Soldato blu - Film (1970)

Soldato blu

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Citato, ricordato e costruito in funzione degli ultimi quindici minuti, il film di Ralph Nelson vivacchia per il resto mettendo in scena la relazione antitetica tra il soldato blu del titolo (Strauss) e la... "signorina", come lui chiama Kathy (Bergen) ostinandosi a darle del lei (nel doppiaggio italiano almeno). Sono gli unici sopravvissuti all'attacco dei pellerossa a una carovana che trasportava denaro e come ospite privilegiata lei, ragazza bianca vissuta per due mesi tra i Cheyenne destinata ora a tornare tra le braccia del suo uomo. Acquisita una certa rozzezza che la porta a comportarsi da autentico maschiaccio, a gridare, offendere e pure ruttare dopo la cena, Kathy impone la sua...Leggi tutto personalità al timido Honus, soldato in divisa che le si accompagna cercando di mitigarne il carattere. Una battaglia persa, ma inevitabilmente le peripezie che i due dovranno affrontare finiranno per avvicinarli addolcendo la sguaiatezza della giovane. Che come prima cosa si sfila le mutande perché fa caldo e subito dopo mette in imbarazzo il povero Honus dicendogli di non farsi venire strane idee in testa. Poi l'incontro con un mercante d'armi dal fare ironico (un gigionissimo Donald Pleasence), qualche fucilata in distanza, la caccia per il cibo, la sopravvivenza tra le deserte lande del Colorado fino a Sand Creek, il villaggio Cheyenne dove lei torna a riabbracciare Lupo Pezzato e la sua tribù. Una felicità che dura lo spazio di poche ore, perché l'ombra minacciosa dell'uomo bianco incombe e ci si prepara all'annunciatissimo attacco dei soldati a cavallo. Definita l'azione più vile dell'esercito americano, l'inspiegabile fiera delle atrocità cui assistiamo nel finale d'improvviso trasforma un western fin lì rosa e pacioso (se si esclude il primo assalto, dove già qualche fiotto di sangue in eccesso preannunciava le intenzioni del regista) in uno dei film che nel genere più ha sconvolto le platee, davvero poco avvezze a simili deflagrazioni di violenza esplicita, parossisstica e resa graficamente. Un finale che sarebbe ipocrita dire che non colpisce ma che lo fa scegliendo la via più facile, senza accompagnarla a riflessioni che possano andare oltre a quella che la voce narrante ribadisce in chiusura. E se lo scontro belluino, preceduto da salve di cannonate sparate sul misero villaggio di tende, è girato con ottima mano (calcata come detto sulla ferocia offerta da stupri, decapitazioni, teste martoriate dalle pallottole), non sembra che al contrario il resto del film riesca ad andare molto oltre un rapporto poco originale tra due persone dal carattere opposto. Scappa qualche sorriso per la bella verve con cui la Bergen disegna la sua Kathy (Cresta, in originale), mentre Strauss sembra totalmente succube, spesso astratto dalla realtà. In questo modo il film comunica sì una certa dolcezza necessaria a evidenziare ulteriormente lo scarto al momento del cambio di direzione, ma lo fa con una scenggiatura piuttosto ingenua e puerile in molte parti, lasciando pure scappare un paio di natiche della Bergen in primo piano nel momento in cui Strauss cerca in ogni modo di rosicchiare le corde che legano i polsi a entrambi. Colonna sonora non memorabile, così come sommariamente le interpretazioni del cast (anche per questo la Bergen svetta facilmente).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/05/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/08/20
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Caesars 28/05/07 13:48 - 3772 commenti

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Western che assieme a Piccolo grande uomo e Un uomo chiamato cavallo rompe con la tradizione mettendosi dalla parte degli indiani. Celebre la scena finale col massacro nel campo indiano (rigorosamente alleggerita nei passaggi televisivi). Buona l'intepretazione di Peter Straus e Candice Bergen, affiancati dal sempre grande Donald Pleasance. Bello, merita assolutamente almeno una visione.

B. Legnani 26/05/07 00:26 - 5519 commenti

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Celebre western dalla parte degli indiani, con storia d’amore fra il soldato del titolo e donna bianca che stima i pellerossa. Finisce, come è noto, con un violento massacro. Bel film, ma tutti, esagerando, ne parlarono come di un capolavoro per dimostrare di essere politicamente corretti, finendo così con l’essere più realisti del re.

G.Godardi 27/05/07 21:13 - 950 commenti

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Uno dei tre western d'inizio anni 70 dalla parte degli indiani d'america, insieme a Piccolo Grande uomo e a Un uomo chiamato cavallo. E' un buon western a tesi che vive tutto per il violentissimo e disturbante finale (in alcuni momenti fa concorrenza ai nostri cannibal movie!) ampiamente tagliato nelle versioni tv. Alcuni hanno visto in esso una metafora della guerra del Vietnam. La Bergen fu una vera icona del cinema militante anni 70. C'è anche Donald Pleasence. Ha fatto epoca. Almeno una volta va visto.
MEMORABILE: Notare la fuorviante locandina del film con una ragazza seminuda legata di spalle...

Deepred89 28/08/07 14:08 - 3701 commenti

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Discreto western. Abbastanza appassionante e discretamente interpretato, viene ricordato soprattutto per l'ultimo violento quarto d'ora, assolutamente inaspettato per un film del genere (anche alla luce degli intermezzi ironici o romantici presenti nella parte centrale). Da vedere.

Lercio 11/10/07 18:38 - 232 commenti

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Uno dei primi western americani dalla parte degli indiani. Il ritmo è incalzante e il rapporto dolce tra i due protagonisti si contrappone alla drammaticità degli eventi. Alcune sequenze sono molto cruente, in alcuni casi siamo ai confini con lo splatter e tutto ciò contrasta con la storia apparentemente innocente che vivono la ragazza e il soldato. Piccola epopea tratta da un episodio realmente accaduto in Colorado attorno agli Anni Sessanta dell'Ottocento. Toccante e avvincente.

Markus 7/05/08 15:53 - 3680 commenti

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Non sono un appassionato di western, ma "Soldato blu" è un film che adoro e l'apparente calma che regna in tutta la pellicola si scontra con il finale ai limiti dello splatter (peraltro molto ben realizzato). La pellicola è decisamente drammatica, proprio per il realismo della storia. Un classico imprescindibile.

Undying 8/05/08 21:29 - 3807 commenti

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Film di rottura per svariati motivi; apparenti: la prospettiva è dalla parte dell'altra cultura, quella indiana; subliminali: la dose di violenza e di estremo è tale da elevare la pellicola al di sopra di qualunque altro western (Fulci escluso) che lo ha preceduto. Ne consegue che l'effetto di una pallottola, di un coltello o, in genere, di una ferita sul corpo umano è direttamente proporzionale alla riflessione che - necessariamente - ne deve scaturire: "non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te". Intellettualmente onesto.

Hackett 8/05/08 23:25 - 1865 commenti

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Uno dei più crudi e sconsolanti sguardi sulla storia della colonizzazione americana nei territori dei nativi. Questo film, in tempi non sospetti, già denunciava lo sterminio, fisico e morale, di una civiltà intera. Violento, soprattutto nel finale, ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.
MEMORABILE: Il lungo, terribile, sterminio finale.

Cotola 27/07/08 17:41 - 8998 commenti

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Film lungamente celebrato e diciamolo pure un po' sopravvalutato, che è stato lodato da molti per essere dalla parte degli indiani (eppure non è stato il primo né fu l'ultimo) e perché ha mostrato il volto brutale e sanguinario dell'America (con riferimenti al Vietnam, visti gli anni in cui uscì). Anche se un po' rozzo e semplicistico bisogna ammettere che veicola efficacemente il "messaggio" di cui vuol farsi portatore. Celebre il finale, incredibilmente, forse un po' troppo, efferato.

Ercardo85 31/12/08 18:37 - 81 commenti

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Brutto western passato alla storia più che altro per le sequenze di massacri e violenze (sfruttando il voyerismo degli spettatori) che non è nemmeno lontanamente paragonabile al capolavoro di Arthur Penn (Piccolo grande uomo). I riferimenti alla guerra nel Vietnam saltano all'occhio ma rimane un film rozzo e mal diretto; fra i western revisionisti che proliferarono negli Anni Settanta è sicuramente uno dei meno interessanti e compiuti.

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Herrkinski 22/11/09 18:36 - 8052 commenti

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Un western atipico, diventato celebre per essere dalla parte degli indiani e condannare la violenza imperialista degli americani (con ovvi riferimenti alla guerra del Vietnam, in corso nel periodo storico d'uscita del film). Il rapporto tra il soldato e la donna è abbastanza scontato ma funziona; lo svolgimento è fluido e scorrevole, riuscendo a non annoiare. Il film si fa vedere con piacere, fino al trucissimo finale in cui la violenza esplode con furia inaspettata, regalando qualche particolare splatter. Da vedere. ***1/2

Galbo 29/10/09 15:42 - 12372 commenti

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Uno dei film che più profondamente sancì una rottura di un genere (il western) con il suo passato e rappresentò un possente apologo antimilitarista in anni decisivi per la storia americana con una nazione sconvolta dalla guerra in Vietnam. E' proprio a questo conflitto che nemmeno tanto larvatamente allude il film, che parla del massacro del popolo indiano (donne e bambini compresi) ad opera dei "civilissimi" americani.

Homesick 27/09/09 09:52 - 5737 commenti

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Accusatorio e lacerante. Basato sulle carneficine perpetrate dai bianchi contro i nativi nordamericani e sul romanzo “Arrow in the sun” di Olsen, si dispiega in realtà come una vivace commedia, contrapponendo la sboccata, selvaggia ed esperta Bergen all’impacciato e pedante Strauss; anche Pleasence, l'affarista losco e bislacco, ricopre un ruolo adatto alla situazione. Nel finale invece si cambia completamente registro e l’eccidio dei Cheyenne – preceduto da umiliazioni, stupri e torture – è mostrato con il realismo più esplicito, minuzioso ed insistito.
MEMORABILE: L'eccidio dei Cheyenne; la bambola di legno della piccola indiana.

Pigro 25/10/09 09:47 - 9623 commenti

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Un soldato e una sostenitrice degli indiani in cammino nelle praterie fino al massacro di Sand Creek. Film-chiave del revisionismo della storia americana e dei suoi miti: qui gli yankee mostrano il loro lato crudele senza che peraltro si indulga nel buonismo per i nativi. Film rigoroso, capace di dialettica, riflessione e pietà. Struttura perfetta: al "solito" massacro iniziale dei pellerossa, dopo un lungo percorso di presa di coscienza, si arriva a quello insolito dei "nostri": tanto arbitrario nella sua truculenza quanto lo fu nella realtà.

Daniela 19/12/09 18:53 - 12606 commenti

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Film importante al di là dei suoi meriti, essendo uno dei titoli storici del "revisionismo" western, questa volta dalla parte degli sconfitti. Forse sopravvalutato al suo apparire, anche per l'evidente parallelismo con il Vietnam, è indubbiamente squilibrato per il contrasto fra la storia d'amore, condotta con toni ironici e picareschi, e il violentissimo massacro finale. D'altra parte è forse proprio questo contrasto che rende tale sequenza un vero pugno nello stomaco, tanto più forte in quanto richiama un tragico episodio storico.

Capannelle 18/04/10 00:11 - 4394 commenti

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La cosa migliore del film è il personaggio anticonformista della Bergen. In secondo luogo il non aver taciuto nulla delle atrocità commesse ai danni degli indiani anche se la scena finale pare voler insistere troppo su di esso e, come il resto del film, è girata senza profondità e con molte incoerenze. Difficile quindi considerarlo un gran lavoro cinematografico anche se poteva vantare dei meriti come elemento di rottura (siamo nel 1970) che ha preparato il terreno a film migliori.

Fabbiu 16/04/10 13:43 - 2133 commenti

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Film molto caratteristico del genere; qualche errore storico a parte e aldilà del valido contenuto onesto che tratta; mi ha colpito per il suo stile narrativo: è a tratti una semplice commediola incentrata su due caratteri diversi (il soldato blu e la sboccatissima quanto simpatica bionda) e poi raggiunto il secondo tempo, entrano in scena sequenze sanguinarie e di una violenza davvero toccante. È proprio questo contrasto tra la spensieratezza ed il crudo ad avermi lasciato qualcosa. Per il resto non lo ritengo migliore di altri western.

Giacomovie 27/04/10 14:21 - 1397 commenti

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Il film inizia e si chiude con due scene cruente (l’ultima è una delle più selvagge del cinema western). È difficile individuare in cosa lo si potesse migliorare: assolve i suoi intenti ripropositivi di un disumano episodio reale e si mantiene credibile. Però lascia un senso di gradimento parziale; la lunga fase della lotta per la sopravvivenza dei protagonisti, che deve sorreggere il film, ha una tenuta solo discreta. La cornice naturalistica colpisce l'occhio e la Bergen recita bene il meglio che una donna può dare in termini di coraggio. ***

Trivex 5/05/10 23:14 - 1738 commenti

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Rivedendolo dopo molti anni, il film mantiene la sua capacità di impressionare. Naturalmente le attenzioni sono tutte per il massacro nel campo indiano, ma anche quanto visto prima è particolare. Forse è soltanto per il balzo tremendo del carattere della pellicola, che scuote gli animi? Sicuramente c'è il cambiamento della prospettiva sulla storia e sulla cinematografia del vecchio west. Visto per la prima volta a 14 anni, insinua dubbi che poi passano, rivisto a 40 anni, lascia solo non relative certezze. Educativo, ma solo alla presenza di un adulto!

Buiomega71 10/04/11 15:03 - 2899 commenti

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Ralph Nelson sarà sempre legato a questo straordinario e viscerale "punto di rottura" del cinema americano, che cominciava a colpire duramente allo stomaco. La violenza, che esploderà nell'insostenibile finale, ci viene data come antipasto nell'agguato iniziale a una truppa di soldati; si prosegue con le vicissitudini della Bergen e Strauss, addirittura con siparietti da commedia. Ma il massacro finale, ancora oggi, colpisce per la sua furia devastante, la bestialità umana all'ennesima potenza. Capolavoro assoluto e indispensabile.
MEMORABILE: Lo stermino, con teste tagliate, donne stuprate a cui vengono tagliati i seni, il generale seduto che spara in testa a un bambino che scappa...

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Matalo! 25/05/11 13:54 - 1378 commenti

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Ipocrita western che, con l'alibi della denuncia, ci regala momenti degni di Bruno Mattei. Nelson, regista di tutt'altre vedute, mette in scena una vicenda che sfocia nel crescendo gore di Sand Creek, operazione genocida nella realtà, nel film alibi per puntare la cinepresa dritta dritta nei dettagli di seni amputati, teste mozzate, stupri il cui valore è inversamente proporzionale al piacere sadico dello spettatore ideale. Strauss è il solito bamboccio USA ma funzionale, la Bergen, brava, è molto bella e mostra il lato B.

Luchi78 17/01/12 17:58 - 1521 commenti

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Film di denuncia su uno degli episodi più orribili dello sterminio americano perpetrato ai danni delle tribù indiane. Prima parte più soft, dove una sguaiata Bergen si diverte a duettare con il soldato precisino interpretato da Strauss. A questa parte decisamente soft tendente all'hippy si contrappone il finale esageratamente pulp, voluto dal regista per dare il caratteristico pugno nello stomaco allo spettatore. Effetto a suo tempo riuscito segnando una vera e propria svolta nel genere, ma oggi sembra il tutto un po' stonato.

Fauno 8/02/12 11:40 - 2206 commenti

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Per questo film ho sempre preferito godermi le peripezie di Strauss e della Bergen. Lei è il tipo di donna che la stragrande maggioranza di noi vorrebbe avere, anche se bestemmia e qualche volta rutta... Praticità estrema, non incline a facili entusiasmi, ti sprona a sangue e ti suona la carica anche violentemente, ma apprezza i tuoi sforzi e ti elogia quando vede progressi. In tal modo tira fuori il meglio di te. Dei massacri mi limito a dire: così sono gli anglosassoni e quegli emigrati costituivano la peggior feccia...
MEMORABILE: Lui le indica il ricordo di Lupo Pezzato e lei annuisce come a dirgli "Sei l'unico degno successore".

Roger 19/03/12 18:34 - 143 commenti

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Il soldato blu é l'America puritana e idealista che crede di essere sempre nel giusto. La ragazza cinica e sboccata rappresenta chi invece ha visto quanto la realtà è ingiusta e non si può più permettere idealismo e purezza. Mostrare il ravvedimento del primo e le ragioni della seconda va benissimo; ma tutto è svolto con troppo squilibrio: toni ironici e quasi da commedia (con musiche in sintonia con i western disimpegnati coevi) stridono con scene di violenza troppo esibita, direi compiaciuta.

Lucius 16/09/12 01:35 - 3015 commenti

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L'inizio del film farebbe pensare a un Laguna blu del west o un country Paradise, ma una cosa è certa: il film si distingue da centinaia di western visti prima. È dissimile non tanto per i personaggi, quanto per la storia e i due protagonisti. C'è la denuncia della scomparsa di una civiltà, ma c'è spazio anche per i sentimenti, tra paesaggi classici (resi ancor più suggestivi grazie ad una grande fotografia) e una violenza primordiale che si scatena nel finale controbilanciando un sentimento soffocato dall'orrore. Incredibilmente devastante.

Saintgifts 20/09/12 09:47 - 4098 commenti

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Il successo del film (peraltro ricco di contraddizioni) non è dato tanto dal fatto di essere stato il "primo" western a mostrare i pellerossa come vittime della ferocia dei bianchi piuttosto che come crudeli assassini di pacifici coloni (ci sono precedenti), ma dalla centrale figura di Kathy (Candice Bergen), ponte tra i bianchi e i nativi attraverso la quale si entra nelle due realtà; e questo fa sì che siano enfatizzate le già crude immagini del massacro (la responsabilità del quale viene attribuita ad un uomo solo, il colonnello Iverson).
MEMORABILE: Il rapporto tra Candice Bergen (molto brava) e Peter Strauss, che evidenzia la superiorità della donna che, date le sue esperienze, è senza pregiudizi.

Nicola81 10/11/13 14:46 - 2827 commenti

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Western che ha fatto epoca, ricordato soprattutto per aver rovesciato lo stereotipo bianchi/buoni e indiani/cattivi e per l'efferatezza del massacro finale (degna di un cannibal movie), ma che contiene anche altri elementi di rottura: la scelta, come protagonista, di una donna decisamente sui generis, il suo particolare rapporto con il soldato e la presa di coscienza di lui. Ritmo sostenuto, dialoghi talvolta spassosi, splendida fotografia e bravi interpreti. Migliore di Balla coi lupi? Sicuramente più coraggioso e anche più sincero.

Jdelarge 26/02/15 13:41 - 1000 commenti

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Film che punta tutto sulla formidabile interpretazione di Candice Bergen e sul cambio di prospettiva: gli indiani infatti vengono ritratti quasi come un risultato delle barbarie attuate nei loro confronti dagli americani. Così, grazie a un processo del tipo "violenza genera violenza" Nelson dà vita a un film capace di smorzare la violenza stessa grazie all'espediente dell'amore, destinato, però, a soccombere dinnanzi alle brutalità generate dal lato oscuro della mente umana.

Paulaster 18/09/15 16:11 - 4373 commenti

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Raccontare il massacro del Sand Creek sfruttando l’ideologia dei figli dei fiori. Dopo le prima avvisaglie la piega vira verso la commedia rosa dai siparietti leggeri, ma è una morbida rincorsa a un finale di rara crudezza, a sottolineare la realtà dell’atrocità di ogni conflitto. La Bergen incarna le vesti di maschiaccio desiderabile e Strauss è un filo troppo allocco, ma il messaggio di pace trasmesso dai due arriva eccome.

Vito 6/07/16 15:56 - 695 commenti

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Negli anni '70, in un clima di contestazione ai massacri della Guerra del Vietnam, nasce il western revisionista. Soldato blu si colloca in questo filone, nel quale i soldati americani vengono mostrati come feroci oppressori dei pellerossa, gli ambienti e le atmosfere appaiono sporche e domina la violenza. La pellicola, infatti, pur ispirata ai reali eventi del massacro di Sand Creek, è in realtà un riferimento al tragico massacro di My Lai del 1968. La regia di Nelson è ottima, la colonna sonora bellissima e bravi anche i due interpreti Bergen e Strauss.

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Vitgar 3/06/17 14:14 - 586 commenti

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Buon film, il primo che prova a sviluppare una visione del geno-etnocidio dei nativi americani dalla parte dei perdenti. I "visi pallidi" vengono rappresentati come incoscienti senza regole e senza moralità. Il film spesso vacilla su luoghi comuni e stranamente su una colonna sonora totalmente fuori luogo. Onore comunque alle intenzioni, alle belle scenografie e al senso della storia.

Schramm 7/09/17 17:17 - 3490 commenti

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Nelson lava in piazza col sangue i panni sporchi della storia americana, senza peli sulla cinepresa. La foglia larga del percorso di formazione di Strauss e della fulgida Bergen passa per la stretta via del lutto per la progenitura. Dire la nostra è dura, vuoi perché le parti luminose lasciano incantati e vuoi perché nel dire la sua Nelson ci lascia ammutoliti, ghiacciati, dando alla storia quel che è della storia e al silenzio di Dio quel che è del silenzio di Dio, in un caleidoscopio di schietta e incontrollata brutalità, devastante allora e che non è cipria sul cuore neanche 50 anni dopo.

Alex75 13/09/17 09:43 - 876 commenti

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Fin dall’avvio risulta evidente il carattere di rottura di questo western, per la preminenza di un personaggio femminile fuori dagli schemi (spalleggiato da una figura maschile antieroica), ma soprattutto per la cruda ricostruzione di uno degli episodi più bestiali della storia americana: venti minuti di atrocità, resi ancora più insostenibili dal contrasto col resto della pellicola e che fanno dubitare della nostra civiltà. Pur legato al parallelismo col Vietnam, ha tuttora molto da dire.
MEMORABILE: Candice Bergen; L’assalto al villaggio.

Myvincent 24/10/17 07:38 - 3721 commenti

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Un classico oramai fra i film a difesa degli indiani (ma anche in genere), forte della presenza di due giovani e attraenti interpreti che rivestono ruoli diametralmente opposti. I paesaggi sono mozzafiato e la storia trabocca di ironia e di forti contrasti: da una parte le situazioni comiche, dall'altra tutto l'orrore di una guerra spietata. Finale a dir poco apocalittico, ma non tanto lontano dalla verità.
MEMORABILE: I calzini sporchi di Soldato Blu...

Keyser3 15/04/20 22:52 - 444 commenti

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Film il cui successo è pienamente figlio del suo tempo: gli USA erano reduci dalla travolgente onda contestatoria del '68 e ormai consci che quello del Vietnam non era un "gioco a cui avrebbero giocato poco". Al pari del coevo lavoro di Penn, Nelson alterna efficacemente i toni della commedia e dell'avventura, salvo virare nel finale in quel celeberrimo, insistito e sanguinoso massacro in grado di smuovere più di una coscienza. La Bergen molto meglio di Strauss, che avrà in seguito ben poche soddisfazioni cinematografiche.
MEMORABILE: L'impietoso commento fuori campo finale.

Anthonyvm 2/09/20 15:38 - 5612 commenti

I gusti di Anthonyvm

Caposaldo del western revisionista che, ai tempi del Vietnam, sputa addosso alla maschera di giustizia e purezza della bianca America. Nelson rinuncia alle zone grigie e narra la vicenda a suon di netti bianchi e neri, esasperando la leggerezza della prima parte (deliziosa odissea romantica condotta dall'ultra-pudico Strauss e dall'emancipata Bergen, ricca di humour e di disavventure) e la crudezza del famosissimo atto finale, degno precursore dell'assalto al villaggio di Cannibal holocaust. Stupenda la colonna sonora e indimenticabile il viscidissimo Donald Pleasence. Eccellente.
MEMORABILE: L'attacco Cheyenne a danno dei soldati; Il duello con l'indiano; Il massacro finale, fra bambini fucilati, donne stuprate e mutilazioni assortite.

Noodles 8/10/22 17:10 - 2196 commenti

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Probabilmente non raggiunge la finezza di certi lavori western dell'epoca, né la potenza visiva dei capolavori di Sergio Leone e John Ford, ma il suo messaggio fa centro eccome. Si tratta di uno dei primi esempi di western dalla parte degli Indiani d'America, e racconta con semplicità ma grande efficacia uno degli episodi più squallidi della storia a stelle e strisce. Ottimi i due protagonisti, anche se la loro caratterizzazione opposta pare talora eccessiva. Gli scenari sono i consueti mentre la regia è semplice, a tratti quasi rozza, ma sta qui la bellezza del film.
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  • Musiche Zender • 7/09/12 08:56
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Anche se non riesco a capire se è una cover di un brano della colonna sonora (che non è italiana) o il pezzo originale. Non credo sia da riferirsi alla soundtrack originale, il 45 giri.
  • Musiche Lucius • 7/09/12 10:48
    Scrivano - 9063 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Accidenti che reperto... davvero complimenti Lucius per la tua incredibile collezione.
    Grazie mille, le dedico tempo e passione per accrescerla.Non ho visto ancora il film, quindi non so se è da riferirsi alla soundtrack originale, comunque è una delle poche interpretazioni di Dalida per il cinema.
    Ultima modifica: 7/09/12 10:49 da Lucius
  • Musiche Caesars • 7/09/12 11:25
    Scrivano - 16796 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Anche se non riesco a capire se è una cover di un brano della colonna sonora (che non è italiana) o il pezzo originale. Non credo sia da riferirsi alla soundtrack originale, il 45 giri.

    Anch'io credo che sia una cover e non di un brano originale della soundtrack. Tuttavia rimane un reperto storico niente male
  • Musiche Lucius • 28/09/12 21:35
    Scrivano - 9063 interventi
    Aggiunta anche la cover originale italiana.Giusto per non farmi mancare niente :-)
  • Homevideo Schramm • 11/08/17 19:35
    Scrivano - 7693 interventi
    Il workprint originale del film durava 135’. Allo screening test l’audience scatenò una semi-rivolta al termine della visione. Fu l’unica occasione in cui la versione totalmente uncut venne pubblicamente mostrata, e spinse gli studios a dichiararla improponibile a meno di apportare alle scene più violente una massiccia dose di tagli.

    Alcune delle scene tagliate non sono mai più state reincorporate in nessuna versione ufficiale del film, e includevano dettagliatamente scene di seni di donna lentamente tranciati e rimossi e gettati via, arti di bambini fatti a pezzi; la gamba di una ragazzina recisa dalla ruota di un carro; soldati che tagliano con gioia estatica le braccia di un indiano prima di sparare nell’occhio al suo compagno; e il destino di Spotted Wolf con la testa separata dal torso: un soldato la solleva trionfante in aria come se fosse un premio per poi gettarla a un altro soldato che a sua volta la calcia contro la cinepresa. La testa di Spotted Wolf viene quindi mostrata attaccata alla staffa di un cavallerizzo; fanno seguito immagini del suo corpo orrendamente mutilato riverso al suolo senza più testa, contesa da quattro soldati che se la passano correndo e ridendo follemente mentre continua a perdere copiosi fiotti di sangue dal collo.

    (Fonte: Imdb)
    Ultima modifica: 12/08/17 11:48 da Schramm
  • Curiosità Schramm • 11/08/17 19:37
    Scrivano - 7693 interventi
    Nel ricreare il massacro del Sand Creek ai danni dei Cheyenne Ralph Nelson fece ricorso al servizio di veri bambini amputati, cui vennero applicate come effetto speciale delle protesi dell’arto mancante, che vennero recise di netto durante le riprese delle sequenze più efferate, dando così un risultato finale di assoluto iper-realismo.

    Fonte: Imdb
  • Musiche Alex75 • 18/12/17 17:11
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Caesars ebbe a dire:
    Zender ebbe a dire:
    Anche se non riesco a capire se è una cover di un brano della colonna sonora (che non è italiana) o il pezzo originale. Non credo sia da riferirsi alla soundtrack originale, il 45 giri.

    Anch'io credo che sia una cover e non di un brano originale della soundtrack. Tuttavia rimane un reperto storico niente male


    Probabilmente la cover di Dalida presenta molte licenze rispetto al testo originale, che riporto qui, con traduzione:
    SOLDIER BLUE
    I’ll tell you a story and it’s a true one
    and I’ll tell it like you understand
    And I ain’t gonna talk like some history maid.

    I look out and I see a land.
    Young and lovely. Hard and strong
    For fifty thousand years we’ve danced her praises.
    Prayed our thanks and we’ve just begun. Yes, Yes

    Yes this is my country.
    Young and growing.
    Free and flowing. See to see.
    Yes, this is my country.
    Ripe and bearing miracles
    in every pond and tree.
    Her spirit walks the high country.
    She’s giving free wild samples.
    And setting an example how to give.

    Yes this is my country
    Retching and turning
    She is like a baby learning how to live
    i can stand upon a hill at dawn
    Look all around me.
    Feel her surround me.
    Soldier blue
    Can’t you see her life has just begun
    Beating inside us. Telling us she’s here to guide us.

    Soldier blue, Soldier blue, Soldier blue.
    Can’t you see that there’s another way to love her.

    This is my country
    And I sprang from her
    And I’m learning how to count upon her.
    Tall trees and the corn is high country.
    I guess I love her.
    And I’m learning how to take care of her

    When the news stories get me down
    I take a drink of freedom to think of
    North America from toe to crown
    It's never long before
    I know just why I belong here

    Soldier Blue, Soldier Blue
    Can't you see that there's another way to love her

    SOLDATO BLU
    SOLDATO BLU

    Ti racconterò una storia ed è vera
    e te la racconterò in modo che tu capisca
    E non parlerò come una serva della storia.

    Guardo fuori e vedo una terra
    giovane e adorabile. Dura e forte
    Per cinquantamila anni abbiamo ballato le sue lodi
    Pregato i nostri ringraziamenti e avevamo appena iniziato. Sì, sì

    Sì, questo è il mio paese.
    Giovane, che cresce
    libero e fluente. Visita per vedere.
    Sì, questo è il mio paese.
    Maturo e che porta miracoli
    in ogni stagno e albero.
    Il suo spirito percorre l'alto paese.
    Sta dando modelli liberi e selvaggi
    e stabilendo un esempio su come donare.

    Sì, questo è il mio paese
    strangolando e girando
    E' come un bambino che sta imparando come vivere
    Posso stare su una collina all'alba
    guardandomi tutto attorno
    Sentendolo attorno a me
    Soldato blu
    Non vedi che la sua vita è appena cominciata
    E batte dentro di noi. Raccontandoci che è qui per guidarci.

    Soldato blu. Soldato blu. Soldato blu.
    Non vedi che c'è un altro modo per amarlo.

    Questo è il mio paese
    E mi libero da lui
    E sto imparando come contare su di lui
    Alti alberi e il grano è l'alto paese.
    Credo di amarlo.
    E sto imparando come prendermi cura di lui.

    Quando le nuove storie mi buttano giù
    prendo un sorso di libertà a cui pensare
    Il Nord America dal piede alla cima
    Non è mai stato desiderato prima
    So solo perchè appartengo a questo luogo

    Soldato blu, soldato blu
    Non vedi che c'è un altro modo per amarlo.
    Ultima modifica: 18/12/17 17:11 da Alex75
  • Discussione Alex75 • 18/12/17 17:17
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Per me assoluto film di empireo culto, che metto tra i migliori 20 da portarsi sull'isola deserta (o su Marte, a scelta...).

    Mai film mi squonquassò i visceri e l'anima, l'altra faccia del nuovo cinema americano, e non c'è Balla coi lupi che tenga.

    Del quartetto Un uomo chiamato cavallo (anche questo tra i miei cult), Piccolo grande uomo (sonora e grossa delusione, soprattutto perchè diretto da un mio "cattivo maestro" come Arthur Penn) e Corvo rosso...(ma si toccano lidi filoindiani differenti), e sempre stato il mio preferito su tutti.

    Non che Nelson abbia fatto il colpaccio prima e dopo Soldier blue (anche se annovererei tra le sue migliori riuscite I due mondi di Charlie e Tick...tick...tick...esplode la violenza), ma il suo nome sarà marchiato a fuoco, da qui all'eternità, per questo immane capolavoro.

    Dalla canzone di Buffy Sainte Marie che strazia il cuore sui titoli di testa, al massacro finale che non ha rivali nemmeno nel cinema più estremo.

    Conservo con religiosa gelosia, come la più sacra delle reliquie la vhs della Domovideo.

    Altro che 3d...


    Sono d'accordo anch'io su Soldato blu, uno dei pochi western americani che ho nella mia cineteca. Corvo rosso e Un uomo chiamato cavallo li vidi molti anni fa e li ricordo poco, mentre Piccolo grande uomo non l'ho ancora visto e suscita in me non poche aspettative. Quanto a Balla coi lupi, non ci tengo a rivederlo.
  • Curiosità Fauno • 14/10/19 00:05
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film:

  • Discussione Neapolis • 14/10/19 23:27
    Call center Davinotti - 3036 interventi
    Ginestra ebbe a dire:
    Pigro, Ti ringrazio per la fiducia. Un commento ce l'ho già pronto fresco fresco, pero' la faccenda dello spoiler mi inquieta un po':

    Avete presente quando dicevano che gli indiani erano cattivi e gli (yankees) i buoni? Il film inizia proprio così, con una classica carneficina di soldati americani ad opera degli indiani selvaggi e senza legge. Ma è proprio così? Ce lo spiega una bellissima Candice Bergen, nella versione di ragazza arrabbiata e che dice troppe parolacce ma..con un cuore d’oro. Lo spettatore si immedesima completamente nell’altro protagonista, un fantastico Peter Strauss (ragazze, chi non vorrebbe un uomo così?), personificazione dell’America buona e un po’ superficiale ma autentica. Le ragazze dovrebbero sempre fare la domanda che fa Candice al nostro Peter prima che lui la baci (“fallo solo se sei sincero”).
    Alla fine i “buoni” saranno gli indiani ma è troppo tardi..
    Imperdibile.


    Lettura perfetta. Oggi ho visto il film e potrei immaginare il popolo Curdo al posto degli indiani. La storia non ci ha insegnato nulla.