Praticamente un remake del celeberrimo “Catene”, che declina i migliori elementi della sceneggiata napoletana (affetti e tragedie familiari, amore tradito, ironia, emigrazione, riscatto, sincera fede religiosa e immancabile lieto fine) affidati agli intensissimi Mario Merola e Angela Luce, entrambi impegnati in numerose esibizioni canore. Il viscido cattivone di turno è interpretato con efficacia dallo stesso Ciro Ippolito.
La sceneggiata napoletana con la S maiuscola. Ippolito dirige col suo solito stile semplice, quasi naive se vogliamo, ma senz'altro efficace per il suo pubblico di riferimento; ed a volte infila pure qualche finezza decisamente inaspettata. La musica è molto bella (almeno se si apprezza il genere) ed il film ha il pregio di mantenere esattamente quello che promette, senza sorprese né delusioni. Certo a carburare ci si mette un po', visto che nella prima mezz'ora ci sono almeno 3 canzoni, ma poi il film ingrana e giunge con passo più svelto al celebre finalone strappalacrime. Grande.
Un film, un delirio. Ciò che, negli Anni Ottanta, passava il cineconvento era talmente brutto che, all'uscita, nelle sale, di Lacrime napulitane, Tullio Kezich ebbe a scrivere, su Panorama: "Che ci sia dietro la lezione di Fassbinder?". Avete letto bene! Noi Napoletani avevamo un Armin Muller-Stahl, o un Gottfried John, e gli abbiamo fatto fare 'O Zappatore. E che dire dell'Hanna Schygulla co' 'a pummarola 'ncoppa?
A me è piaciuto. Tipico melodramma napoletano che si regge sui due protagonisti, ottimi sia come attori che come cantanti (se vi piace la canzone napoletana, ovvio). La trama è mediocre ma regge, la parte migliore è poco dopo la metà del film. Ottimo cast e buona prova per Ippolito, qui presente anche come cattivo di turno.
Gli elementi per una buona sceneggiata c'erano tutti: due grandi interpreti (Mario Merola e Angela Luce), o' fetentone, e' corna (presunte), l'emigrato che si strugge e sogna il sole di Napoli. Eppure qualcosa non funziona e il film non appassiona come dovrebbe. Probabilmente Ippolito ha voluto esagerare in raffinatezza, perdendo in mordente. Sterile, noiosetto ma non da buttare via.
Vederlo alle dieci di sera è un'impresa, ma il sabato mattina le cose migliorano. Sceneggiata in grande stile con un trionfo di esibizioni canore d'impatto. Trama telefonata ma che regge bene, bravo Ciro Ippolito veramente antipatico con quei stupendi capelli argentei. Lieto fine dopo una serie di disgrazie a catena. La tavolata a ferro di cavallo mi esalta sempre in quanto immancabile nei Merola's movie.
A Napoli si dice: iss ess e o malamente che sono le archetipiche figure della sceneggiata di cui questo film rappresenta il trionfo di ogni topos. Dramma, lacrime, lieto fine con Merola protagonista assoluto, contornato da un cast di contorno partenopeo che avrebbe meritato miglior “fortuna”. Gli amanti del genere non possono mancarlo, gli altri (per il loro bene) è meglio che si astengano.
Terribile. Ciro Ippolito destrutturalizza la sceneggiata napoletana dandone un guato naif che difatti distrugge il film; la scena simbolo di questo scempio la possiamo trovare nei primi minuti dove, alla comunione della figlia, Merola e company cantano per mezz'ora i classici napoletani, come in un musical qualunque. Si salva solo Merola che canta Lacrime Napulitane, vero grande momento del film. Diretto da Ippolito come se si trattasse di un videoclip, merita da solo 5 stelle. Ma nel complesso...
Napoli nel bene, Napoli nel male. Ippolito, subito dopo Alien 2 sulla Terra, produce una delle sceneggiate di maggior successo, complice anche le tantissime canzoni cantate da Merola e dalla Luce (durante il pranzo canteranno per circa 15-20 minuti di fila). La storia della sceneggiata è classica, a volte gli interni potrebbero rimandare a una piece teatrale di terza fascia. Per gli aficionados del genere e di Merola un vero e proprio must.
Ciro Ippolito e Mario Merola all'arrembaggio, tra Napoli e Nuova York, per la conquista di una quantità onorevole di luoghi comuni della sceneggiata napoletana. Tutto comincia tra i festeggiamenti, al suono di canzoni; procede tra malavita e storie di corna (vere o presunte è lo stesso); si conclude concentrandosi nella produzione di energia lacrimevole e zuccherosa. L'oggetto non esalta ma non è una boiata, le canzoni funzionano e ci sono dei passaggi (dei segmenti) curiosi, strani, di un realismo allucinato che non lascia indifferenti.
MEMORABILE: Il presepe; L'esibizione in tv di Angela Luce; Mario Merola a New York (la canzone).
Almeno questa volta il film non prende la piega del tragico: la trama ricorda quella di Catene con Nazzari, ma l'accoppiata Merola-Luce si rivela azzeccata (i due se la cavano come attori e soprattutto hanno belle voci). Buono il cast di contorno (anche se Ippolito è troppo simpatico per la parte del viscido camorrista), finale scontato ma godibile.
MEMORABILE: La nonna proibisce a Assuntina di vedere sua madre cantare in tv.
Lacrima movie con una vicenda ad alto tasso di improbabilità che riprende una celebre sceneggiata napoletana. Il vero pezzo forte del film sono le frequenti canzoni interpretate dai due protagonisti, vedette indiscusse del genere, che però lasciano piuttosto a desiderare quanto a recitazione, tanto che la migliore del modesto cast resta una sanguigna Pupella Maggio. La sceneggiatura si mantiene sul popolare senza trovare momenti interessanti mentre le location regalano qualche splendida immagine di una Napoli non turistica. Un prodotto pensato esclusivamente per gli appassionati.
MEMORABILE: Il prezioso presepe in terracotta del '700 nel chiostro delle Clarisse; La canzone "Lacreme napulitane", un capolavoro.
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HomevideoZender • 4/02/09 18:07 Capo scrivano - 48843 interventi
Azz che occhio, non me n'ero proprio accorto! E' vero, napOletane, tocca metterlo negli aka. Non si tenterà mica l'italianizzazione di Merola? So che non potresti accettare una cosa simile, Renato! Napoli nun ha da cagnà!
HomevideoGeppo • 26/09/09 22:47 Call center Davinotti - 4356 interventi
Ho preso il dvd "Federal" di "Lacrime napulitane".
Master: ottimo, pulito
Audio: buono
Durata effettiva: 103' minuti (integrale),
durata dichiarata sulla fascetta: 107' minuti.
Extra: Intervista a Mario Merola e Angela Luce.
Audio commentary di Ciro Ippolito.
Trailer e biografie
Mi spiace veramente molto, Carlo ha fatto su fbk un bel post su Irina. Non ci scorderemo mai quegli occhioni grandi e anche tristi (motivo per cui fu scelta da Carlo).
DiscussioneNeapolis • 4/02/18 18:22 Call center Davinotti - 3262 interventi
È morta Irina Sanpiter. Era stata Magda la moglie di Furio in Bianco rosso e Verdone
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima visione Tv (venerdì 30 settembre 1988) di Lacrime napulitane: