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L'IMPRESSIONE DI MMJ

Dicendo di ispirarsi (per quanto con molte libertà) a fatti realmente accaduti che riflettono l'impossibilità, nella realtà, di giungere a soluzioni complete nelle tantissime indagini relative a casi di omicidio o scomparsa, si mettono già parzialmente le mani avanti. Come si comporterà il film, ci si chiede, di fronte a una simile eventualità? Lo si scoprirà nel finale, perché l'apertura è su un delitto tanto apparentemente privo di significato quanto brutale: una ragazza, Clara, uscita da poco da una riunione con amici, viene avvicinata lungo una strada deserta, di notte, da qualcuno in passamontagna che le getta della benzina...Leggi tutto addosso e la incendia, uccidendola.

Il cadavere viene ritrovato la mattina dopo e la polizia (siamo nella provincia francese) si occupa prima di tutto di comunicare la tragedia alla madre. Una scena importante, perché già fa capire come l'attenzione del film si sposti spesso dalle indagini a uno studio delle reazioni di chi nelle stesse è coinvolto. La quasi totale assenza di una colonna sonora costringe a focalizzarci sulle parole, sulle risposte, sulle espressioni stranite, sull'anomalia di molti comportamenti, sulle differenze caratteriali e in particolar modo a ragionare sulle abitudini della vittima, una giovane sicuramente disinibita i cui rapporti con più di un partner porteranno alcuni - persino in polizia - a valutare sotto una certa ottica il caso. Chi però se ne occupa principalmente  è il nuovo capitano appena subentrato, Yohan Vivès (Bouillon), uomo di poche parole e piglio risoluto che, accompagnato da un collega (Lanners) alle prese con problemi tremendamente seri con la moglie, cerca di venire a capo di un delitto in cui gli indizi latitano, al contrario dei presunti amanti della vittima. E c'è pure chi, interrogato, ammette di aver scritto un pezzo rap (ampiamente diffuso sul web) in cui parlava di quanto gli sarebbe piaciuto bruciare la povera Clara.

A colpire di più sono comunque l'approccio quasi apatico agli interrogatori, i silenzi riempiti da espressioni singolari, l'imbarazzo di chi si trova costretto a svelare la propria intimità senza capire il motivo per cui è chiamato a farlo. E con l'unica, vera grande amica della defunta che mostra di trovare profondamente ingiusto il modo con cui Clara viene dipinta, quasi come se le sue frequentazioni sessuali contassero più di ogni altra cosa. Un'opera quindi matura, che quasi si prende gioco dei meccanismi tradizionali del giallo per svelarne l'incompiutezza, la fallibilità, la difficile applicabilità del metodo investigativo nel quotidiano di delitti in cui tutto sfugge. Piace la profondità dell'analisi, anche se poi ci si scontra con qualche difetto di troppo nello svolgimento armonico della storia, in cui le pause non si contano e l'evidente freddezza si traduce spesso in una piattezza che la totale mancanza di azione rende più evidente. Eppure il film mantiene un suo fascino atipico, che è un po' quello di altri lavori di Moll e a cui è facile avvicinarlo anche per una certa caratteristica inconcludenza.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/09/22 DAL BENEMERITO COTOLA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 15/03/23
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Cotola 14/09/22 20:04 - 8630 commenti

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Una giovane ragazza viene bruciata viva: la polizia indaga. Difficile coinvolgere appieno se dopo un minuto di film la sceneggiatura svela come finirà. Eppure in parte lo script ci riesce, sebbene col passare dei minuti si capisca che le indagini non sono l'elemento di punta del film. Siamo, infatti, palesemente dinanzi a un poliziesco dalle istanze femministe che riesce nell'intento di metterci dinanzi a posizioni e pensieri scomodi: primo tra tutti il classico... se l'è cercata. Tensione vera non ce n'è; meglio il coinvolgimento. Personaggi così così. Non male.

Lou 1/10/22 14:29 - 1101 commenti

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Costruito come un thriller, in realtà un film intimista che esplora ossessivamente e coraggiosamente il tema del femminicidio, attraverso le indagini sul caso, irrisolto, di una ragazza bruciata viva nella provincia francese. C’è qualcosa che non funziona nei rapporti tra gli uomini e le donne, dice a un certo punto l’esemplare poliziotto a capo delle indagini, ed è proprio questa radice del male che Dominik Moll analizza con taglio attento e non comune.

Myvincent 27/01/23 22:52 - 3465 commenti

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Un femminicidio come tanti (purtroppo) porta la polizia a scavare nella vita della giovane vittima, molto poco accorta nello scegliersi partner decenti anche per una sola notte. Tanti possibili indiziati ma poche prove schiaccianti. Il film in realtà è uno spaccato sugli ambienti di polizia, in cui spesso aleggia il maschilismo più ottuso e in cui sono proprio gli uomini a occuparsi di altri uomini assassini. Sempre che alla fine di uomo si tratti. La morale è questa, perché la morale va adeguata indubbiamente ai tempi di oggi.

Nicola81 17/02/23 22:15 - 2609 commenti

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Un film che utilizza l’indagine poliziesca per mettere il dito nella piaga del femminicidio, trattando l’incandescente materia con intelligenza e senza esprimere giudizi morali: non si colpevolizza la vittima (una ragazza effettivamente troppo disinvolta nella scelta dei partner), ma non si sfocia neppure nel femminismo d’accatto. Svolgimento realistico e dialoghi ben scritti, ma il finale irrisolto rischia di lasciare l’amaro in bocca, specialmente se si cerca un classico prodotto di genere. Interpretazioni nella media.

Daniela 9/03/23 02:53 - 12081 commenti

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Un delitto atroce commesso da un assassino che rimarrà senza senza volto. Già dalle prime battute sappiamo infatti che le indagini di polizia, pur condotte in modo scrupoloso, sono destinate a rimanere senza esito e questa consapevolezza accentua il tono malinconico della denuncia di una mentalità diffusa che spesso, nei casi di violenza contro le donne, finisce per colpevolizzare la vittima diventando più o meno consapevolmente complice degli orrori prodotti dalla mascolinità tossica. Moll si conferma regista di spessore con un poliziesco intimista, riflessivo, ben interpretato.

Kinodrop 14/03/23 19:07 - 2568 commenti

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L'atroce fine di una ventenne fa scattare la trafila delle indagini collezionando sospettati che però si rivelano innocenti già a questo primo livello. La consapevolezza che si tratterà di un caso irrisolto toglie immediatamente ogni spunto di suspense e la narrazione procede per una via psicologica che riflette su certe dinamiche che contrappongono maschile e femminile, attraverso la personalità del giovane capitano volenteroso e perplesso. Alla prima parte focalizzata sul delitto, segue una reiterazione di false piste e sottotrame che diluiscono ancor di più l'appeal della storia.

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