Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Deepred89: Musicarello tecnicamente abbastanza indecente, poco più di due storielle di corna (con Taranto e Al Bano nei panni degli "indecisi") condite con le solite scenette comiche (cui prende parte anche un giovane Paolo Villaggio). Certe soluzioni di montaggio sarebbero da monopalla immediata, ma il ritmo c'è e certe scene (lo zoo) hanno un fascino stranissimo, quasi da film di famiglia alla Jonas Mekas, con l'apice raggiunto nelle 3-4 inquadrature prima della fine, con un tramonto dai contorni fortemente e involontariamente visionari. Filmettino.
Fauno: Pessimo! Non aspettatevi la solita gara di ballo... ha molto poco a che fare. In un periodo in cui i ceti medi esistevano e stavano pure bene, per i giovani era possibile stare a crogiolarsi e a divagare, più pateticamente che poeticamente, sugli amori inarrivabili; in quest'opera si giunge a concretizzarne uno inanellando una serie di situazioni non comiche o rocambolesche, ma penose e soprattutto poco attendibili. Se lo vedete fatevi prima una scorta di vignette di qualche settimanale di parole crociate; sicuramente riderete di più...
MEMORABILE: La funzione del domestico per il cane delle famiglie col blasone; La cover italiana dell'ottimo brano di Billy Joel "Just the way you are".
Rambo90: Film di guerra con toni a volte scanzonati e da commedia, tutto sommato divertente, anche se con alcuni passaggi non troppo riusciti. Oltre alla buona regia di Cosmatos e alle tante esplosioni, è sicuramente simpatico vedere tanti divi recitare insieme (anche con un buon affiatamento), in particolare Moore nei panni di un maggiore austriaco e Gould che non perde occasione per piazzare battute. La seconda parte è più incalzante, con la bella sequenza della presa del monastero. Buono.
Gestarsh99: Trovando un facile alter ego nel fidato Franco Nero Damiani rimugina sul suo stesso cinema "impegnato", con un crime-drama fluttuante tra il velato esame di coscienza sulle responsabilità di certi metodi di denuncia drammaturgica e l'artefatto autoscagionamento plenario da ogni accusa di fantasociologia calunniatoria e di istigazione all'odio anti-istituzionale. Dispersivo, insincero e contorto nelle sue circonlocuzioni orientate e tendenziose, colpisce alla cieca un po' tutto: camaleontismo politico, giornalisteria accattona, arbitrarietà magistratuale e latitantismo "cavernicolo" e pietoso.
MEMORABILE: La dialisi embolitica somministrata al nefropatico latitante Carmelo Bellolampo.
Giùan: Più che di un peplum (genere battezzato l'anno prima da Francisci con Le fatiche di Ercole), si tratta d'un filmone storico avventuroso che le abili penne di De Concini/Tessari adattano dal romanzo di Salgari e il cui eterogeneo cast Gallone accorda, vista l'esperienza in film operistici, alla propria natura di solerte direttore d'orchestra. Il sentimento antiromano è mitigato mentre l'attenzione va soprattutto ai contrasti in seno ai cartaginesi e agli intrighi amorosi, piuttosto osè per l'epoca. Dignitoso spettacolo di un cinema ancor ricco di mezzi.
MEMORABILE: Le schermaglie tra Paolo Stoppa e la schiava nera.
ALLE ORE 13:05 su *altro (specificare)
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Il Dandi: Simon Templar (le cui iniziali stanno per Saint) ha consacrato al mondo la maschera di Roger Moore, preparandolo a ripetersi nella sua versione di 007 (già qui si fa ironia sul concorrente, con una signora che in un episodio lo scambia per James Bond). Preferibili i vecchi b/n dal sapore più thrilling (l'episodio pilota si ispira addirittura a Psyhco), mentre gli ultimi episodi a colori calano di qualità, con prevalenza di una vena giallo-rosa che cede sovente a un umorismo demenziale. Resta a tutt'oggi la versione migliore del personaggio.
MEMORABILE: Il prologoo con l'aureola del Santo: "Lei è il famoso Simon Templar"... TA-TARA-TA-TARA....
Giùan: Ciò che all’occhio “critico” più piace sottolineare ne Le cercle rouge è come la “orientale” disciplina melvilliana si applichi senza alcuna concessione o deroga al suo stellare cast, che anzi esacerba e incrudelisce, per contrasto, lo stile oltranzisticamente classico del samurai francese. Tuttavia è proprio la programmaticità del film a risultare alla lunga respingente, come l’ambizione un po’ egocentrica del’autore. Alcuni momenti (il colpo) centrano l’obiettivo della trasfigurazione. Bravi Delon, Montand e Bourvil, fuori contesto ma diligente Volontè.
MEMORABILE: L’assassinio in aperta campagna dei sicari; Gli spari di Montand.
Rambo90: Tremendo polpettone avventuroso, che tralascia i fatti più storici per soffermarsi soprattutto sulla storia d'amore tra il futuro Gengis Khan e la donna rubata a un nemico sconfitto. La sceneggiatura va avanti per stereotipi, zeppa di battute dall'effetto involontariamente ridicolo, risollevandosi solo quando può mettere in scene battaglie girate con un certo sfarzo e dispendio di mezzi (produce Howard Hughes). John Wayne è nella sua interpretazione peggiore e probabilmente qui rappresenta il peggior miscasting della storia del cinema. Da evitare.
ALLE ORE 17:30 su *altro (specificare)
Nota bene: Oggi giorno alle 17:30 su SuperSix: https://www.supersixtv.net/
Piero68: Anche se in Italia è stato molto trascurato trovo Gundam in assoluto il migliore cartoon di robot. È l'unico che ha una sceneggiatura completa (gli episodi sono strutturati in maniera a se stante ma seguono comunque una trama unica) oltre ad essere veramente l'unico a poter essere considerato come sci-fi e non di assoluta fantasia. In un futuro lontano, parte delle colonie si ribellano al sistema terrestre dando vita ad una guerra. Non c'è nulla di precostituito ma come in una fiction i personaggi crescono con le puntate. Da rivalutare.
Geppo: Joe D'Amato dirige Renzo Montagnani (un caso abbastanza curioso) e si nota una certa diversità, nell'interpretazione di quest'ultimo. La considero tra le sue migliori prove insieme a Donna... cosa si fa per te. Il cast è praticamente oro colato, la scheda tecnica parla chiaro. La trama scorre bene, a patto che vi piaccia la commedia sexy, mentre il cast femminile è di tutto rispetto. Aldo Fabrizi chiude la sua carriera cinematografica con questa commedia sexy (probabilmente aveva notato un certo cambiamento nel cinema italiano).... Bravo Renzo Montagnani.
MEMORABILE: "Farò il mio dovere di uomo e di medico".
Pigro: L’idea della vita a scadenza, con l’orologio che scandisce i secondi verso la fine e l’opportunità di scambiare, comprare o rubare il tempo è notevole. Peccato però che, perplessità logiche a parte, i necessari spunti filosofico-esistenziali lascino il posto ai soliti cliché, con l’imbastitura di lotte tra buoni e cattivi (declinati in salsa blandamente social-politico-economica, ma appiattita verso la tipologia Robin Hood vs perfidi ricconi), con ribellioni, fughe e incongruità glamour. Molto rumore per nulla: deludente.
Galbo: Dove osano le aquile si inserisce tra i filoni più godibili del cinema classico americano, le avventure in tempo di guerra, e ne è uno degli esempi maggiormente riusciti. Sebbene basato su una storia piuttosto inverosimile (tratta da un romanzo dello stesso autore del bel I cannoni di Navarone), il film è magnificamente realizzato con particolare cura (ovviamente) per le scene d'azione e alla riscita del quale molto contribuisce il cast di alto livello.
Gestarsh99: Pur nel suo lustro impiantamento a la page, un horror fantasmatico/psicologico di efficace e angosciata spaventevolezza, che gioca molto bene su apparizioni improvvise e cupi sbalzi di tensione orrorosa. Goyer riesuma dai biblici anfratti l'infestante entità spiritica del Dibbuk, ammannendole una mise en abyme di rifrazioni che richiamano ipnagogicamente in causa misticismo ebraico, cabala esorcistica e memorie mengeliane in suppurazione. Odette Yustman torreggia nell'incubo in tutta la sua longilinea statuarietà, sfilando flessuosamente tra sonno e veglia come una diafana testimonial Martini.
MEMORABILE: Tutta la splendida, angosciante sequenza d'apertura, con l'apparizione del cane mascherato e il ritrovamento dell'orrido feto sepolto...
Markus: Maestrina veneta si trasferisce a Roma per farsi maritare dal suo scapestrato fidanzato romano con la fissa di imitare Tony Manero. Una volta a destinazione, sarà adottata da una strana famiglia… De Sisti, con pochi mezzi (e si vede, location di uno squallore inaudito), mischia le carte della commedia sexy - ormai alle corte - alla moda della "disco-music" (generò qualche filmetto). L'impasto a grandi linee funziona nella misura in cui, con tale titolo, è bene non aspettarsi molto. Le danzereccie musiche di Cipriani faranno cadenzare il piedino!
Rambo90: Una coppia di rapinatori prende in ostaggio la famiglia di un dottore per far estrarre una pallottola dalla gamba di uno dei due. Un plot già visto, che poteva però essere sfruttato meglio con una realizzazione meno sciapa. Molti tempi morti (nonostante la breve durata), poca tensione e l'aggravante di una fotografia dai colori troppo scuri che spesso non fa ben capire cosa accade. Un po' meglio verso la fine, quando Bruce Willis si risveglia e comincia a dar ritmo al film (mentre Murray è davvero poca cosa) tra brevi inseguimenti d'auto e qualche scontro fisico. Mediocre.
Nando: L'avventurosa esistenza del celebre esploratore Jacques Cousteau in una pellicola ben realizzata in cui si evidenziano le sue innovative scoperte, le sue infedeltà coniugali ma soprattutto il suo notevole contributo al mondo dell'oceanografia. Belle riprese marine con adeguato commento musicale, appropriato il cast. Forse lievemente didascalico ma nel complesso offre una valida narrazione.
Undying: Carmen Villani, celebre soubrette televisiva dell'epoca, si presta alla realizzazione di una commedia a suo modo capofila: anni dopo ne rivestirà un analogo ruolo (La supplente va in città, 1979). Per un lasso di tempo, dopo il successo conseguito da questa pellicola, viene diretta in commedie (più) erotiche (che) comiche, sotto la direzione del coniuge, Mauro Ivaldi, in titoli che restano negli annali del doppio senso (Ecco lingua d'argento, L'anello matrimoniale). Qua appare anche Ilona Staller e le musiche sono curate da Renato Rascel.
MEMORABILE: lo streaptese a velocità accelerata della Staller...
Lucius: Fuggire per sopravvivere, fuggire scioccati con il terrore negli occhi per gli shock emozionali subiti, senza neppure rendersi conto del dolore, di quanto la vita possa cambiare in un istante. Ottima prova attoriale del giovane interprete di una pellicola livida e improntata sul genere de La piovra, caratterizzata da una fotografia calda e avvolgente che contribuisce ad incorniciare una storia spietata che inizia con una strage di morti ammazzati sull'Aspromonte. Colonna sonora curata e coinvolgente. Emozionale.
Siska80: Le uniche cose da salvare in questo giallo men che mediocre sono le stupende location e la valida idea (sfruttata però molto male) di mescolare biografia e romanzo: la celebre scrittrice inglese si reca a Bagdad per riprendersi dal divorzio e si ritrova invischiata in una serie di delitti proprio come nei suoi libri. Purtroppo la pellicola non riesce a coinvolgere, i costumi d'epoca sono di scarsa fattura e le performance attoriali anonime (in primis quella della protagonista, che non mostra un minimo dell'eleganza della vera Christie).
MEMORABILE: La lettura delle carte da parte della virago.
Luchi78: Patinato dramma in stile televisivo: niente spunti, recitazione sommariamente sciatta, trama insignificante. Alyssa Milano in questo film sembra una statua di cera: annoia e non convince. L'intreccio che affronta i temi della mafia e dei vari mangia-spaghetti risulta più che altro fastidioso e irritante, oltre che decisamente... fuori moda. Da evitare con cura.
Ronax: La bella campagnola è la biondissima Franca Gonella, ai tempi prezzemolina della produzione erotica italiana di serie z, attorniata da altre più o meno procaci bellezze agresti fra cui primeggia per indiscusso charme Femi Benussi. Firmata da Siciliano con uno dei più deliziosi reperti del suo parco pseudonimi (l'aspetto incontestabilmente più creativo di questo autore), la scollacciata favoletta si dipana in modo sconclusionato ma in fondo meno becero di tante pellicole concorrenti del periodo. Gianni Dei è incredibilmente quasi sopportabile.
Giùan: Film esemplare sulla passione personale di Truffaut per la Letteratura e al contempo uno degli incontri più originali e sperimentali tra Cinema e Libri. Come sempre nel Nostro colpisce la sincera forza con la quale mette in scena un soggetto radicandolo nella pellicola. Il romanzo "semi-biografico" e all'epoca "scandaloso" del misconosciuto Rochè si compenetra perfettamente nello stile del giovane Francois e così musica parole ed immagini sono alla fine quel che davvero resta di questo menage a trois destinato a spegnersi con atroce leggerezza
Alex75: Le luminose ambientazioni greche e due belle attrici non bastano a giustificare la visione di un film che scorre senza sussulti, senza incanalarsi in un genere ben preciso e senza le bizzarrie tipiche delle produzioni italo-turche. Non aiuta nemmeno la trama, poco credibile, poco coinvolgente e con una soluzione sbrigativa. Quelli che dovrebbero essere i nomi grossi del cast (Tinti e Trieste) si adeguano alla piattezza generale e offrono prove appena corrette. Discrete musiche di Patucchi.
Xamini: Nonostante la forzatura del bianco e nero e forse anche per l'eccessiva ricerca del semplice (a scimmiottare un cinema che fu) non riesco a ricordare una sola fotografia di questo film, non una scena, un momento, un'emozione (neppure quelle teoricamente più forti). È tutto volutamente desaturato, normalizzato a storia di tutti i giorni. Non sono altre le critiche che gli si possono muovere, se non (appunto) la colpa di una noia mortale.
Paulaster: Teatralità alla francese per rappresentare un male di sopravvivere nelle microrelazioni. Dialoghi sospesi, b/n slavato, cupezza generale e poca voglia di scherzare nella miseria economica. Garrel ha il viso triste quanto basta e la bellezza della Mouglalis ingrigita dal pallore per una coppia senza futuro. Forse la poca sostanza dei fatti non lascia ricordi particolari; le vicende scorrono come un fiume verso la secca, come a dar impressione di voler far cultura come un tempo che fu.
Matalo!: Gli anni settanta secondo Bresson visti nella loro livida sciattezza e cercando di adattare il viaggio di un'anima pura all'interno di una storia di sentimenti perduti e di sogni non realizzati. I miei problemi con Bresson si amplificano in questa pellicola minore decisamente gelida e crudele, nonostante l'umanesimo del regista.
Rambo90: Divertente commedia completamente al servizio della verve dei Fratelli Marx, un po' sacrificati dall'unità di luogo (sono quasi sempre dentro una stanza d'albergo) ma ugualmente capaci di infilare gag e battute divertenti. Bravi anche i comprimari fra cui una giovane Lucille Ball, Albertson (che sostituisce Zeppo) e McBride, a cui spetta il ruolo della vittima di turno. Ritmo veloce e tanti momenti imprevedibili.
MEMORABILE: Il tacchino inseguito da Harpo che, per sbaglio, colpisce Jenkins.