Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Homesick: All’orizzonte si scorgono già tresche, sotterfugi e mondanità riprese in primo piano sei anni dopo dal pungente Germi di Signore & signori, ma qui si naviga ancora nelle sin troppo placide acque di una pochade corale su mariti, mogli e amanti nell’annoiata Italia del boom, solo sporadicamente mossa dai timidi richiami erotici delle canterine Gray e Alonso e dall’istrionismo di Salerno e Panelli. Il meglio proviene dai titoli di testa: la briosa sigla dell’inarrivabile Quartetto Cetra (“Le signore”) e le allusive silhouettes femminili.
MEMORABILE: Salerno nei panni del coiffeur omosessuale René; la seduta dentistica.
Galbo: Divertente commedia di ambientazione veneziana che ha il pregio di mostrare un tutto sommato convincente Alberto Sordi nei panni di un gondoliere veneziano che sebbene non romano non si allontana molto dai panni dell'italiano un po' cialtrone molte volte già interpretato. Il film è tuttavia divertente anche grazie al buon apporto di un bravo Manfredi che contribuisce a diversificare i toni e del clima un po' da commedia dell'arte.
Fauno: Il titolo sarebbe più consono al thriller, mentre questo è integralmente uno spy-movie, sia perché tocca più o meno tutte le capitali europee del vizio, con tanto di night club e di suite in hotel a 5 stelle (anche se il nocciolo della questione è la lotta fra due organizzazioni per un traffico d'armi verso l'Africa), sia perché la componente femminile ha vita breve e si rinnova celermente. Musica ok, arti marziali spettacolari e ben intercalate; grottesco, ma a tratti pittoresco l'aspetto dittatoriale di Santuccio nel ruolo capo dei servizi segreti.
MEMORABILE: La vedova nera; La presa di corrente; La scena alla spiaggia della gemella; L'agguato a tre nello scantinato; Il misterioso capo dell'organizzazione.
Dusso: Mitico musicarello datato 1983 con la bellissima Roberta Olivieri, Sebastiano Somma e la immancabile coppia Bombolo-Cannavale. Grosso successo di pubblico e lancio definitivo di Nino D'Angelo sul grande schermo. La storia vede Nino corteggiare la bella Annamaria in quel di Capri.
Caesars: Gradevole commedia che si lascia guardare con piacere, pur senza raggiungere risultati di livello eccezionale. Il cast di attori pesca a piene mani dal fior fiore degli interpreti più in voga negli Anni Settanta. La trama non è originalissima, il confronto tra la coppia burina e manesca, ma in fondo felice e quella borghese distinta ed educata, ma profondamente triste, non è certo inedita; tuttavia la realizzazione è fatta con un certo garbo e non fa rimpiangere il tempo che si dedica alla sua visione.
Galbo: Durante l'epoca del proibizionismo, due piccoli truffatori vengono arrestati e condannati all'ergastolo con l'ingiusta accusa di omicidio. Passeranno in prigione gran parte della vita scoprendo i valori dell'amicizia e della solidarietà. Il film di Demme è sulla carta abbastanza intrigante ma si rivela nei fatti piuttosto deludente. Le potenzialità della storia non sono adeguatamente sfruttate e le situazioni comiche strapppano a malapena qualche tiepido sorriso, nonostante gli sforzi di due protagonisti piuttosto in forma.
ALLE ORE 17:30 in TV su *altro (specificare)
Nota bene: Oggi giorno alle 17:30 su SuperSix: https://www.supersixtv.net/
(5 commenti) animazione (colore) di Vari con (animazione)
Lucius: I disegni, pur mancando di profondità e tridimensionalità, hanno un fascino innegabile che si rifà ai manga. Alcune puntate sono ripetitive, ripropongono battaglie siderali a iosa, ma se si pensa che la moda di mettere regazzini alla guida di robot da lì a poco spopolerà, questo almeno presenta situazioni verosimili. Il pilota non è un moccioso, ma un audace adolescente e la storia risulta molto avvincente, a cominciare dalle primissime puntate. L'aspetto umano a differenza di altre serie qui è primario. Un classico intramontabile unico nel suo genere.
Sera
ALLE ORE 19:35 in TV su *altro (specificare)
Nota bene: Ogni giorno alle 13:05 e alle 19:35 su SuperSix: https://www.supersixtv.net/
124c: Le avventure di Simon Templar, detto "Il Santo", nell'incarnazione televisiva anni 60 di un Roger Moore trentenne e convincente. A differenza dei film di James Bond, in cui l'attore inglese doveva sostituire Sean Connery (per troppi spettatori l'unico vero agente 007), Simon Templar non si può pensare se non con la faccia di Roger Moore, anche se l'inglese non fu il primo a portarlo alla ribalta in tv e al cinema. Gli episodi sono divertenti, tutti all'insegna dello humor inglese. Bei tempi!
MEMORABILE: I prologhi iniziali, quando una bella donna esclama la frase "Lei è il famoso Simon Templar!" e a Roger Moore spunta un'aureola in testa.
TomasMilia: Ci son legato perché è stata la mia prima comparsata. È un prodotto ben confezionato, adatto ad un pubblico televisivo. Non volgare. Piacevole da vedere in questo deserto televisivo. Branciamore e la Komesticova non hanno il garbo e la freschezza di Amendola e Welch in Amarsi un po'. Buccirosso è forse il più divertente. Brignano stenta un po', funziona meglio coi suoi monologhi a teatro. La peggiore è la Cucinotta. Le altre se la cavano abbastanza bene. Superiore a tutte la Scattini. Mattioli è meno verace del solito e il film ne risente un po'.
Giùan: Senza dubbio il miglior film di Shyamalan e, ciò che più conta, uno dei thriller più efficaci dell'ultimo decennio. L'understatement cinefilo del buon Night stavolta non ha nulla di lezioso, né si trastulla in bamboleggiamenti infantili, seguendo con fluidità narrativa travolgente la discesa negli inferi della mente d'un McAvoy superlativamente splittato. Il coinvolgimento emotivo è assicurato dai due fattori determinanti per la riuscita di un film del genere: consapevolezza teorico-regista e una gestione infallibilmente misurata del sottotesto ironico.
Daniela: Sotto una pioggia battente, alcuni rapinatori assaltano una banca nel centro di Valencia. All'insaputa degli altri, uno di loro ha un obiettivo ulteriore: impadronirsi di una cassetta di sicurezza contenente informazioni compromettenti per il partito di governo... Nonostante il tentativo di arricchire la trama con un intreccio politico che prevede il coinvolgimento dei servizi segreti, il film non esce dalla dignitosa routine e anche Luis Tosar, l'unico volto noto del cast, risulta meno incisivo del solito.
MEMORABILE: In senso negativo: le mascherine con cui i rapinatori si coprono il volto, restando però riconoscibilissimi
Giùan: Dopo opere alquanto discutibili, sulle quali anzi il dibattito era pressoché nullo, Egoyan torna a far parlare di sé con un film che racchiude alcune tematiche chiave del proprio cinema: la rimozione del passato e la fragilità dell'appartenenza. Lo fa grazie soprattutto a uno script geniale, capace di ravvivare il corpo freddo ma mai esangue del genocidio, ribaltando prospettive e centrando il bersaglio di disorientare le aspettative dello spettatore. Formidabile Plummer, arrancante nel corpo e nella mente. Qualche banalità nello svolgimento a "episodi".
MEMORABILE: La casa dei Kurlander, carica di rigurgiti vetero e neo nazisti.
Galbo: Sempre sul pezzo, Michael Mann realizza un film sui cybercriminali e fa centro sebbene Blackhat sia piuttosto lontano dalle sue opere migliori. Il film (la cui storia è abbastanza complessa e richiede un minimo di "competenza" informatica) si mostra debole nei momenti più intimisti e nelle prove del cast, con attori che fanno il loro mestiere ma non esaltano. Sublime la realizzazione delle scene d'azione, che il regista governa con impareggiabile senso della tensione e una scelta delle locations impeccabile, così
come la fotografia.
Buiomega71: Non solo il miglior action degli anni 90, ma sicuramente il più bel film americano dell'immenso John Woo, che non si è più ripetuto a questi livelli, mettendo in ombra pure Van Damme. Costellato da virtuosismi tipici del regista cinese e zeppo di momenti splatter (resi dal magico trio KNB). Voosloo che spara, con un fucile a pompa, nell'abitacolo di un auto con esplosione di vetri e sangue alla Maniac, sparatorie (con le classiche colombe) al fulmicotone nel deposito di maschere, la soggettiva delle frecce alla caccia ai barboni. Furioso.
MEMORABILE: L'uccisione del dottore a cui viene perforato l'occhio con un proiettile attraverso lo spioncino della porta. Omaggio all'[f=2555]Opera[/f] argentiano?
Gestarsh99: Riposti in archivio i suoi cosmo-visitatori minuti e pacifici, Spielberg passa a rimpastare gli invasori più crudeli dell'intera sci-fi anni '50, cedendo alle blandizie calamitose dei disaster alla Emmerich. Come da tradizione autoriale, i dialoghi sono intrisi di piagnucolanti zuccherosità melodrammatiche e le psicologie dei tre protagonisti, quando non seguono il tabellino dei topoi, sventolano abulicamente nella direzione in cui soffia il vento, animando quadrettini familiari retorici e poco pertinenti. A far da braccioli restan la furba suspense e i subcoscienti allacci a Schindler's list.
MEMORABILE: Gli accenni a Schindler's List: gli sfollati fermi davanti a un passaggio a livello; La pioggia di indumenti; "questa non è una una guerra, è uno sterminio".
Caesars: Buon film di spionaggio che merita sicuramente di essere visto; Hitchcock ci regala un finale teso e spietato che merita da solo il prezzo del biglietto. Ciò che rende la pellicola buona, ma non ottima, è la prima parte: si fa un po' fatica ad entrare nel meccanismo della storia, poi invece tutto fila liscio, anche grazie alla grande interpretazione degli attori principali. A mio giudizio non tra i capolavori del grande maestro, ma comunque molto valido.
Gestarsh99: Per la seconda volta sui grandi schermi, Luca Medici straccia clamorosamente tutti i record d'incassi italiani. Il lucido stile televisivo della Taodue si fa maggiormente cinematografico, pur trattandosi nel complesso sempre di successioni di scene madri, mentre Nunziante esibisce un polso più fermo ed omogeneo nella gestione degli interpreti minori (Papaleo in primis). La scottante attualità tematica su cui poggia la trama è trattata con misura e rispetto assoluto, ampliando il raggio d'azione satirico e fornendo anche piccoli spunti di non banale riflessione.
MEMORABILE: Il personaggio di Ivano Marescotti, sempre più vittima inerme dell'incosciente protervia "sacrilega" del mattatore pugliese.
Lucius: Piccolo film indipendente che incassò molto all'epoca. Ha molte analogie con Ultimo tango a Parigi, ma non si può paragonare ad un capolavoro. Sesso esplicito e passionale tra due sconosciuti, seguito da rabbia apparentemente immotivata. Numerose le scene di nudo. Da segnalare solo le belle musiche orchestrali.
Gestarsh99: Ancora un'altra identità sepolta, ancora un altro piede in due scarpe per Mortensen, in questa seconda tranche del rinnovato percorso di stile del canadese Cronenberg. Un gangster-noir solido e violentissimo, ambientato in una Londra livida e uggiosa, popolata da una inattesa comunità ex-sovietica in lotta fratricida contro se stessa. Oltre all'eleganza ed alla millimetrica composizione delle immagini, ciò che rende questo film grandioso sono i volti degli interpreti: l'algido protagonista, il padrinesco Semyon, il figlio degenere Cassel, la tenace Watts.
MEMORABILE: La brutale colluttazione tra Mortensen e i due sgherri ceceni nella sauna russa.
Herrkinski: Ho vaghi ricordi dei primi due capitoli, ma preso come film a sé stante questo terzo installamento della serie mi pare aggiungere poco o nulla alla storia nata col prototipo; il tipico J-horror, tutto fantasmi coi capelli in faccia e dai movimenti tarantolati, nel 2009 cominciava a esalare l'ultimissimo respiro e in questo caso non si denota nulla che salvi la saga e lo stile dalla monotonia assoluta. Si segnala giusto la location, un palazzo tetro e fatiscente di sicuro impatto; per il resto, nulla assoluto.
Herrkinski: La prima regia di Lavia si potrebbe definire una sorta di "kammerspiel on-the-road"; non stupisce, vista l'esperienza teatrale del regista/attore, che però cade nel più classico degli errori e scrive battute altisonanti, irrealistiche ed eccessive, nella ricerca del dramma assoluto (come d'altronde nel successivo Sensi, comunque più riuscito). Lo squallore di ambienti e situazioni regala tutto sommato qualche momento di malessere esistenziale, ma la pretenziosità dell'insieme vanifica il tutto che risulta, se non soporifero, assai ripetitivo.
MEMORABILE: La sequenza a cartoon; La Guerritore a Lavia: "E tu cos'hai da darmi?!" Camionista di passaggio: "Ce l'ho io qualcosa di bello grosso da darti!".
Faggi: Splendidamente si percepisce l'estetica dell'epoca del muto, eppure il film è fitto di dialoghi. Immagini scientifiche, ma ad alta intensità emozionale; inquadrature che sorprendono; fulgore del bianco e nero; espressività in ogni anfratto; dettagli incisivi; attori formidabili; invenzioni sparse qua e là; codificazione di genere in atto e infine puro cinema che prescinde il genere di appartenenza e è sempre qualcosa d'altro rispetto a se stesso. Dramma antico, dove complice indispensabile è il paesaggio potente e unificante.
Giùan: Titolo calviniano per un film che arriva in ritardo d'un paio di decenni e non è in grado di alimentare, col suo modesto potere di suggestione, alcun effetto nostalgia. Tra le poche note di merito annovererei la discreta perizia tecnica di Giagni e gli effetti di Stivaletti, degni di miglior causa. Su tutto però un'atmosfera che più che claustrofobica si fa presto plumbea, uno script che di aracnico non ha certo la robustezza e un cast che, al di là dell'atono Wybenga, presenta chiari indizi di scarsa convinzione pure nelle sue punte migliori (Audran).
MEMORABILE: L'omicidio della cameriera nello stenditoio; La trasformazione del Dio bozzo bambino.
Il Gobbo: Ercole è gravato da una maledizione divina per aver fatto fuori Cerbero (non proprio Rin Tin Tin...); in più, il figlio si invaghisce della bella figlia del re di Ecalia, che non apprezza... "Minore" del maestro Cottafavi prima del classico Ercole alla conquista di Atlantide, grande inizio alle prese con mostri infernali degni dei più scatenati kaiju giapponesi, più convenzionale il prosieguo, ma sempre realizzato con classe. Mister Muscolo stavolta è Mark Forest.
Panza: Il titolo centra l'attenzione sull'attrazione che il protagonista ha per la Bosé, mentre in realtà la storia verte su un intreccio comico ben più nutrito. La commedia è impostata sui canoni anni '50 quindi alcune scelte registiche e narrative risultano oggi persino ingenue (l'uso di inverosimili sfondi dipinti). La prima parte si basa su battute tradizionali che funzionano a tratti, la seconda gioca più su una comicità fisica. Chiari si conferma interprete simpatico e versatile che a volte si apprezza di più del film, invero mediocre.
Didda23: Straordinaria ricostruzione storica di un'ispiratissimo Stone, l'opera eleva all'ennesima potenza la bravura di Stone come narratore, poichè riesce a far incollare lo spettatore alla poltrona nonostante la durata titanica. Regia puntuale e descrittiva che sa essere onirica nella parte che anticipa tutta l'ultima parte con delle inquadrature che sfiorano il genere horror. Incredibili e fotografati come Dio comanda i flashback che ritraggono Nixon nell'infanzia. Ottima scelta quella di analizzare quasi esclusivamente la politica estera (del resto c'era quel volpone di Kissinger). Ottimo il cast.
Il Dandi: Il garbo con cui Caprioli riesce a disegnare personaggi per l'epoca inusuali (una prostituta che cerca il salto di qualità nell'usura e un suo fratello omosessuale) senza mai trascendere nella volgarità né nel patetismo già basterebbe a farne un film notevole. A questo si aggiunge una descrizione di ambienti calligrafica (sia nella parte romana, ulteriormente divisa in due fra centro e periferie, sia in quella francese, deludente per la protagonista ma autentica e riconoscibile). La Valeri cafonal-chic con la sua battuta sempre (magari involotariamente) sfrontata è adorabile.
MEMORABILE: "Lei qui cosa fa?" "Il pizzaiuolo" "Uh, stavo perdendo tempo...".