Michael Mann ha la fortuna d'aver saputo perfezionare negli anni uno stile che gli permette di personalizzare qualsiasi film nascondendone i difetti e avviluppando il tutto in un contenitore lucente dai suoni liquidi e ipnotizzanti. BLACKHAT non ha la forma esasperata di MIAMI VICE ma gli si avvicina come difetti di sceneggiatura, con l'aggravante che la trama viene ulteriormente complicata dall'abuso di terminologia tecnica alla quale pare che ogni cyber-movie non possa rinunciare. Poi però quando vedi che l'hacker di turno ha l'espressione un po' sperduta e i muscoli di Hensworth qualche dubbio di miscasting ti viene,...Leggi tutto specie dopo che lo vedi menar le mani e atteggiarsi a supereroe come nemmeno Thor... L'avesse diretto un regista qualsiasi BLACKHAT finiva nel dimenticatoio due giorni dopo l'uscita; Mann invece ti costringe ad ammirare tutto ciò che normalmente sarebbe semplice contorno, permettendoti di godere di quelle due sparatorie girate con cura e ragionando su angolature, suoni, rallentamenti e accelerazioni. Un po' poco stavolta, anche perché il finale in piena processione sa troppo di già visto (e pure l'antagonista sembra appena uscito dall’Oktoberfest più che da una scuola d'informatica). Per durare oltre due ore, insomma, stavolta musica e fotografia non bastano.
Non bastano belle riprese alla Miami Vice per raddrizzare questa pellicola, che oltre ad avere un eccessivo minutaggio, non giustificato da una sceneggiatura che poteva essere snellita senza problemi, è anche in debito di credibiltà. Difficilmente infatti si riesce a collocare il protagonista tra i geni informatici (e oltre a quello, mena, ammazza e ha persino il senso della giustizia). In più, la ragazza sembra proprio piazzata lì solo per lui, visto che il suo contributo è abbastanza superfluo. Nel complesso decisamente mediocre, con qualche momento audiovisivamente piacevole.
MEMORABILE: La prima scena, con l'invio del comando; La sparatoria post esplosione in autostrada.
Considerato il calibro del regista ci si aspettava un qualcosa di più di un polpettone infinito a carattere spionistico che solo dopo pochi minuti dall'inizio "svacca" in una lunga sequela di situazioni poco credibili. Hemsworth (al secolo "Thor") è troppo piacione per essere credibile nel ruolo di cervellone da computer: tolto il suo celebre martello lo vedi lì con le dita a scrivere formulette sulla tastiera di un pc per sbrogliare matasse informatiche. Il ridicolo involontario è un punto fermo della pellicola. Discrete le scene d’azione.
Team investigativo congiunto Usa-Cina a caccia di un cyber terrorista dalle azioni letali e i fini imperscrutabili. Action movie intelligente, solido, ben costruito, realistico (poche le concessioni alle iperboli del genere) e rispettoso dell’intelligenza dello spettatore. Già per tutto questo il film merita rispetto, ma poi c’è il tocco inconfondibile di Mann, con la sua poetica romanticamente hard-boiled e il suo stile unico nel raccontare luoghi e atmosfere, a elevare il tutto. Coinvolgente, emozionante e con momenti action da applausi.
MEMORABILE: La sparatoria al porto; La scena finale nella processione.
Tonno Insuperabile, il nostro eroe è un genio informatico palestrato che mena, spara e, se occorre, entra pure in un nucleo ancora tiepido alla ricerca di un pezzetto di codice da cui risalire all'IP dell'hacker malvagio... Trama confusa? Piano criminale incongruente? Personaggi poco credibili e/o pretestuosi? Ma questo sarebbe secondario se solo il film fosse avvincente. Invece, oltre 2 ore di noia, appena interrotte da sprazzi d'autore. Sparatorie ben girate, splendide visioni notturne? Beh, è quel che è lecito aspettarsi da Mann. Non stupisce il poco di buono, sconforta tutto il resto.
MEMORABILE: "Non so se vedrò la luce alla fine del tunnel"; Lo scontro fra i due geni informatici che si risolve in una rissa di strada fra due bulli
Thriller/action sul cybercrimine che porta la firma di Mann, ma onestamente me ne accorgo a tratti e l'unica scena speciale si vede solo dopo 90 minuti (la sparatoria sulla tangenziale). Plot che non sfrutta a dovere la contaminazione Usa-Cina mentre ha il torto di far troppo leva sul solito protagonista bellone, redento e tuttofare al cui cospetto tutti sembrano stupidi e che ha pure il torto di far sfiorire la bella cinesina. Durata eccessiva e alcuni passaggi, finale compreso, alquanto discutibili.
Sarà stata probabilmente la tematica, ma quest'ultimo lavoro di Mann mi ha più che coinvolto, grazie a una sceneggiatura che non si poggia su banali cliché del genere. Il regista ci mette del proprio nell'amalgama, districandosi alla grandissima fra improvvisi rallentamenti e sensazionali scene action (dosate meravigliosamente bene). La componente tecnica è ineccepibile, compresa la stratosferica fotografia (diurna e notturna). Pur non essendo un'opera che si basa unicamente sulle prove attoriali, devo ammettere che Hemsworth è più che abile.
MEMORABILE: Le scene action; La fotografia notturna.
Sempre sul pezzo, Michael Mann realizza un film sui cybercriminali e fa centro sebbene Blackhat sia piuttosto lontano dalle sue opere migliori. Il film (la cui storia è abbastanza complessa e richiede un minimo di "competenza" informatica) si mostra debole nei momenti più intimisti e nelle prove del cast, con attori che fanno il loro mestiere ma non esaltano. Sublime la realizzazione delle scene d'azione, che il regista governa con impareggiabile senso della tensione e una scelta delle locations impeccabile, così
come la fotografia.
Qualcuno faccia smettere di giocare Mann con le camere digitali e lo obblighi a leggere le sceneggiature prima di girarle... L'hacker Hemsworth non sa dividere le acque ma per il resto è a posto e il piano criminale del malvagio Giorgio Porcaro lascia basiti per la sua stupidità. Mann gira sempre da Dio e qundo c'è l'azione giù il cappello, ma se non si viene rapiti dalla messa in scena come è successo a me, rimane solo un film dal fiato corto e dai personaggi incosistenti (se non alle volte inutili). Hemsworth espressivo come un termosifone...
Un thriller imperfetto, dalla prima parte molto noiosa, che stenta a ingranare; colpa di sequenze inutilmente lunghe e di dialoghi troppo tecnici per lo spettatore medio. Dopo la prima ora finalmente si fa coinvolgente, le scene d'azione ben girate risvegliano dal torpore e la trama diventa intrigante. Hemsworth non è malissimo, anche se non riesce a reggere completamente il film da solo. Mann in regia è più spento del solito; peccato perchè lo spunto era buono. Buona la fotografia.
Sotto tonnellate di tecnicismi (e sbaglierò ma le supercazzole si sprecano) si nasconde il classico cyber-thriller hollywoodiano rovinato dalla serietà (qui fuori luogo) di Mann. Un regista più "leggero" poteva trarne un buon intrattenimento, ma trattare con tono "adulto" un'infinità di sciocchezze non vuol dire rispettare il pubblico, anzi: non coinvolge, non è spettacolare e non c'è una scena una che mi faccia dire "però Mann quando vuole...". Ormai non riesce più a sintetizzare "autorialità" e "genere" e la noia è tanta.
Estenuante film che non parte mai ed annoia a tutto spiano a causa di una durata ingiustificata e di una sceneggiatura poco efficace, a tratti prevedibile e con un
finale che fa cadere le braccia. C'è di buono che Mann non ha minimamente perso il tocco (e ciò fa comunque ben sperare per il futuro): le scene d'azione, infatti, sono girate in modo magistrale. Anche la fotografia (specie quella notturna) è ai livelli dei suoi lavori migliori. Attori non pervenuti con uno dei ruoli femminili più inutili degli ultimi anni.
Si legge in giro che Blackhat sarebbe un inno autoriale al cinema postmoderno digitale. Pur essendo Manniano, io ci vedo solo una ripetizione molto fiacca di stilemi tipici del suo cinema, in un contesto di totale inverosimiglianza con punte di schietto ridicolo (l'hacker del MIT provetto kungfuka e pistolero, la gita nella centrale atomica in fusione...). La storia è anch'essa risaputa, il complottone internazionale, il detenuto assoldato dall'FBI, la parentesi romantica. La morale? 70 milioni di dollari di budget buttati.
L'ultimo film ad oggi (2021) del grande Michael Mann non merita le stroncature che ha ricevuto. I fan del regista ci ritroveranno tutti gli aspetti più amati di lui: momenti adrenalinici girati alla grande, splendide riprese notturne, le amicizie virili e l'amore che sboccia in un mondo oppressivo, una soundtrack efficacissima. I difetti casomai sono una certa "ripetizione" delle tematiche di Heat, seppure più fiacche e qualche snodo narrativo improbabile. Giustificato il tecnicismo di alcuni passaggi. Hemsworth sa recitare anche oltre i Thor, ottimo il viscido hacker Van Wageningen.
MEMORABILE: Le riprese della rete vista dall'interno; Il collasso della centrale atomica; Lo scontro a fuoco sull'autostrada (vedi Heat...).
Risulta difficile digerire il fatto che dietro la mdp ci sia Mann, regista che ci ha abituato a ben altri standard soprattutto quando si tratta di action o thriller. Hacker e cyber spazio evidentemente gli calzano poco soprattutto se la scelta ricade su un cast che in fondo ha fisicità che poco si addice ad hacker o nerd del MIT. Senza contare l'arzigogolato piano del cattivo che è di un ridicolo senza precedenti. Ovviamente si salvano le scene di azione (e come potrebbe essere diversamente), ma calate nel contesto generale perdono forza e senso. Come il duello finale a suon di lame.
MEMORABILE: In negativo: in mezzo a una processione girano indisturbati tizi con mitra e pistole alla mano che sparano e si accoltellano e nessuno ci fa caso.
Dopo gli attacchi di un hacker, l'FBI chiede aiuto a un pirata informatico rinchiuso in prigione. Thriller digitale di buona fattura. Tensione ben dosata ma poco avvincente, forse per via di una durata eccessiva. Regia di Michael Mann come al solito efficace. Colonna sonora discretamente apprezzabile. Chris Hemsworth non convince particolarmente. Consigliabile.
Dopo i nemici pubblici, tocca a quelli privatamente occultati dal web ergo più pericolosi, ma per un'epica autistico-apocalittica del cyber-thriller e per scrivere Hackerberry Finn si deve mandare un'Esmail. Mann ne neurotipicizza necrotizza disinfesta i punti ciechi, ma fingendo che il babbo natale che ci ha donato Heat e Collateral è qui un prestanome, si attraversa un saldo tecnonoir senza abbandonarsi allo sconforto datoci da prove pregresse, rispetto alle quali siamo decametri oltre: si può parlare di ripristinata stima per nuove pulsazioni di una vena che si credeva inaridita.
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DiscussionePol • 17/08/16 14:57 Servizio caffè - 185 interventi
CONTIENE SPOILER
Scusate se riesumo un cadavere ormai freddo ma l'ho recuperato solo ora e vi giuro che più leggo (e non solo qui) "magistrali scene d'azione" e più mi incupisco e penso che allora sono io che non capisco più nulla. Quando mi sono accorto (e ci ho messo un'attimo) che quella che stavo guardando era veramente la tanto celebrata sparatoria nel parcheggio sotterraneo e non uno scambio di colpi di routine avevo quasi voglia di mollare il colpo perchè se quello era uno dei picchi del film, figurarsi il resto... Pure la scazzottata nel ristorante, anche senza tirare fuori paragoni inarrivabili ma fuori luogo come The raid 2, mi sembra girata malissimo, ma forse il picco sono i tre pirla che scaricano tonnellate di piombo sui nostri eroi, disarmati e nasconti dietro un palo della luce, stando rigorosamente a 20 metri di distanza senza nessun motivo se non quello di non fare finire il film. Taciamo del finale dove, come osserva Daniela, dopo ore di supercazzole informatiche i due geni finiscono a fare a coltellate come due bulletti... Di per se poteva anche andarmi bene, ma è proprio questo che mi ha infastidito per tutta l'interminabile durata, il tono di chi vuole far capire che il suo è cinema "di serie A" sacrificando lo spettacolo in nome di un assurdo (a posteriori, visti i risultati) "realismo" e poi finisce per buttare dentro (malamente) tutti i clichè del genere.
Capisco che un fan di Mann possa rispondermi "allora ve lo meritate Michael Bay!", ma serenamente qualcuno mi spiega anche in due parole cosa c'è di tanto magistrale in questo film (ma anche "Nemico pubblico" non scherza, addormentato dopo mezz'ora in sala e voglia di recuperarlo zero)?
Ciao Pol, sinceramente non ricordo moltissimo nello specifico. Posso dirti che avevo basse aspettative e tutto sommato mi sono divertito. Le scene action non mi erano sembrate così brutte,anzi.. Bazzichi certamente di più il genere di me e probabilmente hai l'occhio più fino e gusti "più raffinati". Per essere un film americano e mainstream mi sembra più che sufficiente. Poi, ovvio, gli orientali ti girano scene che tutti si sognano...
DiscussioneDaniela • 17/08/16 18:42 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Pol ebbe a dire: serenamente qualcuno mi spiega anche in due parole cosa c'è di tanto magistrale in questo film
Passo la mano, per me è una esimia "vaccata d'autore", ed in casi come questo la specifica "d'autore" vale come aggravante. E di "vaccate" del genere ultimamente ne ho viste diverse: Le belve di Oliver Stone, The Counseler e Exodus di Ridley Scott, American Sniper di Eastwood, sono i primi titoli che mi vengono in mente. Registi che ho apprezzato (Stone) ed anche amato (gli altri due) in altre occasioni, per cui la delusione pesa indubbiamente nel giudizio.
DiscussioneZender • 17/08/16 18:53 Capo scrivano - 48959 interventi
Sto con Pol. Anch'io non ci ho visto proprio niente di particolare nelle sparatorie di Blackhat, o di veramente degno di Mann. E neanche in Nemico pubblico. Se devo dire l'ultimo vero Mannn che mi è davvero piaciuto e mi è sembrato stiloso al punto giusto è stato Miami vice.
DiscussionePol • 17/08/16 21:49 Servizio caffè - 185 interventi
Scusate lo sfogo virulento, ma oltre ad essera stata una cocente delusione (anche se in effetti il precedente film avrebbe dovuto mettermi in allarme) poi leggo in giro tanti commenti del tipo "il film del secolo se non ti è piaciuto non capisci niente" che due domande me le hanno fatte fare. Comunque a scanso di equivoci non volevo dire che Mann è un brocco, figuriamoci (recuperato poco fa "strade violente", quello si filmone forse sottovalutato) ma leggendo in giro ho notato che è stato inserito nella lista degli "intoccabili" sulla scia dei Lynch, Von Trier etc..
Pol ebbe a dire: ma leggendo in giro ho notato che è stato inserito nella lista degli "intoccabili" sulla scia dei Lynch, Von Trier etc..
La Fortezza, Manhunter, Collateral, Strade Violente (ma basterebbe anche solo La Fortezza), quindi , sì, almeno per me, un "intoccabile" e uno dei più grandi registi viventi (piaccia o meno), giustamente ai livelli di Lynch e Von Trier.
DiscussionePol • 17/08/16 22:10 Servizio caffè - 185 interventi
Sono d'accordo con te Buio, la statura del regista non si discute, quello che intendevo per "intoccabile" è che adesso qualsiasi cosa facciano è, a prescindere, un capolavoro.
Pol ebbe a dire: Sono d'accordo con te Buio, la statura del regista non si discute, quello che intendevo per "intoccabile" è che adesso qualsiasi cosa facciano è, a prescindere, un capolavoro.
No, questo no, sono il primo a cassare senza pietà un film mal riuscito di un regista che adoro (anzi, le delusione può essere anche maggiore e più "dolorosa")