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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Edgar Wright tritura generi diversi in un parallelo costante tra la Londra attuale e quella di metà Sessanta: passa dal dramma della prima parte, in cui la giovane Eloise (McKenzie) giunge nella capitale inglese dalla Cornovaglia carica di speranze sognando di diventare una creatrice di moda, a una dimensione da sogno che si fa presto incubo horror, poi rivisto in chiave thriller per dare un parvenza di filo conduttore al tutto. Un'operazione bizzarra come quasi sempre capita con Wright, innervata da una colonna sonora fondamentale che connota fortemente il film confermando quanto le musiche siano componente inscindibile nel lavoro del regista; qui si fanno accompagnamento cardine per completare...Leggi tutto un viaggio nel tempo singolare, calato in una dimensione onirica in cui si inseriscono deliri immaginifici. Evidente l'intenzione di colpire attraverso forti richiami al cinema dell'orrore (gli zombi) permanendo tuttavia saldamente nel perimetro del cinema di qualità. Tra ricostruzioni storiche d'effetto, costumi e scenografie di livello si innesta il mistero legato alla figura di Sandie (Taylor-Joy), sexy bionda che rappresenta lo smaliziato doppio di Eloise, la sua incarnazione Anni Sessanta avvicinata dall'uomo (Smith) che poi la guiderà nel suo peregrinare tra le strade illuminate dai neon e i locali dove la giovane ha intenzione di farsi conoscere. Un transfert vero e proprio, quello di Eloise: rifugiatasi in un monolocale in affitto da un'anziana signora (Rigg) dopo essere fuggita dallo studentato dove veniva presa in giro dalle compagne più scafate, appena chiude gli occhi si ritrova proiettata nel suo coloratissimo incubo privato nel quale è Sandie, forse quello che lei amava diventare, sicuramente una ragazza dotata di spirito d'iniziativa e ansia di sfondare. Quella che però sembra sulle prime un'esperienza eccitante, progressivamente si trasforma in qualcosa di drammaticamente inquietante, un sogno tremendo dai molteplici riferimenti argentiani (tanti i richiami al cinema del nostro regista, omaggiato definitivamente con una ripresa smaccata del logo di INFERNO utilizzato sull'insegna del locale dove si svolge il party di Halloween) in cui si materializzano visioni terrifiche, coltelli e inquietanti figure senza volto. Sono sequenze fuori dall'ordinario, cariche di sangue e violenza, realizzate utilizzando tecniche ed espedienti da horror puro, che Wright gestisce lasciando andare la mano; indirizzano con chiarezza un film votato a colpire superficialmente piuttosto che ad analizzare le sfumature caratteriali della protagonista. La compenetrazione armonica di diverse matrici di genere contribuisce però a donare insolita eleganza all'operazione, a fornire visionarie suggestioni che permettano di sorvolare sull'inconsistenza complessiva dell'opera. Delle due protagoniste meglio la più genuina MacKenzie della Taylor-Joy, appiattita nel ruolo della femme fatale maledetta. La ricchezza della messa in scena, la magnificenza del sonoro e l'impatto della Londra d'epoca fanno quasi tutto; di certo molto di più dell'avventura ordinaria della giovane di campagna alle prese con le asprezze della vita di città comprensive dei difficili rapporti con le altre allieve della scuola di moda (anche in questo l'influenza argentiana si fa sentire). Terence Stamp percorre il film come un cupo fantasma premonitore in attesa del colpo di scena conclusivo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/09/21 DAL BENEMERITO XAMINI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/11/21
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Xamini 5/09/21 17:38 - 1252 commenti

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Difficile da categorizzare, il lavoro di Wright parte come un dramma, lustrando qua e là gli occhi con soluzioni stilistiche che rimandano a Moulin rouge! e poi deraglia completamente andando ad abbracciare altre ambizioni e perdendosi un po' in stilemi di tutt'altro genere. Sino all'ultima mezzora (che arriva a farsi insopportabile), la regia si assesta su livelli decisamente alti, alternando soluzioni raffinate a immagini deliziose che richiamano la Soho del Sixties. Il volto pulito della McKenzie si alterna alle movenze della Taylor-Joy, qui alla sua definitiva consacrazione.
MEMORABILE: L'intro; La prima notte nella stanza e in Soho.

Nick franc 30/10/21 11:02 - 515 commenti

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Edgard Wright questa volta spiazza tutti: rifugge lo spirito parodistico/scanzonato delle opere precedenti girando un thriller/horror teso e claustrofobico, che rimanda alle discese negli inferi polanskiane, collocando la vicenda in una Londra anni '60 al contempo seducente e ingannevole. Il regista si supera dal punto di vista tecnico, confezionando un film in cui fotografia, montaggio e musiche formano un connubio ai limiti della perfezione. Difficile rimanere indifferenti davanti agli incubi notturni di Eloise (una straordinaria McKenzie), efficace il colpo di scena finale.
MEMORABILE: La festa di Halloween; La sequenza in biblioteca; Eloise che assiste per transfer alle vicende di Sandie; La fuga di Eloise tra i fantasmi.

Deepred89 5/11/21 19:12 - 3706 commenti

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Potente e sovraccarico caleidoscopio di temi (non sempre adeguatamente sviluppati), generi e influenze, che frulla L'inquilino del terzo piano col primo Nightmare e Midnight in Paris, il tutto in mezzo a cromatismi esasperati alla Suspiria, rievocazioni kitsch degli anni Sessanta e splendidi movimenti di macchina. Spesso a rischio stucchevolezza (terribile il belloccio dei flashback) e inconsistenza (troppe scene di ballo inutili), il film riesce a ricompattarsi nella notevole svolta esplicativa degli ultimi minuti, seppur edulcorata da qualche effetto speciale di troppo.
MEMORABILE: La prima notte londinese da incubo con la coinquilina rum & cocaina: quasi si preferiscono i fantasmi; La rivelazione, ben suggerita dalla regia.

Didda23 9/11/21 09:09 - 2426 commenti

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Rispetto ad opere passate, nelle quali Wright sapeva fondere a meraviglia forma e contenuto, in quest'ultima la sceneggiatura non è all'altezza della vibrante regia, che regala momenti indimenticabili (soprattutto nella fascinosa ricostruzione della swinging London). Forse un po' troppo derivativo per emozionare (le influenze argentiane sono evidenti, sia in talune scelte fotografiche sia per quanto riguarda elementi della storia) fino in fondo, ma esaltante nella scelta dei pezzi (la versione di Cilla Black del capolavoro bindiano "Il mio mondo"). Buono, senza gridare al miracolo.
MEMORABILE: La prima notte a base di alcol e droghe; Il ballo fra Jack (Matt Smith) e Sandie (Anya Taylor-Joy) dal vago sentore tarantiniano; Il finale.

Il ferrini 16/11/21 18:15 - 2358 commenti

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Da Bava a Polanski passando per il primo Argento, Wright dosa con sapienza suggestioni visive e uditive, esplorando magnificamente epoche lontane e diverse come le due protagoniste. Gara di bravura fra la timida McKenzie e la sfrontata Anya Taylor-Joy, supportate da un mirabile cast secondario, su tutti un inquietante Terence Stamp. Fotografia scintillante, perfetti i costumi, semplici ma incredibilmente efficaci le invenzioni visive (gli uomini senza volto) e colonna sonora a dir poco straordinaria. Grande cinema.

Lupus73 22/11/21 12:44 - 1494 commenti

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Giovane campagnola inglese va a Londra per studiare moda, ma finisce in un affittacamere con un passato cruento ed inizia a fare sogni ad avere visioni degli anni '60. Ghost story a tutti gli effetti ma con alcune dinamiche tipiche del thriller (il colpo di scena a 100' ad esempio). La notevole durata è giustificata dalla sceneggiatura articolata (e interessante anche per dinamiche secondarie) e dalla pregevolissima scelta di rievocare "in toto" lo spettro nostalgico dei favolosi anni '60, con tutti gli elementi che lo richiedono, OST inclusa. Sopra la media della comune ghost story.
MEMORABILE: La festa di Halloween e la visione che rivela il fattaccio proprio nella famigerata notte delle anime.

Kinodrop 27/11/21 19:32 - 2950 commenti

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Studentessa di moda col mito degli anni '60 prende in affitto una modesta stanza nel quartiere di Soho, nella quale si palesano presenze e allucinazioni che diverranno un vero e proprio incubo. Un esperimento di sovrapposizione di stili, generi ed epoche diverse, con tante citazioni più o meno esplicite per nascondere una storia poco originale e poco coerente nell'approfondimento psicologico. Azzeccata la ricostruzione ambientale e la OST per una narrazione che nel finale straborda un po' in nome della sorpresa a tutti i costi, con una punta di kitsch negli effetti speciali.
MEMORABILE: Il ballo nella notte di Halloween; In biblioteca; La moltiplicazione delle presenze; L'affittacamere; La scelta delle musiche tra passato e presente.

Paulaster 3/12/21 09:57 - 4419 commenti

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Studentessa va a Londra per diventare stilista. Inizio leggero stile Il diavolo veste Prada, cambia registro col tema del doppio. Pochi incastri in cui la regia sapientemente dà sempre l'imbeccata e musiche, ben scelte, che danno sempre una mano. Anche la progressiva deriva lynchana della protagonista diviene pesante solo verso la fine, ma il prefinale è soddisfacente. Chiusura scarsina come la questione della madre suicida. Cromatismi baviani poco originali in un'ambientazione perlopiù anni 60. La MacKenzie è meglio quando è terrorizzata, alla Taylor-Joy basta la presenza.
MEMORABILE: Le coltellate sulla scalinata; L'esordio canoro; I nomi cambiati ad ogni uomo.

Cotola 13/12/21 23:30 - 9043 commenti

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Inizia come un dramma onirico-psicologico, per poi sfociare sempre più in un thriller dal sapore sovrannaturale. Se la storia, non priva di qualche ingenuità, non è del tutto originale, la forma è assolutamente inappuntabile. E l'aspetto visivo è la migliore freccia all'arco di un film che appaga e delizia appieno l'occhio con i suoi cromatismi accesi che ricordano anche il cinema nostrano d'antan di genere. Perfetta la ricostruzione d'epoca. Potente e coinvolgente la colonna sonora. Bravissima la Taylor-Joy. Merita la visione.

Daniela 14/01/22 12:03 - 12662 commenti

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Da una sperduta località della Cornovaglia a Londra, dai giorni nostri alla metà degli anni sessanta: un doppio viaggio, fisico e mentale, per una studentessa di moda che inseguendo i suoi sogni si ritrova intrappolata in un incubo. L'ultima regia di Wright è un thriller/horror sovrannaturale fitto di citazioni a partire da quelle argentiane, scandito da una colonna sonora al solito ben scelta e visivamente ammagliante nell'ambientazione mentre convince meno sul piano narrativo per una serie di smagliature nella trama e qualche personaggio poco centrato. Nel complesso, riuscito.

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Herrkinski 17/01/22 15:34 - 8112 commenti

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Ne è passata di acqua sotto il London Bridge dai tempi dell'esordio di Wright, oggi chiaramente regista di livello che si permette un'opera ambiziosa, forse fin troppo; spettacolare nella messinscena, con una "swinging London" ricostruita lussuosamente, una fotografia con cromatismi ricercati e momenti vicini al musical, stordisce nella prima parte "onirica" per poi inserire man mano elementi thriller e soprannaturali che invece risultano un po' pacchiani (le scene in CGI). Lodevoli la particolarità dell'operazione e la confezione ma è un lavoro emicranico e dalla durata eccessiva.

Nicola81 14/02/22 11:53 - 2857 commenti

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Ambizioso film che inizia come una commedia giovanilistica per poi sfociare nel dramma, nella ghost story e nel thriller. La storia accusa qualche lungaggine (alcune scene di ballo sono di troppo), ma ad appagare gli occhi e la vista dello spettatore sono i cromatismi degni del nostro miglior cinema di genere, la sfavillante ricostruzione della Swinging London, la strepitosa colonna sonora e l'ottimo cast: la timida McKenzie e la spigliata Taylor-Joy rivaleggiano in bravura, ma lasciano il segno anche l'inquietante Terence Stamp e Diana Rigg alla sua ultima notevole interpretazione.
MEMORABILE: La notte di Halloween; In biblioteca, Il finale.

Jdelarge 25/03/22 11:23 - 1000 commenti

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Film che ha il suo punto di forza maggiore nell'estetica, senza dubbio debitrice di Mario Bava. Tutto è congeniale a creare quel senso di malinconia, estremamente contemporaneo, verso un tempo neanche troppo lontano, in questo caso quello degli anni Sessanta, nel quale la giovane protagonista si tuffa senza considerare le conseguenze. Regia massimalista che immerge pienamente lo spettatore nel vortice confusionario dei flashback che dominano il film. Le componenti horror e thriller, invece, non sembrano amalgamarsi bene.

Capannelle 4/04/22 23:54 - 4411 commenti

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Un film double face che sa coinvolgerti nella prima parte, caratterizzata dall'approccio della McKenzie a un nuovo mondo per lei, quello di una Londra frenetica e capitale della moda. Un percorso anche prevedbile ma affontato con freschezza che poi vira inaspettatamente verso lidi più ansiogeni dalle tinte horror facendo allo stesso tempo un salto temporale all'indietro. E qui la storia non prende più, il salto si rivela alquanto ardito e forzato e anche una brava Taylor-Joy non può fare molto per tenere il tutto a galla.

Caesars 6/04/22 11:03 - 3790 commenti

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Di aspetti positivi, in questa pellicola, ce ne sono: una bella soundtrack, la ricostruzione della Swinging London (con tanto di cinema che proietta 007 in Thunderball), la fotografia e in generale la realizzazione tecnica, buone. A deludere è la trama, che pur partendo da un'atmosfera "luccicante" che si trasforma presto in un vero inferno, alla resa dei conti si rivela meno riuscita di quanto vorrebbe essere. Brava la McKenzie (meglio del suo "doppio" Taylor-Joy), fa piacere rivedere la Tushingham (che del cinema inglese anni 60 è stata un'icona) e la Rigg; sprecato Stamp.

Bubobubo 2/05/22 10:22 - 1847 commenti

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Urbanizzazione come iniziazione: l'eco della Swinging London risuona ancora per gli anfratti oscuri della Big Smoke, ma quale dei suoi tanti segreti si dà alla lettura dei solchi di un vecchio vinile? Ambiziosa operazione formale di Wright che, nel suo puntuale citazionismo (Argento, De Palma) e nella mescilanza di piani spaziotemporali tenuta saldamente in pugno dalle due splendide protagoniste (McKenzie e Taylor-Joy), confeziona un thriller postmoderno ma allo stesso tempo classico, senza particolari sussulti (il finale è prevedibile) ma intarsiato di molti dettagli sfiziosi.
MEMORABILE: Omicidio nella camera di Sandie (Taylor-Joy) rivisto dagli occhi terrorizzati di Ellie (McKenzie).

Enzus79 16/07/22 22:27 - 2896 commenti

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Una giovane stilista si ritrova negli anni Sessanta a "condividere" il destino di una cantante. Abbastanza riuscito, il film si fa apprezzare perlopiù per la parte tecnica (regia di Wright e fotografia molto buone), che per la storia in sé. Thriller con una più che buona dose di suspense. Anya Taylor-Joy interpreta un ruolo a lei ben congeniale. Consigliabile.

Pumpkh75 19/07/22 15:47 - 1749 commenti

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Accarezza con tatto (e rispetto) il concetto del “già visto” ma se dalla prospettiva del contenuto potrebbe risultare una croce, da quello formale è una pura delizia: colori magnifici, regia ispiratissima, messa in scena sontuosa, una china verticale e iridescente verso l’abisso tra lucciole e tessuti, Sandie Shaw e presenze del passato (il punto debole del film: c’è una patina troppo mainstream). Più brava la fragile McKenzie o la maliarda Taylor-Joy? Forse la seconda, ma solo ai rigori. Argento laccato.

Orson 26/07/22 15:00 - 122 commenti

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Indigeribile pastrocchio di Edgar Wright, che imbastisce un polpettone scopiazzando un po' da Mullholland drive (l'ingenua ragazza che sogna il mondo dorato della fama, in un intreccio tra realtà e incubi), un po' da Neon demon (il covo di colleghe arpie, le luci al neon, l'estetica in generale) e un po' da Woody Allen (il tuffo nell'epoca passata in stile Midnight in Paris). Non è un horror, non è un musical, non è una commedia, né si capisce cosa voglia essere. Tutto procede a ritmi lentissimi e soporiferi, in un tripudio di estetica fine a se stessa. Sopravvalutatissimo.

Thedude94 13/08/22 17:31 - 1097 commenti

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Edgar Wright ritorna con un film che mescola thriller psicologico e horror surreale in maniera quasi perfetta, inserendo un punto di vista femminile a dir poco adorabile e coerente con i tempi odierni, il tutto mettendo in scena immagini al neon che riescono a far percepire allo spettatore lo stato confusionale in cui si trova la protagonista. E' questo ciò che il cinema deve fare, ovvero trasportarci attraverso le figure degli attori e le ambientazioni in una storia ai limiti dell'assurdo, ma che ha una logica narrativa e un messaggio di fondo che fa riflettere. Un film necessario.

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Giùan 5/11/22 14:46 - 4559 commenti

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Wright fa un coraggioso passo di lato rispetto a certa stracca goliardia che rischiava di soffocare il suo cinema, pur continuando a vellicarne certi echi retrò o vintage, se preferite. Il risultato è un film asimmetrico se non talora dissonante che riserva, pur rovistando con un po' di supponenza nel baule del già visto, alcune sorprese frutto di tignosa applicazione e di una volontà pervicace di cercare una sorta di "terza via" tra ancoraggi al passato (accattivante la "selezione" di volti del british cinema anni '60) e vuoti a rendere delle visioni del presente. Molto da lavorare.
MEMORABILE: Terence Stamp e Diana Rigg

Jandileida 9/11/22 16:24 - 1565 commenti

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Wright, abbandonati gli innesti umoristici su piante horror-fantscientifiche, si cimenta in qualcosa di molto più ambizioso che vuole mischiare diversi generi, magari parecchio distanti tra loro. Ci si trova di fronte a salti nel tempo, inserti quasi musical (fondamentalmente inutili), ombre senza faccia e facce da thriller vintage. Ne esce fuori un guazzabuglio, non privo però di un suo strano fascino per il quale si devono ringraziare soprattutto le due protagoniste, una sperduta nell'oggi e l'altra dannata nello ieri, e alcuni cromatismi mutuati dai nostri Bava e Argento.

Magerehein 2/12/22 13:12 - 1002 commenti

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Aspirante stilista si trasferisce a Londra per studiare, e il caso farà sì che finisca a vivere in un luogo singolarmente onirico... Scenicamente elegante e assai curato, oltre che ben interpretato, il film riesce ad essere sempre coinvolgente al netto della durata; certi momenti sono davvero macabri, anche se a volte peccano di ripetitività o eccedono in utilizzo di CGI. Piacevoli i rimandi all'inferno argentiano (la stanza rossoblù, il locale notturno, il fuoco...) e riuscito lo stravolgimento finale, che sembra uscito dalla penna di Edgar Allan Poe. Senza dubbio un buon film.
MEMORABILE: L'insegna del locale notturno "Inferno", identica al logo dell'omonimo film di Argento; La scoperta della "vera" Sandy.

Puppigallo 13/06/23 16:50 - 5275 commenti

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Già il fatto che questa pellicola lasci tracce di sè dopo la visione indica che qualcosa di buono sicuramente c'è, come il dualismo al limite della fusione protagonista-ragazza del passato, alimentato dal dono e dall'amore della stilista per gli anni sessanta. Anche luci, colori, musiche e ambientazione sono ben studiati, accompagnando lo spettatore nei locali di una Londra libertina. Purtroppo non tutto è allo stesso livello (il presente); e nonostante un paio di colpi di scena, si ha la sensazione che le premesse avessero creato aspettative decisamente maggiori. Comunque non male.
MEMORABILE: La prima comparsa della ragazza bionda; Coloro che chiedono aiuto non sono certo esenti da colpe.

Anthonyvm 17/12/23 22:20 - 5689 commenti

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Wright firma un'opera peculiare più in apparenza che nei suoi effettivi sviluppi, mescolando generi (dramma psicologico, fantasy urbano, ghost story, murder mystery) e affogando i sensi del pubblico in un onirico abisso di virtuosismo formale. Dall'eccellente comparto sonoro (ottima la selezione di brani anni '60) al variegato ed elegante citazionismo (allucinazioni polanskiane, fotografia argentiana), dalle lodevoli prove attoriali alla regia briosa, lo splendore della confezione non si discute. Peccato per qualche lungaggine nella fase centrale e per un finale troppo moralistico.
MEMORABILE: L'insegna del locale "Inferno", con font ripreso dall'omonimo film di Argento; I fantasmi mummieschi in biblioteca; Il plot twist dell'ultimo atto.

Minitina80 14/01/24 13:15 - 2984 commenti

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Un concentrato di generi che tarda quell’attimo di troppo a rivelare la propria identità nascosta. Motivo per cui, soprattutto nella prima parte, si soffre un costante disorientamento che lascia percepire il dilatare eccessivo del tempo. Stessa cosa non si può dire dell’estetica, molto curata e raffinata nella messa in scena, in particolare nella scelta delle luci che richiamano alla mente lo stile di Mario Bava. Facendo un semplice media, la sufficienza è raggiunta, per quanto si senta la mancanza di una mano in grado di gestire i tempi del thriller in maniera più incisiva.
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  • Discussione Il ferrini • 9/11/21 19:39
    Segretario - 96 interventi
    Che meraviglia. Non perdetevi questo film, e parlo ovviamente di andarlo a vedere in sala, perché qualsiasi altra fruizione secondo me ne sminuisce la gigantesca portata visiva ma soprattutto la memorabile esperienza uditiva. Edgar Wright ha già dimostrato il proprio talento in vari ambiti ma qui riesce veramente a superarsi, frullando suggestioni polanskiane (ma c'è anche tanto Hitchcock e perfino Bava) con una struttura narrativa semplice eppure carica di tensione dal primo all'ultimo minuto di proiezione. Nel film si seguono due storie, quella della giovane e impacciata Thomasin McKenzie e quella della sfrontata e imprevedibile Anya Taylor-Joy, eppure il flusso delle emozioni è unico, continuo, le due donne così incredibilmente diverse si fondono, come ben presto avviene fra la realtà e il sogno. Tu, spettatore, ne vieni travolto, grazie soprattutto all'uso magistrale e vertiginoso delle musiche, che non rappresentano un semplice tappeto sonoro ma sono parte integrante nel film, spesso perfino protagoniste. Questo film è un meccanismo pressoché perfetto, che ti sbatte addosso la Londra di due epoche lontane fra loro (gli anni '60 e oggi) con la stessa  minuziosa perizia, sovrapponendole, attorcigliandole intorno ai personaggi esattamente come fa con te che lo stai guardando, e alla fine inevitabilmente ti inghiotte, ti trascina in un incubo che senti sempre più tuo ad ogni fotogramma. E quando credi d'aver capito tutto, d'aver ricostruito la vicenda, Wright piazza un ultimo colpo di scena geniale, quasi impossibile da prevedere, stupendoti per l'ennesima volta. Questo è davvero grande cinema, qualcuno dirà derivativo e sicuramente lo è, ma il risultato va ben oltre la somma degli ingredienti usati. Probabilmente il miglior film che ho visto quest'anno, e ne ho visti parecchi. 
  • Discussione Dusso • 10/11/21 09:14
    Archivista in seconda - 1831 interventi
    Io vorrei andare a vederlo peccato che nelle due multisale della mia città da domani lo tolgano e anche i cinema limitrofi pare che lo abbiano già tolto sempre da domani 
  • Discussione Didda23 • 10/11/21 14:28
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Per certi versi è il suo film più maturo, visivamente eccezionale ( visto in un cinema all'avanguardia in italia per qualità) ma narrativamente non mi ha fatto impazzire, nonostante un finale degno di nota e difficilmente prevedebile. Convengo con te per l'uso delle musiche ( ma in questo non è certo una novità - indimenticabile la scena con Don't stop me now ne L'alba dei morti dementi-). Per me non è stato nemmeno un problema il fatto che fosse derivativo (oltre a quello che hai sottolineato, aggiungerei come minimo Argento e Craven), ma è la mancanza di un qualcosa (che non ti saprei nemmeno definire) che non mi ha permesso di mettere un voto altissimo.
    Comunque estendo e rilancio il tuo invito, va sicuramente visto (meglio se al cinema)
  • Discussione Rebis • 11/11/21 10:00
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Visto ieri mi è piaciuto molto, anche se nel finale avrei gradito qualche effettone in meno e un tono più dark.

    Quanto al genere per me è un horror tout court, e fa pure paura. E' la storia di una medium che vede spiriti dannati oppure ho frainteso? Tutti i film omaggiati per altro sono horror...
    Ultima modifica: 11/11/21 10:49 da Rebis
  • Discussione Capannelle • 20/11/21 18:44
    Scrivano - 3513 interventi
    D'accordo con Xamini: ad un primo tempo florido e coinvolgente segue una seconda parte che tenta svolte ardite e parzialmente traballanti. Tra 2,5 e 3.
    Ultima modifica: 20/11/21 18:45 da Capannelle