Parigi o cara - Film (1962)

Parigi o cara

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PAPIRO DAVINOTTICO INSERITO IL GIORNO 30/06/07
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Il Gobbo 30/06/07 17:30 - 3015 commenti

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Delia, piccola prostituta non più giovanissima e prestatrice di soldi, si mette in testa di andare a Parigi, a trovare il fratello che non vede da tanti anni... Deliziosa commedia più amara che dolce scritta e diretta da Caprioli, e magistralmente interpretata da una straordinaria Franca Valeri. Impagabili le sue mises e acconciature, le sue manie, le intemperanze, i "flussi di coscienza" in ciociaro. Caprioli (che si ritaglia un ruolo secondario) indovina ambientazioni, dettagli e piccoli tocchi. Un gioiellino
MEMORABILE: L'assemblea dei cravattari, con tanto di meticoloso statuto

Supervigno 31/07/07 11:02 - 229 commenti

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Un film divertente e triste, soprattutto amarognolo come la mattatrice, la mitica Franca Valeri, qui in uno dei più azzeccati ruoli della sua straordinaria carriera. La storia è semplice ma niente affatto banale, il personaggio principale è costruito con grande intelligenza e originalità. Molto realistiche ed emozionanti (per chi, come chi scrive, in parte ha potuto ancora vederle "dal vivo" in case di vecchie zie) sono le ambientazioni "italiane" del film: l'arredamento, le suppellettili, i tendaggi, l'abbigliamento, le acconciature.

Azione70 10/06/17 22:27 - 167 commenti

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Film molto particolare e incentrato esclusivamente sulle capacità espressive di una irresistibile Franca Valeri, improbabile prostituta in visita parenti a Parigi. Sullo sfondo, appunto, una Parigi di periferia, livida e triste, come i personaggi che la animano. Di fronte alla Valeri, al suo sorriso amaro, alla sua candida ingenuità, alla sua cadenza dialettale, tutto il resto passa in secondo piano (anche il fratello gay, Fiorenzo Fiorentini o Caprioli, ristoratore italiano pentito di essere emigrato in Francia). Da recuperare.
MEMORABILE: La trattativa della Valeri con un cliente, sotto un lampione.

Matalo! 26/09/08 17:52 - 1378 commenti

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Il film di una vita per la Valeri; nel senso che davvero qui è in assolo e sceglie un personaggio sgradevole e meschino (mai condannabile però): una prostituta non bellissima e un po' sfiorita che cova acredine verso la vita. Il marito regista la mette in piena luce, permettendole virtuosismi nei monologhi eccezionali e non illuminando mai la tiepida, mesta luce sotto la quale è messa sin dall'inizio. Una perla di due artisti anomali anche se popolari.

Stefania 15/07/09 01:55 - 1599 commenti

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L'ottima Franca Valeri ha fatto un grande lavoro sui tic linguistici di Delia e sul suo accento: non è il romano popolare, né quello colto: è un "vorrei ma non posso": come Delia. Attempata prostituta con gusti e aspirazioni microborghesi, cerca a Parigi il "salto di qualità", sarà invece la facile preda di un mediocre opportunista. Commedia malinconica col grande pregio di non scadere nel patetico, o in facili sentimentalismi.
MEMORABILE: "Ma non l'hai mai visto un cinese?" "Pe' strada sì, ma dentro 'na casa mai...". Da applauso!

Pigro 6/07/11 23:36 - 9624 commenti

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Gioiellino camp che non a caso ha il suo fulcro in una Franca Valeri in stato di grazia e nella sua prostituta-strozzina sciccosa, che va in Francia sognando inopinatamente un futuro radioso. Battute fulminanti nell'originale parlata cafona-snob, calate in situazioni paradossali, sono il sale di una storia che dai fasti iniziali mostra man mano le crepe della disillusione che affondano un personaggio amaramente perdente. Una decadenza anche cromatica dai vivaci fasti romani al grigiore della periferia parigina. Teneramente implacabile.

Homesick 27/09/11 17:12 - 5737 commenti

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Farragine e stanchezza della sceneggiatura, fortunatamente in calando al progredire della vicenda, non opacizzano l’immagine realistica del gretto materialismo e dei sogni infranti dell’Italia del Boom; due aspetti fusi nell’eccezionale maschera ilarotragica di Franca Valeri, che da sola dona luce all’intero film attraverso dialoghi e soliloqui nel suo particolare vernacolo snob e sguardi ora entusiasti e speranzosi, ora malinconici e rassegnati. Minuziosa la cura dei costumi e dell’allestimento degli interni.
MEMORABILE: I figli di Caprioli che “testano” la Valeri; il tassista bizzoso; l’amarezza del ritorno a Roma espressa silenziosamente dal volto della Valeri.

Rufus68 29/07/18 13:14 - 3819 commenti

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Se la Valeri si fa ricordare per l'inimitabile inflessione (una sorta di parlata popolaresca ennui), è Caprioli a organizzare, in maniera quasi inavvertita, un sorprendente apologo sulla disillusione. Grazie a una serie di personaggi e vignette ai limiti dell'espressionismo (il fratello, i cravattari) si resoconta il disinganno di un'anima ai margini che vede sbiadire pian piano i propri sogni da piccolo borghese. Il finale, con la protagonista accalappiata dal pizzaiolo, è crudelmente conseguente a tale poetica.

Il Dandi 1/08/20 19:08 - 1917 commenti

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Il garbo con cui Caprioli riesce a disegnare personaggi per l'epoca inusuali (una prostituta che cerca il salto di qualità nell'usura e un suo fratello omosessuale) senza mai trascendere nella volgarità né nel patetismo già basterebbe a farne un film notevole. A questo si aggiunge una descrizione di ambienti calligrafica (sia nella parte romana, ulteriormente divisa in due fra centro e periferie, sia in quella francese, deludente per la protagonista ma autentica e riconoscibile). La Valeri cafonal-chic con la sua battuta sempre (magari involotariamente) sfrontata è adorabile.
MEMORABILE: "Lei qui cosa fa?" "Il pizzaiuolo" "Uh, stavo perdendo tempo...".

Kinodrop 15/10/20 20:08 - 2909 commenti

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Delia vuole realizzare un salto di qualità, uscire dalla routine piccolissimo borghese capitolina, sospendere per un po' "traffici" e guadagni e partire per un'idealizzata Parigi, restandone però disillusa. Tutto incentrato sulla personalità e lo sprint della protagonista che incarna un misto tra piccolezza morale e intellettuale e ambizione superiore ai suoi limiti, con i suoi tic comportamentali e soprattutto con un linguaggio "popolar chic" di sua invenzione, per comunicare e per rimuginare. Molto curate le ambientazioni, luminosa quella romana, grigia e opaca quella parigina.
MEMORABILE: Le acconciature e i vestiti di Delia; L'assemblea dei cravattari; La squallida sistemazione a Parigi; Il finale "turistico".

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Zampanò 31/10/20 20:41 - 381 commenti

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Franca Valeri amò Delia, personaggio tirannico e fragile, che contribuì a scrivere insieme a Caprioli (al tempo suo marito). I tic, gli abiti pomposi e la svelta parlata tra i denti annerita di sarcasmo modellano una prostituta decisamente sui generis, persino strozzina. Meglio la parte parigina in cui l'altezzosa signorina perde le certezze. Sempre indovinata la regia, come in ogni prova del mattatore napoletano.
MEMORABILE: Il fratello di Delia: "Lui è cinese, che non ne hai mai visto uno?". Lei: "Sì, ma mai in casa".

Reeves 30/12/21 14:39 - 2152 commenti

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Che bel film, capace prima di molti altri di raccontare le disillusioni di un'Italia che stava conoscendo l'ubriacatura del boom e che quindi sperava in un futuro roseo che, con ogni evidenza, non si è poi avverato. Sceneggiatura in crescendo per un film che parte come una commedia in costume e diventa via via un apologo. Spaziale Franca Valeri, come sempre, un'attrice veramente unica.
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  • Homevideo Noir • 28/10/10 16:25
    Galoppino - 573 interventi
    In uscita il 2 Dicembre per Cecchi Gori.

  • Discussione Lucius • 16/11/14 15:43
    Scrivano - 9063 interventi
    Oggi che i lavori in Piazza San Silvestro sono ultimati, penso si dovrebbe mettere una foto della piazza.
  • Discussione Zender • 16/11/14 16:27
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non è necessario, è una ripresa dall'alto, in realtà bastava anche solo il secondo fotogramma volendo.