Pessimo film a episodi (tre) di durata decrescente. Si parte con IL FRIGORIFERO, diretto da uno svogliato Mario Monicelli. La coppia finto-sarda composta da Monica Vitti (con un'assurda parrucca rossa tutta boccoli) ed Enzo Jannacci (al suo esordio comico sul grande schermo) s’è comprata un megafrigorifero senza permetterselo. Vivendo in un seminterrato vicini a una “massaggiatrice”, alla Vitti esasperata vien voglia di prostituirsi per ottenere le 9100 lire della cambiale. Episodio girato senza verve, mai divertente, con uno Jannacci per nulla credibile (a dispetto di un'innata simpatia) e una Vitti fastidiosamente sopra le righe. Prevedibile e ripetitivo. Meglio fa la coppia Alberto Sordi/Rossana...Leggi tutto Di Lorenzo in LA CAMERA (regia di Sordi e script di Rodolfo Sonego) che infatti ritornerà ufficialmente ne IL COMUNE SENSO DEL PUDORE (stessi personaggi e stessi attori) e concettualmente in DOVE VAI IN VACANZA? (diversi personaggi e con la Di Lorenzo sostituita), altri due film a episodi. L’idea è quella della coppia di romani buzziconi che vogliono capire il “mondo” dei ricchi e finiscono tra ripetute figuracce. Siamo a Porto Rotondo e il Sordi regista si sofferma abbondantemente sul bel paesaggio locale, nemmeno fosse uno spot. Chiusura con le due star del film, Sordi e la Vitti, ne IL LEONE, diretto da Vittorio De Sica. I due, amanti, trovano l'uscita del loro nido d'amore bloccata da un leone. Cominceranno a offendersi in un crescendo di volgarità (“Mignotta!” “Ricchione!” ecc.) difendendo i propri coniugi assenti. Un episodio inutile, sceneggiato male e con una Vitti che dal sardo del FRIGORIFERO passa a un dialetto napoletano ancora meno convincente. Non si ride praticamente mai e la critica sociale è all'acqua di rose. Si salva solo LA CAMERA, che traccia la strada dell'ultimo Sordi.
Per un'estetica del frammento: prendete Le coppie, tagliate la testa e la coda, lasciate solo l'episodio centrale con Giacinto ed Erminia Colonna, in Costa Smeralda, dapprima scambiati per aristocratici con relativi turbamenti ("a me m'è venuto un colpo" "a me m'è venuto un giramento de cojoni!") e poi ineffabili sabotatori del fighettismo, fra asciugamanino sull'avambraccio, larghe vedute ("a' Giacì, ma che sò, nudi?" "E sò nudi sì, 'sti zozzi!") e avrete una perla.
Film a episodi, ma che regge solo ed esclusivamente per lo splendido "La camera", in cui la famosa coppia coatta romana Erminia/Giacinto (Sordi/Di Lorenzo) si scontra con la borghesia spocchiosa di alcuni arricchiti in una Sardegna glamour e terribilmente nauseante. Lo scontro ricco-povero è qua affrontato con grande ironia. Meno convincenti gli altri due episodi: ne "Il frigorifero" si poté però usufruire del cantante Enzo Jannacci in una rara performance d'attore, mentre "Il leone" è un episodio interessante, ma sfruttato male.
Pastrocchio di rara bruttezza questo gretto "pastiche" che vorrebbe partire ingranando la quarta ma finisce solo con l'annoiare lo spettatore, imbambolato da terrificanti quadretti che si vorrebbero comici ma sono o ultra-riciclati (come il Sordi tutto mossettine e smorfiette dell'ultimo episodio) o di inenarrabile bruttezza (inguardabile il primo episodio con la Vitti ed un desolante Jannacci). A salvare il film dal baratro ci pensa Sordi, regista e protagonista del secondo episodio, di gran lunga il migliore del film.
Discreto, anche se non esente da difetti. Singolare, anche se è l'argomento stesso ad essere parecchio invecchiato, l'episodio "Il frigorifero": Jannacci è una scommessa vinta a metà, ma la Vitti produce momenti esilaranti. Spassoso il più celebre "La camera", anche se il Sordi regista si perde come al solito in cartoline turistiche da documentario mondo e a dire il vero le potenzialità dei personaggi della coppia "buzzicona" verranno sfruttate meglio in seguito. Mediocre e inspiegabile l'episodio in coda, sconcertantemente breve.
MEMORABILE: Le scuse adottate da Monica Vitti nel primo episodio per scartare i clienti con cui dovrebbe prostituirsi.
Commedia di costume piuttosto divertente, anche se diseguale. Nel primo episodio la comicità di Monicelli è vigorosa ma di grana grossa e i protagonisti, Vitti e Jannacci, sono male assortiti, parlano un assurdo dialetto sardo e, francamente, si comportato da idioti; il secondo episodio è un affettuoso inno di Sordi alla dignità umiliata ed offesa condotto con una forza satirica graffiante e sanguigna; l’arguzia fine ed intelligente di De Sica si impone nel terzo episodio, pochade breve e spiazzante, girata tutto di corsa. Tre bozzetti schizzati a matita.
Celebre l'episodio di Sordi che confronta la genuina cafonaggine di una coppia di veraci popolani con quella ben più volgare e di sostanza dei ricchi. Ma anche l'episodio di Monicelli non è male: la storia di due poveri ammaliati dalle promesse dell'incalzante consumismo è un piccolo saggio sociale. Trascurabile e insulso invece l'episodio di De Sica.
MEMORABILE: La Vitti che decanta le capacità "refrigeranti" del suo amato frigorifero.
Non fosse per l'episodio centrale, che anticipa un tema su cui Sordi regista/attore tornerà ancora (coppia romana di popolani in vacanze chic e/o colte con gaffes ed equivoci conseguenti) e strappa qualche sorriso, oppure per la curiosità di vedere l'esordio sullo schermo del simpatico Jannacci, pur costretto a recitare in un improbabile accento sardo, questo modestissimo film ad episodi sarebbe da gettare direttamente nella spazzatura. Spiace per le firme coinvolte alla regia (Monicelli svogliato, De Sica nullo) e per Vitti, qui al suo peggio.
Sembra che il film sia dominato dalla fretta, di scrittura e di ripresa. Si ricorda fondamentalmente per la curiosa interpretazione di Jannacci e della Vitti che parlano con accento sardo forzato e soprattutto per un grandissimo Sordi, nel memorabile episodio della camera, che interpreta un personaggio sì caricato ma credibile. Tipico film che, sfruttando registi importanti, vorrebbe riportare in auge la commedia all'italiana ma percorre poca strada. Altri film di genere verranno, fortunetamente più felici. Comunque da vedere.
La testimonianza su celluloide che la somma degli addendi non sempre porta al totale atteso. Monicelli, De Sica e Sordi sono blasoni che farebbero impallidire chiunque, ma in questa occasione si stenta a riconoscere il talento che li ha resi immortali. Gli episodi di De Sica e Monicelli sono di rara bruttezza e non suscitano interesse, soprattutto “Il frigorifero”, che per motivi temporali risulta ormai obsoleto. Si salva appena “La camera”, in cui un buon Sordi indovina la coppia di protagonisti. Nel complesso, però, alquanto orripilante.
Trascurabile il primo episodio che fallisce nella denuncia anticonsumista, imbarazzante l'ultimo (visto il nome del regista) con i protagonisti che si lanciano in un inutile botta e risposta coprolalico. Non ci resta che il Sordi populista con buzzicona al fianco: i tacchetti di Erminia e le mani "come due morse" di Giacinto muovono ancora il sorriso pur se lo sguardo proletario verso i ricchi (e i loro complici di classe) rimane viziato dal semplicismo dell'accusa. Poca roba in totale.
Film che vale la pena di essere visto unicamente per il secondo episodio: la coppia di romanacci in vacanza in Sardegna proposta da Sordi è molto divertente, in un segmento scritto bene, con una satira sociale riuscita e ottimamente recitato. Monicelli e De Sica invece falliscono il bersaglio. Il primo noioso e ripetitivo, anche se ben supportato dalla Vitti e Jannacci, mentre De Sica propone un breve finale comico che non va oltre la barzelletta e che vede la Vitti troppo sopra le righe rispetto a un Sordi più moderato.
Tre episodi per niente memorabili. Il primo pessimo, soprattutto per un sardo, a causa di quell'insopportabile finto accento per nulla credibile e convincente. Il secondo riuscito, con Alberto Sordi che si produce in grandi numeri e battute dal ritmo sempre acceso (anche se dopo un po' diventa ripetitivo). Terzo episodio esilarante, ma si sente purtroppo il peso dei due precedenti e il senso di sovraccarico è pesante.
Sarebbe da un pallino e mezzo, ma il bellissimo episodio centrale (l'unico decente dei tre) risolleva il voto fino alla sufficienza. Film a episodi, inizia con una coppia che, pur di avere un frigo, accetterà la prostituzione di lei (intelligente critica, ma episodio pur sempre mediocre). Si continua con uno stupendo episodio in cui Sordi come sempre giganteggia e si termina con una storia davvero scadente, in cui ritroviamo la Vitti (presente nel primo episodio) assieme a Sordi. Alla fine un'occhiata la merita.
I primi due episodi dovrebbero essere il film, almeno relativamente alla durata, ma forse il problema sta proprio lì, nei 50 minuti in cui si protende l'esile spunto buono per una barzelletta. Restano comunque buone le prove dei cast, con un inedito quanto geniale Jannacci. Discorso a parte il terzo breve frammento, in cui il crescendo della sceneggiatura rimembra il teatro nordico di Ibsen e Strindberg e dà modo alla deliziosa coppia di protagonisti di tirar fuori il talento dei grandi attori. Notevole la confezione, che coinvolge nomi di livello assoluto. Nel complesso discreto.
Se si esclude il primo, soporifero episodio realizzato probabilmente da un Monicelli poco ispirato e con uno Jannacci inadeguato alla parte affidatagli, il resto del film fila via che è un piacere, grazie alla presenza Alberto Sordi il quale ci regala i soliti momenti di spensieratezza e serenità nell'episodio "La camera" (c'è una brava Di Lorenzo qui al suo primo film in assoluto). L'ultimo episodio ("Il Leone"), firmato dalla penna di De Sica, evidenzia la piena sintonia fra l'Albertone Nazionale e la Vitti, in un "filmetto" la cui sceneggiatura è ridotta all'osso.
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EPISODIO "IL FRIGORIFERO" Quando Gavino (Jannacci) svuota le tasche, sul tavolo vengono riposte anche due figurine di calcio. Quella al centro del fotogramma è quella di Gigi Riva con la maglia del Cagliari nella stagione 1969/1970. La seconda è sempre di Riva, ma con la nazionale azzurra dell'album per il mondiale di Messico 70:
La figurina di Riva con la Nazionale Azzurra a Messico 70, come spiegato in questo articolo, è un'icona di quei anni, soprattutto per un emigrato sardo al nord. Verrà usata come sfondo per la locandina del film documentario sulle figurine di calcio dal titolo: "Mi manca Riva".
Aspettavo da tempo la pubblicazione in dvd di questo film e a dicembre 2020 la Mustang ne annuncia l'uscita per il 12. Quando finalmente è arrivato, la brutta sorpresa: è stato pubblicato un "master" che si trovava in rete anni fa registrato dalla Rai! Video poco chiaro, classico file da emule insomma! Hanno tagliato evidentemente le bande nere per eliminare il logo, sta di fatto che la copia passata da la7 qualche tempo fa, seppur in 4:3, risulta nettamente superiore! Apprezzo tanto la Mustang per la dedizione nei confronti del cinema italiano, credo sia l'unica tra le case di distribuzione in dvd, però questo prodotto non riesco a difenderlo.