Buiomega71 • 23/11/24 10:37
Consigliere - 27176 interventi Eloise si è sposata, passando per la
vita e rabbia di una prostituta londinese, dalle psicopatologie/geriatrico
aldrichiane, alle notti
jordaniane, delle performance canore
herringtoniane, ai riverberi argentiani (
Inferno non solo nei cromatismi, ma nella pioggia battente al momento della fuga notturna, del coltello piantato nel collo, nel fuoco purificatore, alla Mather Lacrimarum tra le fiamme) ai richiami dei neri della Amicus (d'altronde nei cinema di Soho, del 1965, non solo si proiettava
Thunderball e
Darling, ma anche
Le cinque chiavi del terrore). Abbagliante psycho-thriller dalle sfumature horror, di
criminali in pantofole con uno strato incubo/onirico di rara raffinatezza visiva (la prima entrata di Eloise, nella Soho degli anni 60, è semplicemente straordinaria), dove sogno e realtà si mescolano ossessivamente e morbosamente nel baricentro della
Repulsione e della dannazione, nel bel mezzo di un universo parallelo ricostruito magnificamente (dalle favolose hit d'epoca ai numeri da night club con le ballerine "meccaniche" per trasformarsi in un bordello henrymilleriano, fino al corpo di Sandy in balia di vecchi debosciati).
Wright si scrolla di dosso l'umorismo e i suoi
zombi, ora, non sono più così divertenti (i loro volti deformati e la loro presenza invasiva da
Allucinazione perversa portano alla mente le visioni distorte di
Emily Rose), banchetta con l'idolatria (Sandy per Eloise), la crudeltà (il mondo affascinate della swinging London nasconde i suoi lati oscuri e perversi), il cinismo (Jocasta dal nome incestuoso, compagna di stanza di Eloise, di rara perfidia e cattiveria) e si ammanta di estasiatica follia femminea, dove le
vittime ritornano a reclamare il loro tributo di "giustizia", dopo essere state sgozzate, accoltellate e occultate tra le pareti, sotto le assi del pavimento come in
Rillington PlaceLa CG toglie un pò di smalto (soprattutto nel pirotecnico e imprevedibile finale) e il make up dei "ritornanti" si sarebbe preferito prostetico, ma sono dettagli superficiali, per un'opera geniale nella costruzione e fitta di mistero e fascino, dove la prorompente bellezza della Joy riflette l'insicurezza e l'inibizione della McKenzie (importanti e fondamentali gli specchi e le vetrate, in questo senso) e Terence Stamp si aggira come uno spettro errante, di quel che resta di un dannato e decrepito Toby Dammit.
Wright ci mette dentro le sue passioni (il vintage, i vinili, gli psycho thriller degli anni 60/70) e realizza il suo lavoro più ambizioso e appassionato iniziando con livori fantastici
coppoliani, sbandando nel "mignotta movie" per poi immergersi in derive nella psicologia femminile più contorta.
Di indispensabile contributo (e vera anima del film) l'incantevole fotografia del sodale mago della luce di Park Chan-wook.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/11/21
Nick franc
Thedude94
Il ferrini, Rambo90, Schramm
Lupus73, Nicola81, Pumpkh75, Buiomega71, Teddy
Xamini, Deepred89, Didda23, Paulaster, Cotola, Daniela, Jdelarge, Bubobubo, Magerehein, Anthonyvm
Kinodrop, Herrkinski, Capannelle, Enzus79, Giùan, Jandileida, Puppigallo, Minitina80, Bibi, Marcel M.J. Davinotti jr.
Caesars, Dave hill
Orson