Il decimo clandestino - Film (1989)

Il decimo clandestino
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dal racconto omonimo di Giovanni Guareschi (che dà il titolo a una raccolta insieme ad altri sedici) un "piccolo film", come viene detto in apertura, scritto e diretto per la televisione da Lina Wertmüller e prodotto dai fratelli Vanzina. Breve, in evidente affanno d'idee, vede al centro della storia una Piera Degli Esposti col sorriso perennemente stampato sul volto, una costrizione con tutta evidenza richiesta dalla regista e che suona spesso artificiosa, innaturale. Donna di campagna, Marcella veglia il marito sul letto di morte prima di trovarsi nove figli sulle spalle, da crescere. Dai tre agli undici anni di età, sono inseparabili e tratteggiati col massimo della...Leggi tutto tenerezza possibile senza indulgere troppo nella ruffianeria (e di questo va dato atto alla Wertmüller, che pure non può esimersi dal concedere loro qualche atteggiamento tipico da bimbi semplici e ruspanti).

Decisa a trasferirsi in città, Marcella raggiunge Bologna aprendo un negozietto di prodotti genuini, fatti arrivare direttamente dalla campagna dove abitava. Ma c'è da trovare anche una casa dove stabilirsi, e non è facile. Un po' per la crisi degli alloggi, un po' perché nessuno ha intenzione di affittare un appartamento a nove bimbi mettendo a repentaglio la quiete condominiale. Prova una volta, prova due, Marcella decide infine di fingersi vedova senza figli e di trasferirsi in un edificio residenziale la cui padrona (Sanda) mette subito le cose in chiaro: se si vorrà risposare, al primo figlio dovrà lasciare la casa. La donna si vede così costretta a far entrare di nascosto i piccoli la sera tardi facendoli uscire con lei la mattina all'alba.

Il film - oltre che nel fugace rapporto con la proprietaria - sta tutto qui, e nel divertito disegno dei piccoli ma educati ragazzini, gentili con tutti. Pure col lattaio (Trestini) di fianco al negozio, che offre loro volentieri da mangiare ricambiandone in cambio affetto. Dopo un prologo in cui bene viene ripresa la campagna lungo il Po con qualche simpatico tocco surreale (i nove bimbi arrampicati sull'albero spoglio che cantano in coro "Azzurro" di Paolo Conte, resa nota da Celentano), ci si sposta a Bologna, altrettanto azzeccata nella sua rappresentazione attraverso pochi ma significativi scorci. Marcella e il suo "plotone Baralli" si spostano come un blocco unico, dal treno alle vie cittadine, sempre gratificati da primi piani che evidenziano la diversità di volti simpatici e vivaci.

Lasciano tuttavia a desiderare struttura e sceneggiatura, che scontano il minimalismo della vicenda in cui le emozioni traspaiono anche dalla buona interpretazione della Sanda (il marito è Hartmut Becker), affittuaria turbata dalla perdita del figlio di sette anni e che non tarderà a scoprire la piccola "truffa" di Marcella, cui la Degli Esposti offre tuttavia una interpretazione troppo monocorde (colpa di quel sorriso stampato, probabilmente). E così poco succede in un ritratto facile nel quale l'unica cosa che la regista pare voglia esaltare è l'umanità contadina della protagonista contrapposta alla freddezza borghese della Sanda in una sorta di inno alla vita e ai figli come valore prezioso e insostituibile. I titoli di coda compaiono inattesi, dando l'impressione che potessero irrompere in qualsiasi altro momento dell'ultima parte che poco sarebbe cambiato.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/05/22 DAL DAVINOTTI
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Panza 27/11/23 22:09 - 1834 commenti

I gusti di Panza

Una fotografia cinematografica (ad opera di Carlo Tafani), che risalta nelle ombre del tetro palazzo bolognese e una buona regia non bastano a celare l'inconsistenza del soggetto, imperniato sul piccolo (e un po' prevedibile) colpo di scena del quarto d'ora conclusivo e tratto da un racconto poco conosciuto di Giovanni Guareschi, evidentemente stiracchiato per l'occasione. Fin troppo impostata e monocorde la recitazione della Degli Espositi, mentre gli attori più piccoli dimostrano almeno una certa naturalezza e si è opportunamente evitato di doppiarli.

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  • Curiosità Zender • 8/05/22 07:57
    Capo scrivano - 47728 interventi
    IL FILM FA PARTE DEL CICLO "AMORI" (1989)
    Parte oggi un ciclo di film per la tv intitolato Amori, costituito da sei titoli diversi che vantano altrettante firme prestigiosissime: Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Lattuda, Lina Wertmüller, Nanni Loy e Luigi Magni. Stasera si parte con "Il vizio di vivere", racconto di Dino Risi ispirato alla vicenda, autentica, di Rosanna Benzi (…)
    Amori è una produzione di varie tv. Intimorisce però scroprire alla voce “produttori esecutivi” per tutti e sei i film il nome dei fratelli Vanzina.
    Fonte: articolo della Stampa scovato da Panza (e Kanon e Fedemelis).

    Vennero trasmessi:

    1) Il vizio di vivere (Dino Risi) [18.04.1989]
    2) La moglie ingenua e il marito malato (Mario Monicelli) [24.04.1989]
    3) Mano rubata (Alberto Lattuada) [02.05.1989]
    4) Il decimo clandestino (Lina Wertmüller) [16.05.1989]
    5) Gioco di società (Nanni Loy) [23.05.1989]
    6) Cinema (Luigi Magni) [30.05.1989]
  • Homevideo Buiomega71 • 12/12/23 10:24
    Consigliere - 25937 interventi
    In dvd per Mustang Entertainment, compreso nel cofanetto SERIE AMORI, disponibile dal 28/12/2023
    Ultima modifica: 12/12/23 10:29 da Buiomega71