importa se la trama è scarsa e i fotogrammi son rubati a Soldato blu e i costumi sono sbagliati. Demenziale forse significa anche deliberata assenza di serietà formale sia nella sceneggiatura sia nei dialoghi. Denso di frasi e denominazioni memorabili (Arrapaho, i Frocheyenne, Capo di Bomba, Ascella Pezzata...)!
MEMORABILE: "Ma sei veramente morta?"; "A chi vuoi più bene, papà o mamma? PippoBaudo!"; "Io ti ho dato i pascoli migliori... ma tu sei venuto 'na chiavica".

Jena 29/05/21 16:49 - 1555 commenti

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Talmente e volontariamente trash da risultare quasi divertente: gli indiani che parlano in dialetto napoletano, le tribù dei cefaloni e dei frocheyenne, "capo di bomba", gli incredibili deliranti monologhi di Palla pesante, le pulsioni omoerotiche... Il tutto però è affossato dalla totale assenza di ritmo, da sketch televisivi pietosi, da parecchie freddure che lasciano assai "freddi". Non esistono ovviamente scenografie essendo il tutto girato in un campetto dietro casa ma questo è il meno. Vabbè c'è la Cansino, di una bellezza disumana e che concede un full frontal da infarto...
MEMORABILE: "CapodiBomba vuoi più bene a papà o mamà? A Pippo Baudo"; Un indiano ascolta il terreno e si alza con un escremento nell'orecchio.

Bullseye2 27/08/23 21:11 - 396 commenti

I gusti di Bullseye2

Ippolito non dirige ''disastrosamente'' (come da titoli di coda), bensì fa a pezzi quel poco di cinema italiano rimasto all'epoca (già distrutto dalle tv private) adeguandosi al "nuovo" linguaggio, ossia interrompendo con spot demenziali quasi quanto quelli "veri" un saggio di dadaismo e anarchia su pellicola che mischia al di là del bene e del male il tardowestern poveristico, le pierinate, i Monty Python e, perché no, certo Rocha e Godard con il gruppo che fece lo stesso all'interno del pop italiano: gli Squallor. Si astengano le anime sensibili, tutti gli altri si divertiranno.

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DISCUSSIONE GENERALE:
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CURIOSITÀ:
Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.

MUSICHE:
Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
  • Discussione Zender • 22/02/13 19:01
    Capo scrivano - 47774 interventi
    A me sembrava proprio lui eh. Figurati se non ha interpretato volentieri uno spottone simile... Beh, su Imdb non è che c'è sempre tutto.
  • Discussione Capannelle • 9/02/17 23:38
    Scrivano - 3509 interventi
    Zender ebbe a dire:
    A me sembrava proprio lui eh. Figurati se non ha interpretato volentieri uno spottone simile... Beh, su Imdb non è che c'è sempre tutto.

    No dai, a parte che in giro scrivono tutti di una sostituzione ma a me non sembrava proprio lui, sia come viso che come movenze.
  • Discussione B. Legnani • 10/02/17 00:09
    Pianificazione e progetti - 14963 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    Zender ebbe a dire:
    A me sembrava proprio lui eh. Figurati se non ha interpretato volentieri uno spottone simile... Beh, su Imdb non è che c'è sempre tutto.

    No dai, a parte che in giro scrivono tutti di una sostituzione ma a me non sembrava proprio lui, sia come viso che come movenze.


    Anche il regista dichiara che non è lui. https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Ragazzi
  • Discussione Zender • 10/02/17 07:07
    Capo scrivano - 47774 interventi
    Perfetto, grazie. Tolto.
  • Curiosità Buiomega71 • 18/01/18 19:18
    Consigliere - 25998 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv (martedì 20 gennaio 1987) di Arrapaho:

  • Discussione Mauro • 21/08/21 22:04
    Disoccupato - 3 interventi
    Imdb (la pagina dell'attore, non quella del film) segnala nel cast Fiore De Rienzo, padre di Libero e oggi principalmente conosciuto come giornalista (è stato per molti anni uno dei storici inviati della trasmissione "Chi l'ha visto?")

    Ultima modifica: 21/08/21 22:05 da Mauro
  • Homevideo Zender • 14/06/22 12:20
    Capo scrivano - 47774 interventi
    Il bluray della General Video (Federal in copertina) utilizza lo stesso identico master del dvd, che non è stato quindi restaurato in alcun modo e presenta (pur se non in modo eccessivo o invadente) graffi e spuntinature. La definizione è ovviamente superiore, ma i colori sono meno naturali (con una tendenza al rossastro rispetto a prima), il quadro più scuro e i difetti più evidenti.

    Ultima modifica: 14/06/22 12:20 da Zender
  • Homevideo Ruber • 16/06/22 02:41
    Formatore stagisti - 9246 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Il bluray della General Video (Federal in copertina) utilizza lo stesso identico master del dvd, che non è stato quindi restaurato in alcun modo e presenta (pur se non in modo eccessivo o invadente) graffi e spuntinature. La definizione è ovviamente superiore, ma i colori sono meno naturali (con una tendenza al rossastro rispetto a prima), il quadro più scuro e i difetti più evidenti.


    Praticamente è quasi meglio il dvd ;)
  • Discussione Pessoa • 3/08/22 23:26
    Formatore stagisti - 416 interventi
    Per chiosare molti dei commenti precedenti riporto uno stralcio di un'intervista al regista Ciro Ippolito in cui è evidente che l'idea di fare un prodotto deliberatamente trash era la linea guida fin dal concepimento del film. Naturalmente nessuno volle finanziarlo ed Ippolito lo finanziò da solo guadagnandoci poi una barca di soldi. L'intervistatore è Marco Giusti.

    Chi produsse il film? 
    «Non lo voleva nessuno. Goffredo Lombardo, proprietario della Titanus, mi disse che ero pazzo ad aver pensato a un film così. Ma io ci credevo, decisi di finanziarmelo da solo e lo girai in 15 giorni, costò 135 milioni. Rifiutai di puntare sui comici affermati, scommisi su un altro punto: la lavorazione del film doveva essere la parte esilarante, e quindi feci recitare il film a buona parte della troupe con le scene ripetute due volte, le sbavature, i fuori campo».                     

     Chi ebbe il coraggio di distribuirlo?   
    «Neanche gli esercenti ci credevano, trovai solo due uscite, il 14 e 15 agosto a Viareggio e Ischia. Il film sbancò, a Ischia alle 3 di notte c'era ancora la fila per l'ennesima replica. E da lì è partita l'avventura: i distributori ci ripensarono e mi fu offerta un'uscita da blockbuster, 120 sale. A Napoli il primo giorno fece 11.000 presenze, fu al cinema da settembre a Natale con un incasso di 5 miliardi di lire. Lombardo mi richiamò, mi offrì un miliardo per fare Arrapaho 2, che invece si sarebbe chiamato Uccelli d'Italia».

    Come fu lavorare con gli Squallor?   
    «Ridevamo dalla mattina alla sera: tutto ciò che si vede era vero, e quasi tutto improvvisato. Cerruti inventava al momento, se gli avessi fatto ripetere le sue storie non sarebbero venute buone come la prima volta. Era timido, non volle apparire come invece fece per Uccelli d'Italia. Anche Pace fu lasciato libero, c'era l'anarchia più assoluta, fu un film dadaista a partire dal casting. Se veniva uno che sapeva recitare lo scartavo, se arrivava un cane lo prendevo. La Cansino ci era stata segnalata come nipote di Rita Hayworth, per me contava che fosse greca, e quindi con un accento assurdo, con tutte le curve al suo posto, svagata. Improbabile anche il protagonista maschile, Urs Althaus, poi divenuto celebre come Aristoteles in L'allenatore del pallone. Un grande signore per nulla portato per il cinema».  

    Fonte: Dagospia  
    Ultima modifica: 3/08/22 23:26 da Pessoa