(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Frammentario e massimamente "squallido" come sempre, ecco che arriva il secondo film degli Squallor dopo l'incredibile ARRAPAHO. Volgarità e improvvisazioni si sprecano in una mescolanza di trovate dal gusto volutamente pessimo ma che a volte riescono anche a divertire, nella loro assoluta idiozia. Tentando un'approssimativa parodia delle maggiori serie televisive di quel periodo, Ciro Ippolito, uno dei più demenziali registi del nostro tempo, gira UCCELLI D'ITALIA lasciando carta bianca agli Squallor, che come di consueto improvvisano sciocchezze in sequenza su abbozzi di soggetti...Leggi tutto alquanto insensati. Qualche risata si fa grazie "Visitors", "Anche i ricchioni piangono", "Radici", mentre ci si annoia decisamente nell'episodio che vede protagonisti Cristo e Giuda o una vedova che assiste il proprio marito disteso sul letto di morte. Discorso a parte merita l'episodio della rapina al supermercato, che tra i partecipanti vede addirittura Giancarlo Magalli (inspiegabilmente disposto a giocarsi la “reputazione" partecipando a un film simile). E' l'episodio più lungo, e quindi per forza anche il più noioso, data la totale mancanza di una sceneggiatura plausibile. Vi compaiono però anche momenti assai divertenti, come il finale in cui si vede in faccia iI responsabile della rapina: un cardinale con tanto di chierichetto. Insomma, chiaramente un prodotto di livello infimo dal quale si potrebbero però salvare alcune trovate decisamente divertenti. In poche parole lo stesso discorso fatto per ARRAPAHO vale anche per questo UCCELLI D'ITALIA. Pregi e difetti degli Squallor rimangono sempre invariati. Ottime e appropriate le musiche dei Village People.
Birgazzi, Cerruti, Boncompagni e tutti i geni del complesso Squallor, insieme all'oramai sbeffeggiato (per Arrapaho) Ciro Ippolito, non si arrendono e, per dimostrare il loro disinteresse nei confronti dei pareri della critica (comunque opposti a quelli di tanta gente che tanto ha riso con Arrapaho), producono un altro film centrato sulla coprolalia e sul gusto del trash, con spiccati accenti di volgarità, banalità e stupidità. Formula che funziona. Alcune scene (Visitor) fanno un po' pena, ma altre sono invece ben riuscite (Giuda).
Meno stupido di quello che può sembrare a prima vista, questo film si avvicina di più al mondo degli Squallor rispetto al precedente. Via la storia unica per una deframmentazione metacinematografica che rispetta il formato canzone dei loro lp. Il riferimento a Il senso della vita (peraltro citato in una sequenza) dei Phyton qui è molto più calzante, e ci sono pure elementi che ricordano Ridere per ridere. Se solo fosse stato fatto con un po' più di cura avremmo avuto un gioellino. 4 episodi più spot e mini storie. Profetico l'intervento del pene e lo spot di Italia 1.
Film senza una trama vera e propria, è più un accumulo di scenette comiche (alcune solo in modo presunto). L'anarchia narrativa ci può stare, certe lungaggini quasi ossessive invece no... ma il film risulta talmente stupido che qualche risata alla fine la regala. Certo la fantasia al trio di sceneggiatori non è mancata, peccato per la realizzazione davvero sciatta e frettolosa.
Una valanga di boiate, di scemenze e di gratuite insulsaggini rischia di travolgere l'ignaro spettatore, "grazie" a Ciro Ippolito e a questo suo ammasso stercomico fumante. Se in Arrapaho si sorrideva qua e là e a volte si ridacchiava pure, qui, troppo spesso, non si crede alle proprie orecchie e anche ai propri occhi. Eppure, una o due cosette non sono male (la bomba a mano sulla famiglia, la soap "Anche i ricchioni piangono", l'operazione al pene, Gesù pescivendolo che moltiplica i pesci, mandando in rovina gli altri venditori). Ma il resto è orrido e avvilente.
MEMORABILE: "Papà pecchè sei morto...sei morto come nu strunz". Magalli che si butta via facendo l'inviato. Donato ciapanò; tutti ciulano e lui no...
Programmaticamente Stracult, cinematograficamente sgangherato, "Uccelli d'Italia" centra l'obiettivo: è supertrash senza vergogna (citando gli Squallor di "Guatemala Guatemala"). Circa circorum, l'idea è quella di Ridere per ridere (senza offesa per John Landis, che pregherei di non querelarmi): una sorta di palinsesto senza capo né coda. Sigla a parte, mancano le canzoni del gruppo. Manca anche Pierpaolo: molto male per un fan come il sottoscritto. Ed Wood trema: sicuri che Plan 9 from outer space sia il peggior film di sempre?
MEMORABILE: "A chi lo dò stasera" come sigla di testa.
Secondo ed ultimo connubio di Ippolito con gli Squallor. Come in Arrapaho, la frammentaria impostazione è sempre demenziale e surreale, con abbondanti riferimenti a personaggi, sceneggiati e programmi televisivi d’epoca, rivisitati in chiave naturalmente trash e “fallologica”. Gli sketches più divertenti sono quelli con Pace e Cerruti, specie la loro parodia di Gesù e Giuda. La Siani si esibisce in uno strip-tease.
Non so chi abbia insegnato agli Squallor che l'intelligenza, la sagacia, il buon gusto e l'estro non pagano, certo è che non se lo sono fatto ripetere due volte e hanno fatto impallidire l'insegnante, e temo che ormai la frittata sia fatta, mangiata e deiettata: il non senso non è mancanza di senso, ma vallo a suggerire agli incolti fieri d'esserlo. Uccelli de che, che sto monumentale vespasiano di film parte evirato e arriva eunuco? Una tantum non ho parole, ed è molto meglio che sia così.
Seconda incursione degli Squallor sul set cinematografico, con esito deprimente: la volgarità liberatoria, la goliardia e lo svaccamento più totale, che funzionano benissimo su vinile, non reggono sulla celluloide. La produzione discografica del gruppo, formato da musicisti e parolieri di razza, rimarrà nella storia della musica italiana, ma questa pellicola è assolutamente inutile (come la prima, del resto): un passo falso. Pallinaggio negativo: quindici pallini sottozero, come a Bolzano.
In barba alla Titanus che produce il film dopo il clamoroso successo di Arrapaho, Ippolito se ne frega altamente di avere un budget più consono e dirige volutamente un film ancor più povero e squallido del precedente. Stavolta non c'è nemmeno la mini-trama ad inframezzare i finti spot ma tante scenette slegate tra loro ed ispirate alle canzoni degli Squallor. Da salvare le gag di Giuda e Papele, troppo lungo il frammento del dott. Palmito. Cerruti e Bigazzi per la prima volta fanno vedere il loro volto. Soundtrack dominata dai Village People!
MEMORABILE: "Anche i ricchioni piangono", Tombeado e "Visitors!"
Assurdo: mai viste tante battute demenziali e squallide (è il caso di dire), con uno stile che sta a metà fra Ridere per ridere e le future Barzellette, ma che in realtà non rende giustizia agli Squallor perché sempre tirato via, approssimativo e mal girato. Qualche spezzone fa anche ridere, ma sono troppe le gag che girano a vuoto, le scene allungate fino alla noia e alcune che addirittura non si capisce dove vogliano andare a parare. Da evitare assolutamente, sia per i fan che per i neofiti.
Satiraccia becera del nulla con pseudo situazioni del reale narrate con dialetto finto partenopeo e volgarità verso gli incolpevoli defunti. Non sono riuscito a ridere in nessun momento della narrazione, che presenta episodi frammentari privi di costrutto. Che tristezza sentire i Village People... Ippolito avrà pagato le major. Vergognosamente ridicolo.
Seconda prova della ditta Ippolito-Squallor dopo Arrapaho. Purtroppo l'accoppiata non riesce a ripetere la magia del primo capitolo (anarchico e genuino) e il film finisce per sembrare un prodotto del solo Ippolito con gli Squallor relegati in secondo piano anche nella colonna sonora (con i Village People mattatori, perché???). Forse hanno inficiato sul risultato finale una maggiore inclinazione verso una forma film più tradizionale (in questo caso a sketch), oltre a un plot onestamente povero di spunti comici e dal ritmo a volte soporifero.
Il gruppo artefice di Arrapaho stavolta non riesce a ribadire la vis comica dissacrante e demenziale e la butta purtroppo sul becero. Senza un filo conduttore si inanellano sketch con tematiche falliche (tremendi i chirurghi), parolacce in dialetto napoletano e insulsaggini varie. Raramente strappano un sorriso (Giuda) mentre è da menzionare forse il punto più basso della carriera di Magalli, apostrofato con “Capocchia”.
MEMORABILE: “Se questa fa la schedina fa 14!”; La trattoria “Al traditore”; La compilation anni ’60 AC.
La struttura a simil-palinsesto si rifà a quella di Ridere per ridere, anche se il risultato è ancor più approssimativo di Arrapaho. Il genio del vinile si riconosce negli sketch più brevi, anche se lo spezzone con Magalli inviato speciale è un'autentica vetta di trash, mentre i vari riempitivi spezzano il ritmo e, caso più unico che raro per gli Squallor, annoiano. Altra delusione la colonna sonora non del tutto autarchica: sarebbe stata l'occasione per qualche "videoclip" già collaudato con Berta.
MEMORABILE: Il fulmineo cameo di Marisa Laurito; Anche i ricchioni piangono; La voce lapidaria di Cerruti nei vari trailer.
L'idea di un cinema volutamente scombiccherato mostrata in Arrapaho viene qui portata alle sue conseguenze: si tratta di una raccolta di episodi più o meno lungi, qualche volta simili a barzellette. Si sorride qualche volta qua e là, soprattutto quando la battuta è inaspettata e ciò avviene negli sketch più fulminei, mentre peggio va negli episodi più strutturati che portano avanti per minuti e minuti ideuzze (ad esempio, l'operazione chirurgica o il rapitore al supermercato). Per essere di breve durata, è tutto sommato noioso. Inserite a caso le musiche dei Village People.
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Dalla colonna sonora del film uno dei testi del compianto Bigazzi cui sono più affezionato, carico di quell'immancabile vena maliconica e poetica ma anche segnato dall'ironia cinica e beffarda tipica della sua storica band:
Ho dei dubbi tuttavia, sul discorso del minuto e venti mancante all' inizio,perchè se cosi fosse in tv non e mai passato? E allora da dove viene questo fantomatico riversamento su 35mm cioè le copie pirata sono originali???!!!
Ruber ebbe a dire: Ho dei dubbi tuttavia, sul discorso del minuto e venti mancante all' inizio,perchè se cosi fosse in tv non e mai passato? E allora da dove viene questo fantomatico riversamento su 35mm cioè le copie pirata sono originali???!!!
Non si tratta di "così fosse" ma di "così è".
Non sto riportando cose immaginarie ma reali.
Evidentemente le copie positive 35mm che sono state proiettate nelle sale all'epoca avevano il prologo che precedeva il logo Titanus.
Credo che nel momento in cui hanno realizzato il master televisivo hanno visto quel lungo "nero" che stava prima del logo Titanus e l'hanno semplicemente tagliato via senza curarsi minimamente di ciò che stavano facendo.
E' ovvio che le copie pirata non sono affatto originali ma semplicemente beneficiano di un riversamento da pellicola 35mm senza il brutale taglio iniziale.
Naturalmente la qualità audio/video di questo riversaggio è decisamente scadente rispetto al master televisivo che poi è finito su dvd.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi & Canzoni della Prima Visione Tv ("Serata Squallor", domenica 17 giugno 1990) di Uccelli d'Italia: